Le cose che incidono "negativamente" nella nostra Vita

  • Apro questo spazio di confronto per invitare tutti a ragionare insieme sui fatti che ti cambiano la vita in negativo, per condividerlo e per trovare la forza di accettare.
    Mi sono trovata sulla sedia a rotelle dopo aver trattato, curato e assistito per anni pazienti su sedia a rotelle.
    Certo non immaginavo che questa sorta sarebbe toccata anche a me.
    Sono successe anche a voi cose così negative? E come le avete affrontate???
    Saluti. :huh:

  • Apro questo spazio di confronto per invitare tutti a ragionare insieme sui fatti che ti cambiano la vita in negativo, per condividerlo e per trovare la forza di accettare.
    Mi sono trovata sulla sedia a rotelle dopo aver trattato, curato e assistito per anni pazienti su sedia a rotelle.
    Certo non immaginavo che questa sorta sarebbe toccata anche a me.
    Sono successe anche a voi cose così negative? E come le avete affrontate???
    Saluti. :huh:

    Caspita, certo che purtroppo ti può capire fino in fondo solo chi ha vissuto esperienze simili. Per esperienza e per ciò che ho studiato, si dice che tutto dipende da come le si vivono le cose. C'è chi non ha niente e vive una depressione terrificante e devastante, poi ho conosciuto persone (e forse anche tu visto che ci hai lavorato) che a seguito di traumi simili, superata la fase iniziale, hanno trovato un'armonia, un'energia e una vitalità che raramente vedo nelle persone "sane".

    Forse sarebbe più corretto dire "fatti che ti cambiano la vita." punto, senza specificare se in positivo e negativo.

    Ci sono sofferenze nella vita che ce le creiamo noi, e quelle inevitabili, come la malattia, la separazione dalle persone care, la vecchiaia, i traumi ecc...

    Le cose negative e spiacevoli che mi sono capitate, le ho dovute accettare come anche tu sei ben consapevole. Come? Davvero non credo ci sia un metodo uguale per tutti. La sofferenza di un cambiamento spiacevole è un processo individuale che se elaborato correttamente dovrebbe portare ad una profonda e serena accettazione. I tempi e i modi, credo siano soggettivi.
    Mantenere la lucidità e la consapevolezza sicuramente aiuta. Non avere paura di crollare e di chiedere aiuto, anche. Molti vedono questi eventi come una battaglia da affrontare, forse per alcuni è il modo migliore per affrontarla, ma per il mio carattere ad esempio ho notato che la resa è molto più efficace.

    Tu, ora come ti senti? Ti va di descriverlo?

  • ciao mi sono appena iscritta...io credo che la vita sia una specie di scuola,a volte sadica,a volte meravigliosa, a volte non ci lascia tempo per capire ,altre ci insegna a una profondità inaudita del nostro essere rinnovando l'esistenza e portandola a elevazione anche attraverso esperienze all'apparenza tragiche,tristi e sconfortanti..credo che ogni cosa giunga a noi perchè deve giungere,non so da chi e non so come ma niente è coincidenza.io fino i 14 anni circa avevo molto paura del diverso,dei drogati,dei reietti,di quelli "che si nascondono",ero diffidente...mi sono innamorata di un tossicodipendente che è morto di overdose mentre ero al lavoro...lui mi ha guarito dalla cecità che i pregiudizi sanno dare e nella cattiveria della gente vedevo ciò che sarei potuta diventare(premetto che non facevo uso di droga ma ero comunque bollata dai bigotti come drogata) e ora a 30 anni le persone di cui diffido sono i sorrisi da "mulino bianco"...tu non hai cercato quel che ti è successo e forse il mio ragazzo si, ma la sofferenza non è misurabile nella tragedia e ho voluto condividerlo comunque,un abbraccio!

  • Apro questo spazio di confronto per invitare tutti a ragionare insieme sui fatti che ti cambiano la vita in negativo, per condividerlo e per trovare la forza di accettare.

    E' una cosa parecchio impegnativa.

    Mi sono trovata sulla sedia a rotelle dopo aver trattato, curato e assistito per anni pazienti su sedia a rotelle.
    Certo non immaginavo che questa sorta sarebbe toccata anche a me.
    Sono successe anche a voi cose così negative? E come le avete affrontate???

