Storia d'inverno è un film del 2014 scritto, diretto e prodotto da Akiva Goldsman, con protagonisti Colin Farrell, Jessica Brown Findlay. Russell Crowee e Jennifer Connelly e Will Smith
Questo film segna il debutto alla regia dello sceneggiatore e produttore Akiva Goldsman.
La pellicola è la trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Mark Helprin, scritto nel 1983.
Peter Lake(Colin Farrel) è un ladro di grande “talento”, adottato da piccolo dal demone Pearly Soames(Russell Crowe) , perché destinato a una carriera criminale.
Ma Lake rifiuta questa scelta e scappa da un Pearly furente. Durante la fuga, Lake conosce Beverly Penn(Findlay), giovane ragazza malata di consunzione.
E’ amore a prima vista tra i due ragazzi
. Pearly cercherà in tutti i modi di divederli, con conseguenze tragiche per i protagonisti.
Il film è una via di mezzo tra fantasy e commedia d’amore, ma il risultato è comunque deludente.
La sceneggiatura è povera di contenuti e noiosa, non ha mai picchi coinvolgenti.
I dialoghi sono scontati e prevedibili,
Il film ha poco ritmo e arranca su ideali retorici , senza alcun tipo di respiro cinematografico
Uscito per San Valentino, con la speranza di trascinare i giovani innamorati, non riesce a scaldare il cuore.
Tutto sembra costruito a tavolino.
Lo spettatore non riesce a farsi coinvolgere dalla storia.
Seppure il cast svolga il compito con professionalità, i risultati restano modesti.
I personaggi appaiono freddi e poco carismatici.
Merita comunque una menzione, Russel Crowe,. Riesce comunque ad essere credibile nel ruolo” del cattivo.
Le sue smorfie facciali sono ben costruite.
Il cameo di Will Smith , nella vesti del Diavolo è ben fatto.
Le scene tra Smith e Crowe sono le parti più riuscite del film.
Impalpabile la presenza della Connelly.
A San Valentino dovrebbe vincere l’amore, non la melassa ad ogni costo.
Io e la Settima Arte- il Ritorno di Melvin
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“Sotto una buona stella “è un film scritto, diretto, interpretato da Carlo Verdone, prodotto dalla Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis , con Paola Cortellesi, Tea Falco, Lorenzo Richelmy
Federico Picchioni (Verdone) è un ricco broker che improvvisamente perde il lavoro, e subito dopo, tragicamente l’ex moglie. È’ costretto a convivere con i due figli e con la nipotina di colore.
Si troverà di fronte a mille difficoltà di adattamento. Diventerà “un mammo”, ma troverà conforto nell'aiuto di una vicina di casa, Luisa Tombolini, una tagliatrice di teste dal cuore d’oro, (Paola Cortellesi)
Verdone con questo film prova a raccontarci le difficoltà esistenziali e materiali di un padre e soprattutto uomo di mezza età , tra malinconia ed ironia.
Il film procede a strappi. Alterna momenti divertenti a fasi noiosi e banali.
E’ una commedia agrodolce che nel complesso risulta godibile, anche se povera d’idee originali.
La sceneggiatura scorre via, senza strappi o colpi d scena.
I dialoghi sono abbastanza realistici e ben costruiti.
Paola Cortellesi si conferma una “Prima Attrice” e “nobilita” il film con il suo talento e verve.
La coppia Verdone-Cortellesi funziona e convince il pubblico.
Bravi i “figli” di Verdone.
Falco e soprattutto Richelmy, a mio avviso, sono la speranza di un ricambio generazionale tra i nostri attori.
Da ricordare, in particolar modo, le scene del “Bacio” e dell’”amplesso” della coppia Verdone- Cortellesi.
Verdone è come un’auto familiare: solido, sicuro, ma non chiedetegli di fare il Gran Premio.
Valido per tutte le stagioni della vita. -
“The Monuments Men” è un film del 2014 scritto, diretto, prodotto ed interpretato da George Clooney.
Oltre a Clooney del cast fanno parte Matt Damon, Bill Murray, John Goodman, Jean Dujardin, Bob Balaban, Hugh Bonneville e Cate Blanchett.
La pellicola è la trasposizione cinematografica del libro omonimo Monuments Men. Eroi alleati, ladri nazisti e la più grande caccia al tesoro della storia scritto da Robert M. Edsel nel 2009.
