Messaggi di bruce0wayne

    ma no, questo è quanto si evince quando si vuole leggere le cose per forza in una certa direzione. Potrei smontarle una ad una, le tue frasi.

    Guarda, facciamo come fanno i leader quando la situazione è controversa e non vogliono scassare il CDA: minimalizziamo titolando anziché paragrafare, arrivando a una soluzione semplice e soprattutto chiara.

    Secondo te in una coppia è normale, o almeno possibile, che ogni individuo mantenga la sua privacy e che ciò che si condivide (anche tutto) sia per decisione di chi parla e non di chi ascolta?

    Perché la privacy è un concetto astratto e assoluto come la giustizia: non ha condizioni: o c'è o non c'è e se non è uguale per tutti: non c'è.

    Si può rispondere solo "si" o "no". Per me è si.

    Bruce, ma se strumentalizzi ed estremizzi tutto come si fa ad avere un dialogo?
    Io non mi riconosco in nemmeno una delle tue affermazioni.

    Sono tutte affermazioni prese dai vostri discorsi: non ho inventato nulla. Paragrafo per paragrafo sono citazioni inserite in una frase o l'inversione di mie frasi che avete giudicato come completamente fuori luogo.

    Certo: messe tutte assieme fanno impressione, ma questo è quanto si evince del contributo femminile alla discussione. Ci sarebbe da aprire un altro thread a riguardo.

    Stiamo assistendo al bombardamento di chi non vuole credere che il partner possa avere il diritto di non dire qualcosa o un semplice umano diritto di privacy (peraltro riconosciuto dall'art. 12 nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo***). ;)

    Se la cantano a vicenda per convincersi di non esser convinti di qualcosa di sbagliato, perché fino a oggi questa convinzione gli dava "controllo" sul partner (o potenziale tale). Sia mai che si tratta di qualcosa di sbagliato, ossessivo o lesivo delle altrui libertà! Questo dubbio non deve insinuarsi, quindi: ripuliamo il thread con una paginetta o due di frasi retoriche, soggettivazioni del contesto, estrapolazioni di frasi et similia.

    Mi ci metto anche io: nel rapporto di coppia non devono esserci segreti. Bisogna assolutamente dirsi tutto e subito, perché il "ritardo nel dire" può essere usato come arma.


    La privacy del partner? Non esiste. (La mia un po' si, ma questo è un altro discorso)
    Se vuole stare con me deve dirmi anche quello che io non posso capire. Se non lo capisco "bene" allora può stare con me, se non lo capisco "male" e me la prendo: allora deve andare via.

    La noia nei rapporti di coppia non esiste e soprattutto non è incentivata dalla mancanza di personalità dovuta alla pressoché totale mancanza di privacy dei due o di uno dei due.

    Condividere sempre tutto per forza non è una forma di controllo del partner e soprattutto non accade mai in questi casi che il partner più debole diventi un appendice di quello più forte.

    Non succede che la condivisione totale porti uno dei due a non aver nessuno strumento di difesa nei confronti del'altro nel momento in cui si è in disaccordo. Il partner più forte (economicamente, mentalmente) non può essere facilitato nell'esercitare in controllo indiretto sulle decisioni del partner più debole anche grazie al controllo dovuto alla mancanza di privacy. No, non succede mai. Non si è mai vista una donna ombra di un uomo psicologicamente violento o un "maschio giocattolo" che striscia dietro una donna vipera. Sono tutte invenzioni per fare telenovelas.

    Pensate che gli uomini si eccitano a pensare alla propria donna che partorisce mentre ci fanno sesso (qualcuno a dire il vero si) e non fa minimamente impressione il parto al maschio. I maschi sono pronti al cambio di ruolo e seguono le trasformazioni delle femmine con interesse e comprensione.

    Alla fine se c'è "ammòre" non serve l'intesa sessuale. Il sesso non esiste. Anzi: esiste, ma se a lui non piaccio perché sono spudorata allora lui non mi ama. La sensibilità femminile è quella giusta, quella maschile non va presa in considerazione.

    Sono stato bravo?


