Ciao a tutti, voglio parlare con voi di un mio problema
Perdonate la lunghezza del mio thread, perchè è una situazione un pò complicata da spiegare, ma spero possiate darmi qualche consiglio!
L'anno scorso sono stata assunta a tempo determinato in un'azienda pubblica (non posso dirvi che professione svolgo per motivi di privacy), ho lavorato lì un anno e mi trovavo molto bene. A un certo punto, ho vinto un concorso pubblico a tempo indeterminato in un'altra azienda a 200 km da casa, quindi ho dato le dimissioni. Ho dovuto prendere un appartamento e trasferirmi e ho passato un periodo di grande stress e nel nuovo lavoro è stato un disastro, ambiente ostile, colleghi per niente disponibili... L'ho vissuto come un cambio radicale di vita e non sono riuscita ad abituarmi e ad accettare il nuovo lavoro e là ho avuto una crisi depressiva... Così ho rinunciato al lavoro dopo 2 settimane e sono tornata a casa dei miei genitori, sconfitta. Poi mi sono resa conto di aver fatto una grandissima cavolata, sono stata una stupida a rinunciare a un lavoro a tempo indeterminato al giorno d'oggi, è molto difficile trovare lavoro nel mio settore e vincere un concorso per il tempo indeterminato è paragonabile a una vincita al lotto!!
Comunque, capito che il mio è stato uno raptus di follia, mi sono subito data da fare partecipando ad altri concorsi e a cercare un altro lavoro...ma niente da fare. Così ho saputo che l'azienda per cui lavoravo a tempo determinato cercava una persona, mi sono fatta coraggio e sono tornata lì (avevo lasciato il lavoro con ottimi rapporti) e ho parlato con la direttrice. Il risultato è che mi hanno di nuovo assunta per un altro anno a tempo determinato. Sono contentissima di tornare perchè lì mi trovavo davvero bene e ho la possibilità di distrarmi da tutto quello che è successo, però la cosa che mi preoccupa è che tutte le mie colleghe mi chiederanno "Come mai sei ritonata?" "Se stata una pazza a lasciare un tempo indeterminato!" ecc. cioè, dovrò subire il giudizio di tutti e questo mi mette in imbarazzo... Non saprei come rispondere ad eventuali domande di impiccioni senza apparire scortese... E i primi giorni sarà così perchè tutti sapevano che avevo dato le dimissioni perchè andavo a lavorare in un altro posto a tempo indeterminato, quindi saranno stupiti quando mi rivedranno lì... E se poi mi chiederanno nel dettaglio come mai mi trovavo male, non vorrei parlarne.. Voi come mi suggerite di rispondere per difendermi dagli impiccioni?
Spero che non mi giudichiate per le mie scelte, mi sono già giudicata molto da sola, dopo che ho realizzato quello che ho fatto mi sarei uccisa... Ma quando ho lasciato il lavoro a tempo indeterminato avevo perso la ragione...
Ritorno al vecchio posto di lavoro...
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Io risponderei "mi pareva la cosa migliore da fare". e approfondire con "non era l'ambiente adatto per me". Punto. Sono affari tuoi.
In Italia siam talmente con le pezze al c*** che si è diffusa la fregola del posto indeterminato a qualsiasi costo, anche rimettendoci salute per lo stress. Anche se tu avessi già 20 anni di lavoro alle spalle, vorrebbe dire che te ne dovresti fare ancora oltre 20 in un posto che ti fa schifo solo perchè è un porto sicuro (sempre che non fallisca l'azienda). Non va bene, credo che sia una mentalità sbagliata e hai fatto benissimo ad andartene. -
Sì, in Italia visto il periodo economicamente poco felice si è diffusa la pratica del fare "i conti in tasca" a tutti: è che lavoro fai e che lavoro non fai, che contratto hai, ma ti pagano, non ti pagano, quanto ti pagano... con una sfacciataggine inaudita poi.
La soluzione? Concordo con NoStressForever, resta sul generico:
- "A conti fatti, nel complesso, non era una situazione adatta a me".
