Ciao a tutti. Mi sono appena iscritto per riportare l'esperienza che sto vivendo sul posto di lavoro, per confrontarmi qualcuno e avere pareri/consigli o semplicemente per sfogarmi e metter nero su bianco di quello che sto vivendo.... Lavoro ormai da più di 8 anni come impiegato, ho una laurea, un contratto a tempo indeterminato in un'azienda relativamente "sicura". Non è esattamente il lavoro più bello del mondo, ma... (soliti discorsi: lavoro sicuro, vicino a casa, coi tempi che corrono...). Credo che anche in contesti lavorativi non esattamente entusiasmanti o problematici si possa comunque mettersi nelle condizioni (anzi si deve) per trovare soddisfazione col proprio lavoro e i colleghi (che poi la vita vera è fuori...). Ma non è questo il punto. Dopo 8 anni di impiego in fatturazione/incassi/gestione crediti, l'azienda decide di assegnarmi una nuova funzione: nuova in tutti i sensi, dato che nessuno se n'è mai occupato. Si tratta di un progetto (volutamente) poco chiaro, ma soprattutto di un lavoro alienante e di chiaro demansionamento. In sostanza gestire la dematerializzazione dei documenti, tradotto comprendere le logiche e le convenienze di produrre documenti elettronici e di rendere elettronico quello che già c'è "in casa". Il lavoro è tutto mio (strano..) ed è evidente che mancano le informazioni e le conoscenze nonchè competenze (almeno all'inizio) per affrontarlo in modo effettivamente proficuo o comunuqe corretto. Vengo spostato a una sede secondaria (comunque sempre vicina), mi viene dato un ufficio tutto per me e mi ritrovo abbandonato a me stesso senza ben sapere cosa devo fare e come farlo...Inizialmente avevo chiesto spiegazioni di ciò e mi ero rifiutato, sono stato riconvocato dopo qualche giorno in cui mi veniva formalizzato l'incarico e mi è stato letteralmente detto " sei libero di dire di no, ma se lo fai potrebbero esserci dei provvedimenti disciplinari a tuo carico" (tanto valeva dirmi "sei libero di prendermi a pugni, ma se lo fai ne paghi le conseguenze...). Ho dovuto inchinarmi, non voglio (per ora, poi si vede che succede) andare per vertenze sindacali/legali in un contesto lavorativo dove non abbiamo nemmeno un sindacato interno (e quello pesa..). Sicuramente si potrebbe dire che una situazione del genere me la sia cercata, che sia stata solo colpa mia in virtù di un mio comportamento non sempre allineato alle politiche dell'azienda (ma mi chiedo se a questo punto non fosse stato meglio, l'avrei trovato del resto più corretto, concedermi una seconda chanche e magari avvisarmi con un richiamo scritto, cosa mai successa...). La cosa più desolante ed umiliante è che prender visione della documentazione dell'azienda e censirla è il primo passo obbligato da fare (e va bene per carità, ma fino ad oggi?). Sembra che per loro sia diventata una questione fondamentale, quando prima non interessava a nessuno. DEvo passare delle giornate in magazzini/archivi dove è accatastata in modo disordinato documentazione di decenni e riordinarla, sistemarla, censirla...mi dicono che io sono la persona giusta perchè conosco l'azienda (ma se facessero fare il lavoro a un estraneo sarebbe la medesima cosa, dato che sono qua da 8 anni e non 50..). Gli archivi sono in condizioni igeniche deficitarie: freddo, sporco, polveri...parte del materiale è accatastato in ripiani talmente sopraelevati che è pure impossibile accedervi con una scala, per non parlare del rischio di farsi male maneggiando e spostando pesanti scatoloni.... C'è pochissima chiarezza su cosa vogliano e mi chiedono: mi dicono che questo è solo un lavoro preliminare e deve esser fatto in poco tempo..ma di archivi ne abbiamo anche in uffici periferici e comunque più distanti da raggiungere. Chiedo di fare delle cose ma mi dicono che non è quello che vogliono, o comunuqe la priorità. La situazione la sto vivendo ora, è in divenire...mi hanno messo in un angolo e in questa spiacevole situazione come a dirmi: "stai li, non rompere, anzi ti rompiamo noi perchè non ti vogliamo più così almeno te ne vai..). Sono anche la persona che sopporta certe cose, perchè di laurearmi facevo come un magazziniere..nel senso che non sono uno che ha paura o schifo a far fatica e sporcarsi le mani, tutt'altro...ma è il contesto, questo contesto, che stona.... Ovviamente è dura, molto dura. Perchè ci sono dentro in pieno, non so come evolverà la cosa, vengo a lavoro oltre che col ribrezzo anche con l'ansia che capiti o mi venga chiesto altro, o rimproverato qualcosa. Non sai come comportarti perchè hai paura di compiere una mossa falsa che ti comprometta definitivamente. Non voglio e non posso evidentemente dimettermi, non voglio dargliela vinta e lo stipendio mi serve! (sto cercando altrove, ma in mancanza dell'alternativa non posso fare sciocchezze). Un giorno ti stanno addosso e il giorno dopo quando sono qua di persona ti ignorano.... è un comportamento palesemente scorretto. Non credo vi siano margini per recuperare la situazione, ovvero che mi ridestinino a una mansione più consona, se non quella precedente. Non so se questo lavoro abbia una fine, una logica, secondo me non ha nè capo nè coda. Alcuni colleghi mi danno sostegno perchè hanno capito, ma tanti non si possono sbilanciare perchè hanno capito che ormai devono dosare comportamenti e parole, dato che il clima aziendale ha messo in difficoltà anche altre persone. La situazione si ripercuote o rischia di ripercuotersi anche fuori, senza serenità (non dico certezze ) è dura...e diventa un circolo vizioso tra dentro e fuori (fortunatamente,anche se non mi ritengo una persona forte ma vorrei lottare e scoprire di esserlo, anche col sostegno di altri, sono comunque una persona sempre solare e allegra che sa scherzare e sdrammatizzare). Ho solo sentito un sindacato per avere dei riscontri e ho letto in internet...ma come già detto in questo momento non avorrei affrettare i tempi facendo una cosa che magari avrò motivo o l'esigenza di far dopo...non penso che mi possano licenziare, ma se non me ne vado al più presto (e il primo a volerlo sono io) ho il timore che mi rendan la vita ancora più difficile o possano farmi perder le staffe e trovare un pretesto per farlo....
vogliono farmi fuori.....
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Ma al tuo posto hanno messo qualcun altro? Solo tu hai subito questo demansionamento?
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si. nel mio ufficio si era creata una situazione del tutto paradossale del genere: eravamo io e una collega (part-time), con una responsabile che era sempre quasi totalmente assente e non stava nemmeno nel mio ufficio. Siccome la mole di lavoro era notevolmente peggiorata a livello di qualità/quantità, era inevitabile che prima o poi si creasse il pretesto per accusarci e cambiare...(il ns errore e mio è forse stato quello di lasciar passare troppe cose e non intervenire per tempo sapendo come sarebbe andata a finire...)...ma il problema è semmai un altro ovvero il fatto che una persona arrivata da qualche tempo abbia ora pieni poteri in azienda di far un po ciò che vuole e sia arrivata alla fine anche a "sistemare" il mio ufficio/funzione...altre persone hanno subito e stan subendo lor malgrado dei comportamenti sottili che ormai non son più tanto sottili...o ti allinei o sei finito (prima bene o male ti lasciavano stare..)..devi stare attento a come parli...è un regime...questa persona si è portata almeno 3 parenti in azienda a discapito della vecchia guardia che se ne è andata o è stata messa in un angolino comunque.....nel mio ufficio sn entrate altre 2 persone che svolgevano altre funzioni ed io da quel momento son rimasto giusto un mesetto in più solo perché dovevo evidentemente trasferire delle competenze..(ovviamente a me han detto della decisione non in quel momento ma quando non servivo più...)....
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