Ma quanto detto da Ailene mi trova pienamente d' accordo e se dovesse ricapitarmi di imbattermi in argomentazioni simili le eviterò ignorandole, affidandomi con fiducia alla sorveglianza della moderazione.
Se questa è la tua intenzione e preferisci non entrare più in argomento ne avrò rispetto ed eviterò di quotarti in futuro, rispondo solo relativamente a questo tuo ultimo messaggio perché tu non esca convinto che avere posizioni in contrasto significhi non aver avuto nessuna idea o considerazione del carico portato dall'altra parte.
per il lavoro che svolgo mi ha colpito direttamente e come me tanti amici/colleghi che ad oggi per ciò che hanno visto e vissuto direttamente fanno ancora fatica ad addormentarsi la notte. Va ricordato sempre che mentre una parte del paese era costretta a casa per qualcuno da una "dittatura sanitaria", un' altra parte ha dovuto confrontarsi inerme e senza alcuna protezione terapeutica utile direttamente con questa terribile patologia, e molti senza che nemmeno potessero rifiutarsi di farlo quindi altrettanto costretti non dallo Stato, bensì dallo spirito di servizio e dalla promozione altruistica del bene comune.
Ti chiedo un atto di fiducia, perchè puoi basarti solo su quello che ti dico e a cui per motivi di privacy non aggiungerò dettagli, ma credimi: ho avuto modo di rendermi conto da una prospettiva piuttosto ravvicinata cosa ha significato lavorare in campo medico negli anni del covid. Proprio per questo sono cresciuti in me nel tempo sconcerto e intolleranza, perché ho visto che mentre qualcuno dal basso lottava, pativa e moriva altri dall'alto ridevano, si ingrassavano e affrontavano il dramma con boria e inettitudine.
L' ansia di queste persone è stata pari a chi durante la prima guerra mondiale si è trovato in trincea.... con la differenza che invece del moschetto, si stava con le pistole ad acqua in mano.
Ne sono consapevole ed è uno dei focolai che alimentano la mia rabbia. Perché il quadro che descrivi è sicuramente dovuto in parte all'essersi trovati ad affrontare un nemico imprevisto (non entro qui nel merito di come e dove sia venuto fuori questo nemico per non divagare, ma sarebbe il nodo seminale di tutto il discorso), ma le condizioni in cui vi siete trovati ad affrontarlo (le pistole ad acqua) sono il frutto di decenni di politiche di devastazione della sanità pubblica, di dirottamento dei fondi verso altre tasche, dell'aver via via sottratto ai medici strumenti e capacità di scelta; storture che sono esplose durante e dopo il covid, sfruttando le già poche risorse disponibili in maniera sconsiderata (e forse truffaldina, stanno venendo fuori molti aspetti interessanti di come sono stati gestiti i vari appalti e dove sono finiti parecchi soldi), così che invece di cercare di trovare una soluzione ai problemi preesistenti si sono creati buchi ancora più profondi. Al prossimo giro, che non io, ma i giornali e le tv ogni giorno ci ricordano arriverà prima del previsto, vi troverete (ci troveremo) a combattere non con le pistole ad acqua, ma con un rosario in mano.
Alla luce di tutto ciò è evidente, spero anche per la moderazione, il perchè abbia risposto ieri in un certo modo a determinati argomenti, di sicuro non per alimentare polemica, ma perchè toccato nel vivo della mia esperienza personale.
Capisco in parte, ma valuta il fatto che è così anche per la maggioranza di 'noi', solo che le esperienze sono state diverse e davvero in quel periodo si è creata una spaccatura di prospettiva, che si può cercare di sanare solo continuando a confrontarci -ognuno portando la sua storia- in maniera civile; non sminuendo a priori una posizione perché si crede già di conoscerla (e disprezzarla).
Puoi non essere d'accordo, ma io sono convinta che siamo sulla stessa barca, ed il motivo per cui remiamo in direzioni diverse è perchè così è stato voluto, in modo che continuiamo a girare in tondo invece di individuare insieme i veri nemici e combattere quelli: con moschetti, pistole ad acqua, elastici o anche solo con pensieri e parole.