Un plotone dell'esercito americano, composto da critici ed esperti d'arte, direttori di musei guidato dal Tenente George Stou(Clooney)t sul finire della seconda guerra mondiale ha il compito di cercare e recuperare ogni opera d'arte rubata dai nazisti per poterle riconsegnarle ai legittimi proprietari e salvarle dalla volontà di distruggerle di Adolf Hitler, nonostante lo scetticismo e diffidenza degli Alleati
Il film sebbene presentato come genere drammatico, a mio avviso, può essere considerato come uno bello ed efficace spot dell’eroismo e patriottismo americano.
Gli americani, oltre ad essere i difensori della Libertà e della Democrazia, sfidarono il nazismo anche nella cultura.
Il film sarebbe andato bene in un epoca pre caduta del Muro di Berlino. Visto oggi, appare retrò e poco coinvolgente soprattutto per il pubblico più giovane
La parata di stelle, tutte all’altezza della situazione, rendono digeribile una storia, seppure vera, altrimenti scontata e prevedibile.
Il film non brilla per ritmo ed intensità, nonostante alcuni momenti tragici.
Lo spettatore segue la storia, ma non si appassiona.
I tedeschi e i Russi sono raffigurati secondo stereopiti.
La regia di Clooney è semplice, ferma, matura.
Cate Blanchett, si conferma in un momento di grazia artistica. Il suo personaggio( impiegata francese di museo) è ben fatto, trasmette emozione e drammaticità.
Intensa e raffinata la scena della cena tra Blanchett e Matt Damon.
Il finale,anche se da “bacio perugina”, piace, perché se si ha un ideale alto e nobile, si può mettere in gioco anche la vita, senza mai pentirsene
“The Monument men” ha il merito di raccontare un aspetto della seconda guerra mondiale che per molti sarebbe stata sconosciuta.. -
“Tango libre “è un film di Frédéric Fonteyne. con François Damiens, Anne Paulicevich, Sergi López, Jan Hammenecker, Zacharie Chasseriaud .
Come si può fare per spezzare la quotidianità e la monotonia di una vita?
A volte, un hobby o una passione può cambiare tutto.
Se un uomo ama due donne in contemporanea, è considerato” un seduttore”
Ma se una donna amasse tre uomini in contemporanea, come sarebbe definita?
L’amore e la passione per la danza sono i due temi del film.
Nel nostro caso la passione del protagonista, Jean-Cristophe(Damiens) guardia carceraria, è il tango.
Il film presentato nel trailer come drammatico ha fin da subito una vitalità e freschezza visiva.
La prima scena ci mostra una rapina finita tragicamente compiuta da Sergi Lopez e Jan Hammenecker.
Siamo proiettati all’interno di un carcere belga, dove sono rinchiusi i due uomini. .
Dovremmo aspettarci un ambiente cupo, drammatico, claustrofobico, invece il tango è la spinta per un film originale, divertente ed a tratti ironico.
La protagonista femminile è Alice(Paulicevich), una infermiera, amante dei due rapinatori e soprattutto anch’essa ballerina di tango.
Alice e Jean si trovavano per caso, allo stesso corso di tango.
Fra loro nasce subito un feeling, nonostante nella vita reale abbiano ruoli “diversi”
Attraverso gli occhi di Jean, il regista ci mostra la “normale” relazione a tre tra Alice e i suoi amanti.
Un equilibrio raggiunto tra l’incredulità del mondo esterno.
Jean ha come”compagnia” di vita il suo pesciolino rosso.
La solitudine lo spingerà a fare scelte imprevedibili.
Sergi Lopez,marito di Alice, geloso del feeling nato tra la guardia e la moglie, prenderà lezioni di tango in carcere da un altro detenuto, coinvolgendo in poco tempo tutto il carcere
Le scene di ballo tra i carcerati sono divertenti, coinvolgenti e suggestive
I dialoghi sono scarni, semplici, ma incisivi.
L sceneggiatura è originale, ben scritta e cinematograficamente “ariosa”.
François Damiens merita sicuramente menzione per come è riuscito a dare profondità e sentimento al suo personaggio malinconico e solitario
Tutto il cast, in vero, è convincente ed adeguato.
Il finale poetico anche se abbastanza scontato, convince il pubblico
Lo spettatore , coinvolto, danzerà con i protagonisti fino alla fine.
“Tango libre” piacerà a chi crede il ballo muove il mondo, ancora più dell’amore. -
“La misteriosa scomparsa di W” di Stefano Benni, regia di Giorgio Gallione, produzione Teatro dell Archivolto con Ambra Angiolni.
Ieri sera quando si sono riaccese le luci del teatro alla fine dello spettacolo ,prima che scattasse l’applauso, con la mente sono tornato a quando ero giovane, magro e con i capelli(per favore non chiedetemi l’anno) quando tornato da scuola, aprivo l’amata TV e guardavo “Non è la Rai”.
