Perché non va proprio?
Ieri da me diluviava, con vento e quel cielo e tempo mi davano, nonostante fossi sola e da sola, come sempre, un conforto maggiore. Ieri ero meno scarica, poco meno, ma quel meno lo percepivo.
Oggi c'è sole e caldo e forse perché ho dormito poco, male, con brutti sogni... mi sento distrutta, nervosa, insofferente. Non ho voglia di cucinare, di mangiare forse sì, ma per riempire un vuoto. Non lo posso fare per le mille patologie, ma lo farei. Mi sento depressa, arrabbiata, stufa di non sentirmi bene per mangiarmi il mondo, come avrei voluto fare dopo la caduta, gli interventi, la sofferenza.
Me lo ricordo quando dicevo... voglio imparare a vivere e non sopravvivere. Ed invece, ecco, pure sopravvivere mi viene malissimo.
Trovare un partner neppure mi va: che gli offrirei ora che sto incerta e fragile?
Fare un viaggio senza energie: non arrivo neppure al bagno di casa mia.
Un percorso nuovo di psicoterapia, a beccare quello giusto per me... ci vuole fortuna.
Due giorni fa ho parlato con una nuova, primo colloquio gratuito, che era perplessa e mi ha detto: strano che dopo diversi percorsi lei stia così?
Chiedo: così come? Mi replica... così irrisolta, stanca, non serena.
Ammetto che ci sono rimasta male! Le ho detto che ci sono tanti periodi della vita: a 30 anni non avevo lo scenario dei 40, o di oggi. In merito al blocco del camminare, mi dice che non ha bacchette, che il blocco secondo lei non nasce lo scorso anno, ma da quando è piccola. Ok, va beh... scomodiamo il passato. Ognuno ha un suo approccio. Poi mi dice che se voglio mettermi in discussione, le rispondo che lo faccio da sempre. Mi rireplica che la messa in discussione passa per tutto, pure per la fisicità.
Vi giuro, vorrei essere magra magra solo per non far dire o pensare che chi è grasso, obeso, non è uno che se ne frega, ma ognuno ha la sua storia. E quando le accenno a un problema dismetabolico, mi butta lì che al centro dove stavo si occupano pure di quello. Ovviamente privato. Come se io o chi per me, solo perché non magro, non avesse mai visto un medico endocrinologo o simile.
Le ho detto che le avrei detto sì o no alla psicoterapia, bocce ferme. Non me le sento così, ma non inizierò con lei.
Se fosse gratis, forse tenterei un periodo, ma non posso permettermi di investire soldi che scarseggiano per un altro flop.
Tra l’altro, a una certa, mi dice che ci dovevamo interrompere, perché il colloquio gratuito era uno; invece erano quasi due, per il tempo che mi aveva concesso, ed era risentita un po'. Le dico che se voleva le avrei pagato la concessione.
Sono uscita più esausta di quando sono entrata. Proverò a cercare ancora, ma oggi mi sento come chi si fa una fatica e dovrebbe arrendersi, che nulla sarà minimo come prima o ancora meglio.
Sono così stanca
