Odio ciò che studio...vorrei cambiare facoltà ma ho quasi 30 anni :(

  • Fin troppo facile riversare sui genitori tutta la propria rabbia e la propria delusione e l'unica cosa che dico a riguardo è "provateci voi" ad avere la responsabilità di tirare su un figlio o una figlia, senza fargli avere traumi, soddisfacendo i suoi bisogni materiali oggi, assicurandovi che possa avere un buon futuro, sia per lavoro che per futura famiglia ecc.

    Su questo non hai torto,capisco che i miei genitori hanno agito in buona fede...guarda però l'altro lato della medaglia:io,forzato a studiare materie scientifiche solo per il prestigio e lo stipendio,mi ritrovo 30 enne disoccupato,demotivato e di fatto "inutile" per una qualunque azienda del campo ingegneristico.Con il senno di poi non credo che la loro sia stata una scelta azzeccata.Possiamo dire che ha giovato a me?No.Ha giovato almeno a loro?No.Se sei genitore anche tu questo ti dovrebbe far almeno riflettere

    Pensa se a 18 anni fossi andato a lettere o simili:mi sarei laureato sicuramente presto e ora avrei potuto scegliere la lunga strada per diventare giornalista o adattarmi alle esigenze del mercato del lavoro.Ora come ora per me è difficile sia l'uno che l'altro.

    Comunque dal 2005 al 2010 ho lavorato,ma sono state tutte esperienze in nero e credo di non grandissima importanza:commesso,assistenza clienti tramite email,assistenza agli anziani presso una cooperativa sociale.Almeno però ho la magra consolazione che il mio curriculum non recita solo i dati angrafici...


    Mi sto informando,purtroppo al centro dell'impiego m'hanno detto che c'è il sistema della graduatoria per accedere a determinati corsi.In pratica o pago (e parliamo di cifra vicine ai 5000€) oppure devo avere punti sufficienti per avere la "borsa di studio".Inutile dire che senza laurea o senza famiglia e figli a carico il mio punteggio è zero.Senza laurea comunque i corsi più spendibili mi sono de facto preclusi

  • Infatti i tuoi genitori hanno commesso un errore in buona fede, e quello su cui tutti i genitori responsabili si interrogano e come fare gli equilibristi sulla vita dei figli cercando di proteggerli e di fare meno errori possibili.

    Per il discorso curriculum, altro che magra consolazione, una qualunque azienda quando vede l'età e l'anno della presunta laurea la prima cosa che guarda (se ha interesse a guardare, ovvio) è: che cosa ha fatto questa persona in tutti questi anni? E far vedere che uno ha provato mille strade e non è stato con le mani in mano a vivere di rendita è comunque un buon segnale.

  • Citazione

    Fin troppo facile riversare sui genitori tutta la propria rabbia e la propria delusione e l'unica cosa che dico a riguardo è "provateci voi" ad avere la responsabilità di tirare su un figlio o una figlia, senza fargli avere traumi, soddisfacendo i suoi bisogni materiali oggi, assicurandovi che possa avere un buon futuro, sia per lavoro che per futura famiglia ecc. Quando vi troverete in questa situazione, ovviamente insolubile, forse capirete meglio.

    E' facile riversare la rabbia sui propri genitori? Ho notato che spesso non accade, quindi ben venga anche la rabbia, piuttosto che dimenticare, per non imitarli.

