la libertà di fare una scelta in un mondo che offre milioni di scelte

  • è tempo ormai che non riesco più a scegliere qualcosa,intendo qualcosa che mi appassioni davvero...è tutto così alla portata di mano di tutti ce oramai nulla mi pare interessante,tutti s'interessano di tutto,per ogni idea,o passione,o interesse si trova talmente tanto di scritto e detto da nauseare,come se non ci fosse più niente da scoprire,da inventare...sono mesi,forse anni che sto cercando "qualcosa",una strada che sia solo mia,ho molte idee anche originali ma vengo sopraffatta dal fatto che non so cosa scegliere perchè le scelte sono davvero tante e multiformi,la concorrenza esiste su tutti i fronti,anche su attività o lavori che sembrano rari e inconsueti...diventa caotico capire quale strada imboccare...premetto che sono una trentenne con una laurea da infermiera e una famiglia,mi sono licenziata dopo 8 anni perchè sento che non è un lavoro che potrei fare a vita,soprattutto per gli orari e per l'uso e abuso che si fa della medicina in genere oggi... con che criterio dovrei scegliere?qualcuno magari si ritrova in questo contesto o magari ci si è trovato...?

  • Citazione

    come se non ci fosse più niente da scoprire,da inventare

    eh, non è un'idea solo tua...è un elemento del pensiero postmoderno...


    forse sarebbe meglio non seguire le scelte che ci offre il mondo, ma quelle che sono davvero nostre, che sono più interiorizzate

    dal momento in cui si sceglie fra un certo numero di cose che qualcuno ci offre, la libertà è solo finta, come la libertà di guardare quel che si vuole alla tv...

    Nasci, studi, e vai a lavorare, per comprare quello che non hai, e così ti scordi che sei vivo.

  • si è vero,forse la libertà di scelta è finta...ma ti parlo di una sensazione strana...quella del sentirsi paralizzati di fronte alle tante opportunità,come niente potesse soddisfare in profondità,e tutto sia pervaso dal lato economico e di convenienza,ogni cosa..come se nulla fosse più genuino,semplice..non ti parlo olo di lavori,mestieri,attività..ma di ogni cosa,ogni scelta che può riguardare la persona...

  • Citazione

    e tutto sia pervaso dal lato economico e di convenienza,ogni cosa..come se nulla fosse più genuino,semplice

    eh sì, anche io se guardo alle opportunità offerte vedo questo...tutto (o quasi) ha un prezzo e viene creato perché un pubblico lo acquisti e si realizzi un profitto...anche nei rapporti interpersonali la questione del pubblico ha una certa importanza, a volte (troppe) si agisce per recare gradimento a un pubblico

    ...le cose dunque non hanno più un fine in loro stesse, ma come fine hanno spesso l'adeguamento a un certo gusto di un certo pubblico...e se il gusto in questione ancora non esiste i mass media possono influenzarci per farci avere questo gusto

    la società si fa più complessa e siamo sempre più dipendenti gli uni dagli altri, per vivere nella società si deve guadagnare, per guadagnare bisogna soddisfare un bisogno della società: qua c'è l'indebolimento della creatività, il dover essere per gli altri ci porta a conformarci

    forse per essere davvero soddisfatti, genuini, originali bisogna applicare una poetica dell'inutile...fare semplicemente per fare...art as art

    Nasci, studi, e vai a lavorare, per comprare quello che non hai, e così ti scordi che sei vivo.

  • Penso di capire quello che intendi, probabilmente e' un problema simile al mio, anche se il mio non lo so spiegare. Ho troppi problemi che non so spiegare. Comunque penso che tutto parta dal fatto che esistono un sacco di cose interessanti in questo mondo, ma allo stesso tempo ci sono dei limiti fastidiosissimi: limiti economici, limiti di tempo, limiti di complessita' e specializzazione. Ci si sente costretti a scegliere un binario da seguire a vita, senza via di scampo, e quindi l'impressione e' che ogni scelta diventera' una prigione. Non si puo' fare l'astronauta e il cantante rock. Non ho mai conosciuto cantanti rock che fossero astronauti. E allo stesso modo non si puo' fare il chirurgo e l'organizzatore di eventi culturali. Non si puo' fare l'operaio e il programmatore di computer. E se non hai i soldi non puoi avere un azienda agricola. Se non hai la laurea non puoi fare lo psicologo. E cosi' via... vincoli su vincoli, di tempo, di soldi, di impegno. Investimenti sulla vita. Costretti a scegliere un binario ed un treno da prendere per un viaggio lunghissimo, quando non si puo' avere la certezza nemmeno della prossima fermata.
    Io per ora ho scelto di non scegliere. Preferisco tenere la mente aperta e guardare l'orizzonte, anche passivamente, piuttosto che essere su un treno in corsa verso chissa' dove.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • si avete colto quel che intendevo...centinaia di vincoli e zero vie d'uscita...in ogni caso questo consumismo di oggi non mi attrae,preferisco essere la sig.ra nessuno che darmi in pasto a chi mi vorrebbe in un certo modo... meglio l'anonimato dove magari poter esser quello che si è,lusso non da poco!il problema del limite di libertà rimane,come diceva diverso i vincoli sono tanti e si rischia d prendere una strada e poi pentirsi amaramente...che due p...!

