Ciao a tutti, ragazzi!
Oggi volevo parlare un pò in merito ad una questione mi fa soffrire molto. Premetto che sono una donna adulta, indipendente e che vivo sola da molti anni. Ho moltissimi problemi di natura psichica (fobie, ansie ecc.di cui ho parlato in altri post ) e, a mio parere, tutti hanno un'unica origine: il rapporto terribile con la mia famiglia. Mi spiego. Tutti, sin da piccola, mi hanno sempre raccontato un aneddoto sulla mia nascita, ridendo. In pratica, pur essendo stata voluta e attesa con gioia, nel momento della mia nascita, quando mi portarono da mia mamma, lei mi rifiutò, dicendo che non ero sua figlia, in quanto troppo scura di pelle (ero in sofferenza fetale) Per molte ore non mi ha voluta nemmeno allattare, fino al giorno dopo quando, schiarendo la mia pelle, finalmente mia mamma cominciò a credere agli infermieri e cominciò a trattarmi da figlia. Racconto questa cosa perchè, anche se tutti le zie e gli amici ridono di quell'evento, a me, invece, alla luce di quello che è stato il mio rapporto con lei, quella storia non fa ridere affatto. Ho, certamente, avuto una bellissima infanzia, ma intorno ai 15 anni, all'improvviso, mia mamma mi ha quasi totalmente rinnegata. Ogni cosa mi era preclusa in quanto competeva a mia sorella (maggiore). Non potevo fare telefonate dal tel di casa perchè il telefono poteva, potenzialmente, servire a mia sorella, non mi venivano acquistati indumenti perchè, essendo lei più grande, era lei che doveva vestir bene. Stessa cosa per i libri, per i viaggi. Questi sono solo esempi banali di anni vissuti a chiedere e ad ottenere soltanto dei NO. Dopo la laurea me ne sono andata da casa e sono andata a vivere in un'altra città, dove nessuno è mai venuto a trovarmi per diversi anni. Ad un trasferimento di mia sorella, invece, tutta la famiglia si è trasferita con lei. Senza farla lunga, per un destino avverso (a questo punto penso sia cosi') ci siamo ritrovati a vivere tutti di nuovo nella stessa città, anzi a poche centinaia di metri gli uni dagli altri. Nonostante ciò, sono 10 anni in cui nessuno pranza con me (o mi invita a pranzare da loro) nemmeno a Natale o a Capodanno (io vivo sola). Se invito io, rifiutano. Se ho bisogno di aiuto (sto male per esempio) mi dicono che sono impegnati. Sono stata derubata letteralmente di migliaia di euro, perchè alla richiesta di un prestito da parte loro non mi sono tirata indietro e non ho più visto un centesimo, anzi, mia sorella mi ha bloccato anche la possibilità di poterle telefonare o inviare sms. Ma, nonostante ciò, ogni mattina mia mamma mi chiama e chiacchiera vagamente. Ma perchè mi chiama? Tanto che io le dica che sono al TOP oppure che sto male e ho bisogno di correre in ospedale, la sua risposta è sempre la stessa "ah, vedi se c'è qualche vicino o qalche tuo amico". Questa cosa mi fa impazzire, perchè preferirei non sentirla per nulla. Purtroppo, è una situazione che mi fa malissimo, anche se sono adulta, perchè non ho mai capito cosa io abbia potuto fare di sbagliato per non farmi amare. Eppure, per un genitore certe cose dovrebbero venire spontanee. Naturalmente sono decenni che tento di parlarne, ma la risposta è sempre "ma figurati, sei tu che sei fissata!" A me va bene che loro abbiano una loro vita con mia sorella, dalla quale ritengo di essere stata immotivatamente esclusa, ma la cosa che non riesco a concepire è come facciano a fregarsene letteralmente quando ho bisogno di aiuto. "Chiedi a quel tuo amico" oppure "Vedi se qualcuno può aiutarti" E loro?? UNa volta ho avuto la febbre a 41 (delirio puro! ), mia mamma venne a trovarmi per 5 minuti (passava da lì) ma subito mi disse "torno a casa che tua sorella torna da lavoro e deve cenare". E io? Io con 41 di febbre mi alzai dal letto e cucinai qualcosa per me, giusto per non morire di fame. Ci sono volte in cui mi sento talmente sola che piango per ore. Lo psicologo mi dice "loro non li cambierai, devi essere tu a cambiare e a non fare più affidamento su di loro". Ma a farlo è difficile, anche perchè, ripeto, mia mamma continua a farsi sentire fingendo interesse, finchè è al telefono, poi non appena le chiedo un aiuto, rifiuta. Scusate la lunghezza del post, ma mi chiedo, come posso affrontare questo dolore che continuo a portarmi dentro? So che dovrei staccare del tutto ma non riesco a farlo perchè lei mi cerca, e se la rifiuto io poi mi sento in colpa.
Grazie per qualsiasi consiglio o parola.
Rapporto interrotto con i genitori.
