Messaggi di Simysimy

    zizifo sì, ok, non aiuteranno più di tanto, ma nella testa c'è, a mio avviso, un'enorme differenza sapere di avere qualcuno, pur non risolvendo molto, piuttosto che essere sola con te stessa, nel silenzio totale. Ti senti impazzire. Io sono stata in piedi un po', poi rimessa, ed ogni momento, se chiudevo gli occhi, o sognavo brutto, o ero presa da paura, angoscia e milioni di sensazioni strane.


    Stamattina stavo malissimo, pure un po' depressa, terrorizzata, ma ho scelto di andare a trovare papà, e il mood sempre lo stesso. Sono tornata a casa e non ci sto bene. Che vortice infame... sola, sola e spaventata.

    C'è qualcuno che vive solo? Se vi viene un attacco di ansia o panico o solitudine, se non vi sentite bene fisicamente, che fate?


    Io, quando sto così, vorrei qualcuno da chiamare o con cui scrivere, ma non ho nessuno. Tutto tace e mi aumenta l'ansia.

    Sì, ci ho pensato, ma non sono abituata e non mi sento in grado di curarli. O lo fai bene o non sono peluche.


    Ma tu vivi... Diciamo così, molto più di me. Io sto a casa, vado portata nei posti quando devo. Dove conoscere? La vedo dura.


    Eppure non ho nessun problema di socializzazione, di timidezza e simili.

    Andre73 dimenticavo... Sì, giusto dire... Lascialo dire a lui, però si sa che oggi si vuole leggerezza, a meno che non ci si innamori. Io credo di non sapere fare innamorare. Ovvio che non voglio soddisfare un capriccio... L'unilateralità non fa mai bene. E comunque, per il tipo di quotidianità, giusto un corriere potrebbe capitare, cosa che escludo, visto che ti mollano il pacco e vanno via.


    Ma mi basterebbe un po' di dolcezza, svago. Invece neppure quello.


    Ad esempio, stasera ci sarebbe stato bene un amico, pure un'amica, a chiacchierare, distrarre, farmi sentire presenza. Ed invece... Sola.

    Sono settimane che sto nel circolo del cosafareconpapa/esseredistruttaspaventata/nonsentirmibene. Però martedì, appunto due giorni fa, post psicoterapeuta, mi sono sentita arrivata alla frutta.

    Il crollo lo avrei capito ieri, il giorno dopo. Non due. Cioè oggi.

    Inoltre, oltre a sentirmi scarica, ho pure le lacrime facili. Un po' per paura dell'ignoto/futuro, un po' per tristezza generale. Forse sono depressa... Non che credessi di non esserlo, ma credevo di riprendermi.

    Che ne sarà di me... Boh.


    Ciao fan, spero a te tutto bene, un saluto agli altri.

    Perché non va proprio?

    Ieri da me diluviava, con vento e quel cielo e tempo mi davano, nonostante fossi sola e da sola, come sempre, un conforto maggiore. Ieri ero meno scarica, poco meno, ma quel meno lo percepivo.

    Oggi c'è sole e caldo e forse perché ho dormito poco, male, con brutti sogni... mi sento distrutta, nervosa, insofferente. Non ho voglia di cucinare, di mangiare forse sì, ma per riempire un vuoto. Non lo posso fare per le mille patologie, ma lo farei. Mi sento depressa, arrabbiata, stufa di non sentirmi bene per mangiarmi il mondo, come avrei voluto fare dopo la caduta, gli interventi, la sofferenza.

    Me lo ricordo quando dicevo... voglio imparare a vivere e non sopravvivere. Ed invece, ecco, pure sopravvivere mi viene malissimo.

    Trovare un partner neppure mi va: che gli offrirei ora che sto incerta e fragile?

    Fare un viaggio senza energie: non arrivo neppure al bagno di casa mia.

    Un percorso nuovo di psicoterapia, a beccare quello giusto per me... ci vuole fortuna.


    Due giorni fa ho parlato con una nuova, primo colloquio gratuito, che era perplessa e mi ha detto: strano che dopo diversi percorsi lei stia così?

    Chiedo: così come? Mi replica... così irrisolta, stanca, non serena.


    Ammetto che ci sono rimasta male! Le ho detto che ci sono tanti periodi della vita: a 30 anni non avevo lo scenario dei 40, o di oggi. In merito al blocco del camminare, mi dice che non ha bacchette, che il blocco secondo lei non nasce lo scorso anno, ma da quando è piccola. Ok, va beh... scomodiamo il passato. Ognuno ha un suo approccio. Poi mi dice che se voglio mettermi in discussione, le rispondo che lo faccio da sempre. Mi rireplica che la messa in discussione passa per tutto, pure per la fisicità.

    Vi giuro, vorrei essere magra magra solo per non far dire o pensare che chi è grasso, obeso, non è uno che se ne frega, ma ognuno ha la sua storia. E quando le accenno a un problema dismetabolico, mi butta lì che al centro dove stavo si occupano pure di quello. Ovviamente privato. Come se io o chi per me, solo perché non magro, non avesse mai visto un medico endocrinologo o simile.

    Le ho detto che le avrei detto sì o no alla psicoterapia, bocce ferme. Non me le sento così, ma non inizierò con lei.


