Messaggi di mademoiselle_moi

    anch'io ho 40 anni, non ho un compagno, non ho amici perchè la mia forma di ansia mi rende difficile uscire e socializzare. Ho solo conoscenze che vanno e vengono. I genitori li ho e sono ancora giovani e in salute, ma non ho un buon rapporto con loro e quindi sto tentando di allontanarmi : sono troppo dipendente, quindi ok, ci sono nel senso che esistono, ma di cose importanti con loro non ne posso parlare perchè causo loro solo preoccupazioni e poi fanno sentire in colpa me. Prima o poi vorrei parlare di questo in un thread, devo solo riuscirci.
    Ho un amico, in realtà è un ex con cui c'è un rapporto stranissimo, ma capisco che sto vincolando anche lui che dovrebbe essere libero di farsi la sua vita con nuove relazioni.Insomma la mia vita è un casino, ho paura di instaurare relazioni di amicizia ma allo stesso tempo ho paura della solitudine.

    Buongiorno, mi sono iscritta da pochissimo perchè sto attraversando un periodo veramente brutto e spero di trovare comprensione almeno qui, soprattutto perchè ho visto con piacere (si fa per dire eh!) che questo forum è frequentato anche da persone non giovanissime, mentre io credevo di essere l'unica a soffrire per queste cose ancora a 40 anni.

    Vorrei parlare un po' di me.....le cose da dire sarebbero tante in quanto praticamente sono ansiosa da sempre....cerco di concentrarmi sui problemi dell'ultimo periodo, dall'autunno scorso, quando ho avuto un forte crollo. In realtà faccio terapia cognitivo-comportamentale da tre anni, e in molte cose mi ha aiutato, soprattutto nella teoria: ho capito quali sono i modelli disfunzionali che mi hanno portato a soffrire di ansia, cose legate soprattutto ad un rapporto "sbagliato" con mia mamma, per il quale magari aprirò un thread apposta. Appunto dicevo, alla fine dell'estete scorsa sarebbe stato il momento di passare all'azione, imparata la teoria dovevo metterla in pratica, iniziando a fare cose che non avevo mai fatto per colpa dell'ansia.....ed è arrivato il crollo. Non me ne sono resa conto subito, ma ho iniziato ad prestare sempre più attenzione al corpo, e naturalmente a spaventarmi per ogni doloretto. Io sono sempre stata una che aveva paura delle malattie, ma allontanava il pensiero, fondamentalmente sana, senza quasi mai un dolore, sono andata dal medico pochissimo...cioè il medico mi spaventava, le malattie anche, ma non avendo mai dolori di nessun tipo non ci pensavo...ma qualcosa di latente già c'era. Beh dicevo alla fine dell'estate ho sviluppato questa cosa che la mia psico ha definito ANSIA DA MALATTIA....non si tratta proprio di ipocondria, la psicologa mi ha spiegato che il dsm (?? insomma il libro che cataloga i disturbi di tipo psicologico-psichiatrico) fa questa distinzione....l'ipocondriaco andrebbe continuamente dal dottore, io sono terrorizzata dal fatto di andarci, però ho paura di avere una malattia, nel mio caso la vera fobia è dei tumori.
    Da ottobre scorso ho iniziato ad avvertire sintomi stranissimi, che duravano qualche mese poi se ne andavano. Quando passava la concentrazione su un sintomo, me ne veniva un altro, sempre vaghi, aspecifici, tanto che se dovessi andare da un medico non saprei nemmeno cosa chiedere e da chi andare, e mdi sicuro mi sentirei rispondere che è una cosa psicologica.
    La vita è diventata un inferno, giornate a pensare al perchè di un certo dolore, ricerche su internet, la rovina di tutti noi che abbiamo queste paure, perchè tra le mille risposte noi quale vediamo? quella più tragica! eppure è una droga, non riesco a farne a meno, mi chiudo in casa, e mentre piango disperata faccio ricerche, aumentando il terrore. Quando arrivo alla disperazione totale vado dal medico, in uno stato pietoso. Dopo che il medico mi rassicura, passa quel sintomo, benessere per alcuni giorni, e poi si parte con un altro.
    Intanto, con tutta questa ansia, ne va di mezzo la mia vita sociale, l'aspetto su cui ho più problemi, perchè avendo questa preoccupazione, ho un carico di ansia tale che anche fare le cose banali mi risulta difficile il triplo, quindi se prima avevo ansia ma cercavo di uscire, da quando mi è venuta questa nuova paura mi sono praticamente isolata, mandando a quel paese i pochi progressi che avevo fatto dal punto di vista dell'ansia sociale.

