Messaggi di bruce0wayne

    Anche perché l'unica cosa che puoi perdere è un rimpianto. E quelli è meglio perderli che trovarli.

    Le sensazioni non si possono trasferire raccontando le esperienze, perché chi ascolta spesso non ha modo di ricreare nella propria mente le condizioni che aveva invece chi ha vissuto la faccenda dal vivo.

    Raccontarsi tutta la vita prima di incontrarsi dice veramente POCO su chi abbiamo a fianco (a meno che non le si racconti a uno psicologo o comunque psico-esperto). Ci sono persone che a parità di infanzia si trasformano in soggetti completamente diversi.

    Se prendi Eminem e lo metti a fianco a Flavia Vento e lo obblighi a raccontare la sua vita passata: ottieni lo stesso effetto di costruire un frigo a legna (=niente), diverso è per tutti gli americani (e non) che hanno vissuto esperienze simili alle sue e lo ascoltano con interesse, imparano o si dissociano, ma comunque non è un frigo a legna!

    Per conoscere una persona la devi rispettare: sarà lei stessa a dirti le cose importanti proprio perché ascolti, ogni tanto ti confidi, e non pretendi.

    Dire "VOGLIO SAPERE PERCHE' SEI IL MIO UOMO" equivale a dire "Raccontami un secchio di palle rigirate in maniera interessante per me e dimmi che tutte le altre erano più grasse". Non so se rendo l'idea :P

    L'uomo necessita di un minimo di stimolo e di un "giardino privato" per poter vivere in salute (mentale). Diversamente diventa il giocattolo di qualcuno e basta.

    Ne ho sinceramente piene le scatole di vedere coppie in cui lei, ma molto più spesso lui, deve chiedere il permesso per pensare.

    Scusa bruce ma l' argomento in questione non è " la curiosità " ma " il segreto " e quindi dire, non dire, voler dire e cosa accade quando dici, esattamente il contrario di quello che stai trattando tu. :wacko:

    Dipende fino a che distanza proietti quando affronti un argomento. Se alla domanda "è giusto avere segreti nella coppia" rispondi "si" o "no", il concetto di fascino, mistero e curiosità non c'entrano nulla.

    Se invece la butti un po' più in la, scopri che dirsi tutto ammazza la coppia, perché ti privi del desiderio e della curiosità, poiché tutto diventa routine, anche l'aprirsi, e non hai più nulla da scoprire sul o con il partner.

    Quando un partner annoia si va a cercarne un altro. Ecco che poi nascono i segreti, quelli "veri".

    Non può esserci , in questo senso, la soluzione unica che va bene per tutti.Infatti l'ho premesso.
    Detto questo, ti vedo preso dall'argomento. Spero di capirti meglio leggendo le risposte che hai dato a (tutti) gli altri.

    No, non c'è una soluzione unica per tutti, ma la base umana che compone il nostro essere è in comune. Non per questo la storia si ripete e le canzoni parlano sempre delle stesse 4 argomentazioni (cambiano solo le note e i linguaggi) e abbiamo gli stessi proverbi in tutto il mondo.

    Detto questo: la parte che hai citato del mio messaggio è il più importante di tutti (a mio parere) riguardo l'argomento.

    Non sarà chiara, ma è la spiegazione di "cosa c'è dietro" (nella mente) rispetto l'argomento che stiamo trattando: sapere, non sapere, voler sapere e cosa accade quando sai.

    Il paradosso della privacy nei (sani) rapporti di coppia è proprio questo: sai che puoi dire tutto, ma non per questo ti senti in obbligo di farlo.
    Devi poterti sentire a tuo agio PIU' che quando sei tra sconosciuti, tuttavia ci sono cose che si dicono più a cuor leggero a uno psicologo o a un illustre esperto sconosciuto piuttosto che alla moglie o al marito (che magari non ha le basi per comprendere).

    Ricorda che con gli esseri umani si parte dal presupposto (assodato per natura) che tutti mentono. E' meglio per cui evitare di "dire" piuttosto che mentire, soprattutto nella coppia.

    Non esistono rapporti che sopravvivono alla "confessione totale" perché questa non avviene praticamente mai. E per fortuna non è possibile trasformare la teoria in pratica... anche perché ci sono cose talmente "profonde", quelle che stanno nell'IO psichico (subconscio, inconscio), che non affiorano persino nella mente del soggetto, figurati nelle sue parole o in risposta a una domanda o in una dichiarazione.