Puoi entrare anche nel dettaglio così li fai contenti: "Le spese che dovevo sostenere alla fine mi portavano via mezzo stipendio e non ne valeva la pena!"
Cose di questo genere, cose oggettive di fronte alle quali nessuno credo possa ribattere in qualche modo.
Non sono affari loro, non farti problemi, non ti agitare, tira fuori all'abbisogna una di queste risposte (o pensaci su e vedi se te ne vengono in mente di più azzeccate sulla falsariga) e vai tranquilla.
La cosa importante è come ti senti e che starai di nuovo bene in questo posto di lavoro. -
Io risponderei "mi pareva la cosa migliore da fare". e approfondire con "non era l'ambiente adatto per me". Punto. Sono affari tuoi.
In Italia siam talmente con le pezze al c*** che si è diffusa la fregola del posto indeterminato a qualsiasi costo, anche rimettendoci salute per lo stress. Anche se tu avessi già 20 anni di lavoro alle spalle, vorrebbe dire che te ne dovresti fare ancora oltre 20 in un posto che ti fa schifo solo perchè è un porto sicuro (sempre che non fallisca l'azienda). Non va bene, credo che sia una mentalità sbagliata e hai fatto benissimo ad andartene.Concordo con Nostressforever... Io ho fatto questo tannti anni fa, pur di non rimetterci di salute.
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Se possibile evita di parlare del posto di lavoro e trova una scusa della lontananza, dell' affitto troppo caro, della città che non ti piaceva, ecc...
E' stata comunque un'esperienza, l'importante è che tu abbia ritrovato la serenità, hai fatto la scelta giusta, non ti preoccupare dei giudizi altrui vedrai che tra breve nessuno ci penserà più. -
Cara LilyRose,
perdonami se ti dico che...il tuo post mi ha fatto sorridere, perché volevo scrivere un messaggio molto simile al tuo.
Il ragionamento fatto da chi ti dice: "Sei stata una pazza a lasciare un tempo indeterminato" è - sotto un certo punto di vista - prettamente utilitaristico -economico.
Cerchiamo di cambiare prospettiva, se ti va.
Un posto di lavoro è anche un luogo dove si trascorre un terzo della propria giornata per la maggior parte della settimana. Il termine posto è sinonimo del termine luogo, in alcune sue accezioni: non credo sia un caso - quindi - che si parla di posto di lavoro.
Spesso ci si dimentica che un posto di lavoro è anche un luogo di interazioni prettamente sociali, a volte obbligatorie (penso allo scambio di informazioni lavorative), a volte facoltative (come la proverbiale pausa-caffè). Sinceramente, credo che tu abbia tenuto debitamente conto di questi aspetti, quando hai scelto di tornare sui tuoi passi.
Quale che sia la tua scelta, puoi comunque - come ti hanno già suggerito - restare sul generico.
https://www.nienteansia.org/forum/user/lilyrose/29215 -
Ma poi, scusa, le aziende possono fare i loro porci comodi con contratti allucinanti e ti mollano a casa quando gli pare in funzione del profitto senza sentirsi minimamente in colpa e se uno invece si trovava a disagio in quanto essere umano (lavorare 8 e passa ore già di per sè ha poco di umano) deve avere le paranoie? Ma scherziamo? Su dai.
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Concordo con gli altri, anch'io ho lasciato un posto a tempo indeterminato a causa di una situazione insostenibile e invivibile che mi stava portando dritta all' esaurimento nervoso.....
Purtroppo non ho più trovato lavoro, tanti colloqui ma niente di concreto.
Ma se tornassi indietro lo rifarei, niente vale quanto la nostra salute, soprattutto mentale. -
Quando i colleghi chiedono qualcosa che non voglio dire di solito rispondo cantando, non scherzo, la cosa funziona. Mi metto a cantare senza rispondere niente e mollano.
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Ho iniziato il lavoro da una settimana ed è andato tutto bene, i colleghi sono stati in generali gentili, solo qualcuno è stato un pò impiccione
Si lavora proprio bene in questo posto, c'è un bel clima lavorativo tra colleghi
Comunque grazie a tutti voi per le risposte, i vostri consigli mi sono stati di aiuto
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