    Ho addirittura incolpato la psicologa di avermi instillato questa fobia, perchè lei alcune volte mi diceva che non era giusto non fare mai esami ed ho smesso di andarci. Per fortuna mi ha ripreso e mi ha fatto capire che il problema sono io, e che questo è il mio modo per non affrontare la parte pratica del lavoro, ora che la teoria l'ho capita.

    Quando sono disperata dal medico ci vado, in questi mesi sono andata a fare i controlli per i tumori più diffusi (seno, ginecologo e nei) con un terrore folle. Ora tutta la mia attenzione è rivolta a bocca, naso, gola. Ho problemi di cervicale e quando dormo serro la mascella. Mi sentivo sempre dolorini alla lingua, bruciore, pizzicore....un giorno decido di mettermi davanti allo specchio, e ispezionare per bene la lingua. vedo una specie di venuzza scura in fondo. Panico. Corro dal dentista il quale per fortuna capisce il mio panico, guarda bene, mi tocca tutti i linfonodi e mi dice che si, c'è quella specie di venuzza, ma non è niente di brutto, tanto che mi manda via senza fare ulteriori accertamenti. Una persona normale starebbe tranquilla, io sono terrorizzata, ci penso ogni giorno, mi ispeziono la lingua ogni giorno, e sono ancora convinta che prima o poi qualcosa salti fuor

    Non vivo più, sto malissimo. In terapia, appena ripresa, stiamo lavorando su questo, ma è difficilissimo. Mi sveglio al mattino già con un senso di angoscia, il primo pensiero è il monitoraggio del corpo alla ricerca di dolori,e la giornata è buona fin tanto che non mi viene in mente un sintomo o un dolore
    Non sto prendendo farmaci, anche se forse dovrei, ma per altri motivi non ce la faccio : sono emetofobica, e questi farmaci, già presi in passato, all'inizio mi danno una forte nausea, quindi non uscirei più di casa. Prendo xanax al bisogno, pur sapendo che non cura, ma almeno mi tiene calma per qualche ora.

    Per il momento mi fermo qui.....so di non essere l'unica e spero mi possiate dare speranze che da questo incubo se ne esce. Per me ora "uscirne" significa immaginarmi un giorno senza dolori o sintomi....in realtà la vera vittoria sarebbe accettare senza esserne terrorizzati l'eventualità che qualche volta possiamo avere delle malattie, che non necessariamente siano brutte....perchè poi penso, se mai mi dovesse succedere veramente qualcosa, che faccio? mi butto dal decimo piano?

    vedo che ci sono già tantissime risposte, ma voglio dire la mia perchè ho chiesto qualche giorno fa al medico di base quante ne potessi prendere.
    La risposta è stata che lo xanax in gocce ha un'emivita di circa 6 ore, e che quindi si può arrivare a prenderne anche 10 gocce tre volte al giorno. Oppure, se come me non si hanno problemi a dormire, anche 15 gocce al mattino e 15 metà pomeriggio.Io però non sono mai arrivata a tanto, nonostante sto passando un periodo bruttissimo, mi sento già molto meglio che 10-12 gocce qualche ora prima dell'evento ansiogeno. E' anche vero che non ho una grandissima vita sociale....magari se fossi fuori dal mattino alla sera ne avrei più bisogno!

    io le gocce le ho sempre in borsa, e in questi giorni altro che 30, siamo a 38 minimo! non so se si deteriorino, a me sembra che facciano effetto come la solito. Ecco, magari non lasciarle nel cruscotto della macchina....ma credo che lì, con queste temperature, ti si scioglierebbe addirittura la boccetta!

    Spero che la mia domanda non venga vista male come è successo in altre pagine web a cui l'ho rivolta ad esperti.
    Potrei aver bisogno di assumere dei farmaci ssri, sono in cura con una psicologa ma mi trovo in un momento molto brutto, alcuni giorni va meglio, altri sento la necessità dei farmaci. Mi basterebbe decidermi e la psicologa mi indirizzerebbe ad una psichiatra. Ma nel concreto non riesco a prendere la decisione a mente razionale perchè c'è una cosa che mi blocca: sono emetofobica, ho paura di vomitare, mi terrorizza anche solo la nausea e questi farmaci la portano. Lo so perchè li ho già presi molti anni fa.
    Se dovessi prenderli, mi chiuderei in casa e non so quando ritroverei il coraggio di uscire, mandando a quel paese, oltre al lavoro, anche i piccolissimi progressi che ho fatto finora.
    La domanda che vorrei fare agli psichiatri è semplicemente come si fa in questi casi? devo davvero sopportare, come mi è stato detto in modo brutale, o esistono dei farmaci che possono essere assunti sotto rigoroso controllo medico per alleviare la nausea? non voglio che mi diciate quali, chiederei allapsichiatra o al mio medico, mi basterebbe qui avere una speranza che qualcosa per non avere la nausea si può fare.