Messaggi di Anya90

    allora il fumetto glielo consegno di persona, dicendogli che è un pensiero per ringraziarlo per avermi seguito per la tesi.

    E fin qui mi sembrava che stessi prendendo la decisione giusta, poi:

    dopo un mesetto voglio invitarlo per un caffè e lì... credo che gli confesserò le mie sensazioni. Magari lo pago anche per una notte con me.

    Scusami eh! Anche per i termini che usi faccio un po' fatica a capire se scherzi o meno. Resta il fatto che l'idea è inappropriata esattamente come quella di prima.


    Questa storia fa molto "Attrazione fatale" :D

    Da quello che racconti, io non vedo grosse zone d'ombra in quest'uomo. Piuttosto, la comprensibile tendenza a ingigantire ogni cosa quando siamo coinvolti, nel bene e nel male. Il fatto che si sia allontanato con una ragazza non implica assolutamente che avesse o abbia avuto con lei una storia extraconiugale, poteva perfettamente essere una carissima amica o una cugina. Stare su WhatsApp nonostante la presenza della famiglia? Dov'è il problema? Ognuno ha un suo rapporto personalissimo con i social. E' più strano che sia tu quella che monitora la chat per controllare lo stato online. Potresti aver scambiato una naturale gentilezza nei tuoi confronti per un presunto flirt che, ripeto, è anche normale quando siamo interessati, ma dall'esterno io vedo una persona che vuole tener fede all'impegno con la sua famiglia.

    Mi accodo a tutti coloro che ti hanno sconsigliato di fargli arrivare a casa questa saga a puntate del suo fumetto. Un conto è un'opera completa e pubblicata, che puoi far arrivare a titolo di stima, simpatia, bel ricordo, un altro è abusare del suo domicilio per far pervenire regolarmente dei doni che lui non ha richiesto. Io al suo posto sospetterei un interesse e ne sarei anche inquietata.

    Ma perché non riesci a lasciarlo, esattamente? Cosa ti tiene legata a una persona che ti crea malessere?

    Io non sono un'esperta informatica, però non credo che un virus possa salvare in rubrica dei numeri di telefono. Anche se fosse, questo virus agirebbe (leggasi, gli memorizzerebbe determinati contatti) giusto in occasione di certe "trasferte"?

    Ascolta, so che non è semplice, ma rimuginare, ossessionarti sui dati che hai a disposizione, installare app spia (questo è un reato, attenzione!) rischia di annientare la tua lucidità. Io piuttosto ti consiglierei di allontanarti da lui in questo momento, di liberare la mente, e poi di affrontarlo in un secondo momento, se proprio vuoi conoscere la verità. Ma credo che questa verità sia abbastanza palese.

    I pensieri intrusivi sono molto più diffusi di quel che si pensi, non ricordo dove avevo letto che è un modo del cervello per testare la sanità mentale. Per quanto sia terribile, e ti capisco, provare disagio o vergogna può voler dire che non concretizzeresti mai quelle immagini che la mente ti suggerisce. Se iniziano a suscitare piacere o curiosità, beh, lì il discorso cambia. Io sospetto di soffrire di qualcosa di simile al DOC, se non proprio di DOC, ma non è mai stato particolarmente invalidante, a parte qualche periodo della mia vita caratterizzato da pensieri ricorrenti (brutti tarli) e forte ansia, in cui i pensieri intrusivi si sono fatti anche più presenti. Ti faccio un grosso in bocca al lupo <3

    Io, da povero illuso, mi ero fatto l'idea che dopo tanti anni di matrimonio, non provasse più nulla verso il marito.

    Mentre da circa due settimane, mi ha confidato che non solo ha ancora rapporti sessuali con lui, ma gli vuole ancora bene.

    Io penso che non sia innamorata né del marito né di te.

    Se volesse bene a suo marito non potrebbe sopportare l'idea di mancargli di rispetto.

    E se volesse bene a te come dici, allora non starebbe con lui.

    Dal mio punto di vista queste frasi cozzano di brutto. Passi pure che alla base c'è sempre una spiegazione più complessa per cui certe cose accadono, ma credo che sia più un bisogno di evasione o di ricerca di attenzioni da parte sua. Forse è stato già detto. Non mi sembra un rapporto molto promettente, né lei mi sembra una persona affidabile.

    sarei un vigliacco. Ma perché userei una forma di egoismo per fare del male, molto male, alle persone che mi amano.

    Hai racchiuso il mio pensiero. Lungi da me giudicare chi ha commesso quel gesto, personalmente, per quella che è la mia filosofia di vita, mi sentirei una codarda nel tagliare la corda. Voglio credere di essere sempre più forte di qualsiasi problema mi si parerà davanti, per me e per chiunque mi voglia bene. E non nego un vago aspetto materialista. Uno dei miei crucci principali è sempre stato quello di vedere le mie cose nelle mani di chissà chi. Piccolo OT, scusate, ma pur non pensando al suicidio, mi capita di pensare alla morte come evento naturale e, sembrerà sciocco, ma sono una di quelle (poche?) persone che si porterebbero tutto al cimitero :thinking_face:

    Più che paura dell'autobus, è una paura di avere paura in quel momento. A me è successo in treno e per viaggi lunghissimi, il pensiero di dover essere chiusa per delle ore in un ambiente relativamente piccolo, senza poter aprire finestrini ecc, mi faceva sentire un po' come se il vagone si ripiegasse su di me. Non posso dire che sia stato debilitante perché alla fine il treno l'ho sempre preso ed è andato tutto bene, ho solo cercato di scindere la paura di affrontare il viaggio dalla paura della paura. L'ansia fa questo, è come se ti preoccupassi di aver dimenticato le chiavi dell'auto a casa quando invece sei già alla guida. In poche parole, crea una serie di immagini distorte che poco hanno a che fare con la situazione reale, ma che noi percepiamo come possibilissime.

