Ansia somatizzata, disturbi fisici e ipocondria

  • Non ne sono uscito :D , e sinceramente penso che non ne uscirò mai, ma lo dico in funzione della mia personalissima condizione che ho il sospetto essere """"congenita"""". Un disturbo d'ansia di per sé è trattabile tanto da renderlo lieve e più che sopportabile nel tempo, anche se prevede quasi sempre delle brevi recidive.

    Penso che noi che soffriamo di ansia ce l’abbiamo proprio nel carattere questa “particolarità”. Possiamo imparare a gestirla, ovvio, e a placarla, ma in fondo è parte di noi. :D


    Ma da come ne parli direi che ormai, dopo tanti anni, tu abbia imparato ad accettarla. Sai che se arrivano dei sintomi è lei.

  • Innanzitutto complimenti per il percorso e per i passi avanti che hai fatto. Sentire opinioni diverse mi aiuta a capire che si può uscire da questa situazione piano piano , anche se appunto come ti dicevo a volte mi sembra di tornare indietro. Con il mio psicologo mi trovo bene e mi fa sentire a mio agio , solo che ormai sono 9 mesi e inizio a domandarmi se la terapia stia funzionando o meno . Eventualmente prenderò in considerazione un percorso alternativo quindi grazie mille per i consigli

  • Ciao a tutti, vorrei chiedervi che dolori psicosomatici provate. Io sono ipocondriaca e ne avverto di ogni tipo, associandoli ovviamente a malattie gravi. Tipo, adesso mi sento come se avessi l’influenza: gambe deboli, orecchie tappate, senso di svenimento, ho caldo e allo stesso tempo brividi, sento fitte alla spalla destra, formicolii per brevi secondi alla mano... eccetera.


    Vado in terapia da 3 anni ormai e ho fatto enormi progressi. Ma l’ansia e l’ipocondria a periodi tornano in maniera pesante, e questo è uno di quei periodi. Solo che, fino a 7 mesi fa, vivevo ancora con i miei, e sappiamo quanto i genitori ci aiutino in tutto. Ora convivo, lavoro e continuo a studiare. Ho un compagno che conosce la mia ansia e i miei problemi, ma a volte so quanto può essere pesante per l’altra persona, quindi evito di espormi.


    In più ho così tante cose da fare ogni giorno che non posso fermarmi.

  • Ciao a tutti, vorrei chiedervi che dolori psicosomatici provate. Io sono ipocondriaca e ne avverto di ogni tipo, associandoli ovviamente a malattie gravi. Tipo, adesso mi sento come se avessi l’influenza: gambe deboli, orecchie tappate, senso di svenimento, ho caldo e allo stesso tempo brividi, sento fitte alla spalla destra, formicolii per brevi secondi alla mano... eccetera.


    Vado in terapia da 3 anni ormai e ho fatto enormi progressi. Ma l’ansia e l’ipocondria a periodi tornano in maniera pesante, e questo è uno di quei periodi. Solo che, fino a 7 mesi fa, vivevo ancora con i miei, e sappiamo quanto i genitori ci aiutino in tutto. Ora convivo, lavoro e continuo a studiare. Ho un compagno che conosce la mia ansia e i miei problemi, ma a volte so quanto può essere pesante per l’altra persona, quindi evito di espormi.


    In più ho così tante cose da fare ogni giorno che non posso fermarmi.

    Ciao Jemi.96 non sono un medico ma questi sintomi sono tutti assimilabili a disturbi psicosomatici dovuti all'ansia. Astenia, gambe deboli, senso di svenimento, sudorazioni, contrazioni muscoli (fitte alla spalla), formicolii etc... anche orecchie tappate (o forse senso di ovattamento?).


    Nella mia esperienza ne ho provati tanti che coinvolgevano anche lo stomaco, intestino etc. La lista è veramente lunga.


    Avrai fatto certamente accertamenti (manco a chiederlo :D ) e dunque avrai certamente collegato i malesseri all'ansia. Detto questo visto che vai in terapia da 3 anni, e questo certamente ti aiuta, prova a valutare quanto ti impatta sulla vita quotidiana.


