Secondo me la cultura non ha avuto un ruolo così determinante. E' più un fatto evolutivo, secondo me: la cultura semmai ha determinato la predisposizione alla tolleranza, ma il disgusto resta comunque anche in società come il Giappone, che è sempre stato tollerante nei confronti dei gay fin dall'antichità (...almeno, così diceva Wikipedia :D). Invece per esempio in Russia, la cultura vorrebbe che gli omosessuali, in quanto "disgustosi", andrebbero repressi.
Insomma, secondo me la cultura non è la creatrice del disgusto, ma fornisce dei criteri con cui rapportarsi ad esso. Chiaramente spero di sbagliarmi!!
Infatti supponendo che l'avversione verso i gay sia esclusivamente di matrice culturale, allora si potrebbe farla "ritirare" con una opportuna sensibilizzazione.

Perché gli eterosessuali sono disgustati dal sesso omosessuale?
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il fatto che l'omofobia sia di matrice culturale,non significa che noi quando l'avvertiamo operiamo scientemente un nesso logico del tipo 'Ecco, due gay che si baciano, ora saro' CULTURALMENTE disgustato'
è piu' un qualcosa che sembra istintivo, perchè scatta immediatamente. ma anche se scatta immediatamente, per me sempre di matrice culturale resta. ovvio sto parlando di quei casi di forte disgusto,quasi repulsione.. non di indifferenza o di perplessità..
ribadisco che tutto questo è vero per me, che nessuno si senta offeso.Rispondendo a Revig,la differenza di cui parla Kabiria,e che percepisco anche io,riguarda persone che non dicono "che schifo" nel momento in cui vengono invitate ad esprimere il loro parere in merito ma quelle persone che te lo devono sbattere in faccia con "orgolio macho",quasi ad ostentare la loro virilità,prima ancora che qualcuno dica o chieda qualcosa o anche solo se si sfiora
l'argomento senza arrivare a parlare di "sesso" tra gay;in questo secoli e secoli di maschilismo credo anch'io abbiano avuto il loro peso, altrimenti non si spiega come il maschio si metta subito sulla difensiva mentre le donne etero non esprimono con altrettanto disprezzo il loro disgusto,o addirittura non lo esprimono affatto pur non essendo minimamente attratte dall'esperienza saffica.
Dicevano i latini excusatio non petita accusatio manifesta...e se a volte è solo un malinteso senso di virilità altre volte il disprezzo è tale da far pensare. -
mi chiedo se questo disgusto continuerebbe a esistere :
- se non esistesse una categoria di omosessuali, non esistesse il concetto di omosessualità e quindi l'unica differenza in ambito sessuale sarebbe il ruolo ricoperto (attivo o passivo), non l'orientamento. Perché è probabile che lo stigma verso i rapporti omosessuali sia in parte legato allo stigma verso l'immagine e il concetto di omosessualità. Ad ogni modo presso i Romani e i Greci l'omosessualità non esisteva come concetto. C'erano uomini che andavano con uomini, padroni che sfruttavano i loro schiavi, ma non c'era un termine per definire questi rapporti. Lo stesso presso molte società antiche. L'omosessualità non veniva percepita come diversa perché non veniva proprio percepita. Non esisteva proprio. C'erano semplicemente uomini attivi e uomini passivi, donne attive e donne passive, ma non c'erano uomini omosessuali o donne lesbiche (l'omosessualità viene coniata in ambito psicopatologico solo a fine 800).
- continuerebbe questo disgusto se l'omosessualità fosse socialmente accettata, non semplicmente tollerata e se fosse normale vedere una coppia gay baciarsi e stringere le mano? Io sono omosessuale e dovrei - per istinto- essere avverso ai rapporti eterosessuali. la ragione per cui non mi fanno schifo probabilmente è che fa talmente parte della normalità, che non ci penso neanche. Sono talmente abituato a vedere coppie eterosessuali che non provo disgusto o ribrezzo - cosa che probabilmente proverei se il mondo fosse a maggioranza omosessuale e gli eterosessuali fossero una minoranza.
x luna stregata : sono d'accordo con te. -
Ma queste cose le hai lette da qualche parte? (Solo per sapere)
Io finora di greco ho solo letto qualche poesia in delle raccolte così per curiosità, in effetti non sembra esserci un nome preciso per i rapporti omosessuali (sono indicati con "Lui era andato con te", insomma si limitano a "dire" l'atto), però che nell'antichità ci fosse mancanza di percezione totale dell'omosessualità mi sembra strano, perché fra l'omosessualità e l'eterosessualità c'è la enorme differenza che una permette alla specie di proseguire attraverso i figli, l'altra no...! Una delle due modalità, per questo fine, è privilegiata.