    qui scrivo in generale, anche se ci sono analogie con la storia di dirceu.
    Per figlio intendo anche figlia.
    rispondo a vissik
    Quell'assicurandovi che possa avere un buon futuro nel caso in questione e in molti altri casi ha portato alla rovina. Anche quello è un motto usato per metter catene alla gente. Insolubile? Non capisco, trovo così spesso affermazioni sull'impossibile e sono curioso di sapere da dove provengono, anche i miei amici sono inclini a questo, forse a scuola, licei scientifici? Forse gli insegnanti di filosofia insegnano i loro limiti?
    Comunque nel caso dei loro genitori non mi è sembrato mica tanto insolubile, hanno deciso una strada, e quella più dannosa. Perchè nel dubbio non hanno lasciato decidere a loro figlio/a? Perchè davano più ascolto alla società che a loro figlio? Perchè davano ascolto a tutte quelle fandonie sulla scuola, sul lavoro, sul loro credo, piuttosto che lasciar libero il figlio? Cosa ne sà la società di cosa è meglio per me? Non sarà meglio che decida che sia libero, di rischiare la mia vita con mie scelte, piuttosto di rischiare la mia vita con le loro decisioni? Nel dubbio, col rischio di sbagliare, non è meglio rinunciare che rischiare di fare doppio danno? Al figlio e a loro stessi? Sarà stato meglio vederlo artefice della propria vita e disoccupato, piuttosto di vederlo servo di un credo estraneo e che lavora? Lavorare per cosa? Per mantenersi vivo in uno stato di infelicità? Che bel fine ! Cosa pensavano di vederlo felice della loro (o altrui) decisione? Nella loro immaginazione lo vedevano lì diletto sul posto di lavoro a guadagnare pieno di successo, col sorriso plastico. Mentre in realtà sarebbe lì spento da anni, senza farsi più domande su nulla, cercando di dimenticare, qualche ansiolitico alla sera e su alle sette. Prova a pensare per bene, qual'è il miglior modo di assicurare un buon futuro al proprio figlio. Credo ti sia capitato qualcosa di simile se lo dici, è improbabile pensare una cosa simile senza esserci passati. Lo dico perchè è comune questa faccenda.
    Forse di insolubile c'è solo la volontà di esser liberi, non puoi sradicare quella, per quello è pieno di ansiosi qui e nel mondo. O se proprio vuoi sradicarla basta bere, impasticcarsi, ma viene meno il cervello. Vuoi un problema psicologico? Basta che oggi fai quello che ti dice di fare la società>la scuola>la famiglia che segue entrambe le sorgenti, poi passato un pò di tempo, senza che te ne accorga, quando ti guardi allo specchio, vedrai uno scheletro.

    Citazione

    ti ringrazio per l'intervento.Su quanto dici sono d'accordo,ed è per questo che ho paura di cambiare facoltà:non ho paura di deludere i miei (tanto lo sono già,ho 28 anni e non ho concluso nulla) ho paura di iscrivermi ad un corso che poi non mi dia nessuna certezza lavorativa e farlo ad un'età troppo avanzata.Sapere di avere 33 anni e dipendere ancora da loro mi preoccupa,vorrebbe dire non avere la mia libertà,ma dover chidere loro anche i 5€ per la benzina...

    per fare il giornalista per forza bisogna laurearsi ? Per far parte dell'ordine dei giornalisti bisogna aver la laurea? Per quale motivo?
    A parte che è una categoria che si svende costantemente, e spara cavolate, non credo sia così bello fare il giornalista oggi se si fa parte dell'ordine dei giornalisti. Credo che volendo in proprio si potrebbe partire anche senza laurea, basta scrivere la realtà che c'è lì fuori e se nessuno la pubblica, perchè non provare a creare un proprio giornale? Internet è aperto, (ne saprai un pò di informatica) : ) crea un sito innovativo di giornalismo, crea un giornale che non si svende alle ideologie, cronaca dei fatti veritiera. Vedi tu, o anche la carta stampata costa relativamente poco. Credo sia più piacevole che esser dipendenti. Di solito quando faccio qualcosa nessuno mi crede, mi trovo solo, se non si è abituati, bisogna provare; se davo ascolto agli altri non avrei imparato niente di niente, tutti quelli che mi circondano non credono all'iniziativa individuale, dicono che è impossibile, che si fallirà, e preferiscono le strade prefatte. Ricordiamoci che siamo individui col cervello anche senza pezzo di carta, e non servono tutti quei titoli di studio per fare qualcosa nella vita, quei titoli te li domandano per colpa delle leggi, e molto spesso per leggi non scritte (usanze). E lasciatemi giudicare coloro che applicano queste usanze:>