    Generalmente il malessere quando tende a persistere o ritornare sovente, si pensa a valutare qualche altra opinione specialistica. La psicoterapia è certamente di aiuto ma in certi momenti, a certi livelli, è necessario il parere di uno psichiatra.
    Ti consiglio di cercare una figura che sia anche psicoterapeuta. Non è facilissimo trovarli ma ci sono.

    Cerca di rivalutare la situazione e prenderai serenamente, affidandoti a professionisti, le decisioni del caso. Come ben sai lo psicologo non può prescrivere medicinali e non credo sia la figura adatta per chiedere consulto al riguardo.


    Il medicinale può essere utile come "stampella", quando le cose diventano insostenibili, ovvero la tua vivibilità quotidiana viene compromessa (con evitamenti, etc). Fai le tue valutazioni ma sui sintomi mi pare di leggere proprio classiche somatizzazioni.

  • Ciao bella, come stai? Come procede la scuola e la gestione dell’ansia? Fammi sapere, se ti fa piacere.


    Ti ringrazio, come sempre, dei consigli. Cercherò di applicarli per vedere di trovare almeno un po’ di sollievo. La tachicardia mi spaventa parecchio, in particolare perché faccio fatica a digerire e quindi spesso mi viene dopo i pasti. Che strazio! I controlli li ho già fatti ed è tutto a posto.

    Spero che prima o poi le somatizzazioni si plachino, perché a volte sono davvero fastidiose e mi fanno pensare al peggio.

    Tu come stai?

  • Ciao Pulmino, sì, di visite ne ho fatte tante, non so nemmeno quante. Visite private infinite, soldi spesi, non so nemmeno quanti. A cui vanno aggiunte, tra l’altro, le volte in cui sono andata in PS e quelle in cui ho chiamato il 118. Da tutte queste innumerevoli visite, l’unica cosa che ho trovato è una carenza di vitamina D, che certo ha le sue conseguenze, e che continuo a prendere regolarmente.

    Per cui sì, la mia parte razionale sa che sono somatizzazioni, ma quando quella irrazionale inizia a impazzire, è davvero dura farla tacere. Non mi sono rivolta a uno psichiatra perché non voglio prendere farmaci (scelta personale, condivisibile o meno dagli altri).

    Il punto è che all’inizio, 3 anni fa, ho passato mesi interi a non alzarmi nemmeno dal letto perché credevo che sarei svenuta anche solo per andare a tavola a cenare, e tutti gli immensi sintomi che avevo… oltre a derealizzazione e attacchi di panico quotidiani. Eppure mi sono rialzata. Ecco perché non cederei adesso ai farmaci.

    Però credo che dovrei tornare con più frequenza forse dalla psicologa. Ho iniziato ad andarci una volta al mese o ogni due mesi. È capitato che non ci sono andata per tre. La mia mente spesso viaggia, fa davvero dei film assurdi. Per non parlare del fatto che mi fisso sui sogni. Creo scenari tragici quotidianamente a ogni minimo sintomo, e non solo su me stessa, anche sulle persone che amo.

    Ma come ho detto, a periodi. Ci sono periodi in cui sto bene. Certo, l’ansia non va mai via, ma ci convivo bene, la gestisco. So anche che è da accogliere come amica e non nemica, e riesco a farlo. Ma in altri periodi è tutto troppo insistente. “Non siamo i nostri pensieri”. Come si fa a crederci davvero?…

  • “Non siamo i nostri pensieri”, come si fa a crederci davvero?…

    Perché è la verità, la nostra mente sforna in continuazione pensieri al di fuori del nostro controllo. A volte questi pensieri vengono generati da situazioni che abbiamo vissuto, o anche da input esterni come una discussione o una brutta notizia o anche qualcosa che abbiamo visto in tv o letto in Internet. E quando arrivano puoi fare solo due cose, fissarli e ingigantirli fino a farti stare male, oppure lasciarli andare come probabilmente fai nei periodi in cui stai bene.

