Derealizzazione e depersonalizzazione, come superarle?

  • Ma anche tu le emozioni le senti un po' lontane? Non sei in terapia? Io sto prendendo da tre giorni zooloft e mercoledì inizio la terapia cognitivo comportale.

    Sono stata in terapia da una psicologa con la quale non mi trovavo bene. Ora sono in terapia con un’altra psicoterapeuta con la quale mi trovo molto meglio. Siamo più affini caratterialmente parlando e mi sembra molto preparata. Su consiglio di questa psicoterapeuta, dovrei iniziare a prendere dei farmaci prescritti da uno psichiatra. Premessa: avevo già fatto uso di alcuni ansiolitici, in particolare Lexotan, ma considerando che la mia ansia si manifesta con forti giramenti di testa e sensazioni annesse, non mi facevano stare meglio.


    La mia psicologa ha deciso di consultare uno psichiatra per darmi una farmacoterapia a seguito di un episodio, che non mi va di raccontare, ma che secondo lei, se non viene fermato, può portarmi a comportamenti più pericolosi. Assolutamente sì, tutto, emozioni comprese, sembra lontano, come guardato da dietro un velo, da dietro una nebbia, da un cannocchiale che rende tutto distorto e privo di emozioni. Mi spiego meglio: se c’è da ridere, rido; se c’è da piangere, piango; se c’è da essere arrabbiata, sono arrabbiata. So quali emozioni devo provare ma non le sento mie al 100%. Mi sembra tutto privo di ogni sfumatura emotiva: i profumi, le foto, le voci. Potrei tranquillamente recitare a memoria nome, cognome, data di nascita, numero di telefono di tutte le persone che conosco. So chi sono ma, in un certo senso, è come se non lo sapessi. Nulla mi tocca più emotivamente parlando.


    Questa sensazione prima era molto più forte. Ora, anche se per poco, riesco a provare qualche emozione. Posso dire comunque che ogni emozione è provata al minimo, come se fossi anestetizzata emotivamente parlando.

  • Ciao a tutti, vi scrivo perché sono da circa due settimane in uno stato di profonda depersonalizzazione e derealizzazione mentale. Il tutto è cominciato il 23 agosto mattina, quando, mentre ero fuori casa, ho iniziato a sentirmi totalmente distaccato dalla realtà. Ho già attraversato in passato periodi piuttosto lunghi di questo tipo, da cui però ne sono sempre uscito fortunatamente. Chi ci è passato, però, sa benissimo che la volta successiva è sempre come la prima e non si è mai completamente calmi in queste situazioni. I miei sintomi sono i seguenti: non riconoscersi allo specchio, quando parlo è come se le parole uscissero da sole senza presenza mentale, non provare emozioni, distacco dalla vita anche a livello concettuale (come se avessi perso tutte le certezze sulle cose che si fanno automaticamente), distacco dalle persone, continui pensieri ossessivi sulla realtà (esistiamo veramente o no? Sensazioni di estraneità proprio dalla vita, che il mio cervello genera in automatico), inappetenza, nausea soprattutto al mattino e insonnia. Secondo voi se ne esce? Qualcuno/a ha provato le stesse cose? Ve lo chiedo perché in questo stato mi sembra strano poter essere normale. Vi ringrazio!

  • Ciao a tutti, vi scrivo perché sono da circa due settimane in uno stato di profonda depersonalizzazione e derealizzazione mentale. Il tutto è cominciato il 23 agosto mattina, quando, mentre ero fuori casa, ho iniziato a sentirmi totalmente distaccato dalla realtà. Ho già attraversato in passato periodi piuttosto lunghi di questo tipo, da cui però ne sono sempre uscito fortunatamente. Chi ci è passato, però, sa benissimo che la volta successiva è sempre come la prima e non si è mai completamente calmi in queste situazioni. I miei sintomi sono i seguenti: non riconoscersi allo specchio, quando parlo è come se le parole uscissero da sole senza presenza mentale, non provare emozioni, distacco dalla vita anche a livello concettuale (come se avessi perso tutte le certezze sulle cose che si fanno automaticamente), distacco dalle persone, continui pensieri ossessivi sulla realtà (esistiamo veramente o no? Sensazioni di estraneità proprio dalla vita, che il mio cervello genera in automatico), inappetenza, nausea soprattutto al mattino e insonnia. Secondo voi se ne esce? Qualcuno/a ha provato le stesse cose? Ve lo chiedo perché in questo stato mi sembra strano poter essere normale. Vi ringrazio!