  • A volte il problema può risiedere anche nelle aspettative.Si cresce pensando di poter fare qualsiasi cosa,di poter seguire mille percorsi diversi,e magari si arriva a non conoscerne nessuno fino in fondo perché ci si attacca a questa idea di possibilità infinite...e magari,nel frattempo,non si elaborano neanche i mezzi per poter effettivamente realizzare anche solo una di queste.

    È un'idea molto consumistica...ma dato che ormai tutte le professioni sono sature,è abbastanza naturale.
    Secondo me l'errore sta nel guardarle tutte insieme,nel complesso,e non riuscire così a decidere.Anche perché,proprio perché è quasi impossibile per una persona "nella norma",percorrere una strada che nessuno ha mai percorso (sempre dal punto di vista professionale),occorre scegliere qualcosa che appaghi a prescindere.
    Poi il fatto di "fare qualcosa che nessuno ha mai fatto" è un'idea perdente solo se la si interpreta alla lettera...l'unicità,la specificità di ciò che ciascuno fa,sta in chi lo fa e come...nessuna cosa ha valore di per sé.Nemmeno raggiungere il vertice nella propria carriera ha valore,se si considera che molte altre persone prima di te lo hanno fatto e mille altre lo faranno o se,ad esempio,in fondo di quel posto non te ne frega nulla perché tanto ti ci ha messo tuo padre.È la persona a dare valore alla possibilità che ha scelto di attuare.
    Incominciare una strada pensando di dover fare qualcosa di assolutamente unico - cosa che credo essere quasi sempre legata al pensiero di essere diversi o speciali,in qualche modo - mi sembra un tantino narcisistico.

    There is a crack in everything That’s how the light gets in.

  • Ciao Ladyparsifal,
    La dispersione di energie, di idee, la molta curiosità che sembra non incanalarsi in niente, la permeabilità ai molti stimoli senza poi intraprenderne nessuno....
    Questa difficoltà di "scegliere", di "non disperdere", può essere collegata alla nozione di limiti, al contenimento che abbiamo ricevuto da piccoli.
    Il problema non lo vedo tanto nella società consumistica, o nel facile accesso a tutto, ma piuttosto nella mancanza di contenimento, che porta a non sapere che spazio si occupa, a non saper differenziare efficacemente la nostra individualità, a non saper determinare bene dove ci si trova, dove finiamo noi e dove comincia il resto. La difficoltà che mi sembra di vedere nella società attuale è quella di genitori che non sono efficaci nel dare un sano contenimento ai figli, rendendoli troppo permeabili, e quindi insicuri e malfermi, rispetto al mondo esterno. Non dico che questo sia il tuo caso, è un'idea generale che mi sono fatta.
    E così ci troviamo a cavalcare un pendolo che oscilla perennemente.
    La curiosità e la creatività che si vede dal tuo post sono una risorsa molto potente.
    Un modo potrebbe essere quello di differenziarci, e con questo intendo dire esplorare chi siamo, i nostri desideri, ciò che sappiamo far bene, e ancorarci al nostro essere, per essere così meno vittime degli stimoli esterni nelle nostre scelte

  • Condivido tutto ciò che è stato detto in questo thread.

    Personalmente aggiungerei un altro aspetto che ho notato soprattutto in relazione alle osservazioni che in questo periodo sto facendo su me stessa.
    Ho provato anche io la stessa situazione: sentivo di essere il centro di una mappa mentale dai mille colori e dalle mille diramazioni. Ma nessuna di quelle diramazioni aveva un nome o una etichetta ben specificata. Di fronte ad una rosa di opzioni troppo vasta, ci si immobilizza.

    Mi sono chiesta se ho davvero il bisogno di avere tutte queste possibilità per cercare la mia strada. Pochi giorni fa mi sono fatta proprio questa domanda: l'alternativa è davvero reale? O è soltanto una "scusante"? Un modo per poter restare fermi nel vano tentativo di prendere la decisione più giusta possibile?

