Io ho conosciuto un paio di ragazzi di questa tipologia.
Non riuscivano ad avere una percezione giusta di loro stessi o la negavano. Erano privi di empatia, non davano affetto, non ascoltavano e non si impegnavano mai veramente in qualcosa. Pessimi soggetti a livello umano, sempre pronti a giudicare gli altri o sminuirli, sempre con la mania dell'essere nel giusto, quando loro erano veramente molto egoisti nei confronti dell'altro.
Si lamentavano di non avere nessuna donna che li amasse, che le donne erano tutte chiacchierone o che incontravano solo ragazzine infantili. Ed è buffo, perchè in realtà erano loro quelli infantili, quelli che si lamentavano ma non davano mai una dimostrazione reale di maturità, i loro stessi valori erano quasi inesistenti.
Volevano ottenere fiducia, ma senza impegnarsi, volevano amore senza dare a amore, volevano affetto ma trattavano la gente di m∙∙∙a. E quindi erano eterni infelici, ma perchè non riuscivano ad ammettere le loro mancanze.
Bisognerebbe a volte farsi un esame di coscienza, altrimenti è meglio stare zitti e calare la testa.
L'egocentrismo mascherato da vittimismo
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Direi che è meglio lasciar perdere tutte le minc∙∙te che uno si inventa tanto per giustificare un modo di essere.
o
Che uno sia egocentrico o narcisista [lo siamo tutti, chi piu chi meno] e si atteggi a vittima [lo fanno in tanti]o a ganzo sciupafemmine o maschi [lo fanno in tanti] non cambia nulla. Sta semplicemente cercando di sopravvivere giocando le carte che ha.
Il fine è quello di trovare compagnia e un senso all' esistenza [che di solito e di una pedanteria e di una prevedibilità debilitante].E' vero che ognuno gioca le sue carte, ma lasciami dire che ci sono modi e modi per farlo. E alcuni giocano veramente male.
In ogni gioco che si rispetti bisogna mettere a rischio qualcosa e molte persone non vogliono farlo ma pretendono che lo facciano gli altri. Quando gli altri non accettano il gioco impari, iniziano a lamentarsene, fanno le vittime. Un pò quando da piccoli i genitori non ci compravano il giocattolo che desideravamo, perchè avevamo fatto i monelli.
Il concetto è lo stesso, se sei una persona vuota, non attaccare gli altri perchè non fanno quello che ti aspetti che facciano, ma inizia a crescere e a meritarti le cose. -
Concordo con la tua analisi Artemisia. Penso anch'io che molta gente si adagi sul fatto di "non essere superficiale"( quando magari il loro non essere superficiali si limita a non andare in discoteca piuttosto che non seguire altre modeo ) oppure di "avere dei valori" ( valori che poi , come hai osservato giustamente tu non si manifestano nel loro modo di agire, anzi, sono persino più intolleranti di quelli da cui si sentono giudicati ) oppure hanno sofferto in passato e in virtù di questo si aspettano che gli altri li debbano risarcire.
Hanno aspettative spropositate, vorrebbero che tutto e subito, vorrebbero le persone che li portassero in palmo di mano, che facessero e dicessero tuttto ciò che si aspettano senza sgarrare e in cambio di che? Di nulla , si aspettano tutto questo solo in virtù del valore che si danno, si sentono importanti come quelli che essi giudicano con la puzza sotto il naso. -
Capita anche a me di notare questa tendenza al vittimismo mascherata dal "non sono uno superficiale".. con alcuni, se gli vai a parlare del vuoto e la mancanza di valori, sono sempre pronti; ma se gli proponi di andare in un qualche posto loro "No, là noi mai!, C sono gli str.. che vanno là!" Ma anche se ci vanno, e allora? Che te frega, stiamo in compagnia lo stesso! Anche se vado in locali considerati modaioli resto sempre io, non è che mi modifico geneticamente!