    Ciao caro, io sono entrata in questo forum proprio per la derealizzazione e la depersonalizzazione. Girovagando sul forum dovresti trovare qualche mio thread.

    Comunque io ho le tue stesse sensazioni, non sei solo, sono qua per parlare se vuoi.

  • Nonsocomechiamarmi ti ringrazio. Io mi sento completamente assente a me stesso e al mondo esterno, distaccato dalle emozioni e dalle sensazioni. In più, ho la testa piena di questi pensieri ossessivi sulla realtà, a cui ovviamente non so dare risposta, perché non esiste una risposta. Ho già consultato una psichiatra per avere un parere e mi ha parlato di ansia con pensieri ossessivi. Mi avrebbe già prescritto una terapia ma, sinceramente, sono indeciso se farla. Farò sicuramente psicoterapia, invece.

  • Nonsocomechiamarmi ti ringrazio. Io mi sento completamente assente a me stesso e al mondo esterno, distaccato dalle emozioni e dalle sensazioni. In più, ho la testa piena di questi pensieri ossessivi sulla realtà, a cui ovviamente non so dare risposta, perché non esiste una risposta. Ho già consultato una psichiatra per avere un parere e mi ha parlato di ansia con pensieri ossessivi. Mi avrebbe già prescritto una terapia ma, sinceramente, sono indeciso se farla. Farò sicuramente psicoterapia, invece.

    Ti ringrazio. Io mi sento completamente assente a me stesso e al mondo esterno, distaccato dalle emozioni e dalle sensazioni. In più, ho la testa piena di questi pensieri ossessivi sulla realtà, a cui ovviamente non so dare risposta, perché non esiste una risposta. Ho già consultato una psichiatra per avere un parere e mi ha parlato di ansia con pensieri ossessivi. Mi avrebbe già prescritto una terapia, ma, sinceramente, sono indecisa se farla. Farò sicuramente psicoterapia, invece.


    Allora, molto bene per la psicoterapia. Ti dirò, per me è stata la mia acqua benedetta. Ora sto di nuovo un po' grattando il fondo, quindi, la mia psicologa, a seguito di crisi depressive molto pesanti e di comportamenti definiti pericolosi, ha deciso di mettermi in contatto con uno psichiatra. Sono un po' spaventata dall'uso di farmaci, ma credo che la mia psicologa mi voglia bene e quindi lei proponga l'uso di psicofarmaci solamente per la mia guarigione. Mi affido ciecamente a lei. Se non te la senti di iniziare subito la farmacoterapia, potresti iniziare piano piano con qualche mese di psicoterapia. Quella aiuta veramente tanto. Poi, valutando la situazione passo passo, potrai decidere tu se integrare i farmaci oppure no.


