Messaggi di mpoletti

    Anche il tuo desiderio di avere un amico più spigliato che ti possa aiutare a sbloccarti, forse è perchè, se prendessi direttamente tu l'iniziativa di lasciarti un pò andare, avresti una responsabilità che invece deleghi a qualcun altro.


    Magari sbaglio ma tu hai già un amico così...è dentro di te, il problema è come aiutarlo ad uscire.

    Provo a risponderti con un esempio, strano ma efficace. Diciamo che il desiderio è un feto. Io sono la madre che ha le doglie. Non è sempre vero ma, attualmente, la maggior parte delle madri partorisce con l'aiuto dell'ostetrica. In questo contesto, lo psicologo è il ginecologo che fa le visite pre e post-partum.

    Sia chiaro: non voglio denigrare nessuna delle professioni citate. Sto solo dicendo che non posso certo aspettarmi che un eventuale psicologo faccia qualcosa di pratico, mentre è più probabile che lo faccia l'amico.

    Andre73, ti ringrazio per aver utilizzato il tuo 100° messaggio per farmi i complimenti. Con le tue osservazioni, mi fornisci l'assist per aggiungere qualche elemento.

    Il mio scrivere in modo tecnico e preciso è dovuto alle paure: di essere frainteso, di offendere qualcuno (involontariamente, ovvio), di essere coinvolto in una discussione che - forse - non riuscirei a gestire emotivamente. Come se mi dicessi "Forza, coraggio e freddezza".

    Viceversa, temo la mia reazione emotiva.

    Naturalmente, c'è anche una questione più pratica: sono un informatico, sebbene abbia fatto (dopo ragioneria) studi umanistici. Non ho mai potuto usare appieno il mio umanesimo. Hai mai provato a riassumere la Divina Commedia ad un economista o ad un ingegnere? Alla fine, la riassumi così: Dante si fa un week-end nell'Oltretomba.

    Certe persone proprio non riescono ad assimilare questi concetti. Alla lunga, chi era più vicino a me emotivamente, mi ha abbandonato perché non riuscivo ad esprimere le mie emozioni.

    Forse ho anche paura ad esprimerle per una reazione esagerata da parte mia o del mio interlocutore, che non riuscirei a gestire.

    Pulmino73, non sono nessuno, ma parolo esclusivamente per esperienza personale. Io so che sento maggiore i sintomi dell'ansia quando sono stanco mentalmente. Per il momento, l'unica soluzione che ho trovato è quella di riposare un po' per farmi passare l'attacco.

    che ti fa sentire inadeguato e senza difese

    LeggeraMente la parte del tuo messaggio che ho citato si è manifestata nel week-end, assieme al controllo.

    Premetto: mio padre compirà 76 anni a metà ottobre.

    Ieri stavamo parlando del più e del meno. Ad una mia domanda mio padre ha risposto "Ho 76 anni: devi pensare anche a quando io non ci sarò più!".

    È una frase vera, probabilmente dettata dal fatto che nessuno di noi ha ancora superato la morte di mia madre, avvenuta nel 2022. Stamattina, invece, quando l'ho sentiton al telefono, abbiamo parlato di regali (per il titolo: da un estremo all'altro). Questo per dire che non è un argomento ossessivo da parte sua.

    So che la morte mi fa mortalmente paura: se non si tratta di tanatofobia, poco ci manca.

    Dal particolare (la morte) al generale, il passo è breve. Temo gli imprevisti più di ogni altra cosa. I motivi sono sostanzialmente due:

    1. Temo di avere un attacco d'ansia: mi comporto come una persona che ha una qualsiasi allergia alimentare non mortale. Se non si è masochisti, quell'alimento non si mangia. Siccome so che certe cose possono causarmi ansia, le evito. Da anni non ho attacchi d'ansia bloccanti, ma il ricordo del malessere è alto.

    2. Non posso essere preciso, sia perché non siamo nella sezione privata, sia perché non ho trovato una risposta dentro di me. Ogni tanto vorrei fare esperienze particolari, possibilmente in compagnia di qualcuno. Se qualcuno mi chiedesse quale esperienza mi piacerebbe fare, non saprei rispondere. Il mio cervello non memorizza l'informazione, che passa alla velocità di un fotogramma sullo schermo. Per dargli un nome, chiamiamo l'azione X. Ecco: il pensiero dell'azione X sbatte contro il muro della domanda "Se faccio X, cosa penseranno gli altri di me?".

    Per rispondere alla tua domanda

    Tu hai un'idea da dove viene questo meccanismo di auto svalutazione e giudizio? Potrebbe esserti utile per capire anche come porvi rimedio.

    Assolutamente sì. Sono nato in una famiglia con regole molto rigide, sono stato oggetto di bullismo. Questo ha fatto sì che sia a scuola, sia a casa, se facevo un qualsiasi errore venivo ripreso o schernito.

    Sul porvi rimedio, so cosa mi ci vorrebbe a livello pratico: io lo chiamo uno sparring-partner. Una persona più o meno mia coetanea, più spigliata di me, ovviamente amica, che capisse queste mie difficoltà e che mi aiutasse a sbloccarmi.

    Forse esagero, ma sarebbe meglio di qualsiasi psicologo. Le sedute hanno il difetto di essere - in questo senso - piuttosto teoriche: io ho bisogno dell'esperienza pratica e della compagnia di qualcuno. Potrei parlarne per anni con lo psicologo, ma poi sarei io a dover agire. Non è solo una questione di coraggio: cosa fare e con chi farlo è un altro problema, molto più pratico e meno psicologico.

