Ho paura di restare solo

  • la butto lì...e se non pensassi a giudicare. Cioè cercare di vivere e basta?

    Facile in teoria, un po' meno in pratica: sono sempre più convinto che sono io che devo prendere in mano la mia vita...Il punto è che non so come fare. Certe cose sono molto migliorate senza nemmeno che me ne rendessi conto (umore, sonno, appetito, ecc.), altre non posso pretendere che me le risolva la terapeuta al posto mio.
    Per esempio, dopo aver frequentato un corso di scrittura creativa, sto provando a scrivere un libro. Chiaramente, non è una cosa che si fa dall'oggi al domani; mi ci dedico qualche ora quasi tutte le sere con la leggerezza di cui parliamo. Purtroppo, quando mi capita di rileggere ciò che ho scritto, non sono assolutamente soddisfatto del risultato, non so come migliorarlo e...mi blocco.

  • Amichevolmente. senza crearti ansia, fa finta che tu, domani, improvvisamente, non abbia più il lavoro, nemmeno la salute. Prova a fare finta di essere quella persona che, probabilmente, si sentirà un fallito anche se non è colpa sua. Da quella prospettiva, immaginaria, guarda indietro la tua vita e cerca di capire cosa ti ha portato al momento prima di ''perdere tutto''. Prova a guardare indietro la vita e pensare ''ah, se avessi detto questo, fatto quest'altro'' . Nel tuo caso servirebbe, te lo scrivo da uomo che vive questa situazione, ad avere uno spirito severo, come noi siamo severi, spietato con cui giudicare in modo davvero molto costruttivo il tuo passato per trarne giovamento e prevenzione degli errori futuri. Il mio psicoterapeuta mi dice che ho un giudizio severo e spietato nei miei confronti e certamente con la consapevolezza di oggi non compierei errori neppure simili a quelli passati. Solo non posso tornare indietro. Così il ''vizio'' di giudicare e prendere a tutto le misure, potrebbe davvero essere usato per combinare qualcosa di realmente utile a vivere respirando normalmente e più tranquillamente.

    Se vi è un problema, in quanto tale, ha una soluzione, altrimenti è un dato di fatto con cui convivere.

  • Io noto troppa doverizzazione. Devo fare questo, devo fare quello. Assolti i veri doveri (es. Il lavoro o una famiglia), il resto è semplicemente vivere.

    Fran, ti faccio una domanda a cui vorrei tu rispondessi che può sembrare provocatoria, ma che fa ben capire il mio pensiero: vivere serenamente (felicemente mi pare esagerato) non è forse un dovere o qualcosa che somiglia molto a un dovere?

  • se tu prendi il vivere serenamente come un dovere sei destinato secondo me alla frustrazione perchè i fatti normali della vita non ti consentiranno comunque di essere sempre sereno. Non si tratta di rassegnazione, ma di accettazione. Alle volte hai parlato di divertimento, ma se la frase "voglio divertirmi" la trasformi in "devo divertirmi" ecco che non ti divertirai.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Approfitto di una fase di "down" per spiegarvi bene come mi sento.
    Mentre scrivo, sono le 15.26. Ho lavorato abbastanza bene fino a pochi minuti fa, poi ho subito un calo; se dovessi guardare la voglia, andrei a letto a farmi un riposino. A parte il fatto che lavoro a 50 minuti da casa, "sprecare" qualche ora di permesso per andare a dormire mi sembra stupido. So bene che resisterò alla stanchezza fino alle 17, ora in cui andrò a casa. Essendo stato fermo tutto il giorno, mi concederò una lunga passeggiata: è una cosa che mi rilassa ed abbatte lo stress accumulato.
    Non so cosa mi preparerò da cena, ma sarò preso da un pensiero molto pesante: è venerdì sera e non so come occupare il mio tempo per uscire di casa e divertirmi un po'. Sono già d'accordo con N, la mia fidanzata, di passarla a prendere al bar dove lavora alle 22, ora di chiusura.
    Come trascorrerò quelle due ore fra il fine pasto e le 22? Cosa farò domani, quando le ore di tempo libero saranno ancora maggiori? Di certo, mi inventerò qualcosa...ma so già che sarà qualcosa che mi impegnerà solo qualche ora, non tutta la giornata.
    Quelle ore di vuoto mi ammazzano: non voglio utilizzarle per dormire e, contemporaneamente, vorrei riempirle facendo qualcosa...ma non mi viene in mente nulla. Fosse per me, la giornata sarebbe abbastanza ben scandita:
    1. Ore di sonno
    2. Ore di lavoro
    3. Ore di manutenzione della casa
    4. Ore per la cura del corpo
    5. Ore del piacere

    Ovviamente, le ore del piacere sarebbero quelle minori, quantitativamente parlando, ma sono anche le più lunghe da gestire perché non so cosa fare: la mia terapeuta mi ha suggerito - genericamente - di fare nuove esperienze, ma è come se mi rifiutassi di mettere a fuoco quali potrebbero essere le "nuove esperienze". So di non aver provato tutto nella vita: anche evitando le cose illegali e quelle che non si possono improvvisare (impossibile, per esempio, organizzare un week-end fuori porta), ci sarebbero molte cose che potrei fare...ma non me ne viene in mente nessuna

  • Ragà, sono un caso disperato.
    Sabato ho deciso di andare a vedere il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Pensavo di riuscire a trascorrere una bella giornata, invece....Invece, sono riuscito a paragonare la mia insulsa vita nientepopodimeno che a quella di Leonardo Da Vinci.
    E' come se sentissi la necessità di "lasciare un segno nell'universo" per citare una delle ultime battute del film Jobs.Credo sia per questo che ho cominciato a scrivere un libro, ben sapendo che non si può prevedere il futuro e che - magari, non si sa mai - riuscirò nel mio intento di pubblicarlo.
    Il punto è che io non sono Leonardo, perciò quando vado a rileggere quanto scritto, mi sembra tutto insulso...

  • Aggiornamento del lunedì.
    Lo so: ho intavolato anche altre parecchie discussioni a riguardo, ma sapete una cosa? A volte mi sembra di sparire agli occhi degli altri o, in un certo senso, di averle abituate troppo bene.
    Senza rendermene conto, speravo che la gente apprezzasse i miei sforzi quando mi chiedono un favore. C'è da andare a fare la spesa? Magari sbuffando, prendo la macchina e vado. Mia madre vuole venire a trovare mia/sua nipote da Sondrio a Milano? Il letto c'è, e pazienza se turbi un po' le mie abitudini quotidiane.
    Diciamo per brevità che sul lavoro è grossomodo la stessa cosa
    Cosa avrei voluto ottenere? Un grazie, nel senso letterale e grammaticale del termine, mi sarebbe bastato. Invece, molto spesso ottengo biasimo per non aver fatto abbastanza; credo che la mia mania del controllo dipenda proprio da questo fatto: se ti fanno vedere la famosa pagliuzza nell'occhio e non vedono tutto il resto...come puoi essere sereno con te stesso?

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