  • per fare il giornalista per forza bisogna laurearsi ? Per far parte dell'ordine dei giornalisti bisogna aver la laurea? Per quale motivo?
    A parte che è una categoria che si svende costantemente, e spara cavolate, non credo sia così bello fare il giornalista oggi se si fa parte dell'ordine dei giornalisti. Credo che volendo in proprio si potrebbe partire anche senza laurea, basta scrivere la realtà che c'è lì fuori e se nessuno la pubblica, perchè non provare a creare un proprio giornale? Internet è aperto, (ne saprai un pò di informatica) : ) crea un sito innovativo di giornalismo, crea un giornale che non si svende alle ideologie, cronaca dei fatti veritiera.

    no,non c'è bisogno di laurearsi,ma entrando nell'ordine si è almeno più tutelati e si ha accesso a luoghi/eventi/ecc a cui non possono accedere tutti.Per entrare nell'ordine o fai 18 mesi di praticantato gratuito (e visto che le richieste sono tante ed i posti nelle varie redazioni pochi di solito scartano i non laureati e i non amici di) o frequenti la scuola apposita,a cui si può accedere solo dopo una laurea magistrale.

    Comunque mi sono quasi rassegnato...fare l'universitario fulltime credo sia improbabile alla mia età,mi cerco un lavoro e poi a settembre se ne riparla,ora non posso fare cambio corso.Se non dovessi trovare nulla di nulla almeno avrei l'università a cui dedicarmi a tempo pieno.

    Quello che è ormai quasi certo è che con ingegneria ho chiuso,inutile continuare a pagare le tasse :(

    Per il discorso curriculum, altro che magra consolazione, una qualunque azienda quando vede l'età e l'anno della presunta laurea la prima cosa che guarda (se ha interesse a guardare, ovvio) è: che cosa ha fatto questa persona in tutti questi anni? E far vedere che uno ha provato mille strade e non è stato con le mani in mano a vivere di rendita è comunque un buon segnale.



    sì,ma questa è una mentalità tutta italiana che onestamente trovo insensata.Forse è dettata dagli sgravi fiscali a chi assume giovani? (Chiedo,davvero non lo so).Ho frequentato alcuni ragazzi americani ed inglesi,da loro nonostante ci sia la crisi non si ragiona così,ci si può specializzare in qualunque cosa a qualunque età,anche in campi essenzialmente diversi,senza che nessuno te lo faccia pesare.Tant'è che nei curriculum che ebbi occasione di leggere l'anno di nascita non era mai riportato...le aziende valutano le competenze e la produttività,stop.Qui invece a 30 anni sei considerato giovane per la società ma finito per il mondo del lavoro.E' avvilente

  • pensiero libero sì, infatti affermo anch'io che quei genitori hanno sbagliato, ma è facile dirlo adesso, ed è facile dirlo con la nostra testa. A me non è stato imposto il corso di laurea, alla mia compagna sono state fatte delle pressioni (e della laurea ottima sulla carta non se n'è fatta nulla perchè non le piace). Entrambi siamo concordi nel non imporre nulla, ma probabilmente per molti genitori che fanno queste scelte non è così o non è andata così, in genere l'esperienza ha un grosso peso nel decidere.

    dirceu, sì è avvilente, la nazione in cui siamo lascia molto molto a desiderare su moltissimi fronti. Da molte parti è tempo del passaggio generazionale, i figli venticinquenni o trentenni si accingono a prendere il posto dei padri ultra sessantenni nella gestione delle attività produttive e decisionali, auguriamoci che si possa fare di meglio, anche se sappiamo qual è la situazione.
    Ora siccome la situazione è questa, e fa pena, o ce ne andiamo tutti all'estero (le difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro per una donna dopo esser stata dietro a un figlio nei primi anni è altrettanto duro), oppure impariamo le regole del gioco per cercare di giocarlo al meglio. Pestare i piedi e dire che non è giusto (in generale) purtroppo non porta a nulla.

  • Non capisco, trovo così spesso affermazioni sull'impossibile e sono curioso di sapere da dove provengono, anche i miei amici sono inclini a questo, forse a scuola, licei scientifici? Forse gli insegnanti di filosofia insegnano i loro limiti?

    Forse di insolubile c'è solo la volontà di esser liberi, non puoi sradicare quella, per quello è pieno di ansiosi qui e nel mondo. O se proprio vuoi sradicarla basta bere, impasticcarsi, ma viene meno il cervello. Vuoi un problema psicologico? Basta che oggi fai quello che ti dice di fare la società>la scuola>la famiglia che segue entrambe le sorgenti, poi passato un pò di tempo, senza che te ne accorga, quando ti guardi allo specchio, vedrai uno scheletro.

