Buonasera, popolo del foro. Oggi vi porto all'attenzione un problema che mi sta tormentando da ormai qualche mese.
Sono ormai cinque mesi che il mio corpo si è, come detto, rotto, ovvero i danni derivanti dal mio umore spesso depresso, dalla mia vita piatta, ma soprattutto dalla mia cattivissima alimentazione (sia per orari sia per tipologia di sostanze tossiche ingerite) e dalla mia scarsa attività fisica stanno cominciando a farsi più pressanti del solito: sono malato in continuazione, non dormo più regolarmente da mesi (e i sonniferi stanno cominciando a perdere la loro efficacia iniziale), ho dolori in tutto il corpo, mi sento sempre stanco il giorno e, di riflesso, il mio umore peggiora... e mi rifugio nel cibo, e si ricomincia da capo; un serpente che si morde la coda, in parole povere. Ora, vorrei iniziare una dieta seria, corredata da un buon esercizio fisico, ma ho già provato anche fino a un mese fa, e i (pochi) kg che ero riuscito a bruciare li ho già recuperati, poiché perdo velocemente lo stimolo ad alzare le chiappe e muovermi (o a fare un pasto decente, invece della solita pizza surgelata al forno). So già che se non faccio qualcosa, oltre a portarmi alla tomba in fretta (i miei esami del sangue sono uno sfacelo, e il mio fegato si è ingrossato moltissimo), continuerò solo a rimanere in questo limbo di agonia e attacchi di stomaco (non c'è un singolo pasto che non espello dopo un'ora, spesso anche dopo 10 minuti), solo che non riesco a trovare la voglia (ma soprattutto la costanza) di muovermi come un tempo facevo. Avete qualche consiglio su come "riprendere la motivazione" a muovere il c∙∙o, a spingersi a mangiare meglio, insomma a dare una scossa al mio cervello che è, al momento, scarico :sos: ? L'unico che ho trovato (è semplicistico, lo so) è che, a risistemarmi il fisico, aumenterebbero le possibilità di trovarmi una ragazza, ma non mi dà comunque molta carica, sebbene sia consapevole di quanto disperatamente abbia bisogno di una relazione.
A voi :pump:
Posts by Craniata
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Sul momento mi farebbero veramente molto piacere... potrei andare a vivere da solo dove mi pare, senza preoccuparmi troppo della finanze; inoltre un bel viaggetto intorno al mondo me lo potrei finalmente permettere.
Ma sul lungo termine sarebbero soldi che ammuffirebbero in un conto bancario intestato, non capaci di darmi minimamente quello di cui ho realmente bisogno. -
Concordo pienamente con Doctor Faust
Potrebbe anche essere che abbia "paura", nel sperimentare cose nuove (magari proprio solleticate dai porno o dai giocattoli erotici), di sentirsi inesperto\incapace verso di te. Non mi sembra che questo suo gesto sia dato da motivazioni "egoistiche", prova a parlarne con lui, se se la sente.
E comunque, MAI guardare il materiale privato di qualcun'altro, soprattutto sul tema "Porno": ci sono cose che si condividono con la propria partner, e la masturbazione raramente è tra queste. -
Come scritto nel mio primo topic "depressione infinita" mi è andata malissimo il mio primo amore, da quando l'ho superato sono senza amore per nessuna...a volte sembra che stia nascendo qualcosa...ci credo per un paio di giorni...ma poi tutto finisce , mi sento vuoto senza amore e mi chiedevo se scientificamente ci sia la possibilità che non mi possa innamorare mai più o se c'è più o meno un tetto di tempo entro il quale ci si può innamorare, qualcuno ha notizie in merito?
Grazie in anticipoNon potersi più innamorare? Parliamo di un evento, sotto il punto di vista biologico, catastrofico, dato che per la Natura, perdi il 90% delle motivazioni per la riproduzione, la cose per la quale lei ti considera un minimo. Possiamo quindi dire che è impossibile perdere la possibilità di innamorarsi? Io credo di no, dato che possiamo sempre mettere in gioco la nostra tanto (dis)amata depressione, che rompe gli ingranaggi del cervello e impedisce il corretto svolgimento delle attività di sopravvivenza, nei casi più gravi.
