Ho paura di restare solo

  • In parole povere prima o poi dovrai imboccarli, cambiare il pannolone, lavarli e accudirli.

    Se vi è un problema, in quanto tale, ha una soluzione, altrimenti è un dato di fatto con cui convivere.

  • Ragazzi, ci risiamo.
    come avevo specificato in quest'altro thread, ho cominciato una relazione.
    I miei genitori non sanno nulla della mia compagna....Per dirla tutta non sanno nemmeno che esista, perciò si comportano come se nulla fosse. Sono io che ho scelto consapevolmente di non metterli a conoscenza di questa relazione, avendo ben presenti le critiche che hanno rivolto agli altri quando ne hanno avuto l'occasione. In due parole: o le persone seguono un determinato schema, oppure entrano nel libro nero di famiglia. Inoltre, la relazione è appena agli inizi...mi pare prematuro.

    Sono costretto a giocare su due tavoli. La cosa potrebbe anche sembrare fattibile, data la distanza geografica che ci divide, ma c'è un ma...O forse due. Quando mia madre viene a Milano per trovare mia nipote, io sono obbligato ad ospitarla nel mio bilocale. Non solo: a causa della sua ansia (che non vuole curare, ndr) sono obbligato a vivere secondo i suoi dettami. Esempio: anche se voglio andare a letto, sono costretto ad attendere che mia madre termini di lavare i piatti a casa di mio fratello prima di rincasare, per poi fare i duecento metri (sì, avete letto bene: duecento schifosissimi metri) tra le rispettive abitazioni perché lei ha paura. Okay: Milano non è sicuramente un parco giochi, ma a tutto c'è un limite.

    Rifiutare di ospitarla a casa mia, secondo mia madre, è assoluta mancanza di rispetto. I vecchi hanno voluto addirittura comprare un letto matrimoniale per il mio appartamento, in modo che possano dormire comodamente quando vengono da me...sbattendo me sul divano letto! Per mettersi a posto la coscienza, lo hanno comprato con i loro soldi.
    Usano il mio appartamento a mò di piedattere ogni qualvolta vogliono venire a Milano.


    Il loro modo di vedere il mondo non corrisponde al mio, ovviamente...Ma qualunque visione diversa dalla loro è - nella loro testa - considerata malsana. A loro sembra normale: andare a trovare la nipote ogni volta che possono, scombussolando la vita di uno zio che abita da solo e che vorrebbe solo vivere in pace, senza sottostare a regole che appaiono - se non assurde - quanto meno eccessive. Fosse solo questo, ci potrebbe anche stare, ma voglio farvi un esempio. Immaginate che io e voi ci conosciamo di persona e che per un qualsiasi motivo abbiate l'occasione di conoscere i miei genitori (es. : sono in casa mia quando voi arrivate) trascorrendo insieme un paio d'ore. Vi faranno la più classica delle belle facce, salvo poi sommergervi di critiche non appena uscirete dal mio appartamento.

    Ah, ultima cosa: sono convinti che la psicanalisi serva a vivere secondo i loro dettami: non ce la faccio più!

  • Ciao Matteo, ma quando loro non ci sono hai già fatto del sesso selvaggio con la tua nuova compagna nel bel letto metrimoniale nuovo di mamma e papà?
    Se no fallo! Sarebbe una splendida vendetta, anonima ed edipica ad un tempo!

  • Belfalas, rispondo alla tua domanda con un secco sì ;), nemmeno a farlo apposta con N.

    Tuttavia, non credo che le vendette di questo o di altro tipo abbiano un qualche beneficio. Sono sempre più consapevole che io non ho (quasi) nessun problema, ma loro ne hanno non so quanti.
    Non a caso, 4 persone diverse (una collega, la mia terapeuta, N. e non ricordo chi altro) hanno notato la frequenza dei viaggi di mia madre verso Milano.
    Che mia madre soffra d'ansia, bassa autostima, un comportamento rigido e schematico peggio del mio è un dato di fatto, così come è un dato di fatto che non si è mai voluta curare, perché...boh, il motivo non lo so nemmeno io. In ogni caso, ha trovato un marito (mio padre) che ....non so se la asseconda volontariamente o ci sia una forte affinità caratteriale.
    Insieme, hanno creato il loro mondo, rifugiandosi nella più classica delle torri d'avorio, in cui hanno rinchiuso me, primogenito.
    Li sento come carcerieri? Sicuramente sì...ma li vedo anche come persone, perciò quando mi domandano: "Non sei contento che veniamo a casa tua? Non vuoi ospitarci?" mi mandano in crisi: da un lato , vorrei opporre loro un netto rifiuto, dall'altro non ne ho il coraggio, perché sono persone con problemi psicologici che non vogliono farsi aiutare.

