Sono sempre stato il primo della classe. Eccellevo in particolare in matematica e scienze, ma ero il più bravo in tutte le materie, un vero genio. Tranne... quelle manuali, ben inteso, non sapevo disegnare e in educazione fisica dovetti farmi esonerare in prima media (sviluppai un'avversione per il volley perché lo schema della mia squadra avversaria era "mirate tutti a lui", sapendo che non ero in grado di arrivare a prendere una palla).
Alle medie cominciarono le persecuzioni dei compagni. Ero odiato per i miei risultati ed ero un bersaglio facile per la mia bruttezza (ero anche pieno di brufoli da fare spavento) e goffaggine. Ma il peggio arrivò alle superiori. Mia madre mi iscrisse a una scuola tecnica, non era sicura che mi sarei potuto iscrivere all'università per ragioni economiche. E lì... svettavo vistosamente nei voti, ero lo studente migliore che avesse frequentato l'istituto da decenni, ero un fenomeno da baraccone. Li le persecuzioni aumentarono moltissimo, anche da parte delle ragazze. Ricordo un episodio molto umiliante, a fine anno la scuola organizzò una scellerata premiazione all'americana per gli studenti che si erano distinti in qualcosa. I ragazzi che avevano vinto competizioni sportive ricevettero coppe e medaglie e venivano applauditi, io... avendo vinto una gara provinciale di matematica, ricevetti una ridicola maglietta fra le risate generali. Dopo quell'episodio non potei più frequentare la scuola, venivo sbeffeggiato da tutti e tutte (le ragazze mi dicevano "ma quello è XXXX? Ma che brutto! NASCONDITI!") e mi presi una lunga vacanza per gli ultimi quindici giorni dell'anno scolastico, saltando la gara nazionale.
Ma finalmente l'incubo della scuola finì e potei iscrivermi all'università. Su consiglio di mia madre scelsi economia... per calcolo, all'epoca era quella che assicurava un lavoro più facilmente, anche se non mi faceva impazzire. Ho un bel ricordo dei primi due anni, andavo a fare le mie lezioni, non parlavo a nessuno, facevo il mio esame e prendevo il mio bel voto. Facile, una passeggiata, un film dal finale già scritto: questa storiaccia avrà un lieto fine, essere il primo della classe sarà valso a qualcosa, mi laureerò prima degli altri e con ottimi voti e inizierò una carriera brillante. Poi, tutto cambia. Inizio a non avere più voglia di andare alle lezioni, tanto che importa? Inizio la vita dei miei sogni: dormo fino alle 10-11 e ho la possibilità di non vedere più nessuno fino agli esami. Che però non vanno come prima, i professori devono pur giustificare la loro presenza... e fare un esame da non frequentante con alcuni è un'impresa. I miei voti calano vistosamente, in alcuni casi non li posso neanche rifiutare. Incomincio ad avere paura di fare gli esami. Se poi sono anche orali, essendomi disabituato a parlare, mi impappino in continuazione e vengo bocciato. Vengo a sapere che dei miei ex compagni di classe, studenti mediocri, sono vicini alla laurea, mentre io neanche sono a metà. Non ero più il primo della classe, dopo aver condotto una maratona sempre in testa ero caduto all'ultimo chilometro e quasi tutto il gruppo mi aveva superato.
Non ero bello, divertente, interessante, l'unico motivo per cui ero stimato era che ero bravo negli studi, e l'avevo perso, per cui ero diventato... il nulla assoluto. Caddi in depressione. Durante gli anni seguenti mi imbottii di psicofarmaci, potevo stare anche un'intera giornata nella stessa posizione su una sedia a fissare il vuoto. I miei genitori, che nella mia infanzia si erano sempre opposti a questo mio sogno, mi regalarono un cane, l'unico vero amico che abbia avuto.
Faticosamente, ripresi a studiare, dando un esame ogni tanto e accontentandomi di voti più bassi. Piano piano mi rifeci vivo alle lezioni, alla fine arrivai all'ultimo esame e dovetti preparare la tesi. Volevo farla bene, avevo ancora una possibilità teorica di arrivare al fatidico 110 e lode. Mi impegnai più che potevo a farla meglio che potevo... ma a un mese dalla laurea ho scritto solo 50 pagine sulle 150 previste. La sessione è andata, se ne riparla fra tre mesi.
