Come affrontare il terapeuta

  • Ciao a tutti.


    Mi trovo di nuovo a scrivere per dare sfogo ad un brutto momento.


    Sono stata in terapia (di gruppo) qualche giorno fà e, nonostante quel giorno sembrasse tutto ok, avevo molti sogni da raccontare, ho parlato molto senza sentirmi in imbarazzo, come spesso accade e sembrava davvero che wow, nonostante avessi saltato la seduta della settimana precedente, SEMBRAVA tutto più che ok. E questo è anche un mio problema, quello di non dire mai quanto sto male, ma finisco per scherzare e fare l'idiota.


    Subito dopo il mio intervento, ascoltando alcune vicende accadute e il modo in cui la terapeuta è intervenuta a riguardo, sono tornata con i piedi per terra. Da "wow ho parlato mezz'ora senza sentirmi a disagio" a "eccoci di nuovo qui".


    C'è un momento in particolare che mi ha fatto cadere in questo rimuginio quasi ossessivo, e riguarda il modo in cui la Dott.ssa ha affrontato il disagio di un paziente e di come il pz si sia sentito accolto e capito. Mi è tornata in mente la nostra situazione, di quando non mi sentivo pronta ad affrontare quello che per me sarebbe stato un grosso cambiamento e lei mi ha lasciato decidere tra due opzioni, fare ciò che mi consigliava oppure lasciare la terapia. E, per un anno, non sono andata in terapia, e non perché stessi bene, tra le tante cose, stavo affrontando la malattia di un mio parente stretto, venuto a mancare proprio dopo un anno, poco prima che riuscissi a riprendere la psicoterapia.


    Quello che mi ha fatto più male, è che la mia terapeuta mi lasciò mollare la terapia perché pensava che ormai fossi senza speranza e, proprio per questo, in un anno intero, non ha mai pensato di contattarmi (come ha fatto con questo pz che infatti si è sentito visto) per capire. Al contrario, quando ho provato io a comunicare il mio malessere, mi ha cazziato. E anche quando tornai in terapia, la sua diffidenza era percepibile, e me l'ha confermato lei stessa.


    Io non so perché a distanza ormai di tanto tempo continuo a provare questo odio misto a rabbia e tristezza. Ma in particolare, il fatto di sentire queste parole "mi sono sentita vista" mi hanno fatto da trigger, forse perché provo ancora molta tristezza per il fatto che a un certo punto, anche chi dovrebbe credere in te e aiutarti a credere in te, rinuncia. Io la trovo una cosa devastante. Oggi, forse, non ho ancora la certezza che mi dia fiducia o che apprezzi lo sforzo che faccio.


    E adesso dovrei dirle tutte queste cose. Non so se anticiparle qualcosa tramite messaggio per trovarmi poi "costretta" a parlarne in seduta o lasciar stare.

    Ma sono giornate pesanti, in cui ho forti attacchi d'ansia e continue crisi di pianto. Qualche consiglio?

  • Boh diciamo che comunque lei è la tua terapeuta. È specializzata nel trattare la tua mente, quindi non è che possa prenderla male. Se la prendesse male, comunque puoi dirle che è giusto che tu le ponga questa visione.

  • Boh diciamo che comunque lei è la tua terapeuta. È specializzata nel trattare la tua mente, quindi non è che possa prenderla male. Se la prendesse male, comunque puoi dirle che è giusto che tu le ponga questa visione.

    In realtà la mia era un'ansia legata al fatto che vado, appunto, in ansia e mi blocco.

    La vicenda che ho raccontato, quella della scelta di fronte alla quale mi ha posto (o vieni alle mie condizioni oppure ciao), è ormai di più di un anno fà, e l'ho spiegato nel primo post che sono andata a rileggere perché temevo di averlo omesso.



    Quando consigliate in maniera così netta di cambiare terapeuta, vi consiglio di pensarci molto.

    E' una cosa che ho vissuto per un anno intero, quella di sentirmi dire dalle persone che la mia terapeuta non mi voleva e mi stava allontanando e che avrei dovuto cercare altrove. Ecco. Questa cosa mi ha fatto stare malissimo. Quindi, quando lo consigliate a qualcuno, accertatevi che ci siano realmente i presupposti per entrare e sentenziare in una relazione terapeutica che sia realmente dannosa.


    Io non ho chiesto un consiglio su come cambiare terapeuta oppure un'opinione su di lei, cosa che sarebbe discutibile, in quanto voi non conoscete me, e nemmeno lei, il suo metodo di lavoro, le sue qualifiche. Non è una psicologa, ma una psichiatra psicoterapeuta.


    Il consiglio che chiedevo, era sul come introdurre un discorso riguardante la rabbia che provo nei suoi confronti, scatenata da un suo recente atteggiamento di premura nei confronti di un altro pz (perché seguo la terapia di gruppo).


    Comunque durante l'ultima seduta, ero talmente arrabbiata che le ho detto la maggior parte delle cose che avrei voluto dirle. Per il resto, chiederò di vederla in individuale prima di andare in pausa estiva.


    Vi raccomando, di nuovo, di non commentare (e non mi riferisco solo al mio, ma a tutti i post che vengono pubblicati da chiunque) senza aver compreso e/o letto il contenuto, o quantomeno fare domande se ci sono elementi poco chiari. Nessuno vi obbliga a commentare, tantomeno a leggere un post e sprecare minuti del vostro tempo.


    Ad ogni modo, vi ringrazio comunque.

  • Penso parlassi degli altri post perché, anzi, suggerivo di trattare la cosa direttamente con lei. Penso che tu debba sentirti libera di dirle tutto. Se hai ansia e rabbia, è lecito che tu gliene parli anche se la situazione è stata vissuta con lei stessa.

  • Penso parlassi degli altri post perché, anzi, suggerivo di trattare la cosa direttamente con lei. Penso che tu debba sentirti libera di dirle tutto. Se hai ansia e rabbia, è lecito che tu gliene parli anche se la situazione è stata vissuta con lei stessa.

    Sì, scusami, avevo iniziato col rispondere a te, ma poi, scrivendo, mi è venuto un post generico riferito a tutti gli altri!


    Hai ragione, tutto sta nel superare quel timore che provo, e di cui parlerò poi con lei chiedendole una seduta individuale. Dirle che fossi arrabbiata con lei è stato importante, non era la prima volta che mi capitava di dirglielo, diciamo che la nostra relazione terapeutica è stata abbastanza turbolenta, per questo mi viene quest'ansia, che credo sia legata proprio ad una paura dell'abbandono. Le parlerò di nuovo in gruppo e poi le chiederò di vederla di nuovo, anche perché con la pausa estiva non vorrei tenermi quest'angoscia e questa rabbia che potrebbe aumentare.


    Ti ringrazio!

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