  • Mmmmm, la tua interpretazione non mi convince del tutto, secondo me dovresti prenderti le responsabilità della tua vita di adulto e far prendere a loro le loro. Sono davvero contento per te perchè mi accorgo che le cose ultimamente ti vanno alla grande ma un problema ce l'hai ancora, e bello grosso, sei ancora soggiogato dai quei due vampiri. Ora il fatto che tu scopi nel loro lettone alla faccia loro è una cosa splendida, ma che loro vengano a bivaccare da te in questo modo è davvero intollerabile, dovresti trovare il coraggio di una presa di posizione ferma, perchè i casi sono due, o ti metti l'animo in pace e accetti l'invadenza dei tuoi genitori serenamente, oppure se questa cosa ti fa inc∙∙∙∙re e la ritieni inopportuna (e per fortuna ti fa inc∙∙∙∙re, ottimo segno di salute emotiva) dicevo...se la ritieni inaccettabile (perchè lo é) prenditi la responsabilità di agire di conseguenza. Per ora sei a metà del guado, nè di qua nè di là, i∙∙∙∙∙∙∙o ma ancora sostanzialmente sottomesso. Spero che questa donna entrata nella tua vita possa darti la giusta motivazione a fare un ulteriore passo verso la vita adulta.
    ciao
    Daniele

  • Mmmmm, la tua interpretazione non mi convince del tutto, secondo me dovresti prenderti le responsabilità della tua vita di adulto e far prendere a loro le loro. Sono davvero contento per te perchè mi accorgo che le cose ultimamente ti vanno alla grande ma un problema ce l'hai ancora, e bello grosso, sei ancora soggiogato dai quei due vampiri

    Sai Belfalas,
    non vai molto distante dalla realtà. Come dicevo alla mia terapeuta, non soffro più di ansia nelle giornate normali, cioè quelle in cui non avviene un qualsiasi imprevisto che - per me - è stressante ed ansiogeno.
    Quanto al vampirismo, il problema è bello grosso e più generale, nel senso che non riguarda solo i miei genitori: ogni volta che mi relaziono con una persona che soffre d'ansia e non si cura in alcun modo, per me la situazione si complica parecchio. Non dico che cedo subito, ma non sono ancora sufficientemente forte per resistere a lungo.

  • Ciao ragazzi, approfitto di un'oretta libera per un aggiornamento.
    Da lunedì scorso ad oggi ho seguito un corso in azienda: ci hanno insegnato ad usare meglio Excel, come potete immaginare un programma/argomento abbastanza vasto. Vuoi per la calma e la tranquillità, vuoi per la bravura dell'insegnante, i concetti mi sono parsi chiari. Certo, ora si tratta di metterli in pratica.
    Temo, però, che in futuro si vada a ricreare una situazione molto comune nel mio periodo scolastico: comprendevo i concetti, magari li applicavo anche correttamente nei compiti a casa, ma durante le interrogazioni ed i compiti in classe andavo in ansia e sbagliavo.
    Detto in termini generali: quando devo mettermi alla prova, anche la cosa più semplice è complicata dalla mia bassa autostima.Per compensare questa cosa, ho usato la costanza e l'impegno, senza grossi risultati: oltre a stancarmi più del dovuto, faccio comunque errori. Mi rendo conto che è come partire per una gara qualsiasi con un grosso handicap (nel senso sportivo del termine) da colmare. Mi rode veramente non riuscire a convincermi delle mie capacità, come dicono molte persone che i conoscono. Chi mi conosce poco, vede i miei errori e le mie difficoltà, non tutto il resto...

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