Messaggi di Gullit90

    Ciao a tutti, assumo Zarelis da circa 4 anni, forse 5. Inizialmente dose a 37,5 mg per poi passare a 75 mg, 150 mg e da 3 mesi a questa parte 225 mg per via di eventi esterni avversi. Non noto una particolare efficacia nella dose 225 mg perché ultimamente mi è subentrata apatia e piattume anche se riesco a lavorare a malapena (per fortuna lavoro da remoto e non è particolarmente impegnativo il lavoro ultimamente). Il problema è che mi sento fragile, apatia che potrebbe trasformarsi in angoscia e disperazione se le cose peggiorassero.

    Detto ciò, secondo voi è una dose massiccia 225 mg di Zarelis? A me sembra di sì, non prendo altro.

    Mi è stato diagnosticato un disturbo depressivo maggiore molto tempo fa, credo sia endogeno e cronico. Mi terrorizza questa cosa, ma così è.

    Grazie a chi risponderà.

    I dosaggi di quel farmaco variano molto, quello che prendi tu rientra perfettamente nei quantitativi prescrivibili. Non farti suggestionare dal numero... A me ci ha messo parecchio a fare effetto ed è stato molto graduale, praticamente impercettibile.

    Iridella, ho letto poi sul telefono, che era piu' leggibile.


    Sono d'accordo che un eccesso di diagnosi sia ridicolo, al punto che se io fossi un genitore di un figlio asperger non sono nemmeno sicuro che sia un bene farlo diagnosticare da bambino. Da adolescente o adulto e' un conto, ma da bambino? Come ha scritto qualcuno, anche la diagnosi di un problema puo' diventare un problema, a seconda di come viene percepita da chi ci sta intorno. Oppure una diagnosi di plusdotazione potrebbe mettere pressione e aspettative ai genitori e ai bambini stessi.

    È molto importante seppur non indispensabile. La consapevolezza di funzionare in maniera "particolare" permette al soggetto di accettarsi e di farsi accettare, o almeno aumentare le probabilità che ciò avvenga.

    Vivere costantemente senza riuscire ad adattarsi e soprattutto senza saperne il motivo può indurre il bambino a sviluppare ulteriori comorbilità e/o aggravarle...

    Pensa a ritrovarti isolato, costantemente stimolato a "essere normale", forzato a seguire interessi incompatibili. A cosa può portare questo? a sentirsi un incapace perché a differenza degli altri il soggetto autistico potrebbe provarci un'infinità di volte senza riuscirci ---> autostima a zero, frustrazione, ulteriore isolamento, ansia da prestazione, oltre a dover sopportare costantemente stimoli esterni deleteri...

    Grazie per la tua risposta, mi conforta un po' il tuo commento. Solo che i sintomi che causa sono davvero invalidanti e mi demoralizzano abbastanza. Io cerco di avere una vita normale (lavoro, hobby, amici) perché non voglio che l’ansia mi blocchi, ma è davvero dura. Tu come ne sei uscito?

    Non ne sono uscito :D , e sinceramente penso che non ne uscirò mai, ma lo dico in funzione della mia personalissima condizione che ho il sospetto essere """"congenita"""". Un disturbo d'ansia di per sé è trattabile tanto da renderlo lieve e più che sopportabile nel tempo, anche se prevede quasi sempre delle brevi recidive.

    Ciao Gullit! Grazie mille per la tua risposta. Sono andata dal gastroenterologo alcune volte per diverse problematiche (problemi digestivi, gonfiore, fastidio al colon e pressione alla bocca dello stomaco), ma lui mi ha dato da prendere solo antiacidi e per lo svuotamento dello stomaco. Altro non mi dice, se non che l’ansia mi provoca questi problemi. Ho fatto l’Helicobacter, la calprotectina e gli esami per il fegato. Non so più cosa fare. Ho fatto un'ecografia e un elettrocardiogramma a marzo e il medico non ritiene necessario farne un altro. Sono un po’ demoralizzata perché non capisco se sia l’ansia che mi dà questi problemi o altro. Con pressione intendo come se qualcuno ti schiacciasse proprio alla bocca dello stomaco e anche tipo sotto la costola. Sicuramente andrò di nuovo dal gastroenterologo.

