Il lavoro mi ruba la vita

... dopo mille ricerche in rete, ricerche di qualcuno che mi dia una mano (a capire e ad aiutare).
Scriverne non è facile, ma ho deciso di provarci perché non so davvero cosa fare.
Lui: qualche mese fa un lavoro nuovo, bello, quello dei suoi sogni. I ritmi e gli orari sono subito intensi (per non dire disumani: 13-14 ore al giorno), ma sembra non risentirne.
Poi, ormai due mesi fa, il crollo, del tutto improvviso: dice che si sente svuotato, che gli scoppia la testa, che il lavoro gli impedisce di dedicarsi a qualunque altra cosa, è sempre stanco (mentalmente e fisicamente), non ha voglia di fare nulla, anche con me è assente, irriconoscibile. A volte mi sembra quasi un contenitore pieno d'acqua fino all'orlo, perennemente sul punto di "rovesciarsi" alla prima mossa o parola sbagliata (da parte di chiunque).
Come stargli vicino? Come aiutarlo?
E soprattutto: come può il lavoro, specialmente se tanto desiderato, ridurre un essere umano in questa situazione? E poi perché a distanza di tempo?

Sono davvero preoccupata.
Grazie a chiunque vorrà rispondere...

Citazione da Io_85

... dopo mille ricerche in rete, ricerche di qualcuno che mi dia una mano (a capire e ad aiutare).
Scriverne non è facile, ma ho deciso di provarci perché non so davvero cosa fare.
Lui: qualche mese fa un lavoro nuovo, bello, quello dei suoi sogni. I ritmi e gli orari sono subito intensi (per non dire disumani: 13-14 ore al giorno), ma sembra non risentirne.
Poi, ormai due mesi fa, il crollo, del tutto improvviso: dice che si sente svuotato, che gli scoppia la testa, che il lavoro gli impedisce di dedicarsi a qualunque altra cosa, è sempre stanco (mentalmente e fisicamente), non ha voglia di fare nulla, anche con me è assente, irriconoscibile. A volte mi sembra quasi un contenitore pieno d'acqua fino all'orlo, perennemente sul punto di "rovesciarsi" alla prima mossa o parola sbagliata (da parte di chiunque).
Come stargli vicino? Come aiutarlo?
E soprattutto: come può il lavoro, specialmente se tanto desiderato, ridurre un essere umano in questa situazione? E poi perché a distanza di tempo?

Sono davvero preoccupata.
Grazie a chiunque vorrà rispondere...

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Ciao,
da quello che dici, mi sembra di capire che il tuo "Lui" si sia dedicato anima e corpo al lavoro e poi sia crollato. Probabilmente, dopo aver ottenuto il lavoro dei suoi sogni, ha fatto di tutto per svolgerlo al meglio, si sarà impegnato accettando anche ritmi intensi, ma poi alla fine non ha retto. Quando si arriva in un nuovo ambiente, è normale essere entusiasti e fare anche più di quanto sia possibile per le proprie forze, all'inizio non pesa ma quando l'entusiasmo iniziale viene ridimensionato dalla routine si fa più fatica a reggere ritmi così intensi, anche per l'accumulo di stanchezza. Ti chiedi perchè sia capitato all'improvviso, ma i crolli sono così, devastanti e inattesi: oggi sembra che vada tutto alla grande, e il giorno dopo sei a pezzi.
L'unica soluzione, se il lavoro gli piace, è quella di ridurre l'orario. Nel suo ambiente di lavoro, tutti hanno questi ritmi o solo lui? Nel caso fosse lui a sobbarcarsi più lavoro del dovuto, basterebbe prendere il tutto in modo più rilassato; se invece è il tipo di lavoro che richiede questi ritmi (ma mi sembra improbabile), o si tiene il lavoro e cerca di sopportare nonostante questo gli impedisca di vivere o cambia. Ma dipende da lui, è una questione di priorità.