Messaggi di Marasma

    Non riesci a risponderti che è un momento della tua vita che poi lascerà il posto a periodi migliori? Insomma perchè dovrebbe andare tutto come è ora o peggio secondo i tuoi peggiori incubi?

    Beh, perché ho sempre avuto molte difficoltà nella vita per colpa dell'ansia e di tutte le mie paranoie. I periodi felici che ho avuto sono durati veramente poco rispetto a quelli tristi: ogni volta che mi sembrava di essere al punto di svolta, poi succedeva qualcosa che faceva di nuovo tornare tutto come era prima.

    Io ci provo a pensare che questo è solo un periodo così, a volte funziona anche e per un pochino mi sento meglio, però la mia convinzione di fondo è che nulla cambierà mai veramente. Riesco a vedere soltanto un futuro negativo, fatto di infelicità...


    Lo stesso vale per me, ma come dici giustamente non sta a loro cambiare la tua vita.

    Quanti anni hai?

    Ne ho 24. So di essere in tempo per cambiare quello che voglio, il problema è proprio la mia mancanza di motivazione nel farlo e anche la paura che mi frena.

    Ciao MissMarple, grazie per la tua risposta. Ho seguito il tuo thread in questi giorni, ed infatti mi trovavo molto in ciò che hai scritto.

    Il mio problema al momento è che non provo più piacere nel fare le cose, anche quelle che un tempo mi facevano sentire bene, sento soltanto una frustrazione crescente mista a rassegnazione, per cui anche quando provo a fare qualcosa sento che mi sto forzando. Penso “ma perché lo devo fare? Non ne ho voglia” e quindi o non faccio nulla o lo faccio ma controvoglia. Non vedo una ragione per cui fare le cose ecco, quindi ovviamente la motivazione non esiste.


    La mia vita è piatta e non mi piace nulla, non ho una relazione e non l’ho mai avuta (e non sono sicura di volerla), il mio lavoro non mi piace, l’ho accettato solo perché ero disoccupata ma non ne posso più di andare sempre nello stesso posto a fare le stesse cose e vedere le stesse persone. In più è un lavoro che non ha possibilità di crescita e non l’ho scelto io, è semplicemente capitato. Vorrei cambiare totalmente settore (al momento è la ristorazione) ma non ho competenze e anche provandoci a svilupparne di nuove è quasi impossibile riuscire a partire da zero. Faccio dei corsi che mi piacciono nel tempo libero o meglio, mi piacevano, visto che ora non c’è nulla che davvero mi piaccia. L’unica cosa per cui sono grata sono le mie amiche e la mia famiglia, ma purtroppo loro non possono cambiare la mia vita per me.

    Ciao a tutti, è un po’ che non scrivo qui. Durante i mesi estivi ho lavorato tantissimo e quindi (forse) anche per questo non ho avuto il tempo di pensare troppo. Alti e bassi ci sono sempre, ma sono riuscita a rimanere in una sorta di equilibrio più o meno fino all’arrivo di Settembre: il lavoro è calato, le giornate si sono fatte più fredde e più corte e la mia ansia/depressione sono tornate a farmi compagnia.


    Ho sempre sofferto di ansia, ma ora penso di essere depressa. Mi fa tutto schifo. Non sono soddisfatta di niente nella mia vita, neanche un solo aspetto. Sento di aver deluso tutte le mie aspettative, eppure sono così e ci rimango. Prima della pandemia ero riuscita per un breve periodo a sentirmi di nuovo viva, piena di voglia di fare e costruire qualcosa. Con l’aiuto della psicoterapia ero riuscita a riconnettermi a me stessa, pensavo che sarebbe stato più facile da quel momento. Ma si è sgretolato tutto, ed io sono piombata nella tristezza più totale. Da allora cerco di aggrapparmi a qualunque cosa pur di non lasciarmi cadere in quella voragine che vuole inghiottirmi, ma non credo di esserci riuscita molto bene.