    Con gli esami che hai fatto è già possibile vedere eventuali problemi... Penso sia praticamente certa la causa ansiosa.

    Le disbiosi intestinali e il colon irritabile son problemi abbastanza comuni.

    Considera maggiormente il parere del tuo medico di famiglia, perché in guardia medica non conoscono la tua storia clinica. L'ernia iatale è una diagnosi che fa il gastroenterologo attraverso una gastroscopia. Ovvio che se hai già avuto questa diagnosi i sintomi sono perfettamente compatibili, ma sono comunque sintomi abbastanza comuni nei forti stati d'ansia. L'apparato digerente funziona autonomamente, ma il suo funzionamento è fortemente influenzato dallo stato emotivo: con l'ansia sei in iper attivazione e lo stomaco e l'intestino possono lavorare molto male.

    Per bocca dello stomaco intendi il cardias? Quello è proprio sotto lo sterno e la sensazione di pressione può esserci sia per l'ansia che per appunto per l'ernia iatale.

    Come pura esperienza personale, l'ansia mi dà problemi di pressione in quella zona quando sono a stomaco vuoto, la classica sensazione da "stomaco chiuso".

    Quella sensazione alla bocca ci sta che derivi dal reflusso, che può essere causato dall'ernia e incontinenza del cardias, specialmente durante la notte, o comunque quando si passa molto tempo coricati. Prova a dormire sul fianco sinistro per ridurre quella sintomatologia, o coricati lontano dai pasti, almeno il tempo di svuotamento dello stomaco (2-3 ore circa). Se il problema persiste chiedi al medico, potrebbe prescriverti qualche sciroppo tipo gaviscon o riopan da prendere prima di coricarti.

    Ciao ragazzi, vi chiedo un parere a proposito del ragazzo che mi interessa. Mi aveva detto che forse mi avrebbe raggiunta in un locale dove dovevo far serata con una mia amica e che mi avrebbe fatto sapere. Io, tutta felice, sono andata a comprarmi un vestito nuovo e mi sono messa tutta in tiro nella speranza che lui mi raggiungesse con un suo amico lì. Invece poi non si è fatto vedere ed io ci sono rimasta male.


    Ieri l’ho incontrato e, senza che io glielo chiedessi, mi ha subito detto che lui è venuto, si è messo a un tavolino fuori, ma non mi ha vista uscire. Gli ho chiesto perché non mi avesse scritto per informarmi che era lì, ma non mi ha risposto.


    Cosa devo pensare? C’è dell’interesse o posso chiudere il capitolo?

    Mi sembra un po' tiktokiana come situazione :D. Se questa persona ti interessa mi sembra ragionevole investirci un po' di tempo in più, e almeno scrivervi qualcosa...

    Ragazzi, buongiorno a tutti. Come dicevo, il 31 sono stato dallo psichiatra. La visita è durata tantissimo, circa 2 ore. Mi ha detto che non mi vede male; secondo lui non ho nemmeno bisogno di fare una terapia. Posso continuare con psicoterapia e Xanax al bisogno. Però, visto che alcune cose ancora non riesco a farle per paura che mi venga un attacco di panico, mi ha detto di valutare, in estrema autonomia, se prendere o meno mezza compressa di Cipralex (escitalopram) una volta al giorno.


    Gli ho spiegato della mia paura delle disfunzioni sessuali. Mi ha detto che, a questo dosaggio così basso, è improbabile, ma non è possibile prevedere con assoluta certezza se possa avvenire o meno. Inoltre, mi ha detto che, se dopo almeno 20 giorni di assunzione vedo che compare qualche disfunzione o effetto avverso, posso sospendere subito la terapia (che ci mette altri 20 giorni a smaltirsi del tutto) o cambiare farmaco.


