Disturbi d’ansia

  • Per capirci... ieri ho avuto psico e mi sono poi calmata un po’ tanto che sono andata in piscina, con una fatica atroce perché piena di tremori e paura. Ma l’ho fatto!

    Ciao. In pratica l'ansia leggera riesci a gestirla con la solo psicoterapia, ma quando raggiunge un picco così alto ed entri nell'ansia patologica, la sola psicoterapia non serve a nulla o almeno per poche ore etc., come d'altronde riporti nel post...con una fatica atroce perchè piena di tremori e paura...

    Come mai? Sono così spaventata per tutto?

    Sempre secondo il mio parere l'ansia in questo caso non è più gestibile con la sola psicoterapia, quindi contatta la psicologa, alla quale racconterai tutto quello che succede dopo l'ora di terapia, in pratica quanto dura il "benessere" e cosa succede dopo. Poi digli con franchezza se ritiene o meno di dover effettuare una visita psichiatrica ed iniziare una terapia farmacologica. Certamente questo che succede a te è sopravvivere e non vivere.

    Ripeto, fino allo sfinimento, se non si abbattono i livelli di ansia così alti, la psicoterapia serve a poco (parere di un paziente).

    Come sempre a disposizione :thumbup:

    Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. (Oscar Wilde)


    I miei post - N.B. non sono medico né figura similare, ma questa è un'altra storia

  • Ciao ansiosi! Sono sempre io, ogni tanto vado, ogni tanto torno.


    Sto vivendo un periodo particolare dopo mesi dove l’ansia si stava impossessando di me, facendomi a tratti tornare nel baratro e nella paura di tutto per colpa sopratuttto di una relazione. L'altra sera col mio fidanzato, malgrado non fosse successo niente di particolare (quel giorno perché in realtà è un continuo litigare), ad un certo punto l'ho guardato (provavo ansia fortissima in quel momento) ed ho sentito che c'era qualcosa che non poteva più andare bene, così gli ho detto che era meglio staccarsi. Abbiamo discusso per qualche ora poi è andato via piangendo, e l'ansia è svanita in quell’istante lasciando spazio ad un grosso peso sullo stomaco e ad un enorme, e c'è ancora, senso di colpa per avere visto lui soffrire (ovviamente tante cose non andavano bene, neanche caratterialmente e lì c'è poco da fare). Poi per un secondo ho pensato: "ora vado da lui e gli dico di cancellare tutto, di fare finta che non sia successo niente", perché io il male non lo so affrontare, né il dolore e la paura che una persona possa uscire dalla mia vita.


    Ora, secondo voi, è normale questo oppure c'entra sempre con l’ansia e la dipendenza affettiva? E il mio senso di colpa è nei suoi confronti oppure nel profondo è perché ho paura di rimanere da sola (cosa di cui ho sofferto già, pensando di morire e non riuscire ad andare avanti nella vita) e lo avrei fermato solo perché "mi dovevo attaccare a qualcosa" per non sentire dolore?


    Scusate il messaggio confiso ma avevo bisogno.


    Un abbraccio,

    M.

  • Ciao Martina,


    penso che ti sei data la risposta da sola, hai detto che litigavate già da parecchi mesi e che quando vi siete lasciati l'ansia è sparita.


    Probabilmente non è un problema di dipendenza, è solo difficoltà nell'accettare di aver commesso un errore, difficoltà nel cambiare idea e farlo quando è necessario.


    Se con questa persona erano mesi che litigavate, probabilmente era tempo di troncare la relazione, e forse tu dentro di te lo sapevi e questa relazione ti faceva male, l'ansia era per questo. Forse la persona dipendente era lui, non tu e il suo modo di relazionarsi con te ti creava l'ansia e il peso sullo stomaco.


    Perciò hai fatto una gran cosa a terminare la relazione e non c'è nulla di cui sentirti in colpa: se una relazione non funziona, la cosa peggiore è insistere a restarci dentro. Allo stesso tempo, hai imparato a prenderti una responsabilità e a esercitarla: mi sembra anche questo un risultato e una crescita importante.