    --
    *** art 12 recita: "Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni."
    La parte in cui si dice "nella vita privata" è intesa per il singolo individuo, ovviamente. la famiglia, la casa, la corrispondenza, l'onore e la reputazione sono campi concentrici che vanno via via allontanandosi dall'individuo.

    L'ho già detto: quello che sono e quello che è il mio passato sono imprescindibilmente legati.

    Sei però "costretta" a trovarti un partner con un trascorso simile o compatibile con il tuo o che accetti spiegazioni e racconti anche se non può comprenderli.

    Per il resto: è ovvio che quanto scrivo non sia applicabile a tutte le coppie. È un discorso generale che alla lunga però ha sempre confermato la sua validità.

    Sincerità e condivisione, ma senza sprofondare nella spudoratezza.

    Questa discussione sta degenerando, tanto non se ne viene a capo, ogni coppia è un universo a sè e ogni persona dice al partner quello che vuole, giusto o sbagliato che sia, è una questione di sensibilità verso il nostro compagno/a. ;)

    Vero. Sarebbe curioso a questo punto sapere chi di noi è felicemente accoppiato, chi vive un fallimento dopo l'altro e chi invece è solo per scelta degli altri. La discussione tornerebbe immediatamente seria.


    Purtroppo everybody lies, per cui lasciamo perdere :rolleyes:

    grazie mille bruce,
    Sono convinta anche io di quello che dici, il problema è che lui non si rende conto di ferirmi con quello che fà..per lui è normale..per lui è assurdo che io mi senta insicura...e io non riesco a confessargli tutto quello che mi turba per paura di essere insultata ed etichettata come una insensibile.

    La tattica è proprio questa: indicarti come insensibile per ribaltare la situazione su di te.

    Normalmente non avrei detto che hai ragione, perché voi donne tendete a diventare possessive proprio al momento sbagliato, quasi colpevolizzandoci perché ci dedichiamo alla famiglia di origine nel momento del bisogno.
    Però da come l'hai raccontata ci sono pochi dubbi sul fatto che lui sia un mammone patologico; e quella è la peggior razza di uomo possibile dopo il "Bastardo tagliagole".

    BADA: la colpa non è sua, è di sua madre (e di suo padre). Ma ormai il danno è fatto e tu non devi per forza perdere la tua vita per colpa di 2 genitori idioti: ne hai una sola (di vita).

    Purtroppo non posso scendere in dettagli, ma quanto ha descritto Lupotta mi ha ricordato ancor di più la situazione di una persona a me molto cara, che per questa problematica di "infiltrazione" della mamma del marito in tutte le vicende della vita (dal piombare a casa loro all'improvviso, al decidere arredamento e mobilio della loro dimora, all'avere le chiavi della loro casa, al dettare i suoi ritmi durante la giornata per i pasti, e ancor più a mettere bocca in tutte le scelte che dovrebbero essere della coppia) si sta giocando il matrimonio in modo molto pesante. Si sente in prigione, appena può fugge da quella realtà, cova un odio ed una esasperazione indicibili anche verso di lui, che ovviamente, in nome del buonismo di facciata e dell'assenza di conflitto, lascia correre tutto. Anziché difendere il nuovo nucleo familiare nascente, costui ha la mollezza di far intromettere la mamma in ogni cosa, a volte appoggiandola, a volte facendo semplicemente buon viso a cattivo gioco. Non ha ancora chiaro il concetto che, così facendo, otterrà una sola cosa: far fuggire in breve tempo sua moglie. La quale non sta certo con le mani in mano e medita di trasferirsi in un'altra città, facendo una vita di sposati a distanza (e hanno anche un figlio).

    Ma al di là del caso specifico, ho visto passare sotto i miei occhi tante coppie che, per via di questo problema, si innestano sempre nel medesimo copione: rabbia covata da parte di lei, esasperazione, esplosione finale e separazione, perché dopo tanti anni in cui una situazione perdura, non sono certo delle semplici scuse che risolvono il problema.