Tu dici: se il mondo fosse a maggioranza omosessuale... beh, ma un "mondo a maggioranza omosessuale" è una possibilità che può effettivamente esistere, al di là dei vari pregiudizi? Un pianeta su un altro sistema solare abitato esclusivamente da gay sarebbe destinato a durare? (ovviamente intendo gay uomini e donne...)
Non so, mi sembra sbilanciato. -
il disgusto che dicono di provare è una montatura. Per il resto penso che l'omofobia sia un fenomeno prettamente culturale
Certo che lo è, si tratta proprio di questo; di un fenomeno culturale.
Gli "omofobi" che preferiscono autodefinirsi "eterosessuali" non sono schifati dal corpo maschile o dal contatto con altri corpi maschili, non si tratta di questo, sono solamente abituati a dire "che schifo"-Sono abituati a respingere gli abbracci di altri maschi, sono abituati a specificare ogni due per due che "non sono mica f∙∙∙i". Ribadiscono il proprio gruppo di appartenenza in maniera automatica, come quando uno starnutisce e gli diciamo "Salute".
Come quando qualcuno a tavola parla di qualcosa di disgustoso e gli si dice "Stiamo mangiando". E' un riflesso condizionato, non c'è dietro nulla, non c'è un ragionamento, non c'è un'idea su qualcosa e non c'è mai nemmeno un cervello ben sviluppato. Un po' come per il nazionalsocialismo. -
Non è proprio così semplice..
Escludendo a priori il mio personale sentire a riguardo, da empatico posso confermare senza ombra di dubbio (poi, si può non credere a me, ed è concesso) che quando l'atteggiamento fisico o la proiezione mentale verso lo stesso sesso superano un certo livello: gli eterosessuali provano repulsione.
E' *anche*, Sì, una questione culturale, etc. Ma le basi di questa cultura, come tutte le culture, sono istintive e quindi naturali.
Il punto di vista di chi è gay a riguardo potrebbe, dico "potrebbe", essere viziato dal fatto che nonostante le proprie chiare tendenze sessuali: ci sono comunque ovvie e prevedibili (nonché comprovabili) "tracce" di biologia di base che mantengono una qualche primordiale tolleranza in merito.
Non l'ho scritta semplice, ma non c'è un modo semplice per spiegare queste cose senza essere assaltati e processati sommariamente come omofobi. -
La repulsione di cui parli Bruce non è fisica io credo, o comunque non è quello il discrimine- Non è innescata dalla barba o dai genitali maschili.
La repulsione che prova fisiologicamente chi secondo te è "eterosessuale" è invece io credo la repulsione di chi diventa deviato nel sentire a causa di condizionamenti fondamentalisti e omofobi di una società gravemente malata e, appunto, deviata.
La repulsione fisica la puoi avere per altri fattori, alito cattivo odore di sudore, cattivo odore di quella persona che a livello epiteliale non ci piace che ci rende impensabile l'idea di avere un contatto fisico di qualche tipo, ma questi sono fattori che rimangono del tutto indipendenti dal sesso.
La complessità dell'argomento è proprio riuscire a rendersi conto di quanto alcune menti possano essere così semplici da arrivare ad agire senza la mediazione della ragione. E' la società in cui siamo cresciuti a provare repulsione per i gay, personalmente non siamo noi ad averlo deciso ma abbiamo imparato a fare nostro anche noi questo sentimento indotto di repulsione che neppure ci appartiene. Esattamente come è stato inoculato ai nostri genitori prima di noi e così via. -
(Vista la delicatezza dell'argomento vi chiedo gentilmente di leggere bene quanto scrivo se volete rispondere e ti tenerne conto in quanto a opinione personale -come è giusto che sia- ma senza svalutarne i dati oggettivi)
La repulsione di cui parli Bruce non è fisica io credo, o comunque non è quello il discrimine- Non è innescata dalla barba o dai genitali maschili.
Quella di cui parlo io è istintiva e si concretizza fisicamente. E' una sorta di riflesso .
Come tutti i riflessi viene attivata da un fattore percettivo (che può essere odore, colore, forma o concetto), ma come tutti i riflessi si può attivare anche per proiezione mentale (con la fantasia, ricordando o anche solo immaginando una situazione).
Se per esempio si pensa alla persona amata si ha un "riflesso" (che comprende altri meccanismi) opposto alla repulsione: di attrazione.
Se invece si pensa allo stare in intimità con una persona che si odia: si prova una specie di disgusto, anche se questa ha fattori "attrattivi".
