Messaggi di Marasma

    Salve a tutti, è la prima volta che scrivo qui.
    Non so neanche da dove iniziare a raccontare quello che provo... So solo che sarà un post lungo, quindi grazie a chi leggerà.

    Ho 23 anni, e soffro di ansia da quando ne avevo 12. A quell'età sono iniziate le ossessioni pure, rivolte all'incesto, che mi hanno letteralmente paralizzata per anni, facendomi sentire in colpa per ogni secondo della mia giornata, convincendomi di essere malata, un mostro, un essere ignobile.
    Poi, grazie all'Universo che mi ha ascoltata, ho trovato per caso un forum (che non era questo, anche se leggevo anche qui) che mi ha aiutata a capire che quello che stavo passando non era colpa mia, ma si chiama disturbo ossessivo... Da allora sono migliorata, anche se a volte continuavo a ricaderci. Alla fine ho iniziato ad andare in terapia qualche anno fa, e l'anno scorso ho trovato finalmente la terapeuta giusta, con cui posso dire di essere "guarita", o meglio di aver imparato a convivere con i pensieri senza andarci dietro.

    Oltre a quel problema ne ho avuti e ne ho ancora molti altri, che sono ovviamente collegati tra di loro, come la scarsa autostima, la timidezza che a volte diventa fobia sociale, la difficoltà nei rapporti interpersonali e soprattutto nelle relazioni amorose.

    Ora... Sono riuscita negli ultimi anni a lottare silenziosamente, ero migliorata tantissimo nei vari aspetti della mia vita. Non ero più quella ragazzina chiusa in se stessa, impaurita e bloccata dalle sue ansie. Volevo prendere in mano la mia vita e realizzare i miei desideri come tutti gli altri. L'unica cosa che mi ostacolava era l'incapacità di prendere decisioni importanti.

    Una volta finito il liceo, ho deciso (o forse ho semplicemente accettato) di andare all'Università, con indirizzo Grafica. Dopo pochi mesi però avevo un'ansia terribile perché mi sembrava che non fosse quello il percorso di vita che volevo, mi sentivo in trappola, non ero sicura che quello che facevo mi piacesse. Anzi, ero sicura che non lo fosse, perciò decisi di lasciare l'Uni ed andare a lavorare, mentre pensavo a quello che avrei voluto fare davvero. In passato, quando ero ancora al liceo, eravamo andati a vedere un musical con la scuola. Mi era piaciuto così tanto che avevo pensato che avrei provato ad entrare in una scuola di musical anch'io, perché il canto era sempre stata la mia passione e quel mondo mi affascinava sin da quando ero bambina... Ho passato tutta la mia vita a sognare che sarei diventata una cantante, senza però ovviamente pensare a come sarei arrivata a quel traguardo. Così prima di trovarmi fuori dalla bolla del liceo nel mondo reale, non avevo mai riflettuto davvero su quello che avrei fatto dopo.

    Ho iniziato a lavorare in panetteria, prima come commessa e poi anche come aiuto pasticcera. L'ambiente non mi dispiaceva, ma il mio capo era un po' svalvolato e molto spesso mi faceva arrabbiare... In più non era il lavoro che avrei voluto fare per tutta la vita, quindi mentre lavoravo lì pensavo e pensavo a cosa fare: lingue? Psicologia? Musical? Oppure un corso di pasticceria!
    Insomma, non avevo le idee chiare e mi ossessionavo ogni giorno con quel pensiero. Ero piena di ansia, volevo soltanto trovare la mia strada, prendere la decisione giusta e farla finita con quell'angoscia. Ma più ci pensavo e più mi confondevo. Così il tempo passava e io non prendevo una decisione, continuavo a saltare da un pensiero all'altro, senza concludere niente. Ho lavorato per un anno e mezzo lì, facendo un corso di trucco nel mezzo che col senno di poi è stato uno spreco di soldi e non è servito a nulla.

    Poi, stanca di quel posto, ho iniziato a lavorare in un hotel. Niente, il posto peggiore in cui abbia mai lavorato. La proprietaria sclerava ogni due minuti per qualsiasi cosa, trattandomi come una stupida; in più mi faceva pesare il fatto che mi pagasse 1000 euro al mese (di cui metà ovviamente fuori contratto), dicendomi che erano tanti soldi e che quindi dovevo lavorare meglio. Dopo 6 mesi lì, non ne potevo più. Avevo già pianificato di fare una cosa che avevo sempre avuto in testa ma non avevo mai avuto il coraggio di fare: andare in Australia per un anno a lavorare e viaggiare con un visto vacanza-lavoro. La frustrazione accumulata in quel posto mi aveva spinta ancora di più a farlo, ed infatti sono partita, da sola, nonostante i miei genitori all'inizio non fossero molto contenti. Ma io sentivo di doverlo fare, altrimenti me ne sarei pentita per tutta la vita.