    Se adesso ti chiedessi di suonarmi alla perfezione una sinfonia di Mozart, tu potresti farlo? Eppure non è impossibile, si inizia a studiare da piccoli, ci si esercita tantissimo, si entra al conservatorio ecc.ecc.

    Ci sono delle cose "impossibili" non perchè nessun essere umano possa farle, ma perchè richiedono tempo (spesso non tempo presente, mi metto da oggi alla fine della mia vita e provo a farlo, ma tempo che si sarebbe dovuto spendere in passato e che non potrà tornare) o perchè richiedono particolari prerequisiti (se voglio generare

    Ha detto Einstein “Tutti sanno che una cosa è impossibile, finché non arriva qualcuno che non lo sa, … e la fa!“ ma c'è una bella differenza tra il volere è potere e la realtà dei fatti, per far durare la motivazione l'obiettivo che ti poni deve essere raggiungibile, devi creare le condizioni per poterla fare, altrimenti ti fai solo del male perchè pretendi da te e dagli altri delle cose (impossibili?) che nelle condizioni attuali non sono realizzabili. Si impara prima a camminare e poi a correre, per un bambino che non sappia ancora camminare è impossibile correre. Ma può gattonare molto velocemente. Non è la stessa cosa. Oggi ci insegnano da un lato, come dici tu, quello che vuole la scuola, la società, la famiglia ecc.ecc., che porta come hai detto tu, ad annullarti, ma dall'altro, attenzione, ti insegnano anche "no limit", che puoi fare tutto, che è "meglio cambiare", che basta schioccare le dita, ed allora via di rabbia perchè se è tutto così facile perchè non lo si fa? Ma fai attenzione perchè questa è tutta propaganda, pubblicità, esattamente come l'altra.

    Bisogna capire cosa si può fare e cosa no in un dato momento e con determinate risorse, e poi fare un piano per arrivare all'obiettivo per tappe. E spesso, quando hai a che fare con la psiche delle persone, non è per niente facile.

  • Citazione

    attenzione, ti insegnano anche "no limit", che puoi fare tutto, che è "meglio cambiare", che basta schioccare le dita, ed allora via di rabbia perchè se è tutto così facile perchè non lo si fa? Ma fai attenzione perchè questa è tutta propaganda, pubblicità, esattamente come l'altra.

    Giusto, intendevo di dar na spinta, visto che in questo sito ho notato molti schierati dall'altra sponda, quella del: "non ce la faccio, non voglio rischiare, non ne vale la pena". Che spesso mettono giù ragionamenti su come non si possa uscire da una certa condizione, per poi contaminare molte altre cose.
    E con questi 2 messaggi abbiamo bilanciato nel mezzo, spero. : )

  • Purtroppo sono o i condizionamenti dell'infanzia o la depressione a far parlare le persone così, non è che a loro faccia piacere, ma semplicemente non conoscono neppure una strada per provare a "farcela". Ce n'è da parlare per un'eternità tra pensieri negativi ed area di comfort. Mi fa piacere che ci siamo chiariti, spesso le posizioni sono più simili di quanto sembrino.

  • Pestare i piedi e dire che non è giusto (in generale) purtroppo non porta a nulla.

    Ma perché,quando l'avrei fatto? ?( Era una semplice considerazione la mia,tutto qui.

    Però in effetti il tuo post m'ha dato da pensare,chissà se all'estero un laureato in lettere 33 enne vale qualcosa...

  • "

    Citazione

    Non so nel settore "umanistico" come funziona, ma visto che la concorrenza di giovani laureati c'è....non sottovalutare troppo la questione età.

    "

    Conta moltissimo il voto di laurea, assolutamente. Poi lettere moderne è una facoltà malvista nella società e nel lavoro, perché ritenuta troppo facile. Lettere classiche è difficile, dà pochi sbocchi e anche se dallo scientifico molti ce l'hanno fatta io personalmente la sconsiglierei.

    Almeno la triennale prendila.

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