Se invece si pensa allo stare in intimità con un qualche carissimo amico di cui ci si fida, che si sa essere "pulito", a cui si vuole bene e di cui anche si riconosce la bellezza fisica: è comunque repulsione, e sotto spiego perché.La repulsione che prova fisiologicamente chi secondo te è "eterosessuale" è invece io credo la repulsione di chi diventa deviato nel sentire a causa di condizionamenti fondamentalisti e omofobi di una società gravemente malata e, appunto, deviata.
Non c'è qualcuno che "secondo me è eterosessuale": ci sono gli eterosessuali. Esistono
Come è pur vero che esistono i condizionamenti sociali e culturali. Ed è vero anche che la società è "malata", ma da un punto di vista puramente biologico ed evolutivo è persino "normale" che lo sia.
Le correnti di maggioranza tendono a "schiacciare" quelle di minoranza anche se non c'è sempre un vero e proprio motivo evidente per cui questo accade. In molti casi, come credo sia questo in esame, la motivazione è sublime, profonda, istintiva e Sì: anche certamente sbagliata, sia da un punto di vista etico, sia morale, sia puramente pratico: l'eterosessuale non ha nulla di cui temere rispetto all'omosessuale.
L'eterosessualità e tutti i meccanismi che la regolano NON sono condizionamenti culturali: è natura.
Esattamente, ma proprio esattamente, come lo sono quelli dell'omosessualità.La repulsione fisica la puoi avere per altri fattori, alito cattivo odore di sudore, cattivo odore di quella persona che a livello epiteliale non ci piace che ci rende impensabile l'idea di avere un contatto fisico di qualche tipo, ma questi sono fattori che rimangono del tutto indipendenti dal sesso.
In particolar modo per quanto riguarda la sfera maschile**, così come l'attrazione, la repulsione viene attivata (anche) da una reazione (tipo riflesso, vedi sopra) legata anche ai fattori che vai elencando tu: odore, forma, alito (per buono o cattivo che sia).
La cosa curiosa è però che per un eterosessuale (e il meccanismo è identico per quanto riguarda gli omo) lo stesso alito in bocca a due persone di sesso diverso ha effetti opposti.
Scrivevo "in particolar modo per quanto riguarda la sfera maschile", perché il maschio (che si sa essere tipicamente il più omofobo, forse l'unico vero omofobo) ha bisogno di "oggetti fisici" per provare attrazione o repulsione. Il maschio non può provare più di tot attrazione concreta per una cosa che non ha corpo, non ha forma, non ha odore o non ha voce. Deve "vedere" e sentire ciò che vede come reale per esserne pienamente attratto.
L'attrazione verso la femmina da parte di un maschio etero è quindi regolata da parametri fisici combinati che trovano una sua dimensione anche nell'immaginazione, nella memoria, nella parte inconscia della mente che regola i rapporti con il materiale. Sono parametri che -nonostante i gusti personali- sono simili un po' in tutti.
Come ben sappiamo per ogni valore c'è un controvalore. Non ci sarebbe dolore senza piacere, etc.
Se prendiamo per buono questo concetto la stessa parte istintiva/profonda/inconscia del maschio etero che "materializza" l'oggetto del desiderio ha una controparte che materializza l'oggetto della repulsione.
Una sorta di: "questo ti piace perché quello non ti piace", oppure se preferite: "devi inseminare questa, perché inseminare quello è inutile" (alla fine c'è -sempre- alla base un concetto evoluzionista).Per citare esempi banali: una donna con voce maschile, mani o piedi enormi, senza fianchi, con la barba, o che presenta altre macro-caratteristiche maschili: genera meno attrazione o può generare repulsione.
E' qui che il solo immaginare di fare sesso con un altro maschio genera repulsione. Ma la repulsione si genera anche nell'immaginare un maschio che fa sesso con un altro maschio, per via di quella parte di empatia primordiale di base (basata sulla proiezione) che tutti, ma proprio tutti hanno, persino i narcisisti.
Il fatto poi che questa reazione sia immorale, inutile, dannosa e rischiosa è storia di tutti i giorni e non intendo giustificarla: l'importante però, come per ogni altro tipo di problema, è riconoscerne le origini e la forma. Non c'è un altro modo di combattere l'omofobia (o la claustrofobia) se non quello di ammetterla, conoscerla e poi risolverla e/o combatterla.
(**La femmina ha una gestione dell'attrazione più vasta, che comprende la sfera fisica e quella psichica e altri fattori meno evidenti di cui ora non è il caso di discutere).
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