    Sono partita a Novembre 2019, e sono rimasta fino ad Aprile. Già, perché dopo gli incendi è scoppiata la pandemia. Dopo il primo mese difficile nell'ambientarmi, avevo iniziato a stare BENE, benissimo! Non ero mai stata così soddisfatta di me e della mia vita. Finalmente avevo agito, avevo preso una decisione! Lavoravo, mi pagavo affitto, spesa, uscivo con persone che avevo conosciuto nei primi giorni e riuscivo anche a mettere da parte soldi per viaggiare. Mi piaceva la mia vita, non volevo più vivere come avevo vissuto fino a quel momento. Volevo godermi la vita!

    Poi, a marzo iniziò il lockdown. Lavoravo in un ristorante, quindi persi subito il lavoro. Dopo aver di nuovo pensato e ripensato al da farsi, decisi a malincuore di tornare a casa. Ecco. L'errore più grande della mia vita. Appena ho messo piede in Italia ho capito che avevo fatto una grandissima ca... Per mesi sono stata depressa, non avevo voglia di fare nulla, volevo solo tornare in Australia ma non potevo perché i confini sono chiusi. In più abito in un paese minuscolo di 500 abitanti, e dopo aver vissuto a Melbourne (5 milioni di abitanti) non riuscivo proprio a tornare al mio vecchio stile di vita che mi era sempre stato stretto...

    Per non diventare un'ameba ho iniziato a fare esercizio in casa, ed era quella l'unica cosa che mi teneva su, che mi dava una piccola ragione per alzarmi dal letto... Poi a giugno ho trovato un lavoro qui, nel paesino in cui vivo, come lavapiatti e aiuto pasticcera. All'inizio ero timidissima, non riuscivo a sbloccarmi, poi piano piano ho preso un po' di confidenza, e l'ambiente mi piaceva e mi tirava anche un po' su il morale. Avevo smesso di pensare sempre e costantemente all'Australia, finalmente. Poi a Novembre un altro lockdown, noi abbiamo dovuto chiudere e sono in casa da allora, con qualche breve uscita ogni tanto, che però non mi basta.

    E la mia situazione ora è questa: ho 23 anni, non ho una laurea, non ho una direzione nella vita e sono di nuovo bloccata dalle mie paure. Ho avuto una sola relazione nella mia vita ed è durata 3 mesi. Da allora più nulla, perché qui non c'è nessuno che mi interessi, che mi faccia venire voglia di conoscerlo... Questo non è il mio posto, non è questa la vita che voglio, ma non riesco a fare nulla per cambiare... Sto diventando quello che avevo promesso non sarei mai diventata: una persona che ha troppa paura per rischiare di essere felice, quindi accetta passivamente tutto e non sceglie mai! Negli ultimi giorni pensavo a cosa davvero vorrei fare, e la verità è che non lo so più... Non so più cosa voglio dalla vita, o forse non l'ho mai saputo, fatto sta che mi sento in trappola. Volevo provare a fare l'audizione per la scuola di musical ma ho troppa paura anche solo a provarci, non sono neanche preparata! So cantare, ma non ho mai recitato né ballato e non so perché io abbia quest'idea in testa, magari non mi piacerebbe neanche.

    In Australia ci potrei tornare, ma non prima di un anno, e comunque senza un mestiere non potrei rimanerci. Non so, voglio tornare ad essere felice, perché so di avere le capacità e le risorse per farlo, ma non ci riesco e questa consapevolezza mi fa sentire ancora peggio, perché sto sprecando la mia vita! A 23 anni mi sento già in ritardo in tutto, tutte le mie amiche sono laureate e io invece non so neanche da che parte sono girata, mi sento un fallimento. Rimpiango tutte le mie scelte, e sono incapace di agire. Sono diventata un'ombra, proprio io che ero piena di sogni e speranze, ora non ne ho più... Mi sembra tutto così difficile. Ma allo stesso tempo non voglio arrendermi ad una vita piatta e monotona come quella dei miei genitori, a cui voglio bene, ma che non riesco a capire. Io voglio vivere davvero una vita che mi soddisfi, che mi sono scelta e non che mi hanno imposto.

    Aiuto... Sono un disastro.