Situazione lavorativa paradossale

  • Ciao a tutti!
    Nel secondo anniversario della mia breve carriera lavorativa, mi trovo a scrivere questo post per sfinimento. Proverò a descrivere la mia situazione nel modo più chiaro possibile, ma so che ci saranno comunque punti poco comprensibili.
    Lavoro per una società di consulenza da un anno e mezzo circa, all'interno dello stesso ufficio in cui avevo svolto uno stage di sei mesi post-laurea. Già in quel periodo mi era stato abbastanza chiaro quale fosse il mio ruolo: nessuno. Semplicemente mi annoiavo tutto il giorno tutti i giorni. Vabbè, sono un pivellino e perlomeno con i colleghi c'è un bel clima, pensavo. La mia utilità era così tanta che infatti non m'hanno confermato alla fine.
    Durante questo periodo ho conosciuto degli esterni che lavoravano lì e che, alla notizia della mia non-conferma, mi hanno gentilmente proposto di lasciargli il mio CV; cosa che io, non avendo nulla da perdere, ho fatto. Dopo poco vengo contattato (tra gli altri) da loro per un colloquio iniziale, per vedere se potevo rientrare nei loro piani in qualche modo.. La risposta è stata sì, ma il problema è stato che sarei dovuto tornare a fare le stesse cose di prima (che sono ben diverse da quelle che fa il gruppo di colleghi che avevo conosciuto).
    Accetto mio malgrado (c'avessi un'alternativa, mannaggia!) e ottengo un primo contratto di 9 mesi, durante i quali vengo sostanzialmente abbandonato a me stesso dal mio responsabile che fa orecchi da mercante a tutte le mie segnalazioni di inattività sostanziale. Arriva dicembre, cerco disperatamente - e non trovo - altre opportunità, ma dalla mia stessa società mi viene offerto...il tempo indeterminato!
    Mi dico:"Siamo in un periodaccio, è un'occasione più unica che rara, ecc.." e accetto un'altra volta. Errore clamoroso.
    Mi rendo conto di come tutte le manifestazioni di interesse e le gentilezze che avevo ricevuto erano solo spinte da interesse personale (obiettivi aziendali e personali, budget, e quant'altro), e vengo ancor più lasciato in disparte, anche dai colleghi, che pure nelle occasioni in cui sono con loro (es: pranzo) fanno di tutto per escludermi o deridermi, come parlare di persone/attività/avvenimenti che io non conosco perchè "lavoro" in un ambito diverso, usare appellativi poco carini tipo "ragazzino", sottolineare quanto sia indietro (hanno tutti 40 anni o più) rispetto a loro, fare domandine sarcastiche, e così via..
    Ovviamente il tutto mentre continuo disperatamente a segnalare che passo l'80% del mio tempo su internet ad annoiarmi, nonchè a cercare qualche annuncio lavorativo che faccia al caso mio con la speranza di lasciarmi tutta questa vita alle spalle il prima possibile..
    Nell'attesa che questo avvenga, come posso fare per mantenere la mia (poca) lucidità mentale e non perdere la voglia di ridere e far ridere che è mia da sempre?
    Grazie mille!

    Non interrompere un sogno. Lasciami dormire.

  • Embè c'hai un contratto indeterminato, non fai un c∙∙∙o e te lamenti pure?! :D

    Per esperienze di persone a me vicine so che a volte la vita in ufficio è molto pesante da sostenere.
    Il mio consiglio è quello prima di tutto di affrontare i tuoi colleghi cercando di inserirti il più possibile e poi di passare tutto il tempo libero che hai a disposizione per studiare e ampliare le conoscenze nel tuo ambito lavorativo (se possibile) o che possono esserti utili per cercare un'altro lavoro (es. un bravissimo grafico che conosco che aveva studiato tutt'altro, ha imparato il suo attuale lavoro mentre come te era lasciato a se stesso in un'altra azienda).
    Non ti fossilizzare su questa situazione, le opportunità arriveranno.

    Some they rest their head at night, Some get no sleep at all, If you listen close to what you see, You will hear the call.

  • Mi rendo conto di come tutte le manifestazioni di interesse e le gentilezze che avevo ricevuto erano solo spinte da interesse personale (obiettivi aziendali e personali, budget, e quant'altro),

    Ben svegliato.
    ma che ti importa ? il tuo ruolo è quello che ti è stato assegnato , sara' sempre cosi' , fattene una ragione.

