Insomma voglio dire che non ci credo molto che queste cose si fanno per se stessi,ma che è una balla che ci raccontiamo perchè sarebbe umiliante ammettere che in realtà stiamo cercando di piacere agli altri.

Voler piacere a se stessi è una balla
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Io credo che piacere agli altri e piacere a se stessi siano due concetti molto legati fra loro, in realtà. E' risaputo infatti che il primo passo per piacere al prossimo è quello di stare bene con noi stessi, quindi essere in pace con il nostro corpo e piacersi. Io poi non credo sia umiliante provare a fare qualcosa di concreto per piacere agli altri, perchè non si dovrebbe? POi ovvio, ognuno ha le sue priorità, c'è chi si sfonda di palestra e chi invece non fa niente, per salute o per il semplice aspetto fisico, insomma è abbastanza soggettivo. Però secondo me non è una balla il volersi piacere, anzi.
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non so perchè, ma leggendo il tuo post ho percepito la sensazione che chi scriveva era pervasa da un senso di rassegnazione e sconfitta. vuoi pensare e costrngerti a pensare che in realtà le cose si facciano per gli altri, per non ammettere d non avere forza di cambiare il tuo aspetto. se tu pensassi davvero che sia una balla, avresti dovuto dire che ti accetti e ti ami e ti piaci così come sei. la tua mancanza di volontà nel fare qualcosa ti ha portato alla conclusione più semplice. "è una balla!"
in realtà ti stai raccontando la bugia del fatto che non esiste di fare una cosa x se stessi, perchè non ci riesci.
almeno questa è stata la mia sensazione. di conseguenza ti dico che piacere a se stessi ed agli altr è una realtà, altro che balla!!!! perchè poi quando non ti senti a tuo agio con un certo vestito in un certo ambiente, cominci a pensare che tutti ti stiano giudicando e da lì nasce disagio,depressione, frustrazione e paranoia.......e non è meglio spendere soldi oggi x la palestra o trattement che domanii per psicologi e strizzacervelli? -
cosa ne penso? che e' vero, lo si fa per gli altri. Cosi' come vestirsi bene, cercare di essere carini, depilarsi. C'e' meta' mondo che se ne preoccupa un sacco. Poi c'e' tutta un'altra parte del creato che non si fa nessun problema e vive benissimo con la panza e con le ascelle pelose.
Del resto, se fossimo degli asceti a che servirebbe? ma viviamo in un mondo sociale e dobbiamo decidere chi e cosa vogliamo essere, come ci rapportiamo agli altri.
Se vuoi dimagrire per piacere di piu' agli altri, perche' te ne devi vergognare? fallo e basta. E poi guardati allo specchio ogni mattina, guardati bene negli occhi e di che ti ami, che ti ami moltissimo. Tre mesi cosi' e sei una persona nuova. -
Citazione
Che ne pensate?
E' qualcosa su cui ho riflettuto moltissimo, arrivando a definirlo un "mistero" perche' non ho mai trovato una risposta definitiva. Ho cambiato idea molte volte su questo argomento. L'autostima dipende veramente da NOI, e solo da noi? Mistero.
Il problema di piacere a "se stessi" e' questo: chi sono io veramente? O meglio: chi sono io, senza gli altri?
Immagina di vivere in un pianeta dove tu sei l'unico/a abitante. Sei solo tu e la natura, e gli altri non esistono e non sono mai esistiti. Ora la domanda e'... Ma noi, in questo ipotetico pianeta, faremmo comunque le cose che qui in questo mondo pensiamo di fare per "noi stessi"? Molte donne dicono di farsi belle per "se stesse", per stare bene con "se stesse", ma proviamo ad immaginare una donna in quell ipotetico pianeta deserto di prima: si metterebbe in tiro comunque, per "se stessa"? Lo dubito fortemente. Prima di tutto perche' in un pianeta dove gli altri non esistessero e non fossero mai esistiti, non potrebbero ad esempio esistere scarpe con i tacchi. Nessuna avrebbe la necessita' di inventare scarpe col tacco a spillo per "se stessa", con l'unica conseguenza di camminare in maniera scomoda e innaturale, per "se stessa".
Come altro esempio, proviamo a pensare di vivere in un paese dove assolutamente TUTTI ci criticano, mentre esiste un paese lontano dove molte persone ci stimano e ci aspettano a braccia aperte. Credo che tutti noi avremmo voglia di trasferirci nell'altro paese lontano, tutti noi aspireremmo a raggiungere quelle persone che ci aspettano a braccia aperte, scappando dal nostro paese di m∙∙∙a. Ma allora questa e' la dimostrazione che "gli altri contano", contano molto piu' di quello che si pensi. Quelli che sono convinti che l'autostima sia qualcosa che dipende solo da noi stessi, vengono a dirti che devi "fregartene degli altri", perche' "tu sei unico", "tu vali", "devi pensare a te stesso", e cosi' via, in una serie di consigli che a me spesso sembrano stupide frasi fatte. Non conosco nessuno con una "buona autostima" che se ne freghi veramente degli altri. Anzi, mi sembra che le persone con una buona autostima solitamente tendano ad avere molte relazioni sociali a cui tengono molto. Coincidenza? Non credo.