Allora, mi decido di farla alla bene e meglio, scopiazzando qua e là e usando qualsiasi bieco trucchetto per allungare il brodo. 151 pagine, è fatta, e al mio relatore piace pure, dice che è un ottimo lavoro e il 110 me lo sono meritato; per la lode basterà far bene la discussione. Ma alla discussione mi impappino tre volte e la lode salta. Giusto così, una brutta storia non poteva avere un lieto fine.
Il resto... è venuto di conseguenza, colloqui umilianti (me ne ricordo uno, "è impossibile che uno che ci ha messo otto anni a laurearsi abbia fatto dei test così buoni, hai imbrogliato?" oppure "ci hai messo otto anni perché sei uno stupido o uno scansafatiche"), il lavoro come sguattero in uno studio professionale, il primo lavoro decente in un ufficio pubblico solo a 34 anni. E qui capita che qualcuno mi dica "ma sei davvero bravo! Ma perché lavori qui, sei sprecato!". E io rispondo "se lavoro qui, di sicuro non sono un genio". Qualcuno da piccolo mi diceva: meglio un somaro vivo che un dottore morto, e ora sono d'accordo, voglio la mia vita da somaro, essere primi della classe è una gran fregatura.

Primo della classe, che fregatura!
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ciao, non mi pare che tu sia il nulla assoluto, ma andiamo per punti:
1) a scuola eri il migliore
2) all'inizio dell'universita' prendevi ottimi voti senza fatica
3) sei sopravvissuto a una fase estrema di bullizzazione (fuck i bulli aggiungo io)
4) hai superato una depressione profonda
5) ti sei comunque laureato in economia con 110 (io ho preso 105 e mi sentivo soddisfattissimo)
6) hai ottenuto, immagino vincendo un concorso, un posto pubblico (la maggior parte dei tuoi coetanei oggi darebbero un braccio)
7) ti dicono pure che sei sprecato (guarda che gli altri ti giudicano meglio di te che hai un problema di autostima abbastanza evidente)dai tuoi interventi sul forum mi sembri una persona colta, intelligente e che sa scrivere in italiano (cosa più rara di quanto si pensi)
sintesi:
dove è la nullità? -
colloqui umilianti (me ne ricordo uno, "è impossibile che uno che ci ha messo otto anni a laurearsi abbia fatto dei test così buoni, hai imbrogliato?" oppure "ci hai messo otto anni perché sei uno stupido o uno scansafatiche"),
e la peppa, di dove sei?
Io sono messo peggio di te e con me sono tutti gentili (probabilmente mi vedono come un disabile, però il lavoro non me lo danno).
Certo, il post è molto grottesco: o hai incontrato le persone peggiori del mondo o hai dato soltanto la tua versione dei fatti.
Ho smesso di fare il secchione alla fine delle elementari anche perché mi ero accorto che non serviva a niente. Oggi sono pentito, ma all'epoca delle dinamiche relazionali naturalmente non capivo niente. Comunque ero un po' una piattola. Qualche difetto lo avrai avuto pure tu (io percepisco un filo di altezzosità nel post). -
Io ho avuto una vita durissima, e ho VISSUTO anche quel che dici. In breve racconto la mia storia:
1) Ero sempre il pri9mo della classe con un "distacco incolmabile" rispetto agi altri
2) Avevo voti strepitosi, vinsi borse di studio in quanto il migliore di tutto l'istituto delle scuole superiori
3) Anche io ero molto ODIATO in quanto per me la matematica era una passeggiata. Non la studiavo proprio, il mio insegnante di matematica mi adorava, prendevo 8 e mezzo mentre tutti i miei compagni prendevano a malapena 6
4) All'esame di maturita', pensando che io avessi sbagliato l'esame i miei compagni festeggiarono (poi vinsi io)
5) All'universita', in una citta' molto importante del Nord Italia, fui fra i primi 2 in tutta la citta' e presi sempre borse di studio, mi laureai con 110 e lode...