Un tempo lontano direte voi, un tempo in cui una ragazza vivace e impertinente inchiodava davanti allo schermo milioni d’italiani, con una inaspettata eloquenza.
Quella ragazza era Ambra Angiolini.
Si diceva che “fosse telecomandata” da Gianni Boncompagni. Eppure già all’epoca “quella” ragazza attirò l’attenzione della critica e le simpatie dei fan.
Anni dopo Ferzan Özpetek vide in Ambra, tra lo stupore di molti, un’attrice.
Con “Saturno contro” vinse un David di Donatello e il nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista.
Non avevo mai visto Ambra Angiolini dal vivo.
L’ho seguita, spesso, al cinema, lasciandomi sempre una buona impressione.
Ero curioso di vedere all’esame teatro.
Ebbene, ieri ho assistito a un’ottima prova d’attrice.
Ambra con talento e ironia nobilita un testo complesso e tratti poco digeribile.
V è una giovane donna problematica, nevrotica e soprattutto inquieta.
“La misteriosa scomparsa di W” è un monologo di un’ora , dove V racconta se stessa e la sua vita attraverso l’evocazione di ricordi e di personaggi a lei cari.
V sente che nella sua vita, manca qualcosa.
L’assenza di “W” la condiziona e si interroga su chi o cosa sia.
W è per la signorina V, il suo “Sacro Gral”
Inizia una ricerca della serenità perduta.
Ambra fin dall’inizio del monologo, con una recitazione a tratti“nervosa”, ma soprattutto ironica e trascinante coinvolge il pubblico nella sua “particolare” indagine.
La regia di Gallione è semplice ed esalta il ruolo dell’attrice.
Il testo di Benni è riflessivo, poetico, ironico, suggestivo.
Per larga parte dello spettacolo, Ambra alterna comicità e dramma con leggerezza.
Ben riuscita è sicuramente la parte sul fidanzato Wolmer.
Il finale, forse, è il momento meno coinvolgente.
Troppo retorico e meno suggestivo, con il rischio che l’attenzione dello spettatore sia rivolta ad altro.
Quando sono cominciati i convinti applausi del pubblico in sala, pensavo che W per me è la Libertà, al giorno d’oggi davvero un difficile “Sacro Gral “ da raggiungere.
Ma una certezza, almeno da ieri l’abbiamo. Ambra Angiolini è un’ Attrice e che “Non è la Rai” insieme alla mia giovinezza, aihme, sono solo dei bei e lontani ricordi.
“La misteriosa scomparsa di W” fino al 2 Marzo al Teatro Vittoria di Roma. -
“ Expo 58” è un libro di Jonathan Coe, ambientato all’'Esposizione Universale di Bruxelles del 1958, primo grande evento dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
Siamo in piena guerra fredda, si contrappongono i due grandi blocchi per la supremazia: America e Urss.
L’Expo diventa terreno fertile per lo spionaggio e per la rivalità tra le due nazioni per primeggiare in tema di sviluppo e progresso delle scienze e cultura
Il protagonista della storia, è Thomas Foley, semplice impiegato inglese, chiamato a curare il padiglione dell’Inghilterra.
Suo malgrado sarà coinvolto in una spy story, dove non manca l’amore, nonostante Foley sia sposato con una figlia piccola.
Non conoscevo prima di questo libro, lo confesso, Jonathan Coe.
La critica letteraria ne esalta il talento e l’ironia, tipicamente inglese, ma onestamente in questo libro ne ho vista poca.
La storia è fin dall’inizio scontata e prevedibile. Ha un ritmo lento e poco coinvolgente.
Ho faticato a completarlo. Il lettore fatica ad creare un’ “empatia” con i personaggi.
Scritto sicuramente bene, però lo stile non basta ad “adottare” il libro.
I dialoghi sono retorici e noiosi.
“Expo 58” non è il mio genere di romanzo, ma l’ironia non abita da questi parti, off course. -
“12 anni schiavo” è un film del 2013 diretto da Steve McQueen, tratto dall'omonima autobiografia di Solomon Northup , pubblicata nel 1853.
Il film è interpretato da Chiwetel Ejiofor con Michael Fassbender, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Paul Giamatti, Lupita Nyong'o e Brad Pitt, quest'ultimo anche produttore della pellicola.
Quanto vale la libertà?
Come spesso accade, ti accorgi del valore e dell’importanza di una cosa, quando ne sei privato.
Lo Stato moderno e “civile” ti priva della tua libertà, quando commetti un crimine o per un trattamento sanitario obbligatorio (TSO).