Detto questo, quindi, cosa ne possiamo dedurre: se interviene un disagio psicologico, come una paura per una delusione abbastanza pressante, o una depressione di un certo livello, l'Io può impedire l'innamoramento, sebbene la cosa non gli faccia assolutamente piacere (il corpo sente comunque la mancanza di un bisogno primario, anzi, del bisogno primario, del fine ultimo della nostra esistenza). Se questi due punti vengono a mancare, no, non ci si può non innamorare a priori, il sentimenti alla fine è subordinato alle situazioni (che, via via, aumentano, dato che il corpo abbassa i suoi standard, per poi, penso, riportarli ai comuni standard una volta soddisfatto, in qualsiasi modo, i suoi desideri) che, ovviamente, possono anche non fare scattare la "scintilla" per lunghi anni, o anche decenni, se si è particolarmente esigenti\iellati.
Riguardo alla tua domanda se si può considerato "traumatica" la tua storia, io rispondo: impossibile dirlo. Non esiste un metro di giudizio universalmente accettato per i traumi, ognuno li vive a modo suo, con intensità sue (per questo, a chiunque dica "C'è di peggio" io gli spaccherei a faccia); non posso nemmeno dire se sei a rischio depressivo o meno per una mancanza di dati esaurienti (è facile che ognuno di noi abbia pensato, per una o due volte, di farsi fuori: ma per diagnosticare un disturbo psicologico questo pensiero dev'essere bello ricorrente, non un qualcosa che capita una volta nella vita). Se comunque senti che hai il bisogno di sfogarti, noi siamo qua. -
Solita frase fatta palesemente falsa. Nominare il suicidio e' considerato come uno (tra vari altri) dei fattori di rischio. Se compare assieme ad altri fattori (ad esempio una diagnosi di depressione, uso di droghe o farmaci, comportamenti particolari come smettere di praticare degli hobby, eccetera) allora il rischio aumenta. Questo e' dichiarato da chiunque si occupi di problematiche psicologiche o psichiatriche (si cerchi online su qualsiasi sito).
E' vero che spesso chi lo dice poi non lo fa, almeno nel breve periodo. Ma e' pure vero che una parte di chi lo dice, o lo fa comunque intuire, prima o dopo lo fa o ci prova.
Nel caso di Craniata penso il rischio sia molto alto, in quanto ci ha gia' provato in precedenza con metodi diversi (alto fattore di rischio) e inoltre ha pure ARMI da fuoco a portata di mano. Quindi direi non sia opportuno minimizzare il suo caso.
Craniata, non so se mi sbaglio, ma io ho sempre avuto l'impressione che tu fossi una specie di "superfigo" senza problemi, molto fortunato nella vita. Questa impressione mi e' rimasta leggendo i post tuoi passati, tempo fa, sempre se non mi sbaglio. Non eri tu quello che scopava come un riccio chiunque volesse, pure fidanzato e con molte possibilita' di trovarne altre, giovane studente eppure gia' con un lavoro stimolante che ti procurava un reddito molto alto, benestante, con diversi hobby, campione in qualche disciplina sportiva (forse con le armi) eccetera? E' cosi', me lo sono inventato, o avevi raccontato balle? Sono un po' confuso (e non trovo i post passati da cui avevo avuto queste impressioni).
In ogni caso magari tendi ad essere "bipolare", che tendi a strafare quando stai bene, e poi quando sei nei periodi di stallo ti sembra di essere una m∙∙∙a e non avere speranze. Non saprei cosa consigliarti, ma secondo me hai la capacita' e la possibilita' di fare quello che vuoi. Se non trai piacere dalle cose e' forse perche' le vedi "fine a se stesse", e in quel caso potrebbe aiutarti condividerle con qualcuno. Come stai messo ad "amici"? Legare con altra gente a scopo di condivisione, non solo a scopo agonistico, di puro interesse, o per routine, eccetera. Io ho proprio quel problema li'... se non hai nessuno con cui condividere le cose, tendono a perdere di valore, come se fossero "meno interessanti".Sì, in grossa parte ti eri fatto una immagine molto realistica di me: se escludiamo quello della fidanzata (che, purtroppo, non riuscivo mai a trovare, a differenza delle s∙∙∙∙∙e), tutto il resto coincide... il problema è che parliamo di un anno, forse 6 mesi fa, tempo nel quale è cominciato ad andarmi tutto in mona. Ho ancora le mie vecchie abitudini (tranne gli hobby, per i quali ho perso totalmente l'interesse), tipo il lavoro e le scopamicie occasionali, ma hanno perso quel senso di piacere che provavo un tempo: sparo e mi alleno per mantenere il titolo (e i soldi), ma non provo più alcun piacere a premere il grilletto per forare un bersaglio di cartone, né tantomeno per le scopamicizie che seguo (e, onestamente, non so neppure perché continuo a seguirle: forse per tenermi, quantomeno, un minimo in forma; forse perché ho preso un impegno con le mie conoscenti, e detesto non rispettare i patti presi, il diavolo solo lo sa).