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Ciao Jemi.96 anzitutto trovo che hai fatto un grande passo. Quello di chiedere aiuto ad un professionista, la psicologa che può supportarti, consigliarti, ascoltarti nei tuoi disagi.

    Avercela fatta a "rialzarti" con le tue gambe e questo è sicuramente un bel risultato. Dai momenti no, possiamo riprenderci. Mai perdere la speranza :)

    Generalmente la frequenza dallo psicologo dovrebbe essere ogni settimana o due. Un mese è forse un periodo leggermente lungo. Hai ragione dunque a valutare un incremento delle frequenze.


    Sui farmaci, farei un discorso molto pratico, dovuto forse più alla mia esperienza oramai ventennale con l'ansia.


    Partiamo dalla premessa che i farmaci, almeno per me, non sono stati risolutivi. Possono però risultare utili in situazioni limite, estrema ratio. Quando per esempio le somatizzazioni, evitamenti ed altro simile, compromettono la quotidianità.


    - LEGGERO lo psicologo, mindfulness, yoga etc possono essere sufficienti per allentare la tensione e distogliere la mente.


    - MEDIO lo psicologo e parere dello psichiatra. Potrebbe essere utile un percorso psicoterapeutico congiunto per raggiungere risultati apprezzabili.


    - INSISTENTI in questo caso è necessaria la via farmacologica, che ha il vantaggio di "rimetterti" in piedi in un periodo abbastanza veloce. Ovviamente il percorso non è finito. Perché i medicinali rappresentano una stampella utile.


    Io non sono contrario all'uso dei farmaci. Anzi. A me hanno aiutato molto, non risolvendo ovviamente i problemi di fondo, quelli che generano l'ansia. Ma il sintomo, quello si riescono se non a toglierlo ad attenuarlo. Per me, quello che conta alla fine è il risultato: medicinali o meno, affidarsi agli specialisti e uscire in qualche modo da una situazione di disagio.


    Attualmente prendo farmaci, Cipralex 10mg ed ansiolitici al bisogno, e faccio da 6 mesi psicoterapia. Devo dirti che sono migliorato anche se avverto che il mio percorso deve fare alcuni passi.


    Sono stato 2 anni senza prendere medicinali, contando di farcela da solo. Poi scivolando sempre più in somatizzazioni ed altre difficoltà, ho preferito consultare nuovamente lo psichiatra e riniziare la cura. È stata una scelta mia, perché ero stanco di "combattere" con i sintomi e le sensazioni dell'ansia.


    Certamente benvenuta nel nostro gruppo. Fra di noi, siamo tanti che hanno i tuoi stessi sintomi, pensieri. Per questo chiedere consiglio o semplicemente sfogarti e' utile, magari confrontandoti con altri.


    Un caro saluto.

  • Ciao a tutti, sono nuova ma ho letto molto di voi. Come qualcun altro qui che ha già scritto, da fine settembre mi è ritornata l'ossessione del respiro. È snervante e mi fa stare molto male. Sono incinta e i terapeuti, psichiatra e psicologo, mi hanno spiegato che, poiché sono un soggetto più vulnerabile e che in passato ha già sofferto di DOC e somatizzazioni, la gravidanza, seppure voluta e desiderata, insieme agli ormoni è stato un avvenimento "stressante" che ha riacutizzato alcune dinamiche.

    Posto questo, lo psichiatra mi ha dato Zoloft 0,75 che assumo da meno di un mese e 5 gocce di Tavor la sera, che comunque, se riesco, cerco di non prendere perché mi sento troppo in colpa per mio figlio. Ero già al quinto mese quando ho iniziato, quindi avevo superato i primi tre mesi.

    È stato difficile, ma lo psichiatra specializzato in disturbi perinatali mi ha molto rassicurata. Forse è presto, ma io non vedo particolari benefici. Vorrei sapere, a coloro che hanno sofferto di questo disturbo, com'è andata e se vi è passato. Vi prego, rispondete...

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