    Faccio un esempio banale: io ho un piccolo problema nel giudare la sera da sola. Lo faccio, se devo farlo, ma preferisco sicuramente essere accompagnata. Un amico mi invita a casa sua a vedere un film. Ho due opzioni davanti a me: andare o restare a casa (e nella mia mente inizio a pensare: letto, thè caldo, pigiamino). L'alternativa - è un esempio estremizzato e banale - mi porta sempre a dire "potrei, ma...". Nel momento in cui mi impongo qualcosa, l'assenza di alternative, si smuove in me un senso di decisone che ho faticato a provare per moltissimi anni . Vado: mi vesto, prendo le chiavi e quando sono in macchina non possso più tornare indietro. Come va, va.

    Io credo che il mondo in realtà non offra milioni di scelte. Cioè, le offre, ma non sono tutte a nostra disposizione e non devono esserlo. L'alternativa è un modo talvolta per evitare di impegnarsi davvero e a fondo nel proseguire lungo la via che abbiamo -di principio- deciso di intraprendere. Si, ci sono i cambiamenti di rotta: esempi di cambiamenti di vita drastici ed improvvisi.

    Mi impegno in qualcosa, in un hobby ad esempio, ma posso sempre cambiarlo: quindi non mi impegnerò mai fino in fondo a seguire passo dopo passo quella mia passione e a coltivarla, ampliarla. Ed è li che subentrano le alternative: muoversi da un ramo verso rami via via più piccoli e folti. Cambiare albero è come stravolgere se stessi.

    Ciascuno di noi ha l'illusione dell'assoluta libertà di diventare ciò che si vuol in un mondo in cui le informazioni sono alla portata di tutti con un semplice clik. Ma non si può comprendere l'universo in uno sguardo, così come non ci si può muovere in questa assoluta libertà di scelta senza cadere nel delirio.

    Non so se mi sono spiegata :hmm:

  • sto cercando "qualcosa",una strada che sia solo mia,ho molte idee anche originali ma vengo sopraffatta dal fatto che non so cosa scegliere perchè le scelte sono davvero tante e multiformi,la concorrenza esiste su tutti i fronti,anche su attività o lavori che sembrano rari e inconsueti

    Perchè hai questo bisogno di fare qualcosa di mai fatto, di originale ed unico ad ogni costo? Sembra che più che il "contenuto" di quello che eventualmente potresti scegliere di fare, ti interessi più l'effetto sociale che avrebbe: cerchi un modo per primeggiare sugli altri. Perchè?

    sentirsi paralizzati di fronte alle tante opportunità,come niente potesse soddisfare in profondità,e tutto sia pervaso dal lato economico e di convenienza,ogni cosa..come se nulla fosse più genuino,semplice

    Per soddisfare se stessi in profondità basta solo ascoltare se stessi. Se si impara a conoscere davvero se stessi allora si capirà davvero quali sono i propri desideri.
    Il non essere capaci di scegliere qualcosa che ci piaccia davvero indica solo che ancora non sappiamo chi siamo.
    Il consiglio che ti dò è quindi di fare un percorso di crescita personale per capire davvero chi sei e cosa vuoi.

    esistono un sacco di cose interessanti in questo mondo, ma allo stesso tempo ci sono dei limiti fastidiosissimi: limiti economici, limiti di tempo, limiti di complessita' e specializzazione. Ci si sente costretti a scegliere un binario da seguire a vita, senza via di scampo, e quindi l'impressione e' che ogni scelta diventera' una prigione.

    Costretti a scegliere un binario ed un treno da prendere per un viaggio lunghissimo, quando non si puo' avere la certezza nemmeno della prossima fermata.

    Il senso di "costrizione" riguarda soprattutto le grandi scelte inerenti il lavoro o il decidere dove vivere.
    Per quanto riguarda le "passioni", gli interessi, gli hobbies, se sono reali non ci sono dubbi o indecisioni. L'indecisione nasce quando si prova a fare qualcosa per gratificare gli altri o che piace agli altri.
    Ma ognuno di noi è in grado di capire senza sforzo cosa ci piace e cosa no. E se ancora ci sono dubbi deriva solo dal fatto che dobbiamo prima imparare a conoscere meglio noi stessi, liberandoci dalle influenze ambientali e culturali circostanti.
    La Vita è proprio questo: un lungo cammino di conoscenza di noi stessi, degli altri, del mondo.

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