Ad amici sono messo vergognosamente male: Rovereto è, letteralmente, una città di morti viventi, un disastro sociale enorme, paragonato al resto del "Bel Paese", e questo sicuramente ha giocato un grosso ruolo nella mia permanenza qua; ora come ora sto cominciando a uscire un po' di più, a frequentare quei (pochi) luogo dove ancora sopravvive un minimo di gioventù, e a fare nuove conoscenze, ma la voglia di farle, lo spingermi... è sempre 0. Lo faccio perché so che ne ho bisogno, ma intimamente la voglia di apatia è incredibilmente forte; non mi pento poi di essere uscito, tuttavia non me ne gioisco neppure, come se il mio cervello si limitasse a dirmi "Hai sfruttato il tuo tempo per qualcosa, bravo".
Condivido in grossa parte il messaggio di Neptune: sono, evidentemente, in una fase della (mia) vita in cui voglio non più essere uno (come sempre sono maggiormente stato, data anche la mia indole solitaria), ma un duo, una coppia, quindi sì, una compagna indubbiamente mi farebbe bene (quantomeno per calmare il mio lato animale, istintivo, di coccole e affetto, che come rompe lui... figli...). Sulla data del mio compleanno non so che dire: l'unico vantaggio che ci vedo è che mi garantisce soldini per festività in un periodo in cui non ce ne sono proprio xD.
Ho compreso il tuo messaggio, Huesera (e apprezzo la direttività; nel mio caso funziona bene (ma, in futuro, ricordati che è meglio evitare: l'ultima cosa che vuole la media di persone depresse è l'attacco, io sono particolare)), ma non penso si applichi a me: gli ultimi due casi erano chiaramente volontà di uccidermi, e sono sopravvissuto per intervento tempestivo e biologia molto "temprata", diciamo; nel primo caso, addirittura, mi hanno dovuto sedare per caricarmi sull'ambulanza, dato che scalciavo, mi contorcevo e mordevo, se mi si presentava l'opportunità di liberarmi dai carabinieri che mi tenevano bloccato. Il caso della pistola ricalca lo stesso modello dei precedenti, ma questa volta è perfezionato: ho calcolato la potenza d'uscita del proiettile una volta sparato (per il rinculo), l'area del cervello dove devo puntarmelo per minimizzare le possibilità di sopravvivenza (potrei sempre cavarmela con una lesione cerebrale; studiando Neuroscienze, qualcosa finalmente l'ho applicato alla vita reale xD), la stessa scelta di una pistola di grosso calibro è voluta per impedirmi la sopravvivenza (perché, se puoi sopravvivere a un dissanguamento o un overdose, un calibro .44 puntato alla testa ha una possibilità di fallimento di 1 su 10.000, e questa è dovuta a una pessima presa, con conseguente rinculo che fa deviare l'arma). Il mio applicare questa scelta deriva dal fatto che vedo la morte con occhi molto diversi dall'usuale o dai depressi: per me non è "fine" o "inizio", è, che quindi include sia uno che l'altro, sia soluzione che problema: io reputo il suicidio come una scelta per togliersi di dosso un problema plausibilissima, per chiunque, non solo per me, e quindi non devo necessariamente essere depresso per pensare a una cosa del genere (la pistola, del resto, l'ho presa da 2 anni (mai sparato un colpo, e con sempre e solo un proiettile nel caricatore; non è stato presa per svagarmi, in modo che non prenda "quella decisione" troppo alla leggera), e le cose non mi andavano così male fino a un anno fa); inoltre, se dovessi conoscere una persona disperata, con una depressione o un qualche problema molto debilitante (non per forza di cose psicologico), è possibile (dovrei vedere il caso, ovviamente) che gli proporrei l'idea del suicidio. Non tutti hanno la forza di scrollarsi di dosso un problema, e soprattutto non tutti hanno la volontà per cercare di tirare avanti per avere una speranza del "Forse, in futuro, starò meglio"; c'è gente che, dopo anni e anni di dolore, vuole smettere di soffrire ORA, e io gli do diritto di farlo: da morto di sicuro non soffri.