    Ovviamente il tutto mentre continuo disperatamente a segnalare che passo l'80% del mio tempo su internet ad annoiarmi, nonchè a cercare qualche annuncio lavorativo che faccia al caso mio con la speranza di lasciarmi tutta questa vita alle spalle il prima possibile..

    cioè scusa. tu segnali che nell'orario di lavoro , usi il tuo tempo per cercare un altro lavoro?
    non farti sentire dalle migliaia di lavoratori messi in cassa integrazione, rischieresti il linciaggio...

    Nell'attesa che questo avvenga, come posso fare per mantenere la mia (poca) lucidità mentale e non perdere la voglia di ridere e far ridere che è mia da sempre?

    ti aiuto , sposta la tua attenzione sugli annunci del circo orfei.

  • Avevo messo in preventivo alcune osservazioni del tipo "Ma come, in un momento come questo hai un lavoro e te ne lamenti pure?": sono giustificatissime e provo a comprenderle quanto più posso. Ciò non toglie che io sia comunque in primis una persona, e come tale esiga rispetto: sia dal punto di vista personale, sia professionale. Sarò pure un illuso idealista, ma credo e continuo a credere che questa cosa possa conciliarsi benissimo con i rapporti lavorativi e che, anzi, possa contribuire a migliorarli. Che guadagno ha l'azienda se io alla prima occasione utile me ne andrò? Perderà competenze, fatturato e avrà pure pubblicità negativa: un bel prezzo da pagare per qualche anno di guadagno più "facile".. Credo che qualsiasi disoccupato (condizione comunque presente nella mia famiglia) non possa che concordare su questo.
    Il mio scrivere su questo forum voleva più che altro ragionare su come combattere le pessime sensazioni psico-emotive che nascono da questa situazione.

    MrBrightside: l'idea che proponi è logica e comprensibile, mi lascia solo un po' perplesso il fatto di come poter far "pesare", in ottica di lavori futuri, conoscenze che ho sviluppato da autodidatta..

    Non interrompere un sogno. Lasciami dormire.

  • MrBrightside: l'idea che proponi è logica e comprensibile, mi lascia solo un po' perplesso il fatto di come poter far "pesare", in ottica di lavori futuri, conoscenze che ho sviluppato da autodidatta..

    puoi migliorare il tuo inglese se non sei molto forte, oppure imparare il tedesco o il francese.
    Visto che hai tempo da buttare via al lavoro puoi usare memrise.com per imparare (facile da usare e non ti annoia) e usare le centinaia di risorse riguardo le lingue che ci sono su internet.

    Questo poi può pesare perché
    1. spesso basta che dici che lo sai di saperla e si fidano o ti fanno il colloquio in lingua
    2. puoi ottenere delle certificazioni che attestano il tuo livello linguistico se non si fidano, per l'inglese il TOEIC costa 100€ dura 2 ore e mezza e non devi neanche saperlo parlare per esempio, basta saperlo capire, leggere e scrivere

    Poi a dipendenza dell'ambito in cui sei possono esistere certificazioni professionali che provano la tua conoscenza, o corsi universitari serali (potresti studiare al lavoro).

    Se impari comunque roba da autodidatta anche se magari non ti aiuta a trovare il lavoro, la puoi comunque applicare una volta che il lavoro ce l'hai, o usarla come crescita personale.

    Se puoi installare roba sul computer, potresti anche imparare a programmare o fare web design, o imparare a usare programmi del tuo settore, poi se scrivi che sai usare un programma sul CV non è che possono verificare che lo sai veramente usare senza testarti, e la gente spesso li impara sul posto di lavoro per la prima volta visto che sono tanti e all'uni se ne impara uno se va bene, quindi magari non devi avere pezzi di carta. Per le prime 2 cose poi basta che ti fai un sito con un portfolio di lavori (es. applicazioni per smartphone, siti web fatti per l'agriturismo dello zio, l'associazione dell'amico etc.) per dare le prove.

    Comunque a parte per il fatto che è alienante, avere l'80% del tempo a disposizione ed essere pagato nonostante questo può essere una fortuna (tra l'altro non ti rimane neanche un pericoloso buco sul CV anche se in realtà sei lì a far niente), ma devi separare mentalmente il tuo lavoro da te stesso e vedere la cosa come positiva, non come un attacco alla tua persona, la ditta è vittima di sé stessa se buttano via così i soldi.