6) E non ti dico le invidie e i sabotaggi anche dei parenti : zii etc. fecero di tutto per sabotarmi, fallendo
La vita "di successo" e' durissima. Scateni invidie anche se tu hai un atteggiamento "modesto" (io non ero il tipo che si vantava, ma non serviva, il successo si vede). Cercano tutti di distruggerti.
Dopo una carriera super folgorante, finisco all'estero, e ora i colleghi invidiosissimi, il capo del mio capo invidioso e che non mi puo' controllare mi stanno distruggendo la possibilita' di andare avanti nella carriera.
La cosa mi pesa ma psicologicamente ho messo dei puntelli cercando hobby che mi diano gioia, ballando e frequentando donne molto attraenti etc. (ma non ho una ragazza, , leggi la mia storia). La cosa che mi fa andare avanti e' il passato costellato di enorme soddisfazioni (premi etc.) che non potra' togliermi nessuno.
Devi cercare di guardare le cose con ditacco, la natura umana e' cosi'. Scaricano le inadeguatezze e frustrazioni prenendosela con coloro che li fanno stare male e che mostra quel che loro non vogliono fare (perche' alla fine c'e' un grande lavoro dietro al successo, io per 20 anni non mi sono preso una vacanza).
Nel viaggio, se non ti fai distruggere, trovi anche molta gente che ammira la tua forza e diventano i loro tuoi migliori amici, mostrandoti anche il lato migliore dell'umanita'.
Ma non pensare che solo chi ha successo ha queste dinamiche. C'e' sempre una vasta percentuale di gente che ti invidia qualche cosa ed e' disposta a farti del male o per quello o semplicemente perche' senza scrupoli puntano al potere e soldi (cosa che sto vivendo in questo periodo sulla mia pelle).
Il mio consiglio e' di capire queste cose, rimetterti in sesto e prendere in mano la tua vita. Non ho visto la tua foto ma non penso che tu sia brutto. E' una percezione mentale dovuta alla violenza psicologica che ti hanno esercitato. Se fai moto fisico, ti vesti bene, ti mantieni ordinato e pulito, non puoi essere brutto, fidati.
Il mio motto e' che io DEVO ESSERE PIU' DURO DELLA VITA. Fallo anche tuo -
Ti ringrazio dei consigli e degli incoraggiamenti, ma... ormai "riprendermi la vita" è poco più che un'utopia. Ormai ho alzato bandiera bianca e voglio solo una vita tranquilla.
Oggettivamente il mio lavoro non mi offre possibilità di miglioramento e anzi sto valutando se farmi togliere qualche responsabilità. Lasciarlo a 40 anni sarebbe un'assoluta follia, non ho un gran curriculum (gli anni persi all'università, gli ulteriori persi negli studi...) e mi condannerei alla disoccupazione. Se istituissero il reddito di cittadinanza a un livello decente, probabilmente lascerei il mio lavoro.
Sulla bruttezza... non sarò un orrore (per fortuna i brufoli sono andati via, ma anche i capelli ahimè...) ma oggettivamente sotto la media lo sono e ormai penso di essermi fatto un'idea molto precisa sul mio aspetto, al di là delle paturnie che avevo da giovane. Comunque oggi non è un problema che mi interessa molto, non è certo solo per il mio aspetto che non ho mai avuto relazioni, anche brevi; ne ho visti uomini terrificanti fidanzati o sposati... comunque, il periodo in cui perdevo tempo a curarmi dell'aspetto è passato, non fosse che devo frequentare altre persone per lavoro smetterei di radermi e lavarmi regolarmente, attività che mi danno molto fastidio.
Comunque, le frasi che ho riportato si riferiscono al colloquio con lo psicologo aziendale della banca della mia città. Era molto sorpreso che una persona con un curriculum così scarso avesse fatto il test logico-matematico senza sbagliare nemmeno una risposta. -
Appare assurdo che un uomo con una tale intelligenza non sia mai riuscito ad avere una donna.
Conosco fiori e fiori di donne molto attratte dalle persone particolarmente intelligenti
Soprattutto se si tratta di intelligenza logico-razionale.