    Se ti va, per farti sentire meno solo, posso raccontarti brevemente la mia esperienza. Dico brevemente, ma poi non so, la sintesi non è nella mia genetica. Diciamo che a settembre 2022 ho iniziato a soffrire di ansia e attacchi di panico. Ero già nel pieno di un disturbo alimentare, anoressia, quindi la mia mente stava sopportando troppi mattoni. Verso la fine di settembre 2022, ho avuto il primo attacco di panico. Da lì, l’inferno. Vado avanti fino a gennaio 2023 tra alti e bassi. Gli attacchi di panico diventano sempre più forti e io faccio sempre più fatica a gestirli. Inizio una farmacoterapia un po', lasciamelo dire, inutile, visto che mi era stata consigliata dal mio medico di base e non da uno psichiatra specializzato: cinque gocce di Lexotan al bisogno e cinque gocce di Lexotan tutte le mattine prima di andare a scuola, visto che gli attacchi di panico si manifestavano soprattutto lì. Vado avanti, la situazione si calma, riprendo qualche chilo e mi sento più forte. Solo che, dal marzo 2023, entro in uno stato cronico di distacco dal mondo, realizzazione e depersonalizzazione. Capisco perfettamente il senso di sconforto che provi, sono mostri impossibili da combattere. La cosa che fa più male è l'ignoranza delle altre persone. Credono che i nostri siano solamente lamenti, fregnacce di qualcuno che non ha la forza per rimboccarsi le maniche. Loro non capiscono; forse questo è il male peggiore per noi.


    Spiegare queste sensazioni è molto difficile. Quindi, spesso, capita di chiudersi in un silenzio punitivo in un certo senso: tu non capisci come sto, io non ti dico più niente. Ecco, questo è l'errore più grande che tu possa fare. Gli altri non capiscono, mettiamoci una pietra sopra. Parliamo con chi, invece, capisce le nostre sensazioni. Qui sul forum puoi trovare un sacco di persone pronte ad aiutarti. Psicologi e psichiatri sono lì al tuo fianco per aiutarti a stare meglio.


    Nel mio caso c'è una prevalenza di derealizzazione, ma anche la depersonalizzazione non me la sono fatta mancare. Le sensazioni sono le stesse che provi tu: distacco dal mondo, sensazione di essere poco presente nel momento che si vive, come se una parte nascosta della nostra coscienza fosse ancora un po' addormentata. Io le descrivo come essere in un eterno dormiveglia. Come essere in un sogno, tutto perde il suo senso logico, la sua materialità. Tutto perde la sensazione di essere la cosa giusta al posto giusto al momento giusto. È come se si fosse tagliato quel filo che rende l’uomo consapevole di tutto quello che lo circonda. La sensazione di abitudine innata che ha l’essere umano nei confronti di tutto è un po’ difficile da spiegare, ma se provi queste cose probabilmente hai capito bene cosa intendo.


    Per quanto riguarda le domande ossessive e esistenziali, queste mi sembrano spaventarti molto. Guarda, se ci mettiamo insieme possiamo anche scrivere un libro su tutte queste domande. Io mi faccio domande allucinanti, del tipo: io esisto? Se io esisto, perché esisto? Se io esisto, perché esisto proprio in questa maniera? Perché ho due gambe, due braccia e due occhi? Perché l’essere umano è fatto proprio in questa maniera? L’universo è finito oppure infinito? Cosa c'è dopo la morte? Esiste la morte? Altre domande di questo tipo qui. Anche io qualche volta faccio fatica a riconoscere le mie parole, addirittura certe volte ho paura di pensare di dire qualcosa ma in realtà di star dicendo altro. Ad esempio, mi capita soprattutto quando sto facendo un discorso importante, un'interrogazione oppure una seduta dalla psicologa. Io penso: ok, sto rispondendo a questa domanda della mia professoressa di storia, le sto raccontando com’è andata la seconda guerra mondiale. Oddio, non è che in realtà la sto insultando e sto parlando di quello che ho fatto ieri e non me ne rendo conto? Questi sono tipici pensieri ansiosi di base ossessiva. Girovagando un po' qui, su questo forum, potresti trovare molte discussioni estremamente interessanti e, a parer mio, se prese nelle dosi giuste, terapeutiche. Non ossessionarti con la ricerca dei sintomi; anche l’ossessione su questi sintomi è proprio un sintomo della derealizzazione e della depersonalizzazione. Stai tranquillo. Io, appena mi sono iscritta su questo forum, passavo pomeriggi interi a leggere discussioni anche di molti anni fa. Questo mi faceva stare bene giusto per qualche minuto; trovavo le risposte a tutti i miei dubbi, ma poi mi rendevo conto che avevo sprecato tutte le energie della giornata a leggere messaggi su messaggi. Ora, cerco di stare qui il meno possibile, non perché io mi trovi male, anzi. Come imparerai, qui è pieno di persone stupende. La mente ha bisogno di tutto tranne che di ossessionarsi sempre con lo stesso argomento.


