Messaggi di Paoletta90

    Se nella sua manifesta superficialità ti piace, vuol dire che questa esperienza non ti è capitata casualmente, ma è ciò di cui hai bisogno

    Sono molto d'accordo, può essere che la recente rottura col tuo ex e i problemi della relazione ti abbiano lasciato addosso un senso di pesantezza e ora la leggerezza che questo ragazzo sembra darti ti attiri e non poco e ti sembri come una boccata di aria fresca? Certo occorre avere un'attenzione in più essendo questo ragazzo fidanzato e dunque, in teoria, non disponibile.

    Buongiorno a tutti, vorrei riprendere le fila di questo thread. Qualcosa inerente alla mia situazione avevo anche scritto all'interno di un altro thread, ma non volendolo monopolizzare con le mie questioni riprendo questo che avevo aperto qualche tempo fa.


    Da quest'estate a oggi le cose non sono minimamente cambiate, lui continua a non voler conoscere nessuno dei miei amici. Ci vediamo la sera a casa mia (mai a casa sua) e basta. Il week end stiamo insieme, ma solo la sera, già al mattino entro l'ora di pranzo è come se avesse fretta di ritornare a casa sua. Mai che si fermi due notti di fila da me, no, deve tornare. Parlando con lui mi ha detto di aver preso i biglietti per andare a casa dalla famiglia a Natale e Capodanno e mi ha ferita che abbia preso questa decisione senza tenermi in considerazione (non abbiamo mai passato un Capodanno insieme, non sono quella super fissata con le feste, e capisco l'esigenza di visitare la famiglia, ma ha preso la sua decisione senza minimamente considerarmi o chiedermi cosa facessi).

    Inoltre, qualche giorno fa mi ha detto che sabato non ci saremmo potuti vedere in quanto sarebbe venuta la sorella col marito in città. Anche qui mi sono sentita ferita, tenuta nascosta.


    Quando gli faccio presente le mie istanze lui si arrabbia con me facendomi passare per quella troppo esigente. mi dice che dovrei essere grata che lui vuole passare del tempo da solo con me, e che le feste di Natale sono solo qualche giorno e il resto dell'anno è presente. A me sembrano tutte manipolazioni.


    L'altra sera abbiamo discusso perchè lui era convinto che fossimo rimasti d'accordo per vederci a cena (a casa mia), io non mi ricordavo. Lui mi scrive mentre stavo già cenando e se l'è presa enormemente che mi fossi "dimenticata". Al che gli ho detto che poteva anche scrivermi prima nel pomeriggio per accordarci per la cena, e non proprio a sera inoltrata, anche per sapere se avessi bisogno di qualcosa per cucinare... lui si infuriato dicendo che sono una persona ansiosa, e da quella sera è sparito. Quando discutiamo, per stupidaggini che evidentemente nascondono molto altro, lui chiude la comunicazione e non si fa vivo, anche per giorni. Le prima volte ci stavo malissimo, e cercavo io un contatto, adesso sinceramente non trovo sia giusto, mi sento "cornuta e mazziata" per esprimere delle necessità che mi sembrano normali, e non petulanti.


    Tutto questo nell'ambiguità, lui con me quando non ha questi exploit è una persona estremamente tenera e dolce, e questa doppia faccia mi scombussola. Siamo andati via per un week end romantico per il mio compleanno, quando siamo insieme è davvero affettuoso (a gesti, perchè a parole per nulla) però poi rigidamente non arretra di un millimetro e la nostra relazione non evolve.


    Adesso sono 3 giorni che non ci sentiamo. Come sto? Se una volta avrei navigato nell'ansia e nella tristezza, adesso sto pure abbastanza bene in realtà. ma probabilmente qualcuno dei due romperà il silenzio e le cose ritorneranno come prima, anche se non voglio che tornino così, tuttavia non so se in questo momento difficile della mia vita (qualcosa ho condiviso nei vari post: trasferimento traumatico, irrisolti in famiglia che si sono fatti prepotenti, mancanza di socialità perchè le amicizie di sempre si sono allontanate dopo essersi sposate e aver fatto figli e non sono riuscita a trovare un nuovo gruppo di persone più simile a me) non ho le forze per lasciarlo andare. Grazie per leggermi.