    Per molto tempo ho passato la vita a lavorare per assistere gli altri, poi quando è toccato a me avere bisogno di assistenza si sono dileguati tutti tranne pochissimi.
    Ho "bruciato" diversi anni della mia vita per inseguire cause che sono ancora li dove le avevo lasciate, in cui credevano tutti, ma in cui dovevo fare tutto io.
    Mi è capitato anche di subire le conseguenze di un male per cui avevo prestato assistenza ad altri, ma non si tratta di qualcosa di fisico come nel tuo caso.

    Alla fine le ho prese e le sto prendendo tutte come esperienze, anche se non nego che nella fase di accettazione si passano momenti tipici dell'elaborazione del lutto. Si ha spesso la sensazione di "non potercela fare" o che "è tutto finito", fasi in cui passa la voglia di vivere.

    Ma sono fasi, appunto. A meno che non si muoia: c'è sempre un dopo, e dobbiamo far funzionare al meglio il presente in funzione anche di quel "dopo".
    Talvolta la vita ci sembra assolutamente misera, ma è proprio grazie alle difficoltà che si sperimenta la gioia di vivere.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Ciao, io sono ancora arrabbiata e mi dispiaccio troppo nel non poter fare le cose che mi piacerebbe, per fortuna c'è
    Ivan(un amico) che mi aiuta anche in queste cose tipo risponderti.
    Volevo ringraziarti per aver scritto e detto che i cambiamenti sono cambiamenti e "punto" e che forse è meglio non vederli come positivi o negativi.
    vorrei, inoltre, chiederti cosa intendi quando dici che la "resa" è il modo più efficace.
    aspetto una tua risposta.
    grazie, Ciao

  • ciao mi sono appena iscritta...io credo che la vita sia una specie di scuola,a volte sadica,a volte meravigliosa, a volte non ci lascia tempo per capire ,altre ci insegna a una profondità inaudita del nostro essere rinnovando l'esistenza e portandola a elevazione anche attraverso esperienze all'apparenza tragiche,tristi e sconfortanti..credo che ogni cosa giunga a noi perchè deve giungere,non so da chi e non so come ma niente è coincidenza.io fino i 14 anni circa avevo molto paura del diverso,dei drogati,dei reietti,di quelli "che si nascondono",ero diffidente...mi sono innamorata di un tossicodipendente che è morto di overdose mentre ero al lavoro...lui mi ha guarito dalla cecità che i pregiudizi sanno dare e nella cattiveria della gente vedevo ciò che sarei potuta diventare(premetto che non facevo uso di droga ma ero comunque bollata dai bigotti come drogata) e ora a 30 anni le persone di cui diffido sono i sorrisi da "mulino bianco"...tu non hai cercato quel che ti è successo e forse il mio ragazzo si, ma la sofferenza non è misurabile nella tragedia e ho voluto condividerlo comunque,un abbraccio!

    Ciao, volevo sapere come hai affrontato la tua tragedia.
    E sai anche a me i sorrisi da "mulino bianco" mi stanno proprio sulle scatole.
    ciao e grazie.

  • Ciao, ti ringrazio per avermi ricordato che c'è sempre un "Dopo", anche se faccio fatica a pensarci...
    a volte come dici tu, ti passa la voglia di vivere... ma meglio non pensarci...
    però meglio iniziare a costruire il dopo...
    ciao e grazie

  • Ciao, io sono ancora arrabbiata e mi dispiaccio troppo nel non poter fare le cose che mi piacerebbe, per fortuna c'è
    Ivan(un amico) che mi aiuta anche in queste cose tipo risponderti.
    Volevo ringraziarti per aver scritto e detto che i cambiamenti sono cambiamenti e "punto" e che forse è meglio non vederli come positivi o negativi.
    vorrei, inoltre, chiederti cosa intendi quando dici che la "resa" è il modo più efficace.
    aspetto una tua risposta.
    grazie, Ciao

    E forse la resa è anche il modo più piacevole e creativo.
    Nella nostra cultura ci viene insegnato fin da bambini di combattere e lottare, di credere in ciò che si fa, di andare avanti, di non pensare alle cose spiacevoli, di essere migliori in quello che si fa, di essere unici e speciali ecc...
    Beh, come tutte le cose un fondo di verità e giustizia c'è, ma portato all'eccesso può essere estremamente dannoso. E' una grossa responsabilità ed un grosso peso da portare.
    Se prendiamo per esempio la cultura orientale così come la immaginiamo o come pensiamo che possa essere, cioè all'estremo, all'opposto, come tutto che va lasciato agli eventi, anche qui possiamo imparare tanto e trovare una via di mezzo che è sempre la via più serena. Ma la vita è così, prima di passare per una via di mezzo stabile e serena, occorre passare per i due estremi.