    Comunque, credo che sia necessario capire il disturbo di base. Queste sensazioni possono manifestarsi in un sacco di disturbi: ansia, attacchi di panico, depressione, oppure possono essere causate da un trauma molto pesante dal quale la mente vuole distaccarsi. Ecco, credo che per capire un po' meglio la tua situazione sia necessario ricercare la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un abbraccio, io sono qui per parlare. Se hai dubbi su altri sintomi, eccomi qua.


    Dimenticavo, non farti problemi. Se ne senti la necessità, fammi tutte le domande che vuoi. Se io sono in grado di rispondere ai tuoi dubbi, questo non può fare altro che farmi stare bene. È bello aiutare chi sta male. Quindi, non vergognarti, non ti giudicherò come matto. Fammi tutte le domande che vuoi; cercherò di sciogliere ogni tuo dubbio.


    Per quanto riguarda il fatto di avere poche emozioni, anche quello è un sintomo della derealizzazione e della depersonalizzazione. Io inizialmente non sentivo proprio più nulla. Tutto aveva perso il suo sapore, il suo colore. Il mondo sembrava grigio artificiale, come disegnato su un foglio piatto. Ora le cose vanno meglio, ma faccio sempre un po' fatica a provare le emozioni al 100%. Poi è una cosa veramente strana. Io, in un certo senso, so in quali situazioni devo essere felice, in quali devo essere arrabbiata, in quali devo essere triste. Se fanno una battuta buffa, io rido. Se raccontano una storia commovente, io piango. Se mi fanno un torto, io mi arrabbio. Ma come se queste emozioni fossero solamente recitate e provate solamente dalla metà del mio cervello, insomma, non interamente.

  • Nonsocomechiamarmi, grazie mille per aver condiviso la tua esperienza. È sempre di aiuto sapere di non essere i soli a vivere certe situazioni. Ciò che mi preoccupa è proprio il fatto di sentirmi estraneo alla mia vita e a quello che stavo facendo, prima che succedesse tutto ciò. Come se la mia mente non riconoscesse pienamente il fatto che stavo preparando un esame, per esempio. Come se non ci fosse continuità con la vita di prima. E poi, per ogni cosa, ho percezioni mentali strane, nel senso che sembra tutto senza senso (per ogni azione, la mia mente mi fa partire la domanda “ma che senso ha?”, “ma se non esistiamo realmente?”), cose assurde che, quando stavo bene e facevo normalmente le cose, non mi ponevo proprio. In sintesi, è come se la mente stesse al di fuori della vita. Ci sarà un modo per rientrare…

  • Nonsocomechiamarmi, grazie mille per aver condiviso la tua esperienza. È sempre di aiuto sapere di non essere i soli a vivere certe situazioni. Ciò che mi preoccupa è proprio il fatto di sentirmi estraneo alla mia vita e a quello che stavo facendo, prima che succedesse tutto ciò. Come se la mia mente non riconoscesse pienamente il fatto che stavo preparando un esame, per esempio. Come se non ci fosse continuità con la vita di prima. E poi, per ogni cosa, ho percezioni mentali strane, nel senso che sembra tutto senza senso (per ogni azione, la mia mente mi fa partire la domanda “ma che senso ha?”, “ma se non esistiamo realmente?”), cose assurde che, quando stavo bene e facevo normalmente le cose, non mi ponevo proprio. In sintesi, è come se la mente stesse al di fuori della vita. Ci sarà un modo per rientrare…

    Figurati, la cosa più importante, a parer mio, è proprio quella di non sentirsi soli. Se ci si sente soli, la paura aumenta, l’idea di essere matti prende il sopravvento, ci si sente ancora di più tagliati fuori. Invece non siamo soli, girovagando un po’ sul forum troverai molte discussioni interessanti su questo argomento.