    Un'ultima cosa, LeggeraMente: qualsiasi cosa penserai, ti devo ringraziare. Erano cose che volevo esprimere. Forse ce l'avrei fatta anche aprendo una discussione, ma la tua domanda mi ha reso il tutto più semplice.

    Tanto per cominciare, grazie ad entrambi. Volevo alimentare la discussione rispondendo alle argomentazioni di LeggeraMente.

    La mia percezione, è che invece tu abbia la tendenza al controllo (totale) della tua vita e degli eventi, anche quelli più improbabili.

    Esatto. I motivi sono due: temo sempre un attacco d'ansia e di essere giudicato male dal prossimo. Ironia della sorte, non è l'evento in sè a causare il controllo, ma la mia paura della reazione che potrei avere.

    noi non abbiamo il controllo sulla maggior parte degli eventi, ma abbiamo pieno controllo sul modo in cui possiamo reagire ed affrontarli.

    Per quanto mi riguarda, provo a reagire con calma. A volte, però, sono talmente stressato da cosa accade nell'evento che mi causa ansia. L'esempio classico sono le discussioni. Poniamo l'esempio che questa discussione sia fatta oralmente e non su un forum. Ognuno dirà la sua opinione. Spesso percepisco queste opinioni in modo errato: diciamo che le vedo come accuse nei miei confronti, come se dicessi a me stesso "Ho il tal difetto che devo correggere".

    E qui parte la reazione. Cerco di reagire con calma, esponendo il mio parere, ma poi....poi mi sembra di essere accusato solo di essere fatto in un certo modo. Lo so che non è reale, ma ....vallo a dire al mio inconscio ;). Hai presente la scena del biliardo nel primo Fantozzi e cosa accadde al 38° coglionazzo? Il mio collega (sono ragioniere anche io) reagisce quasi umiliando con un triplo filotto reale ritornato con pallino il Direttore Onorevole Cavaliere Diego Conte Catellami.

    Io, a differenza del collega, mi sembra di non avere qualcosa a cui appligliarmi per difendermi. Non riesco a dire "Sono fatto così: accettatemi".

    Ultimamente, interagendo con molti di voi, alcuni hanno percepito la mia mania del controllo.

    Mi sono sempre fatto molte domande riguardo a questa tematica.

    Le domande sono molte, ma mi mancano alcuni pezzi che solo una o più persone esterne (voi) possono darmi.

    Spero abbiate voglia di andare a rileggere alcuni miei messaggi (o che li ricordiate, anche sommariamente). Partendo da ciò che ho scritto nel forum, potreste darmi qualche indicazione?

    Da cosa si vede che sono controllato? Questo controllo ostacola così tanto il dialogo, quanto meno nel forum? Potete aggiungere qualche considerazione ulteriore e/o qualche consiglio per aiutarmi?

    Grazie in anticipo.

    Mi ritrovo molto nella risposta di LeggeraMente. A differerenza sua, distinguerei in base a che giorno è:

    • Giorno lavorativo: riuscire a portar a termine in modo buono un lavoro e trascorrere un paio d'ore con un amico chiacchierando e/o giocando a scacchi potrebbe essere una giornata perfetta
    • Giorno festivo: sapere già che quel giorno farò qualcosa di divertente insieme a qualcuno che apprezzo

    Il mio primo pensiero stamattina è stato il ricordo dell'11 settembre 2001: la vita di 3000 persone è stata spezzata, per altri 6000 è cambiata radicalmente in un istante a causa delle ferite.

    Possiamo sicuramente prendere quel giorno come esempio di evento tragico che cambia la storia del mondo e cambia la vita delle singole persone. Penso, per esempio, alle famiglie spezzate da questa tragedia: non ho idea di quante siano le persone rimaste vedove o orfani a seguito dell'attentato.

    Per una legge quasi fisica, c'è l'esempio opposto: la vita può cambiare radicalmente anche per un evento fortunato. Penso alla persona proprietaria del biglietto della lotteria Italia T 173756 che il 6 gennaio scorso ha vinto 5.000.000 €.

    Ironia della sorte, statistiche alla mano, le probabilità di un incidente aereo (per una qualsiasi causa) sono una su undici milioni, le stesse che ci sono di vincere il primo premio alla lotteria Italia.

    Che ci capiti qualcosa di bellissimo o di tragico, c'è l'eventualità - per quanto remota - che possa capitare anche a noi: basterebbe acquistare un biglietto, che sia aereo o della lotteria.

    La psicologia umana - in questo senso - è imperfetta: il cervello è più portato ad immaginare cosa succederebbe se ci capitasse un evento favorevole, piuttosto che immaginarne uno sfavorevole, eppure le probabilità sono le stesse.

    Razionalmente, mi verrebbe da suggerire di preparare due piani di riserva: uno nel caso in cui ci capiti l'evento fortunato, l'altro per quello tragico.

    Da questi dati volevo un po' sapere la vostra: avete mai pensato a piani di riserva nel caso in cui vi capiti qualcosa di statisticamente improbabile? Cosa vi portano a pensare?



    Credo che i familiari si preoccuperebbero di più se stiamo male.

    Sai che non lo so? Mio padre percepisce qualcosa, ma non si è mai sbottonato troppo. Del resto, lo capisco: io ho 45 anni, lui 75, soffre molto per la mancanza di mia madre...è come se entrambi avessimo paura di affrontare certi argomenti. Per quanto riguarda mio fratello, in questo periodo è in altre faccende affaccendato (sta per sposarsi).