    Dispiace per l'altra persona che soffra, ma in generale, quando una relazione finisce è difficile che entrambi si sia d'accordo.

    La cosa importante è che tu abbia chiaro cosa è giusto per te.


    E non c'è nulla di cui sentirsi in colpa, se le cose non funzionano non è colpa di nessuno, si tratta di prenderne atto, parlarne e decidere che fare: cambiare, in ogni caso.


    E tu l'hai fatto. Brava.


    iP

  • Grazie per la risposta... ci ho messo tanto tempo e ce ne vorrà ancora, perché prima di questo ho avuto una relazione tossica, ma tossica in modo assurdo e conclamato dalla mia psicologa, per cui io poi ho sempre fatto fatica ad uscire dalle relazioni, anche se stavo male e non era la cosa giusta per me. Ora pensavo di non potercela fare neanche questa volta e invece ce l'ho fatta spontaneamente.

    La mia ansia patologica probabilmente non sparirà, anzi. Però spero possa imparare poco a poco a gestire le paure più grandi come queste. Intanto forse è stato un passo.

    Speriamo di non cedere per il senso di colpa.


    Un abbraccio,

    M.

  • Ragazzi, oggi giornata super no. Cioè stamattina quasi tutto ok, oggi pomeriggio dalle 13.30 non ho più forze, mi sento solo stanchissima e vorrei dormire. Più mi oppongo alla stanchezza pensando "oddio ecco, mi sta venendo la depressione", oppure "oddio ecco, ora non riesco a fare più niente, mentre stamattina stavo bene", più vado in ansia. Ho gli occhi che mi si chiudono, succede anche a qualcuno di voi? Un consiglio?


    Un abbraccio,

    M.

  • Ciao ragazzi, oggi sento il bisogno di conforto. Durante una situazione nella quale pensavo di morire dall'ansia sono riuscita a stare più o meno bene. C’è l’ho fatta.

    Solo che ora sono in preda al ciclo (tasto dolente perché sto malissimo) ed ho rotto con il mio fidanzato. Quindi mi trovo a casa da sola ed inizia a pesarmi, più che altro perché essendo poco "stimolata" (anche se non riuscirei comunque a fare niente perché ho crampi incredibili) mi sento come depressa. Ecco, possiamo dire che ho anche la fobia della depressione, di perdere la gioia di vivere e la voglia di fare quelle mille cose che anche l'ansia, pur sbagliando, lascia fare. Stare tranquilla a casa senza fare niente mi genera queste sensazioni.


    Un aiuto?


    Un abbraccio,

    M.

  • Michele® un supporto tuo mi farebbe tanto piacere, ho il terrore che mi venga la depressione…

  • Ciao. Quando dici di svegliarti con la paura di avere una crisi non è altro che svegliarsi con "l'ansia anticipatoria", in pratica analizzi la giornata pensando ad una crisi.

    In odine alla stanchezza, se gli esami clinici ed ematologici rientrano nei range, allora per esclusione si tratta dell'ansia che prosciuga sia la psiche che il fisico.

    L'ansia ha mille sfaccettature e più il cervello va in loop più somatizzazioni crea.

    In bocca al lupo :thumbup:

    Ciao repcar, ho bisogno di te! Questa settimana ho avuto delle crisi. Ultimamente avevo risolto un problema (una relazione che mi faceva stare male) e sembrava stessi meglio...


    Da una settimana a questa parte al lavoro tremo talmente tanto che sicuramente se ne sono accorti anche i clienti. Faccio respirazione ma niente. Cerco su internet una soluzione ma niente...

    Sarà il caso di introdurre il Lexotan (che tendo ad evitare) perché so che c’è sempre un motivo alla base di queste crisi? La psicoterapeuta è in ferie fino al 6 settembre.