    Se fosse gratis, forse tenterei un periodo, ma non posso permettermi di investire soldi che scarseggiano per un altro flop.

    Tra l’altro, a una certa, mi dice che ci dovevamo interrompere, perché il colloquio gratuito era uno; invece erano quasi due, per il tempo che mi aveva concesso, ed era risentita un po'. Le dico che se voleva le avrei pagato la concessione.


    Sono uscita più esausta di quando sono entrata. Proverò a cercare ancora, ma oggi mi sento come chi si fa una fatica e dovrebbe arrendersi, che nulla sarà minimo come prima o ancora meglio.

    Sono così stanca ;( ;( ;(

    Andre73, grazie per essere un mio fan. Lo so che ogni intervento è dal cuore e sono grata. Non è vero che non li faccio miei, solo che non sempre si può beneficiarne.


    Sono molto ferita, dispiaciuta per ciò che passo. Già ho passato brutta roba, fa male che un genitore da cui hai supplicato amore ora ti tratti peggio. E non ci sono giustificazioni. Mi sento un po' in mezzo alle macerie. Sopravvissuta e grata, ma sola nel deserto di dolore e tristezza.


    Laonci', sì, vero, non lo hai fatto... Il mio era in generale. Tengo e ringrazio ognuno di voi per il tempo ed energie che mettete nei vostri contenuti.

    Laonci'  Pulmino73  Andre73 e chiunque mi legga... Io vi ripeto che leggo con attenzione tutto e tutti. Non sto in un loop negativo che mi porta a non vedere oltre i problemi. Io realizzo qual è la situazione.


    Sono giorni che non riesco a parlare con mio padre, perché mi aggredisce dalla lungadegenza. Ho cercato aiuto dal medico di struttura; lo ha persino invitato a parlarmi con calma. Macché! Non vuole andare in una RSA, o in caso solo se si pagherà metà retta. Non vuole capire che oggi nella stessa lungadegenza c'è un posto in RSA, che stopperebbe la lungadegenza gratuita a favore di una retta che si può stabilire solo dopo che lui entra. Quando finirà la lunga... non è detto che ci sia. Ci sarebbe una seconda opzione in un altro posto, ma non ci vuole andare. In casa non ci può stare e, poiché lui vuole ciò, mi urla. Gli dico allora: proviamo a fare scelte diverse, vendere casa. Nooooo, solo dopo morto.


    Adesso mettetevi voi a dirmi come potete dire che io non cerchi di aiutarmi. Un'altra si era suicidata. Ok? Non ho nessuno che vada lì a fargli cambiare idea. Ho contattato uno psichiatra, ma l'iter per avere io una sorta di potere richiede tempo. Mio padre mi sta uccidendo e, oggi, ditemi cattiva, ho detto che solo se scomparisse, forse io vivrei. È irragionevole e lui sta bene. Io mi sono ammalata e lui se ne frega. Io ho la nausea pure per fare qualunque cosa burocratica per lui. Mi ha stufata. Non lo voglio più vedere. Tanto non c'è mai stato.


    Se dopo tutto ciò mi si aggiunge un pensiero negativo, è ingiusto perché mi peggiora la vita. Ma ditemi come fareste voi a sopravvivere a tutto ciò. Un incubo ogni giorno.

    Andre73


    Grazie per i consigli. Il mio problema non è tanto come distrarmi dai pensieri, che serve, ma non volerli far arrivare, soprattutto senza un senso logico.


    Cioè, ho vissuto tanti lutti, paure per me di salute ecc., e sì, ok, la paura di morire è atavica... Tuttavia, da quando sono rimasta sola in casa, ecco che ha cambiato forma e consistenza. Come se la sentissi sempre appiccicata, mentre prima c’era un filo di schermatura tra me e lei. Stanotte, nel letto, ma perché doveva tornare così?


    Forse sale perché, da semplice pensiero, io mi ci metto a controllarlo?


    Se non venisse, non eserciterei nulla. Invece, ecco che parte un’angoscia stratosferica.

    Da mesi mi è venuta forte la paura di morire, intesa come pensiero dell'ineluttabilità, e mi prende in momenti apparentemente tranquilli. Ma quando succederà a me? Come? Ovvio che poi sale un'ansia enorme e poi pure un po' di depressione.


    Stanotte ero a letto, scrivevo a un mezzo amico dei messaggi leggeri, scemi, quando a una certa, non so se mi sono sentita triste di colpo, pure perché scrivevo a lui, e poi mi hanno assalita quei pensieri di cui sopra, oppure prima i pensieri e poi la tristezza. Credo la prima, perché poi cercavo di mandarti via.


    Erano settimane che mi avevano dato tregua. La paura aleggia sempre, ma non così disturbante. E poi, in un secondo, eccoli!!!


    Come si deve fare per non averli più? Tutte le paure o fobie sono brutte, ma la mia è la più angosciante. Paura di volare o degli insetti ecc., le superi magari, ma morire dobbiamo. A me assale il pensiero, come se volessi controllare le dinamiche. Che nessuno sa di sé stesso. Ma come cavolo si fa?


    Leggevo della funicolare in Portogallo, ho immaginato che quelli vivevano la loro giornata e zac. Non si può prevedere, lo so... ma perché allora mi deve prendere questo maledetto sintomo?