In conclusione, sono convinto che l'autostima, il nostro valore, e perfino l'essenza di noi stessi in qualche modo dipendano fortemente dagli altri. E' come se noi e gli altri fossimo una cosa sola, come specchi che si riflettono l'un l'altro. I dettagli di tutto questo rimangono comunque ancora un mistero per me. -
Insomma voglio dire che non ci credo molto che queste cose si fanno per se stessi,ma che è una balla che ci raccontiamo perchè sarebbe umiliante ammettere che in realtà stiamo cercando di piacere agli altri.
Quoto al 100% questa tua frase che riassume il mio pensiero.
Mi sono chiesta:
ma se io vivessi su un'isola deserta da sola mi fregherebbe della linea?
No!
E di prendere la tintarella per essere più carina?
nemmeno! ..io detesto il sole in faccia, starei sempre all'ombra.
Quindi perchè prendo il sole e ci tengo alla linea?
per piacere agli altri, ad un eventuale fidanzato.
Se c'è una cosa che in psicologia mi sembra una mega presa per i fondelli è la teoria "fallo per piacere a te stessa".
E' ipossibile !!! chi bello vuol apparire lo fa per piacere agli altri!
Ma ora vediamo di capire qual'è il contesto che meglio si addice a questa frase:
Ora, questa teoria serve solo ed esclusivamente per mettere nella testa a qualcuno di non fare le cose 'perchè te lo dicono gli altri di farlo'.
Allora sì, allora è giusto dire:
"non devi dimagrire per piacere agli altri o perchè il tuo ragazzo te lo impone, ma lo devi fare se lo vuoi tu davvero,
se questo ti fa sentire più carina per piacere a lui ma che ti viene spontaneo,
e non perchè te lo impone lui e lo fai solo per piacergli anche se tu senti che stai bene con la ciccia".
Ecco. Detto così va bene.
La frase è espressamente detta per fare capire a qualcuno che non bisogna mai e poi mai cambiare per gli altri.
E questa è una delle cose della psicologia che più mi trova d'accordo.
Nessuno ha il diritto di dirci come dobbiamo essere e cosa dobbiamo fare, soprattutto se in quello che facciamo non facciamo del male a nessuno.
(Tipo essere cicciottelli).
Quindi, ricapitoliamo:
Se qualcuno ci impone di cambiare perchè non piacciamo per come siamo la frase è perfetta: "devi cambiare per te stessa e mai perchè te lo impongono gli altri".
Perchè se a qualcuno non piaci per come sei... non piacerai nemmeno quando cambierai.
Se non piaci, non piaci.
Fine.
Se invece parliamo di "chi cambia per sè stesso"... in modo spontaneo e senza che nessuno lo influenza... lo fa per piacere agli altri!!!
(E qui mi ricollego alla frase di chi ha scritto questo post)
Se tu fai una dieta per dimagrire, vuoi essere più bello per piacere a qualcuno. E che lo fai per gli altri è ovvio.
L'importante è che quando cambi lo fai perchè sei tu che vuoi farlo e non perchè te lo ha imposto qualcuno. -
Semplicemente si fa perchè è bello stare bene in un corpo in forma.
E' bello perchè mangiando bene facendo sport e tenendo lontana la ciccia si tengono lontane le malattie e si invecchia meglio.
E' bello perchè le cose che compri ti stanno bene addosso.
E' bello perchè gli altri ti dicono che stai bene e questo alimenta l'autostima e ci si sente allegri.
E' bello perchè se ti specchi vedi una bella immagine e non dei rotolini antiestetici.
Questo te scrivo dopo essere passata da una 46 ad una 40/42 facendo un po' di sport e mangiando correttamente.
L'ho fatto per me. -
Quotando quello detto dagli altri, credo che sia possibile lavorare esclusivamente per sé stessi sul corpo, e vi spiego anche perché: io mi uccido letteralmente di allenamenti di arti marziali, ho un fisico da urlo... tuttavia, oltre alle uscite di allenamento (arti marziali o tiro al poligono) preferisco starmene tappato in casa, ho una vita sociale poco attiva, e detesto farmi fotografare in quasi tutte le occasioni: segno che, alla fine, non mi importa più di tanto a smuovere i pettorali a due centimetri dal naso di qualche gentil donzella.