    Vado nel panico e mi viene da vomitare. Non so proprio come gestire il tutto. Chiedo aiuto...


    Ti abbraccio,

    M.

  • Ciao. Come mio solito ho riletto il tuo primo thread con risposte annesse degli utenti e le mie considerazioni di cui confermo in toto i suggerimenti. Riporto alcune tue risposte:

    """ Da 2 anni prendo paroxetina 10 mg 20 gocce. Lexotan al bisogno che ho preso solo due volte nella vita perché mi terrorizza il fatto di diventarne dipendente o sentirmi male anche per quello. Psicoterapia sempre da 2 anni anche quella."""

    Tutto questo ti è stato dato dal tuo medico di famiglia che sicuramente sarà bravo, ma ribadisco nuovamente che non è uno specialista e non è a conoscenza delle numerose molecole che esistono per il controllo dell'ansia e le sue comorbidità. Insistere con un dosaggio non sufficiente per mesi e mesi non fa altro che aumentare i tuoi livelli di ansia in quanto è come ingerire acqua fresca. Tu sei un soggetto ansioso e la tua ansia è patologica, quindi, primo consiglio: visita specialistica.

    Tendi ad evitare il lexotan: l'ansiolitico al bisogno non da dipendenza, tranne che ad alti dosaggi e per periodi prolungati. Questa risposta ti è stata data dal sottoscritto in data 11 luglio scorso. Partiamo con ordine: l'ansiolitico è come un antidolorifico, agisce sui sintomi e non sulla causa. Se hai mal di denti cosa fai? Fai passare il dolore e poi vai dal dentista? Ricorda che tutti e ripeto tutti gli antidolorifici agiscono superando la barriera encefalo ematica prima di raggiungere il cervello. Ti dico questo per farti capire che ogni farmaco ha una sua risposta attraverso il cervello, pertanto togliti questa paura che nasce dalla cattiva gestione del farmaco, prenderlo in caso di bisogno è necessario ed indispensabile tranne si voglia continuare a soffrire.

    Dal 13 luglio al 7 agosto nessun post: ne deduco che forse i livelli di ansia si erano abbassati ed erano gestibili.

    """Ultimamente avevo risolto un problema (una relazione che mi faceva stare male) e sembrava stessi meglio..."""

    Ecco un altro mito da sfatare. Anche se il problema e risolto lo stress può continuare per mesi. Esempio classico: soldato in battaglia, non dorme, sempre sveglio, agile, combattente, quando inizierà ad avere delle crisi??? (qualora predisposto si intende), Quando cesserà il pericolo proprio perchè il cervello attraverso specifici neurotrasmettitori spengono l'interruttore che lo rende così energico.

    Stessa cosa vale per te, finita la battaglia (relazione) inizia la calma, ed è proprio in questo momento che l'ansia inizia a fare capolino.

    Infine, se leggi i miei post precedenti ti avevo suggerito e dato alcuni consigli sulla gestione dell'ansia "in caso di emergenza". Rileggili. Un consiglio che non ricordo se ti ho già dato ma che suggerisco sempre, è di non combattere l'ansia con la classica frase "sono più forte io", questo vale per l'ansia leggera ma non per quella patologica.

    Ripeto e scusa se lo ribadisco: devi fare una visita specialistica ed iniziare una vera cura che ti possa far uscire da questo stato, ma devi volerlo tu, quindi come scritto in precedenza chiedi alla tua psicoterapeuta un nominativo, tra di loro si conoscono, ma non aver paura di parlarne, perchè i mezzi per uscire da questo loop esistono.

    Infine ricorda che sono sempre a disposizione per qualsiasi domanda, quindi non esitare a scrivere. Intanto tampona con l'ansiolitico al bisogno, nel senso che quando senti che sta per arrivare il picco di ansia prendi tranquillamente il dosaggio prescritto.

    Come sempre in bocca al lupo e vedrai che anche tu ce la farai ad uscirne. :ok:

    Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. (Oscar Wilde)


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