    Fino a qualche anno fa avevo dei sogni, forse troppo ambiziosi, ma vedevo il mondo proprio in modo diverso, forse più ingenuo, ora invece mi sento un automa, senza più stimoli, senza una ragione di vita… Questa è la cosa che mi rende più triste, non riesco ad accettare di essere diventata così… Dopo un’adolescenza difficile speravo che a quest’età sarei stata più consapevole e sarei riuscita ad affrontare meglio la vita, ma non è così. Non faccio altro che fantasticare su cosa potrei fare senza però avere il coraggio di agire, mi sento sconfitta in partenza. Tutto mi sembra inutile, troppo difficile, quindi non ci provo neanche.


    Non ho motivazione per fare nulla, sono sempre stanca e non faccio che dormire, lavorare e poi distrarmi con i social. Non pensavo che sarei mai arrivata a questo punto, pensavo di aver già toccato il fondo, ma a quanto pare la caduta è infinita…


    In più mi preoccupo per tutto: i miei genitori fumano da una vita e io ho paura che presto gli venga un tumore, che moriranno e io sarò sola, ho paura di fare scelte sbagliate, ho paura che la mia vita sarà uno schifo per sempre, che sarò sempre infelice, ho sempre paura del giudizio degli altri, quindi mi controllo eccessivamente e mi sono accorta che quasi nessuno mi conosce veramente per questo motivo… E così via.

    Timidezza è timore di essere giudicato male, di venir rifiutato, nasce da un senso di inferiorità di partenza, di autosvalutazione. Inutile andare a scavare da dove possa nascere, troverai particolari storie famigliari (come è accaduto a me), eventi, interpretazioni sbagliate. Un altro elemento che ho sempre trovato in me stesso come fonte del mio atteggiamento da timido è la paura di essere frainteso. Mi spiego: ho un particolare timore di essere scambiato per persona presuntuosa e scostante, quando invece sono solo timido. Questa paura rende il mio comportamento più goffo e innaturale. Non so se è chiaro il problema nella sua contorsione mentale... ;)

    Sicuramente ci sono sempre delle cause che se non creano il problema, comunque lo alimentano e lo ingigantiscono.

    A me hanno detto a volte che sembro scontrosa, quando in realtà sono solo timida. Penso sia comune a tanti timidi essere fraintesi :D

    E sono meno ottimista della tua psicologa, perchè a pronunciarle erano sempre parenti o amici dei miei, durante ritrovi piuttosto prolungati. Per cui...quando non sapevano più che dire...se ne uscivano con queste frasi da elefanti del cavolo. E di benevolo-altruistico non ci ho mai letto nulla, mentre dubito che quarantenni pieni di sè potessero temere il "giudizio silente" di una bambina di 5 o 10 anni.

    Beh in quel caso non ci sono giustificazioni, poi ancora meno se queste frasi sono state dette da persone adulte! Commenti veramente evitabili.

    Concordo pienamente, per me anche se fatto su un adulto.


    Comunque non è possibile definire cosi su due piedi la timidezza necessariamente come un difetto o un pregio. Dipende da troppi fattori e dal grado di gravità di questa caratteristica. Una timidezza molto accentuata che può sfociare in un disagio psichico che compromette il normale svolgersi delle attività quotidiane, o che porta a precludersi certe esperienze, può essere un difetto e diventare anche molto invalidante. In altri casi invece può essere anche una caratteristiche della persona che può non dispiacere, se consente di essere pienamente funzionali.

    Sicuramente quando sfocia in una vera e propria fobia sociale, allora diventa un problema. In passato penso di aver passato anche questo stadio, infatti avevo l’ansia al solo pensiero di fare una chiamata o rispondere al telefono (questa cosa un po’ mi è rimasta, però quando devo lo faccio lo stesso nonostante l’ansia). Avevo un terrore enorme del giudizio degli altri per qualsiasi cosa facessi o dicessi… Non che ora sia molto meglio la situazione, però con il tempo e le varie “esposizioni” mi sono sbloccata un po’.