-
-
-
ciao......il tuo è il classico connubio di amore e odio. Vorresti farne a meno ma non ci riesci, hai ancora un sottile cordone ombelicale attaccato. Vorresti delle risposte sensate, ma ricevi frugali si, no etc. Il vissuto ed il vivendo ha portato in te una serie di sofferenze psichiche che con l'andare avanti nel tempo si sono acuite portandoti a vivere una vita non tua, o meglio che non avresti voluto. Di consigli ne avrai ricevuto a migliaia, il problema della risoluzione sta in te........crogiolarti ed andare avanti per come stai facendo oppure porre drasticamente un'alternativa? Non dici nulla sul ruolo di tua sorella, che secondo me, riveste un ruolo importante in tutto questo. Questa forma di amore e odio (scusami il termine forte) è una forma di masochismo psicologico, certamente creatosi nel corso degli anni. L'ultima parte del discorso concentra il significato........lei mi cerca e se la rifiuto mi sento in colpa........In conclusione ti capisco benissimo, ma la soluzione che, secondo me, forse è la più razionale possibile è quella dettata dallo psicologo........staccare la spina non significa dimenticare ma lenire il tuo dolore......in bocca al lupo....
-
Ciao Repcar,
io credevo di non essere riuscita a spiegare fino in fondo il disagio che sto vivendo, invece tu hai incredibilmente afferrato proprio il nocciolo del problema. Di mia sorella non ho parlato, perchè, come può intuirsi, è lei l'artefice di tutta questa sofferenza, tant'è che, da bambina, ho avuto una bella infanzia e tutto si è distrutto quando lei è cresciuta e ha iniziato ad avere influenze negative sui miei genitori. Però io non me la prendo con lei. Lei cerca di ottenere quanto più possibile, cercando di eliminare i concorrenti (non solo me...), ma quelli che non capisco sono questi due genitori che non si rendono conto delle enormi differenze tra le due figlie. Non parliamo di differenze dal punto di vista materiale, ma proprio di rapporto. Io non posso andare a casa loro (se c'è mia sorella, suo marito o il loro figlio) senza che vi sia stato un litigio, nulla. Non mi vogliono, non sono gradita. I miei non vengono da me, salvo che mia sorella sia lontana (viaggi ecc) perchè probabilmente preferiscono non indispettire lei. E passano anni. E' vero, è amore e odio. La amo perchè io la vorrei ancora come mamma, come quando ero piccola. E la odio, perchè una mamma cosi' non la voglio, una mamma priva di empatia, amore, affetto, interesse verso la propria figlia. Sono 6 anni che nessuno mi fa nemmeno gli auguri per il giorno del mio compleanno. Come si fa a dimenticare il giorno in cui è nata tua figlia?
Comunque, grazie mille per il tuo intervento, proverò e proverò ancora a fare questo salto, anche se so che mi è difficilissimo. -
Il tuo rapporto con i tuoi familiari rispecchia incredibilmente il mio. Non commettere l'errore di credere che la colpa sua di tua sorella; la foto Adige del problema è in tua madre, tua sorella di comporta di conseguenza. Purtroppo credo che il tuo psicologo abbia ragione, l'unica è staccarsi, ma capisco benissimo quanto possa essere doloroso. Io personalmente ho un bisogno fortissimo di mia madre, e anche se so che non mi amerà mai non riesco a rinunciare.
-
Forse dirò una cosa non condivisibile ma ci provo ugualmente: sono d'accordo per recidere quel cordone ombelicale ma allo stesso tempo sono per una forzatura di se stessi cercando di oltrepassare quella forma d'odio trasformandola in amore anche se capisco che è molto difficile ma è una sfida con se stessi. Ciò che sto dicendo è di recidere la dipendenza emotiva ma rafforzare quella affettiva, passare dalla condizione di chi subisce a chi gestisce mantenendo vivo un rapporto. E' impossibile? Non lo so, io ci proverei.
-
Magra consolazione sapere che non sono il solo ad aver problemi con la propria famiglia intorno alla quarantina!
Maitranquilla, sono del '79 ed ho un problema simile al tuo: il forum è pieno di mie domande/interventi a riguardo. Limitando al minimo sindacale, posso dire che loro mi stanno attaccati tipo cozza allo scoglio perché sono ansiosi e preoccupati per il mio futuro. Non si rendono conto che....è il loro atteggiamento la causa di molti miei problemi
Noto, però, una similitudine tra il mio problema ed il tuo problema, ovvero il fatto che i tuoi genitori dicanoCitazioneNaturalmente sono decenni che tento di parlarne, ma la risposta è sempre "ma figurati, sei tu che sei fissata!"
Per quanto le rispettive situazioni siano diverse, noto delle similitudini, perciò non mi resta che quotare gli interventi. soprattutto quello di repcar.
-
sono del '79 ed ho un problema simile al tuo: il forum è pieno di mie domande/interventi a riguardo. Limitando al minimo sindacale, posso dire che loro mi stanno attaccati tipo cozza allo scoglio perché sono ansiosi e preoccupati per il mio futuro
Credevo che non avessi più di 20 anni ma avendone tu quasi 40 anni di quale futuro si preoccupano i tuoi, del futuro a 50, 60 anni? Forse dovrebbero trattarti più da adulto ma è compito tuo fargli capire che sei cresciuto abbastanza per questa loro apprensione.
