Ho paura di restare solo

  • Purtroppo non è così Matteo, esiste una specie di "meccanica" delle interazioni che porta chi si pone in posizione di difetto rispetto agli interlocutori (chi è troppo needy, chi è apertamente motivato da un senso di inadeguatezza e/o bisogno) ad attrarre molto poco di ciò che vorrebbe; al contrario si ritroverà a collezionare atteggiamenti di pretesa, di noncuranza, di disattenzione. Gli esseri umani sono generalmente portati ad avvertire nell'eccesso di disponibiltà qualcosa di stonato, di forzato, perchè deriva solo dal bisogno e non da una naturale e spontanea benevolenza; questo in una certa maniera inconsapevole, a livello energetico irrita e fa irrigidire, perchè anche se in apparenza il bisognoso sta offrendo (tempo, attenzioni e disponibilità) in realtà, energeticamente o sottilmente direi, sta chiedendo, sta implorando, sta mendicando e lo sta facendo in maniera molto forte. Questa e una cosa che mette sulla difensiva. Io la vedo così, dimmi che ne pensi.

  • Belfalas, credo tu abbia ragione, ma ammetto che sia una cosa che mi piace poco a livello generale e, parlando di me, non so da dove sia arrivata.
    L'uomo (inteso come "homo sapiens") non si è forse evoluto come un animale sociale? Secondo me, se non si fosse organizzato in famiglie, tribù, villaggi, ecc. non sarebbe sopravvissuto. Quanto si è venuto a creare in questi secoli, cozza molto con ciò che dici tu. Credo ci sia stato un punto di rottura, dettato da chi o da cosa, non saprei dire.

  • E' un po' che non aggiorno questo thread: forse non lo seguite più, chissà?
    In ogni caso, vorrei aggiornarvi: non ci sono miglioramenti, anzi.
    Non so se è un impressione mia o effettivamente sia così, ma mi sembra che gli altri non capiscano le mie spiegazioni.
    Spesso, infatti, mi sento domandare: "Perchè ti sei comportato così?"
    A parte il fatto che mi sento sempre scrutato, quando dico: "Mi sono comportato così perché...." 99 volte su 100 devo ripetere il concetto espresso perché il messaggio non arriva a destinazione.
    Forse uso un linguaggio troppo complicato, forse fraintendo la domanda, forse...chissà cos'altro. Fatto sta che ogni mia azione sembra passata al microscopio e debba giustificare ogni mio passo.
    A parziale discolpa, posso dire che sia i miei genitori che N. sono tipi ansiosi, ma è faticoso trovarsi davanti ad una persona che non sembra...boh...non so nemmeno io se non capisce razionalmente il mio discorso o non lo accetta.
    Tanto per dirne una mia mamma era convinta da anni che facessi psicoterapia psicodinamica: aveva letto solo due parole sul cosiddetto contratto terapeutico che mi ha fatto firmare la mia analista. Trattandosi di un foglio standardizzato, non aveva inteso che si trattava di psicoanalisi dura e pura, anche se io ho usato il termine psicoanalisi quasi fin da subito. Ecco perché mia madre continuava a chiedermi quando sarebbe terminata la terapia. Purtroppo, quando ho cercato di spiegarle le differenze, lei non mi ha dato molto ascolto.
    Mia cognata, poi, mi ha fatto una carognata vera e propria. Senza dirmi nulla, ha chiesto a mia madre di venire da Sondrio a Milano per curare mia nipote....Ma siccome sarò io a dover ospitare mia madre a dormire, non avevo forse il diritto di essere quantomeno avvisato? Evidentemente no, visto che mia madre mi ha solo detto: "Martedì vengo a dormire a casa tua!". Per carità, è anche mia nipote e figlioccia, nulla da eccepire...ma non mi avrebbe fatto schifo essere avvisato prima: per quanto ne sapevano loro, avrei potuto aver prenotato una vacanza a Timbuctù. Davano tutto per scontato.
    Okay, avete capito che sto da schifo.

  • Anche io ti chiederò delle spiegazioni Poletti, e farò di tutto per capire le tue motivazioni, se ne avrai...spiegami...
    Spiegami per quale ragione metti tua madre a conoscenza delle questioni che riguardano la tua terapia, modalità, durata ecc. Si tratta di una cosa molto intima, tu sei un uomo di circa quarant'anni (più che adulto quindi), economicamente indipendente (deduco quindi che sia tu a pagarti la terapia), ora per quale caspita di motivo ne devi rendere partecipi in qualsiasi forma i tuoi genitori, per poi lamentarti della loro eccessiva, presenza, ansia, incapacità di comprenderti ecc. ecc. ecc.
    Tutte queste cose sembra che tu te le stia cercando attivamente.
    Perchè li rendi partecipi? Perchè non delimiti almeno questo spazio così intimo e personale?
    Mi spieghi?

    P.S. rileggo...tua madre che legge il contratto terapeutico, ma scherziamo?!
    Scusa Poletti, magari il marziano sono io, ma a me ste cose sembrano fuori dal mondo.

    P.P.S.
    ti credo quando dici che ti senti scrutato, fai leggere alla mamma il contratto terapeutico e poi ti lamenti di essere scrutato?!
    (giusto per ribadire il concetto).

  • Eh, ragazzi, mica è semplice.
    Se è vero che la terapia me la sto pagando io, è anche vero che i miei mi stanno dando una mano con il mutuo della casa (altre spese). Cose diverse, certo, ma se non avessi la terapia avrei più soldi da spendere per il mutuo, quindi sarei più indipendente economicamente. Detto fuori dai denti, è come se mi pagassero la terapia, anche se indirettamente.
    Inoltre, loro si aspettano di poter contare su di me quando loro non ce la faranno più. A dir la verità, già lo fanno: se devono venire a trovare mio fratello per aiutarlo in casa sua con la bambina....ecco che devo mettere a disposizione un letto a casa mia per ospitarli.
    Dal loro punto di vista, non sarebbe nè corretto, né sensato che io non li aiutassi. Quello che vorrei io è solo una pacca sulla spalla ogni tanto, un grazie, o qualcosa di simile come premio di tuttociò che faccio di buono...o che tento di fare.

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