    Però una cosa di cui vado fiera è che nonostante la timidezza ho sempre cercato di fare comunque le cose che mi spaventavano, ad esempio posso avere paura di parlare in un gruppo di 6 persone ma sono riuscita ad esibirmi più volte di fronte ad un pubblico cantando… Forse è semplicemente questione di sentirsela o meno.


    Comunque in generale cerco sempre di migliorare, anche sforzandomi a volte. Non è facile, ma so di essere migliorata molto negli ultimi anni.

    Il far pesare la timidezza ad un bambino o adolescente (lo dico da ex timida parossistica) la considero una vera e propria sevizia, anche se di solito è praticata insulsamente "a fin di bene".

    Inoltre, non solo non risolve nulla, ma peggiora decisamente l'insieme.

    Il timido ambisce a NON essere mai al centro dell'attenzione, e farlo sentire al centro dell'attenzione per fargli pesare un "difetto" è una vera sevizia, che potrà solo fargli chiedere cosa fare per rendersi ancora più invisibile.

    Grazie per le tue risposte. Su questo (ma anche sul resto) concordo assolutamente, infatti per tutta la mia adolescenza questa cosa l’ho vissuta malissimo. Quando non me la sentivo di parlare e me lo si faceva notare davanti a tutti, mi sentivo davvero male, sicuramente non più invogliata a partecipare alla discussione.

    Ed è una cosa che mi ha sempre fatta arrabbiare tantissimo, non ho mai capito il perché di un tale comportamento! Perché dire cose come “non parlare troppo, mi raccomando” oppure “ma sei muta?” ad una persona che magari semplicemente non ha nulla di intelligente da dire?


    Quando ne ho parlato con la psicologa, lei mi ha detto che molto probabilmente le persone si sentono “analizzate”, un po’ sotto esame quando una persona ascolta ma non dice la sua, per cui cercano di capire cosa abbia in mente… Un po’ come un’autodifesa. Chissà se è così.

    In ogni caso penso che ci sia sicuramente anche una mancanza di tatto alla base.

    Torno da una serata in compagnia dei colleghi, una delle tante in cui mi limito ad ascoltare e a fare qualche commento ogni tanto. Mentre “parlavamo” è uscito il fatto che sono timida, ed io ho cercato di scherzarci su; come ogni volta che viene fatto un commento su questo lato di me, però, sento che tutti gli sforzi immani che faccio per cercare di essere più socievole siano alla fine inutili.


    Ora: io ho sempre visto la mia timidezza come un difetto enorme, anche perché me l’hanno sempre fatta pesare. Però mi chiedo: la timidezza è davvero un difetto? La vedono tutti così? O sono io che ingrandisco il problema?


    Quello che ho sempre notato è che in una società come la nostra viene premiato chi è più spigliato, nonostante a volte chi è più riservato sia più competente. Quindi la società ci vorrebbe tutti uguali ed estroversi, ma chi invece non lo è cosa deve fare? Adattarsi faticando oppure abbandonarsi al proprio modo di essere?

    Io sono una ragazza, ma per me è la stessa cosa. Ho avuto una prima relazione molto breve a 16 anni, poi più niente, solo qualche flirt… Ho 24 anni e quasi tutti a questa età hanno già avuto relazioni e rapporti. Io invece no, e se fino a qualche anno fa questa cosa non mi pesava più di tanto, ora invece inizia a farsi sentire. In più vivo in un paese di 500 abitanti, per cui non ho scelta.

    Ho usato un po’ le app di dating, stavo uscendo con un ragazzo, ma dopo alcune cose che ha detto sono sparita…


    Il mio “problema” è che non voglio una relazione e basta, voglio una relazione matura, con qualcuno che mi capisca e che abbia interessi simili ai miei. Per me una relazione superficiale non vale la pena, anche perché mi innamoro con difficoltà se non sento una connessione con l’altra persona. Con queste premesse rimarrò single a vita, ma se sarà così pazienza, non è che ci possa fare più di tanto.


    Ho già fatto vari corsi, ho viaggiato da sola, ho usato le app… Più di così non saprei che fare.