Cose che non capisco(di me stesso)

  • Dunque, c'è una cosa che non capisco ancora di me dopo 19 anni di vita. Chissà che qualcuno mi illumini.
    Io allo stato attuale non mi ritengo pronto per l'amore: sono ancora troppo infantile per avviare una vera e propria relazione amorosa.
    Tuttavia, ciò che non riesco a capire è come mai io cerchi tantissimo l'affetto dalle persone: molto spesso ho bisogno di sentire l'affetto in senso fisico dalle persone, e non si tratta di sesso. Cerco spessissimo il contatto fisico(ovviamente non in maniera molesta) con le persone, uomini o donne, ragazzi o ragazze che siano. E' come se, in un certo senso, ricercassi una sorta di affetto materno, che per tutta una serie di circostanze indipendenti dal volere di mia madre, c'è sicuramente stato ma l'ho sentito poco. Solo che ovviamente a 19 anni è tardi per cercare questo genere di affetto. Consigli?

  • Credo che sia del tutto normale cercare forme d'affetto anche al di fuori della famiglia se quello familiare non ci è sufficiente. Io ad esempio ho perso mio papà quando ero alle medie e mia madre è sempre stata affettuosa ma a modo suo come dice lei e anch'io specie in passato ho spesso cercato amicizie con persone più grandi di me o cercavo di rafforzare i rapporti con zii, cugini e nonni. Tuttavia di consiglierei di discuterne anche con tua madre, desiderare maggior affetto non ha età ed è sempre bello abbracciarsi coi propri cari e migliorare i rapporti relazionali e affettivi con loro.

  • Tutti abbiamo bisogno di affetto e contatto, non c'è niente di male.
    Per quanto mi ricordo ho fatto il percorso inverso rispetto a te.
    Quando ero giovanissima(come te :) , avevo più bisogno di scrollarmi di dosso affetti pressanti,
    forte di una sicurezza che mi spingeva ad affrontare il mondo con le mie sole risorse e senza tanti sostegni o
    cuscinetti.
    E' stata una lunga strada imparare a chiedere e accettare aiuto, sostegno, affetto...
    Non è facile neppure oggi...
    Ma un abbraccio sincero, anche senza tante parole... è una delle cose più belle che possano capitare :)

  • Grazie ad entrambi per l'intervento.
    C'è un'altra cosa che mi rende sempre perplesso su di me: non sono una persona con molti amici. In generale, giro con pochissime persone, e ritengo amiche pochissime persone. Non sono neppure particolarmente festaiolo. Eppure la cosa che mi sorprende è che moltissime persone fanno affidamento su di me: da Abbud e le sue paturnie d'amore ad Andres ed i suoi problemi con le dipendenze, da Valentina e la sua ansia per il suo fisico a Gabriele ed un lutto. E non me lo spiego sinceramente, sebbene la cosa mi inorgoglisca parecchio.

  • Probabilmente in tè vedono una persona seria e matura e quindi affidabile.

    Tu dici di essere infantile etc etc, ma le persone probabilmente vedono altro.

    Io mi sono sempre visto infantile, poco serio e professionale , chi avevo intorno invece la pensava al contrario
    pensavo di essere un pessimo ascoltatore, invece la pensavano in altro modo.

    Che devo dirti,c'è chi viene influenzato tanto dall'opinione altrui ,e chi vi è indifferente.

    Sarebbe da trovare un compromesso :blush:

  • Eppure la cosa che mi sorprende è che moltissime persone fanno affidamento su di me: da Abbud e le sue paturnie d'amore ad Andres ed i suoi problemi con le dipendenze, da Valentina e la sua ansia per il suo fisico a Gabriele ed un lutto. E non me lo spiego sinceramente, sebbene la cosa mi inorgoglisca parecchio.

    E probabilmente fai bene. A quanto pare trasmetti fiducia nella possibilità di una momentanea isola di tranquillità, una piccola tregua prima che tutto ritorni a soffocare e a stringere nella morsa quotidiana dell'incertezza e del silenzio. La speranza che non vengano perduti nel silenzio e nell'indifferenza.

    Se è così è già molto.

    Ero soltanto. Ero. Cadeva la neve. (Kobayashi Issa)

  • Dolore: quanto invidio chi riesce a soffrire. Io invece sono molto anestetizzato: non riesco a sentire minimamente la tristezza dentro di me. Sento solo una grossissima tensione nervosa, ma non crollo mai. Ed invece vorrei riuscire a crollare, a piangere anche solo una sera e poi ripartire.
    Invece la mia mente razionalizza tutto, controlla tutto, si rifiuta di arrendersi alla tristezza.
    Ci sono state certe situazioni piuttosto brutte(penso in particolare ai pestaggi che subivo in terza media o ad altre situazioni), eppure mai una volta sono riuscito a trovare il coraggio di sentirmi davvero triste.
    E questo, in questi giorni in particolare, mi sta massacrando. Perché la mia emotività si sta sempre più riducendo. Perché il dolore a volte è utile, è necessario. Invece io razionalizzo tutto. E la cosa un po' mi fa paura.
    Ho un cervello, senza false modestie, sotto certi aspetti spaventosamente ottimo. Ho una cultura estremamente alta. Ho tutto per riuscire nella vita.
    Ma l'encefalogramma delle mie emozioni sta diventando una linea piatta a furia di gestire costantemente tutto.

  • Avere una cultura alta non vuol dire automaticamente essere intelligenti.

    Ti reputi razionale, ma il tuo pensiero è quanto di più irrazionale ci sia, ci sono persone che finiscono dallo psicologo-psichiatra per il loro dolore interiore, tu sei qui a lamentarti che non soffri.

  • Un conto è non provare dolore , o comunque avere ormai dei meccanismi interni (è normale, cristo!) per sotterrarli.
    Un conto è essere apatici.

    Non sono un medico, però ritengo che tu sia talmente tanto stressato che hai la mente annebbiata, altro che razionalizzare..
    infili la polvere sotto al tappeto !
    Dici di non provare dolore e poi hai paura e sei stressato.

    Come tu possa scaricare lo stress?
    ognuno ha il suo modo : scopa,masturbati, fai sport, leggi un libro , dormi !

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