Ciao a tutti, grazie per le risposte preziose.
Per rispondere bene agli interventi dovrei allungarmi troppo, cercherò di essere sintetico.
Bulbasaur hai scritto delle cose giuste. Per quel che mi riguarda io sono una persona molto riflessiva, ed autoanalitica.
Non ho mai pensato solo alle cose concrete, anzi, forse avrei dovuto fare il filosofo...
Mi ricordo molto bene durante le sedute di psicoterapia anni fa, lo psicologo mi disse che avevo dei livelli di consapevolezza rimarcabili soprattutto per la mia età (all'epoca).
So cosa voglio, so di cosa ho bisogno, ma non sempre metto me stesso al primo posto.
Ho la fortuna di capire, quando arriva un'emozione (positiva e negativa che sia) di sapere esattamente da dove arriva, ma spesso per mancanza di spinta o di energie non vado nella direzione giusta.
Ciao ipposam, per risponderti ti posso garantire al 100% che sono molto soddisfatto in generale, ed in particolare la "direzione" che ho preso, le mie attività, ecc, è veramente ciò che ho sempre voluto e che desidero tuttora.
Molte persone fanno un percorso di studi, o intraprendono un lavoro per far contento qualcun altro, o che forse era più comodo, ma non ciò che desideravano veramente. Posso dire con fortuna che questo non è il caso mio.
Mi allargo leggermente alla tua risposta per dire questo. Lo "step" successivo so molto bene qual è, e ne sono affamato.
Non minimamente per soldi o altro, ma per poter esprimere in piena autorità le mie capacità, che devono ancora (come in moltissimi altri settori chiaramente) sottostare ad altri giudizi.
Forse non ho chiarissimo il prossimo "step" della vita in generale, ma a volte è meglio non pianificare troppo per la mia esperienza.
speranza24 ciao. Anche tu hai sollevato punti interessanti.
Nel rispondere a te, mi ricollego anche alle altre risposte, ed al mio messaggio iniziale.
Seppur mi sento soddisfatto, ed anche abbastanza felice, soprattutto del posto e il contesto che sto vivendo, (ho trovato belle persone, la mia dimensione, soprattutto un luogo lontano dal caos, senza stress, da godersi nel tempo libero, ecc.), mi sta venendo la "paura" (se così vogliamo chiamarla) che sta andando via l'età d'oro, il cuore della gioventù.
Per carità, mi definisco ancora giovane, e posso andare avanti a vivere così ancora per un bel po'.
La gente mi da almeno 7/8 anni in meno di quelli che ho.
Ma è come se percepissi lo stile di vita che vorrei condurre, tra qualche tempo, forse "fuori luogo".
In aggiunta a ciò, se si aggiunge un anno senza grosse novità rispetto a quello precedente, per quanto bello possa essere stato, lo percepisco come "un'occasione mancata".
Ad esempio quello precedente è stato un bello step, ma ulteriori steps non ci sono stati.
E mi rendo perfettamente conto che dovrei essere grato, e ringraziare che sto bene, posso continuare a fare ciò che faccio, non tutti hanno questa fortuna.
Quando penso a chi per motivi fisici, od altro, non può vivere appieno, mi sento ingrato verso la vita.
Ad esempio, qui, vicino dove abito io c'è un uomo infermo, a letto 24h, e quando lo vedo mi sento un'imbecille e dovrei soffermarmi ad apprezzare di più ciò che ho.