    Devi far capire al tuo uomo che il vostro rapporto di coppia viene PRIMA (sottolineato tre volte) del rapporto con la madre. E se non capisce questo concetto, che è talmente lapalissiano da non doverlo nemmeno ricordare più di tanto, significa che è una persona che consapevolmente ha deciso di stare dalla parte della madre e non della tua. Se così fosse, non c'è che da fuggire a gambe levate, prima che i guai diventino ancor più seri.

    Purtroppo summertime ha ragione.

    Io conosco tanti maschi mammoni e ho cercato anche di cambiarne qualcuno (per il loro bene o su loro richiesta), ma non ci sono mai riuscito.

    Nella vita ho esorcizzato e visto esorcizzare ogni schifezza, ma l'essere mammoni è residente troppo "in basso". E' una cosa che non si cambia nemmeno dopo la morte della madre, anzi a volte peggiora.

    Ti dico: se hai qualche dubbio scappa subito, perché quando le acque si saranno calmate e lui tornerà a casa, il tuo sistema di "autoconvincimento" ti farà credere che viverci assieme è possibile e magari vi sposate, poi la mamma si ammala o il papà passa a miglior vita: ed è la fine.

    Sì ma... con quello che ho detto io non c'ho trovato nessun nesso, perdonami.
    Quindi quella frase spezza-noia è stata un po' un pugno, viste le premesse che avevo fatto

    Ma come non ci trovi il nesso! :dash: Dimmi almeno che non ce lo vuoi trovare perché quello che scrivo non ti piace!

    Tu mi dici:

    Citazione

    Ma quando si parla di esperienze, si parla anche di sensazioni. E viceversa.
    mmm
    Non so...Mi sembra che la diuscussione abbia preso una piega di leggerezza inaudita.
    Sesso, tradimenti. 70enni col pisello moscio, mogli che tentano di preparare cene romantiche e discotecari incalliti.

    Leggerezza nel tipo di esempi (il pisello l'hai citato solo tu), ma per comunicare concetti profondissimi.

    Le "sensazioni" lo sai cosa sono? Non sono belle frasi appiccicate su un libro: sono cose serie. Non posso scrivere un esempio citando una sensazione senza scrivere un poema (quantomeno). Siamo su un forum e si fanno esempi da forum, tuttavia abbiamo scritto tutti cose serissime.

    Parli di trasmettere sensazioni raccontando esperienze passate (quelle che potrebbero essere segreti per il parner) e io ti dico che non è (sempre) possibile.
    Ci sono sensazioni che io ho provato in certe occasioni in particolari contesti che NON posso trasmetterti semplicemente raccontandoti un fatto.

    L'esempio del discotecaro che va con la bibliotecaia non è serio: è S E R I E R R I M O.
    Si parla di qualcuno che ha un trascorso non comprensibile al partner, e che raccontandolo non può che creare DANNO puro e proprio (e null'altro).

    Se questo non è voler bene al proprio partner non so cosa potrebbe esserlo.
    Se al posto del discotecaro ci metti un soldato che ha vissuto situazioni estreme e al posto della bibilotecaia ci metti una tipica pacifista borghese ottieni la stessa equazione, ma forse più seria?
    Lui potrebbe aver UCCISO per non morire e Lei potrebbe non capire. Ecco che nella coppia lui mantiene un segreto, perché non potrebbe raccontarle cosa ha vissuto cercando di trasmettere una sensazione. Non ci sono riusciti registi di fama mondiale con film di ore e ore, perché tra il pubblico in sala chi non ha gli strumenti per capire non capisce.

    Citazione

    Io quando parlo di CONOSCERE una persona intendo cose un tantino più 'importanti'. E magari sono proprio quelle più sconvolgenti.

    Cosa c'è di più concreto della paura e possibilità di morire, del decidere della vita altrui o di uccidere o di lasciare tutto questo nel passato per poter vivere un amore? I fiorellini nei prati forse? Una soldatessa non può amare un pacifista?

    Quali sono le cose "più importanti"? I regali di natale 1992?

    Guarda che scrivo anche per esperienza e so che ci sono racconti che non si possono fare a tutti, ci sono sensazioni che non si possono trasmettere. Alcune situazioni si comprendono solo se vissute in prima persona.