L'essere umano può lavorare sul fisico per vari motivi (anche non per suo piacere, se sei pericolosamente obeso devi dimagrire altrimenti passi a miglior vita), e se lo fa esclusivamente per sé stesso, può farlo per due motivi precisi:
1- Ricevere le attenzioni altrui in modo inconscio (è la più frequente): spesso molti dicono di voler piacere a sé stessi, ma per farlo hanno bisogno della conferma degli altri, oltre che della propria: sono poche le persone che non amano i complimenti per il duro lavoro che si è svolto, e questo tipo di persone sono anche le persone che probabilmente continueranno le loro attività sportive (se volete potete provare a leggere qualcosa di Skinner a proposito del condizionamento operante, così capite meglio cosa intendo).
2- Esclusivamente per se stessi (meno frequente, ma comunque con un buon numero), se poi ci sono attenzioni altrui, ben venga: io appartengo a questa categoria, dato che ho sempre odiato i complimenti altrui sul mio aspetto fisico (vero che me la vado anche a cercare), tuttavia ho ignorato tutto questo e mi sono sforzato di ottenere il massimo dal mio fisico, conscio che il sopportare i complimenti era ben poco rispetto al poter avere un corpo scattante, giovanile e gratificante da vedere la mattina allo specchio, oltre a favorire un corretto equilibrio psicomentale, ma con questo non voglio assolutamente dire che chi sia grasso abbia un equilibrio cerebrale instabile, semplicemente si tratta di personalità (da quando sono piccolo sono sempre stato molto fantasioso, e adoravo tutti quei personaggi dei fumetti/film e videogiochi agili e forti, come Dante da Devil May Cry, Sephiroth da FF7, il principe Nuada da Hellboy 2, e volevo imitarli: ora certamente non riesco a spiccare balzi di 28 metri, sparare a testa in giù oppure tagliare con la mia katana pezzi di lamiera come fossero burro, ma riesco ad esempio a correre sul muro e fare una capriola all'indietro in aria, oppure a far roteare due Katane come una specie di mulinello (andate al minuto 01:00 per capire cosa intendo, ovviamente non arrivo neppure vicino a questi livelli (inumani, tra l'altro, ma del resto non saprei ove pescarlo se non da un film), ma il concetto è quello)
insieme ad altre cose (appresa tramite Parkour e Ninjustu la maggior parte, lo ammetto). Ora, con tutte queste cose posso fare qualche giochetto di prestigio una volta ogni tanto, ma finita lì, nella vita reale "mulinellare" due spade non credo mi servirà a molto, così come saltare all'indietro non per forza mi fa diventare piacevole agli occhi degli altri. E allora mi domanderete, perché lo fai? Perché invece a qualcosa a me serve, ovvero soddisfare quella mia sete di fantasia di potermi sentire come un eroe/cattivo della Marvel: in quei fumetti la maggior parte hanno poteri disumani dati da raggi gamma, iniezioni di porcherie chimiche e ragni fosforescenti, ma ci sono anche quei pochi che sanno fare il mazzo soltanto con la loro umanità (Frank Castle (Il Punitore), Lo straniero, Deadpool), ed è possibile fare alcune cose di loro, ed a me piace molto credermi uno di loro. E anzi, se gli altri mi vedono come un'inguaribile sognatore, non m'importa niente, io amo questa parte di me). Tutto sta quindi nel vedere a quale categoria s'appartiene (non esiste tuttavia una sola: in qualsiasi cosa facciamo si rientra alle volte in una categoria, altre volte nell'altra), no?
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E' dimostrato scientificamente che lo sport costante e a media alta intensità, diminuisce il rischio di quasi tutte le malattie conosciute, oltre ad allungare la vita e preservare la qualità della vita, non a caso esistono 90enni maratoneti più in forma e fisicati di alcuni 30enni, pochi sanno che con una buona genetica e un buon allenamento costante la prospettiva di vita arrivafino a 120 anni, ma l'ignoranza oggi è tale che si pensi che sia inevitabile cominciare a portare il bastone a 60anni. E seconda cosa, come lo è per me ma anche per altri. lo sport può essere uno dei pilastri della vita stessa, per il piacere e per l'esperienza di vita che è in grado di darti, io personalmente gioco a tennis, ma ne esistono molti di sport. Mai considerato nemmeno minimente l'idea di allenarmi per piacere agli altri, lo faccio solo ed esclusivamente per me stesso e per i due motivi sopracitati, non prenderla come un'offesa ma secondo me chi non fa sport è come uno zombie che cammina, e basta girovagare un po' in rete per capirlo.
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Che belle e varie risposte che ho ricevuto!
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