Ho il vago sospetto che, dopo i miei infernali 15 anni (periodo in cui sono stato ricoverato in clinica, e vi assicuro che ho vissuto un esperienza da maiale al mattatoio, non da malato in ricovero) e miei successivi, notevoli sforzi per uscire dalla mia condizione, mi sono stufato di impegnarmi, di protendere per la soluzione più difficile e faticosa, e, per una volta tanto, di protendere per quella più facile (come vedo applicare molto spesso nella nostra società: la gente fa commenti, si fa idee e giudica gli altri spesso senza informarsi accuratamente, rimanendo ignoranti: non v'è nulla di sbagliato in questo, è questione di indole, alla fine, tuttavia è indubbiamente una soluzione facile, cosa che io invece non riesco a farmi piacere, e quindi non seguo quasi mai). Molto spesso protendo per le scelte più difficili durante la mia vita (e non sempre sono quelle con i migliori risultati) per indole, forse sono proprio stanco di andare avanti così. Come dire, ho esaurito la voglia. -
chi si vuole suicidare non lo dice
ma lo fa
tutti gli altri si coccolano nel loro malessere
per non assumersi la responsabilità della loro vita
per esperienza posso dire che forse, toccando il fondo, stando veramente male
ti deciderai a fare qualcosa
fino ad allora
non succederà nullaIn realtà ci ho già provato, e parecchie volte (5): i primi tre casi erano solo tentativi mal abbozzati, una richiesta di aiuto implicita, il quarto (taglio delle vene con quasi morte per dissanguamento) e il quinto (overdose letale (si ringrazia il mio organismo bello resistente) di psicofarmaci) erano con l'intenzione di uccidersi veramente, e ci sono andato molto vicino, se non fosse stato per gli infermieri prima, e i miei dopo, che mi hanno soccorso in tempo.
Il motivo per cui non mi suicido all'istante non è un motivo egoisticamente personale, è esterno: non voglio causare sofferenza con la mia morte ai miei cari. Non ho paura della morte, non mi crogiolo nella mia disperazione, tuttavia, come penso spesso "Non vivo perché voglio, vivo perché devo". La pistola comunque è sempre carica e tenuta in ottima efficienza, nel caso arrivi, prima o poi, la scadenza del mio debito con i miei (ovvero alla loro morte, che spero sia il più tardi possibile). -
Da sempre mi risulta impossibile citare i mess con 'sto computer, e vabbè >.
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Sì, beh, diciamo che la mancanza di relazioni affettive stabili con una ragazza è un punto molto rilevante per la mia instabilità emotiva, non sbagli affatto, Caos.
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Già che ci sono, ci aggiungo anche una cosa che prima mi sono scordato di scrivere:
Abbastanza di frequente (non dico spesso, ma tipo 1 o 2 volte alla settimana minimo sì) ho dei picchi enormi di voglia di mettermi in gioco, funzionali a quello che mi aiuterebbe ma esagerati. Per esempio: è un certo periodo che mi sono, fisicamente, lasciato andare col mangiare e l'attività fisica: schifezze a gogo, e poca voglia di muovermi; un giorno, di colpo, mi è venuta voglia di andare a fare un giro con la bicicletta per la ciclabile che collega Rovereto e Trento... in tre giorni mi sono fatto la bellezza di 50/60 km di bici al giorno, spaccandomi letteralmente il c∙∙o (sellino piccolo per il mio grosso deretano), quando prima usavo la bici sì con regolarità, ma solo per girare in centro o, al massimo, andare all'Iper in zona industriale (che saranno 5/6 km scarsi)... e mi era pure piaciuto da matti. Ora, questo mi è in buona parte precluso (ho da studiare tanto, e il freddo glaciale che è sceso, unito al sudore del pedalare, mi ucciderebbe in una giornata), tuttavia ho ancora questi picchi di voglia assurda di fare cose. Ho notato che si attivano maggiormente se ho stimoli esterni che mi mostrano una sorta di "possibile futuro positivo" per un mio problema, tipo una scena manga di due ragazzi che si abbracciano sotto le coperte, dichiarandosi il proprio amore: ora che l'ho vista, mi è venuta improvvisa voglia di fare Just Dance alla Wii per 1- Perdere peso 2- Staccare dalla studio 3- Svegliarmi un poco, così posso fare le ultime ore di studio successive più grintoso.
Dite che potrebbe essere questa una soluzione al mio problema? Mi tappezzo casa di queste immagini, e via ? -
Ormai sono su questo forum da diversi anni, anche se è una delle prime volte in cui espongo un mio problema, e non cerco invece di risolverlo; ma c'è sempre una prima volta, quindi...
