Sminuire gli altri

  • è comunque gente destinata a restare sola col tempo. perchè quanto più una persona mostra il peggio di sè tanto più gli altri inevitabilmente si allontanano. quindi non fanno altro che seminare il vuoto intorno. anche perchè poi ad una certa età certe cose non sono neanche più sopportate e sopportabili. cerchiamo tutti tranquillità e serenità anche in una semplice conversazione. e gente così guasta anche la bellezza di un confronto. e chi non è propenso a sparlare o sapere i fatti altrui non può che vedere in quella persona che lo fa del marcio per cui di conseguenza le successive volte o non gli dice più di un "ciao come va?" o lo evita del tutto.

  • Grazie , noto che se ci penso , inizio a sentire malessere , invece se penso alla mia vita e faccio le mie cose che devo fare , aggiungendo novità curiosità in ciò che faccio , tutto il resto poi passa... è da poco che riesco a fare così.. non ho capito se è un bene o un male , comunque sto meglio , e vivo per me!

    :friends: :friends:
    :hi:

  • Vi siete mai trovati di fronte a persone che tendono a sminuire chi gli sta attorno? Io ho una persona nel giro di amicizie che è un maestro in questo, non ho mai compreso appieno perchè lo faccia, ma è un suo rito, soprattutto quando siamo con persone che non si conoscono, lui rompe il ghiaccio con battute di cattivo gusto sugli amici.
    Sospetto che di fondo ci sia una forte insicurezza personale e un obbligo a sentirsi il migliore.
    Ma se qualcuno conosce i meccanismi psicologici di queste persone, vorrei che me ne parlasse.

    Io la vedo come una reazione allo stress di stare in un gruppo di persone. E' un modo per avere un ruolo di spicco, al centro della scena, magari risultare anche simpatico, spostando il discorso (o impostandolo) su argomenti comodi, che facciano fare bella figura (seeeee!) sottolineando le mancanze altrui, sulle quali si fa fare anche qualche risata. E' un modo di fare che detesto, specie se diretto sistematicamente contro determinate persone che diventano lo zimbello di turno, e che mi fa cadere qualsiasi persona dal cuore. Ammetto di essere poco tollerante su questo, è uno dei motivi sui quali non passo nei rapporti sociali.

    Vorrei anche discutere con le vostre esperienze, se ne avete vissute, e come avete fatto a raggirare il problema!

    A me dà un fastidio notevole, perché mi fa sentire complice/usata mio malgrado o contro la mia volontà, specie se le battute sono su persone presenti o comunque conosciute dai presenti. Cerco di cambiare discorso inserendo uno spunto diverso di discussione, lascio cadere la cosa, abbandono il gruppo ai loro discorsi, anche perché spesso questo modo di fare è vincente, bene accetto. O forse tutti si infastidiscono ma fanno buon viso a cattivo gioco.

    Insomma, faccio resistenza passiva. Non dò a vedere, evito di schierarmi apertamente o rispondere a tono perché in certe situazioni può essere anche peggio, semplicemente chiudo lì il discorso per quanto mi riguarda e faccio in modo che - specie nei discorsi a due - casualmente si finisca a parlare sempre di altro. In genere questo messaggio arriva a destinazione, pur tra le righe e implicito, e genera notevole ostilità dall'altra parte: credo che non ci sia niente di più frustrante che prepararsi due battutine "simpatiche" a spese di qualcuno per tenere la scena e ritrovarsi con qualcuno che ti toglie il microfono o spegne la telecamera, oppure non ride.

  • Beh si, è un classico dai. Insicurezza, disagio, voglia di ostentare un'inesistente insicurezza intestina.

    Ti faccio un esempio:
    ho un collega che quotidianamente rivolge battute cattivissime a tutti noi, mogli e fidanzate comprese. Cattiverie, parolacce ecc...
    Noi tutti si fa finta di ridere, si sta allo scherzo.
    Il problema è che, appena gli si faccia una battuta, anche innocente e tranquilla, lontanissima dalle sue cattiverie, sto qui salta, ti insulta, te ne dice di ogni e va avanti tre gg a rimuginare la frase.

  • Stessa cosa la fa chi si atteggia a saccente e, nelle argomentazioni, attinge sempre a pensieri e tesi altrui (generalmente illustri autori, così non sbaglia) senza mai riportare il proprio punto di vista. E' così perché lo dice Tizio, Caio ecc, citazioni su citazioni.

    Insicurezza. E paura di non essere ascoltati.

    Ecco, questo è un tipo di atteggiamento che non sopporto.
    Ho un amico universitario, ricco sfondato, che ha frequentato le migliori università, insomma per questa ragione lui si sente una sorta di tuttologo, perchè avendo letto un libro su questo e su quell'altro ogni conversazione con lui degenera in "taldeitali ha scritto questo". E' un peccato che abbia una chiusura mentale simile, ma credo che alcune persone abbiano bisogno di rassicurazioni più di altre, di certezze che forse non trovano in loro stessi.

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