Venlafaxina e bupropione per depressione reattiva cronicizzata

  • Dunque, come dicevo, io sono stata bene, nel senso di serena, di buon umore e non afflitta da pensieri negativi, solo per pochi anni della mia vita (dai 27 ai 30-31). Prima mi sono rovinata la giovinezza con l'ipocondria e poi, dopo i 31, è tornata forte la paura delle malattie e da quel momento anche l'umore è stato spesso basso. Più che tutti i sintomi della depressione, avevo tutti quelli della distimia. Poi sono crollata quando sono stata lasciata cinque anni fa, e da lì il mio umore è come se si fosse assestato un gradino più in basso. Ora sto di nuovo soffrendo molto per amore, e l'umore è sceso ancora un altro gradino più in basso.

    Non ho il 100% dei sintomi, per esempio non ho quelli riconducibili più all'ansia, che invece avevo nella fase ipocondriaca, ma anche in quel caso ne avevo solo alcuni, più strettamente somatici, come la tachicardia, che mentali, come uno stato di agitazione percepita. Ho una natura da bradipo, che paradossalmente è esacerbata sia dalla depressione che dalle cure per la stessa: peggio sto e più ho sonno, ma anche gli antidepressivi mi danno sonnolenza.

    Sono i tuoi pensieri che generano questo calo d'umore oppure avviene tutto in maniera naturale (in pratica passi automaticamente da uno stato normale ad uno stato depressivo)?Ci sono degli intervalli di tempo dove non vi è il calo d'umore? Se positivo come lo quantifichi (ore, giorni, settimane)?

    Non sono neppure tanto i pensieri, a generare il calo di umore, quanto i fatti, quel che faccio io, quel che fa Tizio o Caio, quel che succede e come influisce sulla mia vita. I fatti ovviamente causano pensieri negativi, ma se i primi fossero più in linea con i miei desideri, anche i pensieri e l'umore sarebbero molto meno negativi. Non sono mai stata male senza saperne il motivo, insomma, e se quel motivo si risolve, o almeno si fa meno penoso, anche l'umore migliora. Sono ancora capace di provare gioia, nelle condizioni giuste, ma le condizioni non si verificano (poi si può disquisire se altri nella mia situazione stanno male come me, meglio o magari anche peggio, ma è un altro discorso).

    Di sicuro la mia non è una depressione endogena che mi è caduta addosso dal nulla, ma sembra principalmente il risultato dei casi della vita in un soggetto predisposto e vulnerabile, con scarsa resilienza e capacità di recupero. Fra l'altro, la stessa cosa mi succede sul piano fisico, basta sostituire depressione con mancanza di forza ed energia.

  • Ciao. Come si dice in gergo processuale "rammento a me stesso" che attualmente non esiste più la classificazione di depressione "endogena o reattiva". Questa era una vecchia classificazione, che purtroppo alcuni psichiatri portano ancora avanti, secondo la quale la distinzione fosse necessaria e che i due tipi di depressione esigessero trattamenti differenti. Negli ultimi decenni, tuttavia, la ricerca non ha fornito prove sufficienti a sostegno di questa teoria.

    Oggi la maggior parte dei professionisti della salute mentale effettua una diagnosi generale basata sui sintomi di disturbo depressivo maggiore. Allo stato attuale, secondo la ricerca scientifica, gli stessi tipi di trattamento possono essere utilizzati per la depressione maggiore, sia essa "endogena o esogena".

    Tuttavia, a volte, per una maggiore comprensione della condizione clinica della persona, può ancora essere utile per gli operatori sanitari e della salute mentale ricorrere al concetto di cause endogene ed esogene della depressione maggiore.

    Partendo da un precetto necessario, sempre secondo il mio punto di vista da paziente, è che la tua fase di depressione maggiore sia scomparsa, lasciando i soliti strascichi che si acuiscono nei periodi di maggiore stress, insomma chiamala "tratto caratteriale". Potresti obiettare dicendo che una volta non eri così ma come sai bene, visto che la depressione è una malattia, la caratteristica di essa è che si può presentare come un singolo episodio o diversi episodi nell'arco della vita e con diverse intensità. Stress, eventi particolari della vita, amori, lavoro etc. insomma in ognuno di noi provocano delle emozioni più o meno intense, ma quando giungono in una persona già ferita ecco che la cicatrice si apre.

    Giungo a queste conclusioni perchè anche il sottoscritto, dopo alcuni diversi episodi di depressione maggiore, è diventato molto più vulnerabile, sia da eventi esterni che caratteriali, con tratti caratteriali tipici ad una distimia.