Peccato. Mi sembri la classica persona piena di potenziale ma che non è stata mai capita e che forse tu non sia riuscito ad esprimere complementamente il tuo genio.
Questo è il classico caso in cui il problema è tuo più che dell'ambiente circostante
Poiché potevi essere preso in giro a quindici anni per il tuo cervello
Ma arrivato a 20/25 saresti stato preso come esempio e addirittura ricercato dalle femminucce
Sul lavoro e università non mi esprimo. Poiché credo che quando si è particolarmente giù di morale è normale non riuscire a fare le cose al meglio -
Non ha senso fare questi discorsi, non posso tornare indietro ai miei 20/25 anni e farli andare nel modo giusto. Ormai ne ho 37 e le mie possibilità si sono molto ridotte. È vero che è stato quello il punto di svolta della mia vita, in cui potevo costruire la mia vita e invece l'ho distrutta. Ho sicuramente dei rimpianti per quel periodo della mia vita, ma è un treno che ormai è passato e non tornerà mai più.
Per quanto riguarda le donne... non è che oggi sia diventato uno stupido, anzi, penso spesso che se oggi andassi all'università finirei tutti gli esami in un anno e mezzo. Ma... l'intelligenza è solo una cosa fra tante, che possono piacere, e non la più importante. E, in effetti, quando a 30 ho cominciato a provarci con le donne non ho avuto riscontri positivi.
Nel mio caso pesano tante cose... l'aspetto per esempio, a essere grassi e pelati sicuramente uno svantaggio con le donne ce l'hai. La timidezza e l'insicurezza pesano ancora di più, una donna vuole sentirsi "rassicurata" dal suo uomo e io questo non lo garantisco... vedi il mio passato, alle prime difficoltà sono crollato. E poi, la mancanza completa di rapporti sociali, se uno ha amici poi incontra gli amici degli amici, è facile conoscere persone... io stavo su una sedia a sbavare per gli psicofarmaci quando i miei coetanei andavano insieme a far vacanze in Spagna o in Grecia. Ho provato di tutto per rimediare, anche a frequentare corsi di qualsiasi tipo... ma nella mia città sono quasi tutti frequentati da persone anziane. Per cui, fine dei giochi.
Devo pensare che ho una vita che mi offre possibilità molto limitate, ma comunque piacevoli se ci si accontenta. Se penso alla carriera o alle donne mi faccio del male e basta. -
Però questo discorso riguardo la tua vita , l'hai tirato fuori tu ..
Magari era uno sfogo e quant'altro
Però dirmi che non ha senso parlarne quanto tu ci hai raccontato della tua storia
Non ha senso nel non senso.
Non so se mi spiego -
teddybear, a me sembra che tu sia una persona intelligente, validissima, a cui purtroppo la vita ha messo davanti delle difficoltà (bullismo, depressione e conseguenze varie), che per questo non è stata valorizzata al meglio e ha smesso di credere in se stessa autoconvincendosi di essere un fallimento.
Ebbene non è così (e non lo dico per "consolarti"). Come ti hanno già scritto, hai fatto cose di cui puoi essere contento nella tua vita. A parte che io preferirei vincere una gara di matematica che una sportiva! (ovviamente mai vinta nessuna delle due)
Laureato in economia col massimo dei voti, chi se ne frega dei colloqui (che poi se consideri che hai ritardato la laurea per problemi personali e di salute e non per farti le vacanze, prenditi solo la soddisfazione di aver fatto i test matematici della banca in modo perfetto!! guarda io li ho fatti - male - e ti ammiro tantissimo!!!) fintanto che hai vinto un concorso pubblico cosa per cui la maggior parte dei tuoi ex colleghi scommetto che pagherebbero...sappiamo tutti quanto sono competitivi i concorsi pubblici qui in Italia e credimi tu che lo hai superato per me (e molti) sei un idolo! -
È più che altro uno sfogo, volevo più che altro far passare questo messaggio: fare i secchioni, fare i bravi bambini, può rivelarsi una beffa terribile quando si diventa adulti.
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