    Io ti capisco benissimo, perché mi è successa la medesima cosa. Mi sono trasferita lo scorso febbraio e credimi, la prima mattina nella casa nuova ho pianto tutte le mie lacrime. Tra l’altro anche io ero contentissima all’idea di cambiare casa ma appena messo piede le mie emozioni hanno urlato esattamente il contrario. Infatti sono rimasta molto stupita di questo e anche i miei amici nel vedermi così triste e sconsolata. Ho passato settimane a rimpiangere la mia casina di prima, seppur più piccola era anche vicina al centro della città in un contesto vitale. Adesso sono in un posto più periferico -un quartiere molto bello e pieno di verde- la casa è nettamente più grande e luminosa ma... c’è qualcosa che ancora punge e fa male. Debbo dire che nel mio caso ha influenzato una cosa che evidentemente avevo preso sottogamba: questo appartamento dove sono ora è di un mio zio di secondo grado che non avendo figli l'ha lasciato a suo nipote, mio padre. In questo appartamento ci ha abitato fino all’anno scorso mia sorella con la sua famiglia. Io e mia sorella abbiamo 15 mesi di differenza è quando si è sposata ha avuto "di diritto" questa casa con le relative facilitazioni (no affitto). La faccio breve, quando ho iniziato a desiderare di andare a vivere da sola ho sempre desiderato ricevere l'aiuto che aveva ricevuto mia sorella nel costruirsi la sua vita indipendente ma a me e stato negato (perché non mi sono sposata e non ho avuto figli, lei sì) dunque questa casa l'ho percepita come oggetto di discordia (inconsciamente, perché prima di venirci ad abitare non avevo questa sensazione).

    Comunque mi sono rimboccata le maniche e anche cercando un secondo lavoro sono riuscita ad andare fuori casa prima prendendomi delle stanze in condivisione e poi il mio adorato appartamento in affitto.

    Quando mia sorella e la famiglia sono andati via, allora ho avuto la proposta di trasferirmi in questo appartamento e ho subito accettato volentieri, anche grata del fatto di riuscire a risparmiare qualcosa. Insomma, una volta entrata in questa casa -che comunque ho sempre continuato a frequentare negli anni in quando casa di mia sorella- ho iniziato a sentirmi ospite, come se dovesse rientrare mia sorella da un momento all'altro. Tra l'altro l'arredamento è rimasto il medesimo e questo non favorisce il fatto che possa sentire mio questo spazio. Mi sento a disagio e non trovo le forze per personalizzare un po’ l'appartamento, all inizio ero troppo depressa ora va meglio ma ancora - per dire- ho qualche scatolone da svuotare e sono passati parecchi mesi. Sicuramente tutto questo ha fatto sfociare irrisolti con la mi famiglia legati anche al giudizio che -in quanto non sposata e non madre- non fossi meritevole fin da subito di avere un aiuto economico anche io. Sono in terapia. Grazie per avermi letto.

    non fossi meritevole fin da subito di avere un aiuto economico anche io

    E anche che potessi venire in questa casa per seconda, una volta che a mia sorella non "serviva" più. Mi sento come se dovessi prendere qualcosa di usato da qualcun altro che aveva più diritti di me. Riconosco che c'è molto di inconscio e di irrisolto in questa situazione, a tratti mi sento in colpa, ma sono le mie sensazioni e i miei pensieri, e intendo accoglierli e sviscerarli.

    Una casella a tenuta stagna dove non esistono scambi con l' esterno.

    Mi sento proprio così, e come una pentola a pressione pronta a scoppiare. La questione del nome, poi, è davvero assurda, chissà da dove nasce questo blocco/rifiuto a pronunciare il nome della persona con cui si sta. Nei giorni scorsi abbiamo avuto un'altra delle nostre discussioni nata da motivi futili ma con ben altro sotto, e lui è rientrato nel suo silenzio, una volta mi avrebbe dato estrema sofferenza, ora solo fastidio.

    Ad una certa non ne ho potuto più e ho troncato

    Se ti va di raccontare, come sei giunta alla decisione di troncare? È stata una decisione maturata nel tempo oppure sei "scoppiata" in un certo momento e hai chiuso?

    Ci sono forti similitudini con la storia con il mio ex, che è appunto diventato ex :face_with_rolling_eyes:

    Quello che mi ha sempre fatto confondere ancora di più è la sua ambivalenza... perché organizziamo week end romantici per feste e compleanni, ho in mente tutta la tenerezza che c'è tra noi, la quotidianità e poi... ogni volta la doccia fredda quando lui inventa scuse per non uscire con i miei amici, che non ha MAI conosciuto... quando mi dice che un tal giorno non può vedermi perché c'è l'amico che è venuto a trovarlo, o la sorella, e sia mai organizzare qualcosa insieme. Quando gli faccio notare che mi fa arrabbiare e dispiacere questo atteggiamento lui fa sempre la vittima rigirando la frittata su di me. Non mi capisce e non cede di un millimetro. Poi si chiude nel suo silenzio risentito per GIORNI come se io avessi fatto chissà che. Capite il paradosso, lui se la prende quando la parte lesa penso proprio di essere io, colpevole solo di volere che il ns rapporto progredisca. (ora sono arrivata al punto in cui non ho più questo desiderio, razionalmente, ma emotivamente ancora devo arrivarci a questa conclusione).