  • ciao , io attualmente mi trovo nelle tue stesse condizioni pero sono piu grande di te ,faccio parte parte di quei famosi quarantenni di cui parlavi.
    la mia situazione è questa : lavro nell'informatica come consulente esterno in una società di assicurazioni.
    Sta faccenda della noia non è sempre stata cosi , prima c'era piu lavoro .. ora da qualche tempo come te passo il giorno su internet e il capo non mi dice un cavolo ..la mia paura è che il contratto posssa non rinnovarsi .. il rischio di adagiarsi in situazioni simili è quello che se durano tanto tempo puo succedere che magari sei entrato ingegnere e dopo 10 anni che sei stato a fare quasi un c∙∙∙o esci che non sai fare manco 2 +2 col conseguente risultato di essere fuori mercato sia per l'età che nel frattempo è avanzata sia per le competenze visto che non si tratta solo di teoria ma anche di pratica e se in pratica uno non fa un cavolo è chiaro che non è facile rivendersi ...un vero e proprio vortice mortale .. tirati fuori quanto prima visto che sei piu giovane e segui l'ottimo consiglio di chi ti ha detto di studiare durante i momenti di noia.

    Ciao

  • Buongiorno Fringe86,

    La tua situazione è paragonabile alla mia, tempo indeterminato ma non ho un cavolo da fare. Mi spiego meglio: ho iniziato in quest’azienda con altre mansioni, poi sono passata nell’ufficio centrale in quanto, dati i miei studi, le mie esperienze etc.. credevano fossi adatta per supportare i grandi capi nelle loro mansioni quotidiane. A detta loro pare fossero pieni di lavoro e che necessitassero assolutamente un aiuto. Beh, sono qui da quasi 11 mesi e passo il 90% del tempo su internet a farmi i fatti miei. Qualcosina l’ho imparato, qualche attività amministrativa l’ho fatta… Ma tutto ciò avrei potuto farlo tranquillamente lavorando part-time ed avrei avuto un sacco di tempo libero. I capi sono sempre in giro, ogni tanto parlano di un futuro in cui – assicurano – “ci sarà da fare”…

    Non voglio lamentarmi troppo, soprattutto se penso alla fatica che ho fatto lo scorso anno per trovare un lavoro.. Però è frustrante, soprattutto se penso a quanto sarei potuta crescere professionalmente in questi mesi se avessi avuto una formazione o delle direttive “normali”..

    Però data la situazione dovrei solo ringraziare in ginocchio di avere uno stipendio fisso (che comunque non è molto)… Oscillo da un atteggiamento all’altro. Diciamo che questo lavoro, senz’altro, non mi “nobilita”. :D

    Se la tua situazione è sempre stata così, ed oltretutto ti trovi anche male nelle relazioni interpersonali.. tieni duro… ed appena si smuove qualcosa (una proposta che non sia un contrattino striminzito di 5 mesi…) scappa!!!! Io per i prossimi mesi spero ancora nel “miracolo” :)

  • Ciao e grazie a tutti,
    ho seguito il thread anche se in modo "silente". Ho preso spunto dal consiglio di Murloc e scoperto questo memrise.com che è utile, divertente e non troppo impegnativo, visto che la "frequenza" la si può decidere in autonomia. Nel mare di nulla in cui continuo a vivere, a volte mi viene difficile trovare la voglia di seguire questi corsi, ma cerco di superarla..
    Mimetica: capisco bene i sentimenti ambivalenti tra la "tranquillità" di avere uno stipendio fisso a fine mese e la rabbia perchè voglio mettermi in gioco, crescere e dimostrare di valere qualcosa anche io..soprattutto perchè sto buttando via i primi anni di lavoro che dovrebbero servire da base per l'esperienza futura. Se e quando dovesse smuoversi qualcosa (la speranza non la perdo! :prrr: ) sarò felice di condividerlo in questo forum..
    Del resto, di tirarmi fuori di qui il prima possibile me lo stanno consigliando tutti, in primis la mia mente che a volte sopporta il tutto con una fatica immensa..

    Non interrompere un sogno. Lasciami dormire.

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