Come sapete, io ho subito un TSO nel marzo del 2011.
Il TSO ti toglie qualsiasi dignità e diritto.
Sei alla mercé degli infermieri, viene considerato”matto” e nulla più.
Mentre vedevo il film, ripensavo alla mia”prigionia” durata solamente una settimana e pensavo quanto sia stata dura per il vero Solomon Northup, ritrovarsi a vivere un incubo ad occhi aperti.
Nortup (Ejiorfor) è un stimato violinista di colore e soprattutto uomo libero nell’America del 1841, prima della guerra di successione.
Vive una vita serena con la moglie e figli, fino a quando viene rapito a casa sua(America del Nord) e venduto come schiavo nell’America del Sud da “falsi” impresari, triste e spietata pratica dell’epoca.
Privato del suo nome e di ogni diritto, per 12 anni, subirà umiliazioni e ogni sofferenza fisica e morale.
Il film è un racconto crudo, forte e visivamente d’impatto della vita di “uno schiavo”.
McQueen , come è nel suo stile, non ci risparmia dettaglio e brutalità degli uomini bianchi
Le scene di fustigazione e di punizione contro gli schiavi sono lunghe, dettagliate e volutamente lente.
Non conoscevo Ejiofor, la sua è una interpretazione “minimalista”. Racconta con bravura ed intensità “la dignità”e la forza di non arrendersi del protagonista al crudele destino.
I primi piani del regista, sul suo sguardo, rendono più di ogni parola, la sofferenza dell’uomo.
McQueen descrive senza fronzoli e ipocrisia, la mentalità dell’uomo americano bianco dell’epoca.
Giamatti è il cinico mercante di schiavi.
Fassbender, attore feticcio del regista, è convincente nel ruolo del latifondista del cotone, schiavista, bigotto e crudele.
Il “cameo” di Brad Pitt, anche se retorico nei contenuti, è ben fatto.
Il film ha il suo limite però, nell’esasperata voglia di raccontare il vero, diventando lento e prevedibile.
La sceneggiatura tende a ripetersi e perde d’incisività.
Più che i dialoghi, alla lunga monotoni, piace la visione d’insieme del film
Coinvolgente ed intensa l’interpretazione di Lupita Nyong'o , nel ruolo della schiava, oggetto del desiderio di Fassbender.
Il finale anche se a lieto fine, lascia allo spettatore l’amaro in bocca, per una ingiustizia indegna per un mondo civile.
La piaga della schiavitù e il razzismo restano per la Democratica e Liberal America, un tallone d’Achille.
“12 anni schiavo” si aggiunge con merito, ma senza gridare al capolavoro, al genere film di denuncia.
Uscendo dal cinema, ho ripensato al momento in cui uscivo dal reparto psichiatrico, il sapore della Libertà, non ha eguali. -
“Saving Mr. Banks” è un film del 2013 diretto da John Lee Hancock, con protagonisti Tom Hanks, Emma Thompson, Colin Farrell, Paul Giamatti
La pellicola si ispira alla storia vera di come Walt Disney ottenne i diritti di sfruttamento del romanzo Mary Poppins della scrittrice australiana Pamela Lyndon Travers, dopo venti anni di continue e pressanti richieste.
Almeno una volta da bambini, sogniamo di fare l’attore o di calcare il palcoscenico di un teatro.
Io lo feci in quinta elementare, grazie a Mary Poppins.
Ero uno dei pinguini. La mia carriera artistica finì lì, ma la passione per Mary Poppins è rimasta intatta negli anni.
La voce melodiosa di Julie Andrews ha reso indimenticabile la colonna sonora
Ieri con questo spirito ho visto il film che strizza, ovviamente, l’occhio all’amarcord.
Hanks(Disney) ed in particolare Emma Thomposon(Tavers) sono perfetti nel ruolo.
Vedendo il film scopriamo che Mary Poppins fu un atto d’amore filiale della scrittrice nei confronti del padre.
Il film alterna flasback dell’infanzia della Travers con le fasi che portarono alla sceneggiatura di Mary Poppins.
Emma Thompson riesce a trasmettere con bravura ed intensità il travaglio interiore della protagonista, restia a condividere con il resto del mondo la sua storia personale
Il rapporto con il padre(Colin Farrell) è il vero nucleo della storia.
La protagonista per tanto tempo, si è portata dietro il pesante fardello del passato e il ricordo amaro di un padre dedito all’alcolismo.
Disney gli offre la possibilità di chiudere i conti con il passato e di riabilitare il nome del padre.