    I rapporti interpersonali diventano sempre più complicati man mano che cresciamo, nel senso che da giovani (forse lo dicevo anche in qualche altro thread), spinti dalla curiosità di conoscerci, riusciamo a rapportarci a tante persone, anche molto diverse da noi. Poi qualcosa cambia, il che non è né un male né un bene, semplicemente il naturale percorso di crescita. All'improvviso non ci va più bene "chiunque", ma chi ci è affine, quelle persone con cui possiamo trascorrere del tempo di qualità. Non so dirti quante persone ho perso nel corso della mia vita, di amici ne ho molti meno di quelli che avevo prima. Anzi, molte delle amicizie strette da ragazza non so nemmeno che fine abbiano fatto. Di persone che mi hanno deluso, poi, ce ne sono tante e i rapporti si sono interrotti proprio per questo. Ma lascia che ti dica una cosa, non permettere a una brutta esperienza di condizionare la tua capacità di rapportarti ad altre persone in maniera sincera. Per quanto sia oggettivamente più difficile, perché magari siamo diventati più esigenti o meno qualunquisti, o proprio perché abbiamo sofferto molto a causa del prossimo, non è giusto "giudicare" gli altri secondo quelle che sono state le nostre esperienze passate. Non possiamo nemmeno completamente metterle da parte perché queste esperienze fanno parte di noi e della nostra personalità, ed è anche giusto avere dei metri di giudizio, ma paralizzarsi completamente non gioca a nostro favore.

    La vita può essere bella, siamo animali sociali e avere delle persone accanto contribuisce a farci sentire bene, ma non è tutto ovviamente. La mia vita non è stata semplicissima, ci sono stati tanti momenti no, ma voglio pensare che valga sempre la pena viverla e che siano proprio le difficoltà a formarci, a farci capire di cosa abbiamo realmente bisogno e dov'è la bellezza che cerchiamo.

    Lo so che sembrano discorsi di una persona superficiale e immatura, ma mi dovete credere, anni fa io non avrei mai pensato queste cose.

    Io direi il contrario, che sono discorsi di una mente matura e che ha un approccio più concreto sulle cose.


    Siamo più o meno coetanei e ti capisco benissimo. Anch'io rispetto al passato mi sento molto meno disillusa e credo che sia normale.


    Da giovani abbiamo pochi elementi psicologici e poche esperienze a cui rifarci per approcciarci alla vita. Nei rapporti ci facciamo andare bene un po' tutti perché siamo come delle spugne, ci imbeviamo di tutto ciò che ci circonda, siamo curiosi e nutriamo un forte desiderio di conoscerci anche attraverso il prossimo. Con l'età le cose cambiano, perché comprendiamo il valore del tempo, abbiamo già maturato delle esperienze che ci hanno meglio fatto capire chi siamo e di cosa abbiamo bisogno, e tanto per iniziare non riusciamo più ad andare d'accordo con tutti, ma solo con chi ci è effettivamente più affine. Forse diventiamo più selettivi, magari abbiamo sofferto più del dovuto. Le motivazioni sono tante. Emil Cioran scriveva che "più facciamo progressi interiori, più diminuisce il numero di coloro con cui possiamo realmente comunicare". Devo dire che mi trovo molto d'accordo su questa frase. Non che non possiamo effettivamente parlare con nessuno, anzi, io stessa in gruppo parlo con chiunque, ma un conto è parlare, un altro è aprire il proprio mondo interiore.


    Negli anni ho tagliato fuori molte persone dalla mia vita, tra amicizie che non potevano essere definite tali (a 15 anni definiremmo "amico" anche uno conosciuto il giorno prima) e parenti per delle dinamiche che non sto nemmeno qui a raccontare.


    Lo stesso succede con i rapporti di coppia, se non abbiamo accanto una persona con cui davvero sentirci liberi e a nostro agio, allora forse non si tratta nemmeno di un rapporto di coppia. E praticamente tutte le coppie che conosco hanno un non so che di disfunzionale, tra chi è geloso marcio, chi impone la sua visione, chi dice all'altro cosa deve fare, chi deve controllare ogni aspetto della vita del partner, chi non sopporta amici e parenti dell'altro, chi è costretto ad adeguarsi e indossare una maschera, salvo poi "scoppiare" quando non è nei radar del partner. Risultato: sono coppie che non avrebbero nemmeno motivo di stare in piedi. Il matrimonio per fortuna è sempre più raro, ma quasi tutti i miei amici o cugini che si sono poi sposati hanno finito col divorziare. Dal mio punto di vista è un investimento di tempo e denaro inutile, ma proprio perché molto spesso questi passi vengono fatti senza alcun criterio logico e quando le red flag cosiddette erano già belle che evidenti. E poi c'è la scappatoia facile, il divorzio, e spesso non c'è nemmeno una vera e propria volontà di venirsi incontro e sistemare le cose.


    Se la via adulta deve essere necessariamente uniformarsi a certi schemi per essere più socialmente accettati, io passerei. Se deve esserci una discrepanza tra certi traguardi e lo stato d'animo che ne deriva, ha più senso aspettare e fare questi passi se e quando ce ne sarà davvero modo.


    Credo che l'essere umano di base conservi sempre quel pizzico di insoddisfazione anche quando riesce a realizzarsi in taluni aspetti della vita. Una volta raggiunto un traguardo è già alle prese con qualcos'altro che lo fa sentire inadeguato, ma quel senso di inadeguatezza per me viene dal costante confronto col mondo esterno, che non sempre rispecchia i nostri tempi e i nostri reali bisogni.