    Ora il problema è che non so cosa fare, ho una paura grandissima. E se durante la terapia non succede nulla ma ne traggo beneficio? E se non avverto disfunzioni durante il trattamento, ma alla sospensione mi viene la PSSD? Non so proprio come fare per decidermi. Magari alla prossima seduta ne parlo con la psicologa. Voi invece cosa mi consigliate? Cosa avreste fatto al mio posto?

    Se inizi la terapia con tutta questa paura sugli effetti del farmaco, a sto punto faresti meglio a prenderti almeno qualche giorno per rifletterci su... Passeresti la giornata perennemente in ansia, peggiorata dall'effetto stimolante dei primi giorni di trattamento.

    La tua preoccupazione è davvero eccessiva... c'è però da dire che quando la terapia è stabile dovrebbe anche ridursi il tuo stato di allerta.

    Con Venlafaxina ho avuto un netto miglioramento solo questa settimana, dopo credo circa 2 mesi; tuttavia ritengo che questo netto miglioramento sia dovuto più che altro al termine della grossa preoccupazione che mi attanagliava in questi ultimi 4-5 mesi (dolori intestinali e una colonscopia da fare). La colonscopia non ha rilevato nulla di preoccupante, il gastroenterologo ipotizza una colite microscopica (devo attendere l'istologico), ma mi ha detto di stare tranquillo. Ero veramente devastato dall'ansia, ora sembra quasi che io abbia "permesso" al farmaco di esprimersi adeguatamente.

    Forse a dimostrazione della poca utilità del farmaco senza un lavoro sulla componente psicologica (?)

    Ma anche problemi di erezione? Ho letto che alcune persone hanno perso proprio la sensibilità genitale, e questo mi spaventa molto. Per quanto riguarda i tempi di eiaculazione, che siano anticipati o ritardati, sinceramente non mi importa: se ritarda, tanto meglio; se anticipa, pazienza, avrò qualche rapporto più rapido. Ma le disfunzioni erettili mi terrorizzano davvero.

    Mi spiego meglio: si allungano i tempi per arrivare all'orgasmo, però può capitare che l'eiaculazione avvenga poco prima dell'orgasmo, cosa che potrebbe far stranire ed essere potenzialmente a rischio per chi già mette in atto il coito interrotto.

    Per le disfunzioni erettili non ti saprei dire... in realtà sotto ssri/snri io ho più erezioni, ma credo date da un umore mediamente più alto. Ho solo notato una tempistica leggermente maggiore per raggiungere l'erezione volontariamente, ma è una differenza veramente piccola...

    Buongiorno a tutti, so che ho già postato una domanda simile, e ho letto vari post al riguardo ma ho bisogno di "supporto morale" da chi ha già avuto questa esperienza. Il 31 ho la visita dallo psichiatra che già mi ha preannunciato che vorrà insieme a me trovare una lieve terapia per fare l'ultimo passo per raggiungere la vetta, la psicoterapia mi ha aiutato ma non vado oltre quel 95% quindi ho sicuramente bisogno di una spinta in più farmacologica per risolvere. Il problema principale e che io come già espresso in passato qui sul forum ho IL TERRORE degli SSRI, per l’effetto che potrebbero avere sulla sfera sessuale, questa cosa mi terrorizza al punto che da due giorni sto pensando di saltare la visita, ho già avuto in passato una risposta da qualcuno di voi in merito a questo problema, ma adesso vorrei sapere l'incidenza che ha questo effetto collaterale, cioè a quanti di voi è effettivamente comparso questo problema e con che farmaco/dosaggio, e quanti di voi non hanno avuto nessun tipo di problema in merito.

    In oltre volevo tranquillizzare QuasiFinito, anche io soffro di vertigini che davvero mi rendono la vita un'inferno, ma prima o poi finiranno, ne sono certo. Tieni duro.

    Ho avuto quel "problema" sia con escitalopram sia con Venlafaxina, ma soprattutto quest'ultima.

    Personalmente non lo considero neanche un problema, se paragonato agli altri problemi che attenua...

    Un elemento effettivamente problematico è l'eiaculazione stessa, che con gli ssri potrebbe anticipare l'orgasmo di qualche secondo (in più del solito), aumentando il rischio durante attività sessuali già a rischio, come il "salto della quaglia".