Messaggi di Marasma

    Non ho voglia di andare a lavorare. Non ho voglia di stare ore in piedi, a fare cose che non mi procurano alcuna soddisfazione, semplicemente per avere dei biglietti di carta in cambio che non mi daranno indietro la mia vita, il mio tempo, la mia salute.

    Non ho voglia di essere costretta a socializzare, a mostrarmi contenta anche quando in realtà mi sento uno schifo. Non ho voglia di eseguire ordini, di sentirmi dire che quello che faccio non è abbastanza, non va bene, potrebbe essere meglio.

    Vorrei solo stare dove voglio stare, fare cosa voglio fare, decidere io cosa va e cosa non va.

    Ciao Nightmare, io ho 23 anni e capisco come ti senti... Alcune cose le ho raggiunte, ma sono lontana anni luce da quello che vorrei essere, in più vedo i nostri coetanei già molto "esperti" o comunque si sentono padroni del mondo. Io invece spesso mi sento come te.

    Penso che tutto nasca da piccoli passi, ovviamente non si può cambiare la propria vita in un giorno, ma mettendo un mattoncino dopo l'altro si possono costruire delle basi. Magari inizia con uno degli aspetti che non ti piacciono di te, della tua vita, e dedicati a quello, provando a non pensare al resto. Ad esempio non c'è qualche corso che ti piacerebbe fare? Inizieresti anche a conoscere gente nuova! Oppure potresti studiare per la patente, così avresti anche più opportunità di lavoro potendoti spostare...

    Poi se senti di non riuscire, potresti provare a tornare in terapia.

    Io penso che tu sia ancora in tempo per dare una bella svolta alla tua vita, non lasciarti scoraggiare dal pensiero che sia troppo tardi. C'è gente che cambia la propria vita a 40, 50 anni! Quindi perché non dovresti poterlo fare anche tu a 22? :)

    Non sai quanto ti capisco. Vado anch'io a giornate e la differenza tra un giorno e l'altro può essere enorme... Vorrei un po' di equilibrio ma non riesco a mantenerlo. Da ieri ad esempio mi sono fissata di nuovo sul mio naso che è un po' storto e su altri miei difetti fisici e continuo a guardarmi per controllare che la situazione non sia così grave. Assurdo, ma il tutto è ovviamente esasperato dal pensiero ossessivo che mi accompagna sempre... Solitamente invece sono tutta concentrata sul mio carattere (timidezza, insicurezza ecc) o sul non avere realizzato nulla di importante nella mia vita, quindi diciamo che non mi sento mai a posto con me stessa, a parte qualche breve periodo. Per cui ti capisco perfettamente.

    Cantare... Concentrandomi solo sulla musica e sul piacere che mi dà il canto. Anche ballare. Se l'ansia è meno forte anche leggere e guardare un film/una serie.

    La ringrazio molto per la sua risposta. Proverò a tenere un diario. Di solito anche nei momenti di sconforto riesco comunque a fare qualcosa, cerco di non lasciarmi mai andare del tutto...

    Però non riesco ad essere molto costante nelle cose, quindi spesso mi arrendo. Comunque sto facendo un po’ di attività fisica tutti i giorni e altre cose che mi tengono su. Il problema è quando inizio a pensare ai miei piani per il futuro, allora inizio ad entrare in un vortice che mi risucchia completamente...

    Stasera il mondo mi pesa sulle spalle. Vedo tutti i miei problemi, che pensavo di avere superato, o comunque di aver migliorato, e mi rendo conto che sono sempre ferma al punto di partenza. Non mi sento più "me stessa", mi sembra di vivere la vita di qualcun altro... Penso a quando ero in Australia, e mi sentivo finalmente in connessione con me stessa e i miei desideri. Finalmente mi sentivo viva, non mi sembrava più di star sprecando la mia vita! Ora invece è tutto identico a com'era prima. Mi sento intrappolata in una vita insignificante, senza il coraggio di provare di nuovo a fare il salto e cambiare la situazione. La mia paura più grande è quella di diventare chi non avrei mai e poi mai voluto essere: una persona che non fa niente per migliorare la propria vita, senza sogni e schiava delle abitudini. Ed è proprio quello che sono ora.

    Almeno fino all'anno scorso quando mi sentivo così, sapevo di avere delle alternative, o comunque riuscivo ad avere speranza, pensando che sarei riuscita ad avere una vita soddisfacente facendo determinate scelte. Pensavo alle cose che avrei potuto fare per stare bene. Ora invece non vedo più quella speranza, mi sembra tutto destinato a fallire, ma soprattutto non riesco ad uscire dalla mia mente. Mi sembra davvero che non riuscirò mai a superare questo stallo, ci sono dentro da anni ormai e neanche la terapia ha funzionato. Mi manca la motivazione per fare qualunque cosa, non ho più nulla a cui aggrapparmi per non sprofondare e questo mi spaventa, perché in passato mi sono sempre tenuta a galla grazie alle mie passioni, ai miei sogni. Ma ora che non è rimasto nulla, a cosa potrei aggrapparmi?