    Partendo da questo concetto anche la cura cambia, nel senso che le ricerche indicano un trattamento minimo cronico degli antidepressivi a cui aggiungere degli stabilizzatori di umore, definiti off-label, ma sempre con dosaggi molto ma molto minori per il loro reale utilizzo.

    Certamente sarebbe anche utile affiancare degli integratori, sempre su indicazione del medico, che possono giovare da booster, tipo omega3, rame, l-acetilcarnitina etc., anche perchè daresti una scossa alla tua "bradicità".

    Ricorda sempre che sei quella che sei e nessuno potrà cambiare il tuo carattere, potrai smussare gli angoli, ma rimarrai con il tuo DNA scritto prima della nascita.

    Come sempre un grande in bocca al lupo, in special modo per l'amore, perchè in te riveste particolare importanza anche per il benessere psichico. ;)


    Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. (Oscar Wilde)


    I miei post - N.B. non sono medico né figura similare, ma questa è un'altra storia

  • Ciao. Come si dice in gergo processuale "rammento a me stesso" che attualmente non esiste più la classificazione di depressione "endogena o reattiva". Questa era una vecchia classificazione, che purtroppo alcuni psichiatri portano ancora avanti, secondo la quale la distinzione fosse necessaria e che i due tipi di depressione esigessero trattamenti differenti. Negli ultimi decenni, tuttavia, la ricerca non ha fornito prove sufficienti a sostegno di questa teoria.

    Io non sapevo neppure che si ritenesse opportuno usare trattamenti differenti, almeno a livello farmacologico. Tuttavia mi sembra ancora utile mantenere la distinzione, perchè a giudicare dalle testimonianze che ho sentito mi sembrano situazioni un po' diverse, anche se naturalmente i tratti base sono comuni.

    Partendo da un precetto necessario, sempre secondo il mio punto di vista da paziente, è che la tua fase di depressione maggiore sia scomparsa, lasciando i soliti strascichi che si acuiscono nei periodi di maggiore stress, insomma chiamala "tratto caratteriale".

    Beh, parliamone... :( Era migliorata, rispetto al primo anno dopo l'abbandono, ma da lì a stare bene c'era una gran differenza. Se fossi stata bene, francamente, non credo che a inizio 2020 mi sarei iscritta qui e per di più col nick che ho scelto. Poi sono comunque tornata a peggiorare da gennaio e ho sentito il bisogno di tornare dallo psichiatra per chiedere un cambio della terapia. La diagnosi scritta comunque è "anedonia, deflessione timica e ansia somatica" (l'ultima cosa l'ho tirata a indovinare, come tutti i medici deve aver fatto il corso di calligrafia creativa ispirata al cinese ;)), quindi non depressione. Io però sto male parecchio, quale che sia la diagnosi.

    Certamente sarebbe anche utile affiancare degli integratori, sempre su indicazione del medico, che possono giovare da booster, tipo omega3, rame, l-acetilcarnitina etc., anche perchè daresti una scossa alla tua "bradicità".

    Sì sì, ora sono piuttosto disillusa anche sugli integratori, ma fin da ragazzina ho assillato il mio medico per cercare qualcosa che mi facesse sentire meno stanca e ne ho provati diversi, anche se in realtà qualcosa che sia insieme efficace e acquistabile legalmente senza ricetta non l'ho mai trovato. Attualmente quindi sto sul basico, più che altro per prevenire carenze, e prendo solo un multivitaminico e minerale molto completo e il calcio con vitamina D, e da due mesi anche magnesio e potassio, perchè nel multivitaminico ce n'è una quantità modesta, ma penso che li toglierò quando finirà il caldo. Avevo provato anche gli omega 3, ma mi hanno dato più problemi che benefici (fra l'altro era stato un consiglio del mio ex, quindi già solo per quello adesso mi ispirano zero). Invece, non ho ho mai provato l'l-acetilcarnitina, pensavo fosse una cosa adatta agli sportivi, ma ora mi hai incuriosito.

    Come sempre un grande in bocca al lupo, in special modo per l'amore, perchè in te riveste particolare importanza anche per il benessere psichico. ;)

    Grazie... :crossed_fingers: :crossed_fingers: :crossed_fingers: Diciamo pure che per me, insieme alla salute, è nettamente il fattore che condiziona di più il mio umore. Lo è sempre stato, anche in positivo, e purtroppo da alcuni anni lo è in negativo.