    A volte bisogna semplicemente guardare oltre e non ancorarsi alle abitudini passate, altrimenti si rischia solo di idealizzare e soffrire.

    Esattamente, e mi rendo conto che faccio davvero fatica. Sono una persona che affronta sì i cambiamenti, ma con malinconia guardando spesso con nostalgia al passato. Prima di attuare i cambiamenti provo e riprovo mille volte per avere la certezza che "faccio bene" a intraprendere una strada diversa e a mettere in atto dei cambiamenti.

    capire se sulla famosa bilancia pesano di più le ansie e insicurezze che questa relazione ti provoca, rispetto alla sicurezza, conforto e benessere. Non hai certo bisogno di ulteriori carichi d'ansia in questo momento.

    Quando sono insieme a questo ragazzo mi sento tendenzialmente tranquilla ma quando siamo separati si ripresentano in maniera impellente tutte le ansie e le insicurezze. Con lui mi sento tutti i giorni diverse volte al giorno e ci vediamo un paio di volte a settimana, ma sempre a casa mia e sempre senza altre persone. Provo a includerlo nella mia vita ma lui rigidamente vuole starne fuori. Quando gliene parlo dice che per lui è importante passare del tempo insieme noi due, che dovrei essere felice che vuole stare con me. Ma io non la penso così, per me è bello entrare a far parte del mondo dell'altra persona, uscire in compagnia. Ormai è passato del tempo e questa rigidità se prima mi dava dispiacere ora sta dando spazio alla rabbia. La rabbia perchè un mio bisogno rimane inascoltato. Lui se ci tiene davvero a me dovrebbe prendere in considerazione quello che gli dico, i miei desideri, ma non ha mai fatto mezzo passo verso di me, anzi mi fa passare per quella scontenta, facendo passare le mie giuste necessità come ridicole e poco importanti. In questa relazione è lui che detta la linea (vedersi sempre da soli/sempre a casa mia/non uscire con altri e figurarsi presentazioni con parenti o amici stretti) e non mi sta più bene. Tra l'altro quando gli parlo lui mi dice che vuole continuare a stare con me, perchè se mi dicesse il contrario capirei e chiuderemmo.

    PS: no, non ha altre relazioni (poi posso anche sbagliarmi perchè la certezza matematica non si può mai avere) penso che lui sia o molto immaturo o indisponibile o poco interessato alla fine a portare avanti questo rapporto o forse un mix di tutto. Lui mi ha sempre espresso affetto fisicamente e con il linguaggio non verbale, ma mai a parole un ti voglio bene o dimostrazioni verbali di affetto. A fatica mi chiama per nome ma con appellativi teneri che però dopo un po mi danno il nervoso: ho un nome, usalo!

    nel tempo ognuna ha creato nuove relazioni amicali più vicine al suo tipo di vita.

    Ecco, questo ancora non sono riuscita a farlo e la cosa mi pesa non poco. Difatti sto cercando di creare occasione dove conoscere nuove persone più simili a me come percorso di vita e interessi, anche tramite corsi e altre attività.

    E' questo il tuo vero problema ed è questo che devi affrontare. Una volta che avrai risolto questo anche quello con le amiche si ridimensionerà.

    Sono d'accordo ma... non riesco a farlo e questo mi fa sentire impotente. Ho paura di pentirmi e di perdere quel buono che comunque c'è. Ho paura di toccare il fondo della solitudine, anche. Nonostante abbia un lavoro davvero stimolante che in questo momento mi dà molte soddisfazioni, quando torno a casa la sera e il week end torna la solitudine. Grazie per le tue parole, è un periodo di cambiamento e devo cercare di attraversarlo con tranquillità d'animo, per quanto possibile. Sono grata alla terapia perchè costituisce davvero uno spazio in cui mi sento accettata, ascoltata e vista.

    oh io penso che se ti piace qualcuno davvero, non ci sono insicurezze o confusione, se hai dubbi a riguardo è perché non ti piace davvero quella persona. Io ad esempio i blocchi che ho, li supero se qualcuno mi interessa davvero, invece al contrario si amplificano quando un uomo per cui non provo chissà cosa cerca di avvicinarsi a me.

    Adesso è sposato con la moglie da più di 15 anni e questa paura la sente ancora e in maniera costante.

    Chissà allora cosa lo ha portato a sposarsi con quella persona, siccome persistono le medesime paure. Il mio ex, che ci ha tenuto a comunicarmi di persona la notizia del suo matrimonio, mi ha detto di essere stanco e di volersi sistemare. Non mi pareva la migliore delle premesse, ma mi auguro per lui che abbia trovato la serenità con questa ragazza.