Nel mio piccolo con “Essere Melvin”, mi sono sentito molto vicino alla figura della Travers.
Il film tocca nello spettatore le giuste corde dell’emotività e sensibilità.
La sceneggiatura seppure piena di buonismo in perfetto stile disney scorre abbastanza.
I dialoghi pur risentendo dell’amarcord, in alcuni momenti sono divertenti e ironici.
Farrell nel ruolo del padre della Travers e Giamatti in quello dell’autista sornione, sono convincenti.
Il finale anche se scontato e stucchevole, piace per la delicata interpretazione della Thompson che coinvolge il pubblico
“Saving Mr Banks” è consigliato non solo per chi ha amato ed ama Mary Poppins, ma soprattutto per chi ha ancora qualche “conto in sospeso” con il passato e cerca un modo per farci pace, magari con po’ di zucchero.. -
“The Lego Movie “ è un film d'animazione del 2014 diretto da Phil Lord e Chris Miller registi del film d'animazione Piovono polpette e 21 Jump Street. con Will Ferrell, Chris Pratt, Will Arnett, Morgan Freeman, Elizabeth Banks, Liam Neeson
Confesso che sono stato da bambino più appassionato del Pongo che dei i Lego.
Ho sempre pensato che per giocare con i Lego, ci volesse un’ ” anima” da ingegnere.
I Lego rappresentano per milioni di bambini, il primo passo nel mondo della creatività e della precisione.
Il film è, ovviamente, un’ omaggio a questi graziosi e colorati mattoncini.
La storia è ambientata in una qualunque cittadina Lego, dove l’operaio edile Emmet Brickowski(Chris Patt) vive una placida e monotona vita, fino a quando, a causa di un equivoco, viene considerato dal vecchio mago Vitruvius(Freeman) “Lo Speciale” di una vecchia leggenda e quindi destinato a comandare la rivolta dei “maestri costruttori” contro il cattivo Lord Business.(Ferrell) che ambisce a governare il mondo con l’arma segreta” "Kragle”.
Emmett viene aiutato nella sua missione dalla coraggiosa Lucy(Banks) e dovrà vedersela con il “cattivo” poliziotto Poliduro(Neeson).
La sceneggiatura è abbastanza originale, divertente, leggera. Molti sono gli “omaggi” cinematografici dei registi.
La grafica nella sua “semplicità” colpisce l’occhio dello spettatore.
I dialoghi sono abbastanza convincenti anche se alla lunga sono un po’ ripetitivi e scontati
Il film nel corso della storia, però perde un po’ di ritmo e vivacità
Il finale, a sorpresa, spiazza lo spettatore e dà una diversa e più profonda prospettiva al film.
“The Lego movie” è un inno alla creatività e alla fantasia di ogni bambino, ma è anche un invito ai tutti i padri a non chiudersi nelle proprie rigidità e condividere con i figli, giochi e passioni. -
“Peppa Pig e la caccia al Tesoro” è uno spettacolo teatrale prodotto dalla Fiery Angel Ltd e Limelight Production e organizzato dalla Dimensione Eventi e Ventidieci, con la regia di Claudio Insegno.
Il fenomeno Peppa Piga dopo la Tv e il cinema, sbarca ora a teatro.
Un musical semplice e divertente che per i prossimi mesi girerà i teatri d’Italia.
Il 22 e il 23 “Peppa Pig” ha divertito i bambini romani al Gran Teatro.
Io e mio fratello Piero, abbiamo fatto gli zii modelli e portato Aldo all’evento.
Spettacolo nello spettacolo, è vedere una platea piena di bambini sorridenti e felici accompagnati dai pazienti genitori.
Un gruppo di giovani attori danno vita ai personaggi del cartone, con uno show di 75 minuti, diviso in due atti.
La storia è, come sempre, semplice. La voce narrante di Pino Insegno accompagna Peppa e i suoi compagni in questa avventura.
Guidati dal’amica Daisy iniziano una caccia al tesoro, passando dalla montagna al bosco, fino a navigare per mare per raggiungere l’isola dei pirati.
Gli attori cercano sempre il contatto con il pubblico. L’interazione è alla base dello show.
Le canzoni sono orecchiabili e musicali.
Semplice, ma colorata la scenografia.
Il linguaggio usato dagli attori è adeguato per i bambini.
Il giovane pubblico apprezza e rimane coinvolto dalla storia fino alla fine, ridendo e cantando con il cast.
Forse Peppa Pig è una moda dilagante, ma se porta un bambino a conoscere ed apprezzare il teatro, ben venga.
“ Peppa Pig e la caccia al Tesoro” continua in tour per l’Italia!.
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