  • anedonia, deflessione timica

    Ciao. Come sempre gli specialisti sono bravi con i paroloni "tecnici" ma non scendono poi nei particolari, cosa che per noi pazienti ha invece un valore assoluto in termini pratici.

    Tale anamnesi (lasciando stare l'ansia somatica) in termini pratici non è altro che una patologia con fasi caratterizzate da tipici sintomi quali il sentirsi tristi e abbattuti (umore deflesso), rapidi e improvvisi cambiamenti emotivi (labilità emotiva), la mancanza di energie e la mancanza di voglia ad agire.

    Sempre secondo il mio parere non ci troviamo difronte alla classica "depressione" in quanto la sintomatologia è più attenuata, i sintomi non raggiungono i tratti caratteristici della vera depressione.

    Come detto in un mio post precedente e premettendo che lungi da me volermi sostituire allo specialista, torno a ribattere che quando la depressione si presenta più volte nell'arco della vita più o meno con carattere di continuità, subisce una trasformazione, ed attesa la cronicità del disturbo, è inutile insistere con il solo antidepressivo.

    I rapidi ed improvvisi cambiamenti emotivi devono essere stabilizzati ed attualmente le linee guida indicano che per allungare i tempi del cambiamento emotivo, bisogna aggiungere uno stabilizzatore dell'umore a dosi molto ma molto minori di quello utilizzato per mania etc, anche con farmaci antiepilettici definiti off-label.

    Questo fa sì che il soggetto non vada incontro a queste alternanze d'umore, e che nel tempo e con i dovuti aggiustamenti si raggiunga un tratto lineare di stabilità emotiva.

    In ordine agli integratori, la mia attenzione ultimamente è rivolta ai "nutraceutici" (sostanze derivanti da piante, agenti microbici e alimenti) che secondo alcuni studi sembrerebbero agire anche come anti ansia e depressione.

    Mi riservo di approfondire la tematica e dare maggiore risalto alla ricerca ed all'utilizzo di tali sostanze, poichè le maggiori informazioni vengono reperite in lingua inglese.

    Come sempre in bocca al lupo e ti auguro di trovare il giusto antidepressivo per te che nel caso in specie si chiama "amore". :crossed_fingers: :crossed_fingers: :crossed_fingers:

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  • Ehhmm...storia lunga :happy_face:. Comunque, nel 2015 mi sono separata dopo vent'anni di matrimonio per un uomo di cui ero innamorata, ma lui mi ha mollato dopo due anni scarsi, quando io ero ancora coinvolta al massimo. Oltre al rimpianto feroce per lui, c'è stato il "trauma" di ritrovarmi da sola, alla soglia dei cinquant'anni, quindi con possibilità minime di trovare un altro, dopo che avevo sempre vissuto in coppia dai sedici anni in avanti (e non avevo mai neanche lontanamente desiderato di essere single, perchè ho sempre sentito chiaramente di volere un uomo al mio fianco e sempre concepito la mia vita in coppia).

    Poi, incredibilmente, dopo un anno e mezzo circa conosco un altro tizio di cui mi innamoro, anche se è evidente che lui non ricambia. Per un po' di tempo ci siamo visti come scopamici e non ho mai preteso di più perchè era scontato che non ci potesse essere. Ma a inizio anno lui si è innamorato di un'altra e fidanzato con lei, per cui io l'ho perso completamente.

    In pratica, si è riaperta la ferita del primo abbandono, che di fatto non si era mai rimarginata del tutto, e sono state due mazzate in pochi anni. La situazione è peggiorata dal fatto che io sono una che quando si innamora non le passa più, a prescindere dalla reazione di lui, ero così da ragazzina e lo sono anche adesso che ho più di cinquant'anni. Che lui ricambi, che mi ignori o che mi tratti male per me non cambia niente, continuo a essere innamorata e volere lui, a meno che, per un caso fortuito, non trovi un altro che mi faccia scattare la stessa attrazione.

  • E comunque, il primo che mi dice che gli antidepressivi funzionano solo per effetto placebo si merita uno sputo in un occhio.

    Ciao. Intanto sento dell'umido in un occhio :grinning_face_with_sweat:. L'effetto placebo si manifesta in persone predisposte, a condizione che esse ripongano fiducia in tale sostanza o terapia.

    Dire che funzionano esclusivamente per tale motivo mi sembra molto ma molto esagerato, anzi non esiste proprio.

    Che dire, sei una donna tenera. :winking-face:


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