    È assolutamente tutto normale, capisco la sensazione odiosa, come se proprio non ci fosse continuità con la vita di prima, come se la persona che stava bene e che viveva nel mondo reale, alla fine, sia scappata e abbia lasciato solo noi, involucri di carne persi in un mondo che non sembra più reale. Non preoccuparti, so bene cosa intendi quando dici che tutto ha perso senso, niente sembra più come prima, nulla è più ricoperto da quell’innato senso logico di appartenenza alla vita.


    Il consiglio che mi sento di darti è quello di non farti sopraffare dalle emozioni. Lo so, è difficile, ma vedila così: qualche giorno fa stavo leggendo un articolo proprio su queste sensazioni, potresti informarti anche tu, sempre però senza rischiare di entrare in comportamenti ossessivi, mi raccomando. Potresti cercare degli articoli di uno psicologo molto, molto bravo: Nicola Ghezzani. Lui ha sofferto di questi due disturbi in passato e quindi, oltre ad aver studiato dal lato clinico le sintomatologie, è anche una persona che sa esattamente cosa si prova.


    Cerco di riassumere qui una parte di un suo articolo. In queste sensazioni di distacco ci sono due fasi fondamentali: la prima è una fase apatica. Infatti, le sensazioni di derealizzazione e di depersonalizzazione non sono altro che sintomi apatici, freddi, piatti, non portano con sé paura o tristezza. È il nostro cervello che ha interpretato male il segnale dato, e quindi aggiunge paura, tristezza, pensieri ossessivi, ipocondria, e questo ci fa entrare nella seconda fase delle sintomatologie di distacco. Quindi l’obiettivo principale della psicoterapia deve essere quello di portare i sintomi alla prima fase, cioè di eliminare ansia o depressione annesse.


    Questo è il riassunto che posso farti io. Comunque, se vuoi delle informazioni più precise, basta cercare Nicola Ghezzani, dovresti trovare molti articoli interessanti. Lui si rende anche disponibile fornendo e-mail e numero di telefono, se per caso tu volessi contattarlo. Ha scritto anche qualche libro; ti consiglio la lettura di "La vita è un sogno", molto, molto interessante e davvero utile.


    Però, se tu dovessi prendere la decisione di fare queste cose, vacci con i piedi di piombo. È importante informarsi, conoscere la cosa che ci fa stare così male, ma attento: cerca di trattarla con i guanti, non farti ossessionare dalle molteplici informazioni che puoi ricavare dalle tue ricerche. Altrimenti, una cosa che poteva essere il paradiso diventa un inferno.


    Per le domande ossessive ed esistenziali, come ti ho già detto, anche io sono una loro vittima, come molte altre persone. Fidati, tutti si fanno queste domande, solo che una mente ansiosa le percepisce come minacciose e quindi, invece di lasciarle perdere, perché a queste domande, per ora, una risposta non c’è, le incatena e cerca di analizzarle da tutti i lati, vuole per forza ottenere una risposta. Tutti si fanno queste domande, solo che dipende dalla mente che incontrano.


    Se ti va di rispondermi, sai a cosa è dovuta questa tua depersonalizzazione? Ansia? Attacchi di panico? Oppure un semplice periodo stressante? Grazie mille per la tua fiducia.

  • In realtà vorrei capirlo anch'io a cosa sia dovuto ahahah. Ho fatto un consulto con una psichiatra e lei dice ansia. C'è anche da dire che, prima che mi venisse, avevo cominciato a non riposare bene per un paio di settimane, un po' per il caldo e un po' per alcune preoccupazioni personali che però mi sembravano comunque gestibili. Io, per esempio, adesso non sono in ansia o quantomeno non la sento, eppure i sintomi sono lì e ho anche nausea.

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