-
]
Credevo che non avessi più di 20 anni ma avendone tu quasi 40 anni di quale futuro si preoccupano i tuoi, del futuro a 50, 60 anni? Forse dovrebbero trattarti più da adulto ma è compito tuo fargli capire che sei cresciuto abbastanza per questa loro apprensione.Eh, Michele, mica è semplice: devo fronteggiare la loro arretratezza culturale. Entrambi i miei genitori sono nati all'inizio degli anni '50 da famiglie contadine, in cui il lavoro era anteposto non solo all'affetto genitoriale, ma a qualsiasi altra cosa, e l'anziano di casa era quello che aveva l'ultima parola sulle faccende famigliari. Ovviamente, stiamo parlando di una generazione in cui lo studio era sinonimo di lavoro sicuro e assicurato. Per sua stessa ammissione, mia madre non sa cosa vuol dire dare affetto. Non dimentichiamo, poi, che i tempi sono cambiati.
Secondo me, loro Si sentono molto fuori posto nella società in cui viviamo: non la capiscono proprio per una faccenda cultural/temporale e - quindi - ne sono spaventati.
Loro riversano il loro timore su di me. Detto in parole spicce: mi soffocano....ma loro non lo capiscono, quindi io sto male. Dopo aver cominciato la psicanalisi, riesco a vedere i loro comportamenti ansiosi.
Anche loro dovrebbero consultare uno specialista per la loro ansia ma, si trincerano nel loroCitazioneOrmai ho una certa età: sono fatto così
Non solo: se non li bloccassi io (e la legge...ma questo è un altro discorso) loro sarebbero già piombati nello studio della terapeuta a chiedere dei miei progressi in terapia.
-
Capisco. Avevo un amico in una situazione analoga, lui dava addirittura del "Voi" ai propri genitori. Ma quella è una realtà di cui occorre avere grande rispetto ben al di la del senso critico. Credo che dovresti compenetrarti di più nella loro vita vissuta e piena di sacrifici e credo che dovresti apprezzare allo stesso tempo la sincerità di tua madre. Questo non risolve il problema ma ti mette nelle condizioni di comprenderne le motivazioni ed è un elemento molto importante. Credo inoltre che i tuoi genitori per quanto apprensivi a causa del loro carattere forte dovuto alla vita che hanno avuto alla fine accetterebbero le tue decisioni senza troppe sofferenze. Prima o poi dovrai essere in grado di muoverti da solo e nessuno più dei tuoi che si sono fatti da se possono capirlo. Credo che attorno alla tua situazione ci sia un'intelaiatura di facciata messa in atto dai tuoi genitori che non devi interpretare come un ricatto ma solo come frutto della loro vita difficile, d'altri tempi. Io sarei molto fiero di genitori così ma cercherei di fare un lavoro d'intelletto, un lavoro di capacità colloquiale per far capire bene i tuoi desideri e le tue necessità. Probabilmente questo loro modo di agire ti ha influenzato molto rendendoti parte di quel meccanismo ma è giunto il momento di svincolarti non tanto fisicamente andando via, ma trovando il modo giusto per fargli comprendere tu come sei fatto.
Comunque dalle tue parole leggo una persona molto consapevole e la consapevolezza è una ottima chiave di interpretazione che è poi alla base delle reazioni costruttive. Porta un po di pazienza e continua a lavorare su te stesso. -
Credo che dovresti compenetrarti di più nella loro vita vissuta e piena di sacrifici e credo che dovresti apprezzare allo stesso tempo la sincerità di tua madre.
La madre non perde occasione per farle capire che per lei non vale niente, e lei ne deve apprezzare la sincerità ? Ma stiamo scherzando ? O.o Rileggendo la conversazione ho capito ti riferissi a mpoletti e non alla titolare del post.
Unisciti a noi!
Non sei ancora iscritto e vorresti partecipare? Registrati subito ed entra a far parte della nostra comunità! Ti aspettiamo.
Thread suggeriti
-
- Topic
- Risposte
- Ultima Risposta
-
-
-
I suoi genitori e il sostegno che non c'è 5
- Polimori
-
- Risposte
- 5
- Visualizzazioni
- 197
5
-
-
-
-
Da quando è nato mio figlio non ho più una vita 52
- andrerdna
-
- Risposte
- 52
- Visualizzazioni
- 2.3k
52
-
-
-
-
Sto vivendo un incubo, come posso sopravvivere? 5
- maria27
-
- Risposte
- 5
- Visualizzazioni
- 397
5
-
-
-
-
Un esperimento, una lettera e la solita reazione che fa male 53
- nonloso1989
-
- Risposte
- 53
- Visualizzazioni
- 2.5k
53
-
-
-
-
Marito emotivamente assente e suocera tossica, sono in crisi 96
- talpa18
-
- Risposte
- 96
- Visualizzazioni
- 4.4k
96
-
-
-
-
Quando si scende al sud a trovare la famiglia... 8
- Polimori
-
- Risposte
- 8
- Visualizzazioni
- 368
8
-