    Ho perso quella scintilla, quella che mi faceva pensare che qualcosa di bello sarebbe arrivato... Adesso sembra tutto inutile, nulla mi darebbe soddisfazione. E allora qual è il senso di tutto questo? Non voglio più vivere in questo limbo, eppure non riesco a reagire.

    io la penso come Woody Allen ;(


    E come la pensa Woody Allen? Da quel che so, non è la persona più positiva del mondo, ma potrei sbagliarmi :D



    Interessanti le vostre risposte...


    Secondo me dall'aver raggiunto gli scopi che ci eravamo prefissati, e dall'aver superato in modo funzionale gli ostacoli che mano mano ci si presentavano davanti, senza scendere a particolari compromessi e mantenendo la propria integrità personale. Riuscendo in contemporanea a non sacrificare troppo i propri affetti, e continuando a coltivare le nostre passioni e le cose che ci rendono felici e ci fanno stare bene.


    Concordo sul fatto che non bisognerebbe delegare la propria felicità a nessuno, teoricamente dovremmo bastare a noi stessi e stare bene anche da soli.


    Anch'io credo che la consapevolezza dei propri desideri/obbiettivi, o comunque della propria idea di vita ideale, e lo sforzo che si fa verso quella direzione sia grande fonte di soddisfazione. Credo che già solo il fatto di camminare VERSO la propria meta renda in qualche modo felici, senza per forza riuscire poi ad arrivarci a quella meta. Provare a farlo dovrebbe già essere abbastanza, perché camminando si rimane fedeli a se stessi e ai propri desideri.


    È una cosa che ho provato sulla mia pelle, in varie occasioni... Però al momento mi sento in un conflitto continuo tra ciò che vorrei fare e ciò che realmente faccio (vuoi per paura, per motivi economici o altro), e questo per me è ciò che alimenta l'insoddisfazione.

    Ultimamente mi sto facendo molte domande sulla felicità (o meglio, molte più del solito), su che cosa renda felici le altre persone e su quale possa essere considerata una vita felice. Ovviamente tutti sappiamo che ognuno di noi ha un'idea diversa di felicità, e probabilmente ci sono tante idee quante sono le persone che abitano questo pianeta. Però... Credo che molti fattori nella vita delle persone possano essere comunemente ritenuti fonte di soddisfazione e felicità. Ci sono delle cose che potrebbero essere oggettivamente considerate come indispensabili per una vita felice? Tralasciando però ciò che è risaputo, ossia: uno stile di vita sano, esercizio fisico, relazioni... Io vorrei sapere: qual è quella cosa a cui non potreste rinunciare? A che cosa vi aggrappate per continuare ad andare avanti nei momenti in cui non vorreste farlo? E perché ha senso per voi continuare a vivere anche se la vostra vita sembra destinata ad essere una lotta continua?


    Chiedo questo perché non ho ben chiara la mia idea di felicità. E per felicità non intendo solo la gioia effimera, che è quella che si prova in pochi momenti della propria vita, ma quella serenità che ci fa vedere le cose in modo positivo... Quella sensazione che la vita valga la pena di essere vissuta. Quella che ti dà un motivo per alzarti la mattina, che ti spinge ad andare avanti nonostante tutto.


    In realtà, non so perché, è sempre stata legata all'ambito professionale, quindi pensavo che se fossi riuscita a fare il lavoro dei miei sogni, allora automaticamente sarei stata felice e soddisfatta di me. Poi, però, la mia psicologa mi ha detto che non dovrei proiettare la mia felicità su qualcosa di esterno, perché così non sarò mai felice: una volta ottenuto quell'obbiettivo la mia attenzione si sposterebbe su qualcos'altro che non ho e creerebbe insoddisfazione. Dovrebbe nascere tutto da dentro, dall'accettazione di se stessi e dalla consapevolezza (credo). Lo capisco, perché è sicuramente vero che non dovremmo dare a niente e nessuno il potere di renderci felici o tristi, se non a noi stessi. Però allo stesso tempo credo che i fattori esterni ci influenzino comunque in qualche modo, ad esempio se non mi piace il lavoro che faccio sarò insoddisfatto da quel punto di vista. Ma è molto difficile riuscire ad avere pieno controllo di tutti gli ambiti della nostra vita, ci sarà sempre qualcosa che non va come vorremmo... E allora come si fa? Perché alcune persone sono soddisfatte nonostante tutto e altre persone invece sono depresse perché un solo ambito della loro vita non è come lo vorrebbero? La felicità dovrebbe essere quindi slegata da tutto ciò che è esterno a noi? Ma allora che sapore avrebbe?


    Non so se si capisce bene il mio discorso, sono consapevole che sia un po' incasinato, ma non so come esprimere al meglio questo mio "dubbio".

    Sì sono giovane, ma a volte mi sento vecchia... Come se fosse troppo tardi per cambiare, anche se non è vero. È che alla mia età si gettano le basi per il resto della propria vita, sono gli anni più “produttivi” e mi sembra di averne già sprecata una parte.