Io ho vissuto con un padre bullo e fino al liceo ho avuto persone che mi facevano bullismo. La mia autostima è molto delicata, mi basta che qualcuno di caro mi faccia una critica e sprofondo nel baratro. L'unico passo avanti che ho fatto è stato quello di fregarmene del giudizio di sconosciuti, ma a volte diventa difficile ignorare le offese e simili. Il ricordo di quegli anni d'inferno sono ancora dentro di me, e non se andranno mai. Posso solo concentrarmi sulla mia vita e cercare di realizzare i miei obiettivi.
I miei bulli sono tutti degli sfigati attualmente, uno di loro mi aveva aggiunta su Facebook e ci aveva provato, naturalmente la soddisfazione di averlo ignorato è stata grande.

Vita sociale rovinata a causa del bullismo
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Lo stress emotivo che procura essere vittime di bullismo è più alto di quello che si pensi.
Anch'io l'ho subito per tre anni, passati i quali, quando per strada incrociavo QUALSIASI persona di età compresa fra gli 11 e i 18 anni avevo paura. -
Si, nella vita ho dovuto affrontare anche questo problema e sicuramente è qualcosa che cambia per sempre il tuo atteggiamento verso il prossimo.
Un tempo ero molto più mansueto, oggi, se qualcuno prova a mettermi i piedi in testa perdo facilmente le staffe, anche se, per convenzione sociale, cerco di controllare e celare il mio malessere.
Poi gli altri mi giudicano introverso, senza sapere cosa mi ha portato ad esserlo.
Posso solo consigliarti di non pensare più agli episodi del passato, visto che i bulli nemmeno si ricorderanno più di te e soprattutto di non guardare le loro pagine facebook, ti fai solo del male. -
L'essermi imbattuto in questa discussione ha messo in moto i meccanismi della mia curiosità: così sono andato su Facebook e ho digitato il nome e il cognome di un vecchio compagno di scuola che si atteggiava a bulletto e, ovviamente, mi aveva preso di mira. Un ragazzo (ancora adesso a 33 anni) con gli occhioni da cerbiatto e l'aria da cucciolo triste e impaurito, che dopo aver provato a spaventare tutti ostentando il proprio atteggiamento da boss mafioso (ci trovavamo a Bagheria, provincia di Palermo, cercate di comprenderlo, poverino
) si sedeva al banco a piangere (cosa che nessun altro in classe faceva, e ci credo, è raro che un maschietto di 15 anni pianga davanti a tutti) per ogni brutto voto, tentando di nascondersi alla vista dei compagni.
Oggi è morto. Sposato con un'anonima ragazza carina, con un lavoro anonimo, una casa anonima in una via anonima di un paese anonimo, un televisore anonimo acceso su un'anonima partita di calcio, un profilo anonimo su un anonimo social network, dove condivide frasi ed immagini anonime commentate da altrettanti anonimi. Insomma, secondo le leggi della statistica, non esiste. Anzi, non è mai esistito. Per intenderci: una di quelle persone che esistono soltanto nel giorno del proprio funerale (che spero arrivi il più tardi possibile).
Scusate l'introduzione malinconica.
Io questo ragazzo andrei a trovarlo e lo abbraccerei (magari prima o poi lo faccio). È stato uno dei miei salvatori. E la cosa meravigliosa è che l'ha fatto inconsapevolmente. La meraviglia della natura!
È stato uno di quelli che hanno dato la vita per me, prodigandosi in mille modi e investendo infinite energie (che avrebbero invece potuto usare per rendere meravigliose le proprie stesse esistenze, pensate!) per tenermi fuori da una realtà mediocre nella quale, senza ombra di dubbio, sarei caduto se loro non me lo avessero impedito.
Senza l'intervento dei miei bulli salvatori, avrei passivamente percorso una via che agli albori della vita vedevo come l'unica possibile, e non avrei mai avuto modo d'investire le mie energie altrove, trovando davvero me stesso e diventando ciò che sono. Non posso che ringraziare chi si è letteralmente annullato per me, prendendo sulle proprie spalle tante fatiche ed evitandole a me, che adesso posso permettermi di stare qui a scrivere perché domani non sarò costretto ad alzarmi all'alba, come invece dovranno fare loro, sudando sotto il sole d'agosto e tremando al vento gelido di gennaio, per gli anni a venire, se vorranno portare a casa qualcosa da mangiare, destino nobile ma tanto faticoso dal quale, a loro insaputa, mi hanno salvato, immolandosi al posto mio.
Per quanto mi riguarda, quindi, massima stima e rispetto per tutti quelli che, col loro immenso amore mascherato da disprezzo, mi hanno regalato la fortuna, continuando giorno dopo giorno - fino alla morte - a lavorare per sostenere questa società della quale mi concedono adesso, senza fatica, di beneficiare.
Vi voglio bene. Grazie. -
Oggi è morto. Sposato con un'anonima ragazza carina, con un lavoro anonimo, una casa anonima in una via anonima di un paese anonimo, un televisore anonimo acceso su un'anonima partita di calcio, un profilo anonimo su un anonimo social network, dove condivide frasi ed immagini anonime commentate da altrettanti anonimi.
Il tuo post è molto intenso e bello tranne questa parte...
Ema (possa chiamarti amichevolmente ema?) porta pazienza ma io con la mia carriera, con i soldi che guadagno che mi mettono sicuramente sopra la media... non che sia Berlusconi intendiamoci ma sto bene, con prospettivi di ruoli di comando visto che già adesso sono a capo di una decina di persone e bla bla bla senza star a snocciolare tante cose francamente se mi dici dove devo firmare faccio a cambio con il tuo amico anche domani.
Potere, soldi, ruolo, riconoscimenti sono niente se quando torni a casa non hai lei e i figli e non c'è un solo giorno in cui non mi chieda alla fine tutto il mio impegno e successo a che serva dato che poi non potrò lasciare niente a nessuno.
Quindi non so te ma se quella è la morte allora è meglio della vita vincente. -
Per morto credo che intendesse che è diventato uno dei tanti, una persona qualunque che fa cose che fanno tutti. Se c'è o non c'è è uguale non cambia nulla perché tanto è interscambiabile con un altra persona.
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Ribadisco... posso firmare da qualche parte e prendere quel ruolo? Cedo molto volentieri la mia posizione da scalatore.
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Ti lascio con una citazione di Bukowski
L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
Non c'entrerà nulla, per te. Interpretala come vuoi. -
Guarda ti faccio un complimento dicendo che la interpreto nel modo più semplice e cioè che avrei voluto incontrarti in un altro modo e in un'altra vita perché una donna che mi cita Bukowski come nulla fosse anche solo come amica mi sarebbe piaciuta.
Detto questo Bukowski non mi appartiene molto... come ormai avrai capito io sono più sul pessimismo di Beckett o al limite posso apprezzare Schopenhauer.
La frase di per se dice una grande verità... si ama quello di cui si ha bisogno e sicuramente si amerebbe di più anche altro che non incontreremo mai e a volte ci aggiungo io non si ama perché (influenza Beckettiana) quello di cui si ha bisogno non lo si incontra mai e si finisce per aspettare per tutta la vita. -
E allora perché vorresti fare scambio con la vita di una persona che si è circondata di affetti perché quelli si è ritrovati... senza andare oltre e senza guardarsi meglio in giro.
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