    Per essere più concreto ti parlo delle mie esperienze. Ogni volta che mi sono trovato i situazioni estremamente dolorose, che non volevo accettare, per cui ho combattuto fino all'ultimo, in cui ho pensato che non dovevo smettere mai di lottare, di crederci e di arrendermi, beh, ci sono stati momenti in cui sfinito, senza più forze ed energie, pensando di non potercela più fare, ho cercato di aprire la mente ed ho pensato a cosa sarebbe successo se mi fossi arreso. A volte è davvero una liberazione quando questo processo arriva dal profondo. Lasciarsi andare profondamente ed accettare tutto ciò che viene non avendo più niente da perdere, può trasformarsi in una gioia immensa.

    Ma è un processo che non può essere cercato volontariamente, pertanto l'unico consiglio che mi viene da darti è di continuare a fare quello che ti senti di fare, se vuoi lottare o meno e quando arriverà il giorno che sentirai quella sensazione di poterti lasciare andare, di arrenderti, non pensare che devi tener duro o mandare via quel pensiero, lasciati andare e basta, senza nessuna paura.
    Forse vado un po' controcorrente, ma questo è ciò di buono che ho provato e che posso condividere con te.

    Ora che hai questo amico, Ivan, sono certo che se una qualche volta avrai voglia di lasciarti andare sarà lì con te in silenzio, senza giudicarti e ti darà la sicurezza che ti permetterà di non aver paura.

    P.s.
    Grazie a te per aver condiviso la tua esperienza

  • a volte come dici tu, ti passa la voglia di vivere... ma meglio non pensarci...
    però meglio iniziare a costruire il dopo...

    GIà, ma non rifiutare il pensiero cattivo: lascia che si sfoghi; ha una sua funzione anche quello.
    E sappi che tornerà ciclicamente: è naturale.


    Poi passa oltre, ogni volta sempre un tot in più, e cerca di costruire il presente. Se sarai costante e testarda il pensiero cattivo tornerà ogni volta più debole.

    Per te è più difficile che per altri, come lo è stato per me in altro modo e come lo è per altri in altri modi ancora.

    La vita non è di chi rifiuta il male, ma di chi sa gestirlo.. poiché esso è inevitabile.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • beh non sapevo bene come affrontare un lutto così grande all'inizio,chi doveva aiutarmi ha cercato di coprire l'accaduto rispedendomi al lavoro dopo solo tre giorni e non ho avuto il tempo di stare in pace col mio dolore,di sentirlo mio e di soffrire come doveva essere;non ero lucida,non sapevo bene cosa fare ma di sicuro non dovevo tornare al lavoro...gli amici,i colleghi di lavoro,i parenti si sono volatilizzati mi sono ritrovata sola,nessuno è venuto al suo funerale.credo che se fosse morto per incidente o per cancro mi avrebbero trattato diversamente,mi avrebbero circondato di cartoline,cuori e amori(scusa il cinismo ma debbo)...non so è strano,da li è nata una gran rabbia ma anche una gran consapevolezza della mia forza,io ero Sola e non ero più legata a nessuno,finalmente non dovevo più fingere...passavo le giornata con una vecchia cavalla a fare passeggiate in campagna,cercavo di distrarmi in qualche modo ma ero sola e anche uscire era difficile,ho fatto molte gite da sola,uscivo sola la sera e conoscevo gente così,poi ho ripreso contatti con un vecchio amico d scuola che tuttora è mio grande amico,l'unico forse...è che per qualsiasi cosa brutta accada,anche di genere diverso,credo che la solitudine sia il sentimento predominante,il senso di smarrimento ma anche una coscienza dei nostri limiti e della nostra forza,che magari,in situazioni normali,non conosceremo mai...ad oggi provo ancora una gran rabbia in certi momenti,è una rabbia legata alla sua morte,che viene fuori soprattutto in periodi di stress,mi sono rifatta una vita anche se pensavo che per me non ci sarebbe stata più occasione perchè allo specchio vedevo un cadavere e non la mia immagine,ovviamente mi sono licenziata da quel posto di m. poichè si è dimostrato un covo d serpi...spero d'esserti stata un pò d'aiuto

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