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E appena tornata ho ricordato: siamo solo merce di scambio, nulla di più.

Se fossi nata in un ambientazione alla Conan il barbaro, non avrei conosciuto depressione.

Quel momento in cui con furtiva espressione da delinquente che se la ride sotto ai baffi la gatta ti si infila in braccio.

Quello che si lamenta della troppa luce con il cieco... e il cieco sorride.

La bellezza di passeggiare di notte nel silenzio assoluto di una città che dorme.

Vorrei riavvolgere la mia vita, ricordando questa, e aggiustarla in alcuni punti. Sono nera e non depressa, ma combattere contro i mulini a vento in casa è come voler uscire da un pozzo dove non c'è acqua, eppure le tue radici si sono radicate dentro.

Periodo di tante sorprese inaspettate più brutte che belle.

Ho urlato così a lungo da perdere la voce.

Ma non hai sentito il rumore, non senti il silenzio.

Le parole che mi rimbalzano dentro mi dicono che un guscio aperto e vuoto non ha più motivo di resistere, che il mondo ha bisogno di semi, non di scarti. Ho paura che a breve riusciranno a convincermi. Non ho più voce per rispondere.

Il vuoto e basta. Ogni cosa lascia un vuoto.

Mi sono proprio trascurata nell'ultimo periodo, ormai le cose sono a posto. Dovrei smetterla di vivere a "sparta". Anche il "vagone emotivo che mi ha investito" per aver staccato con la persona che mi piaceva, ormai è a grandi linee affievolito. Mi serve pianificazione e distacco.