Giudicano a priori e poi si crogiolano sul fatto di avere valori d'altri tempi, ma non ha tanto senso se sei tu il primo a chiuderti e a rinunciare a conoscere... -
Concordo con la tua analisi Artemisia. Penso anch'io che molta gente si adagi sul fatto di "non essere superficiale"( quando magari il loro non essere superficiali si limita a non andare in discoteca piuttosto che non seguire altre modeo ) oppure di "avere dei valori" ( valori che poi , come hai osservato giustamente tu non si manifestano nel loro modo di agire, anzi, sono persino più intolleranti di quelli da cui si sentono giudicati ) oppure hanno sofferto in passato e in virtù di questo si aspettano che gli altri li debbano risarcire.
Hanno aspettative spropositate, vorrebbero che tutto e subito, vorrebbero le persone che li portassero in palmo di mano, che facessero e dicessero tuttto ciò che si aspettano senza sgarrare e in cambio di che? Di nulla , si aspettano tutto questo solo in virtù del valore che si danno, si sentono importanti come quelli che essi giudicano con la puzza sotto il naso.Il problema ed è anche una cosa che ho notato, e che queste persone sono consapevoli della loro superficialità ma negano l'evidenza, per questo cercano gente in grado di farli sentire apprezzati, ma come hai detto se dentro non hai nulla da offrire, prima o poi le persone che hai vicino se ne rendono conto. Per questo generalmente persone di questo tipo tendono a creare rapporti che prima o poi vengono a rompersi, loro di rimando ogni volta che succede subbiscono un confronto con la realtà, con quello che sono veramente e quindi per non ammettere le loro mancanze, fanno le vittime.
Sono di solito persone che tendono ha essere molto depresse, frustrate e arrabbiate, specialmente quando qualcuno mostra loro la verità, si chiudono e cessano di avere un dialogo con l'interlocutore. -
Io non credo che questo si possa definire egocentrismo
Sono capricci infantili.
Per poter parlare di egocentrismo abbisogna che vi sia un ego attorno al quale far girare qualche argomento.
Qui mi pare ci sia solo la presenza, talvolta meramente fisica o incasellata come "inferiore".
Un egocentrico non si fa incasellare come "inferiore", piuttosto cambia aria.Non so se può centrare qualcosa, ma mi è venuto in mente un articolo che parlava di persone che, nella vita, si sentono come in credito: cioè persone che non sono mai grate di quello che hanno o che ricevono, perché hanno sempre la sensazione di meritarsi molto di più, questo "più" non lo ricevono e non lo riceveranno mai, e restano così, perennemente scontente;
Credo siano la maggior parte, soprattutto oggi che i problemi primari (cibo, riparo, sicurezza) sono diventati secondari.
Questa che vai descrivendo coincide con una fase infantile che normalmente si estingue in età adulta per causa di forza maggiore (mazzate sui denti). Chi, per un motivo o per l'altro, non si *evolve* resta con un piede nell'infanzia e crede che basti un po' di vittimismo per ottenere o, peggio, crede che basti esistere per meritare.all'opposto ci sono le persone che si sentono "in debito", le quali ogni cosa ricevuta o ottenuta, nel loro intimo, non sentono mai di meritarsela veramente.
In questi casi credo faccia da padrona una male-educazione da parte della famiglia e qualche trauma da parte dell'ambiente e della società. A differenza della versione precedente, infatti, questo modo di essere è abbastanza contro natura.
Questa percezione di "noi e gli altri", per cui ogni cosa che si ottiene è una manna dal cielo non meritata, può essere frutto di un complesso di inferiorità inculcato da una errata valutazione del merito quando si era piccoli. Di solito si tratta di figli che per i loro genitori (o tutori): "non era mai abbastanza", "non sei stato abbastanza in grado", "hai fatto bene, ma manca qualcosa", etc.E' vero che ognuno gioca le sue carte, ma lasciami dire che ci sono modi e modi per farlo. E alcuni giocano veramente male.
Fa parte del gioco. Se fossimo tutti bravi non vincerebbe nessuno.
Anche il solo criticare e stra-criticare gli altri per pochi e ripetitivi aspetti del loro essere tradisce un gioco fallato: stai urlando al mondo i tuoi punti deboli.
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