Da ormai cinque\sei mesi soffro di un grandissimo senso di vuoto, o meglio, di non prospettiva per il mio futuro: tutto quello che faccio, attualmente, è, tranne pochissimi casi, fatto perché "bisogna farlo", oppure perché qualcuno verso cui ho un debito avrebbe piacere nel vederlo compiuto. Questo, in particolar modo, include due "attività" principali, l'università e il vivere in generale.
- L'università: Chiarisco da subito che non ho scelto, né sono stato forzato nel scegliere una facoltà che non mi piacesse: trovo Scienze Cognitive molto stimolante, divertente, e anche l'Ateneo al di fuori delle lezioni non è male (sebbene la città dove sono obbligato a vivere fuori sede è un vero incubo); tuttavia mi ritrovo a dover dare la bellezza di 10 esami tutto tra Dicembre (4) e Gennaio (6), più ovviamente l'esame finale di Laurea a Febbraio, dato che già sono fuori corso, e non voglio deludere i miei (cui già sto mentendo sul numero di esami da dare, la metà esatta; non per paura di una loro reazione negativa, ma perché se sapessero il vero motivo per il quale non li ho dati in precedenza, ovvero il mio umore depresso... ci rimarrebbero malissimo). Tuttavia, nonostante tutto questo, se provo a pensare a come vorrei vedermi tra 5\10\15 anni, a esclusione di un cadavere occupato a putrefare, ho un vuoto assoluto... e non provo neppure un minimo accenno di voglio per colmare questo vuoto.
- Il vivere: Questa mia fatica di continuare ad andare avanti deriva dalla mia psiche troppo instabile: ho picchi di alti e bassi umorali che sono esagerati per una comune media umana, e questo mi opprime: io, da sempre, non ho mai ricercato la felicità, ma la tranquillità, e da cadavere, mi dico, è probabile che l'avrei (escludendo aldilà e altre cose del genere, ma qui scendiamo in un altro campo...). Mi sono sempre creato una sorta di equilibrio nella pessima situazione che avevo (qui a Trento, il termine ludico è tabù, così come le relazioni sono da contagocce), la classica routine che, per quanto negativa fosse, mi piaceva, dato che era comunque, sempre, tutto "parte del piano"... l'equilibrio mi è crollato addosso come un castello di carte quando ho incontrato una ragazza di Milano; ingannato per l'ennesima volta dal mio desiderio nascosto di affetto e contatto fisico (che, si sa, è anche il motivo biologico per il quale ho motivo di esistere, quindi non è qualcosa che posso tenere perennemente a bada con qualche bel pensiero), ero convinto di essermene innamorato, e idem era per lei... ma dopo un mese, *puff*, tutto finito, con una scusa che ancora adesso, a pensarci, quasi mi uccide "Sei troppo buono per stare con me". Non la biasimo per averlo fatto (anche se, dopo 3 ore di macchina per andarla a trovare a Milano apposta, poteva anche aspettare che arrivassi a casa, no? A tornare, tra rabbia, lacrime e tremori muscolari, mi reputo un vero pilota per aver fatto nemmeno una strisciata contro il guardrail), il modo, del resto, è stato molto onesto e rispettoso: faccia a faccia, senza offese o qualsivoglia altra str∙∙∙∙ta. Ora come ora so di non poter riprendere l'equilibrio di prima, dato che ancora adesso mi basta anche solo associare alcune cose specifiche a lei per stare male; inoltre avevo in precedenza impiegato molto mesi per raggiungere quel compromesso, e non penso di riuscire a durare di nuovo così tanto tempo senza puntarmi la Magnum alla tempia.
Il mio problema deriva proprio da un senso di inutilità verso me stesso: so di essere un bel ragazzo, abbastanza intelligente, che se si mette d'impegno è capace di fare cose mirabolanti, e che nulla mi è precluso "per forza di cose"... ma non mi va di farlo: non è perché penso "Tanto mi va male, non sono capace" o c∙∙∙∙e simili, non mi vado a inventare scuse... ma è qualcosa quasi di innato che mi blocca, e di questo ne è anche prova il mio corpo: mi sente sempre molto stanco, indipendentemente da quanto dormo, non provo più alcun piacere nel mangiare (cosa che, di solito, mi piaceva da matti), persino i videogiochi online e i libri, mia grandissima passione, ormai mi sembrano così noiosi e monotoni; non provo più interesse assolutamente per nulla. Non so proprio cosa fare, a parte quella cosa...