    Se chiedi a qualcuno "saresti capace di uccidere?", la risposta sarebbe comunque una bugia o una mezza verità. E' più facile che un esperto, un attento osservatore, una persona di grande esperienza o un "mentalista" sappiano la verità a quella domanda, piuttosto che la persona stessa che risponde (fatto salvo per chi è già esperto in materia di omicidi).

    Quando uno dei due componenti della coppia è ossessivo-possessivo e richiede sempre tute le informazioni dettagliate: le ottiene! FALSE! (fino a che dura) :)
    Chi è costretto a dire o a rispondere impara presto come aggirare il problema. La necessità aguzza l'ingegno.
    (non parlo necessariamente del tuo caso, ovviamente, ma se fossi in te ci farei un pensierino sopra :rolleyes: )

    Fa eccezione l'esempio dello stupro, come dicevo poco sopra a pazzo, semplicemente perchè quello ha a che fare con una natura violenta che io non vorrei nel mio partner, è diverso. Ma davvero mi sembra un esempio fuori luogo.

    Ma non lo è.
    Qui si ritorna a quando scrivevo che in verità il voler sapere tutto è proprio la conferma che si ha il dubbio sul poter sopravvivere al saperlo.

    Io mi fido del mio giudizio e giudico le persone per come sono alla fine del loro percorso di vita (nel presente) e se uno è s∙∙∙∙∙o lo è anche se non ha stuprato e viceversa.

    Il mondo è fatto di stupri, furti, prostituzione, ambiguità e omicidi. La superficialità sta proprio nell'alienarsi da ciò ricercando la purezza infilando la testa nella privacy altrui.
    Siamo tutti presunti sani e l'omicidio uno può commetterlo anche dopo essersi sposato, accoppiato e confidato spudoratamente.

    Guarda, non è certo la prima volta che sento parlare di attrazione=mistero.
    E non dubito che per molti sia così.
    Solo che io, PER ME, lo trovo limitativo, e personalmente riscontro esattamente l'opposto di quel che tu dici, il che dimostra quanto meno che l'assunto attrazione=mistero non sia valido per tutti.
    Tutto qui.
    Per l'esempio del parto: io ho una figlia, mio marito non ha assistito al parto perchè ho avuto un parto difficile, ma onestamente conosco parecchi padri che hanno assistito al parto senza alcuna ripercussione negativa.
    Capisco il trauma di vedere la scena, ma non trovo collegamento con la vita di coppia (a meno che non si voglia parlare superficialmente dell'aspetto della vagina in quel frangente ma immagino che anche tu stia pensando a concetti meno banali).

    "Mistero = attrazione" in qualche caso anche per te :) . La curiosità è nella natura umana, ma il soddisfarla non da sempre un risultato stimolante come l'averla.


    L'ossessione di voler sapere tutto è, per l'appunto, un'ossessione e come tale ha delle basi da ricercarsi in un problema. In natura e in psicologia c'è un solo desiderio a cui è concesso di arrivare all'estremo senza essere considerato un problema: sopravvivere.

    Per quanto riguarda il parto: sei così sicura che anche chi sia stato eventualmente traumatizzato l'abbia poi dichiarato? Non è più verosimile che siccome "si dice che sia una cosa bella", oppure: "se dico che sono traumatizzato questa si offende", stiano recitando tutti una parte? E' come dire che la miss di turno vuole la pace nel mondo o un uomo che la faccia ridere... Si dice ma non ci crede nessuno.

    Per quanto riguarda il parto l'aspetto più pertinente alla discussione in essere è il cambiamento del partner e, Sì, la questione fisica.
    Il parto in se' è la conferma materiale/fisica/tangibile/inequivocabile e -se permetti- anche splatter che la tua partner non sarà più propriamente se stessa.
    Gli uomini non sono "tarati" per vivere cambiamenti di ruolo e di stile nel corso della vita, anche perché in natura il loro ruolo bene o male resta sempre lo stesso; le donne invece si.

    Costringere i maschi a vivere le esperienze femminili in virtù della coscienza femminile è quantomeno da idioti, come sono idioti i maschi che assistono al parto solo per non offendere la moglie. Meglio un marito che ti dice "vacci da sola che è meglio" e poi continua ad amarti o uno che assiste al parto e poi (mentalmente e non solo) non lo ritrovi più?

    Uomini e donne non sono uguali (per fortuna).

    Capisco tutto il tuo discorso sulla comprensione e la gestione, quello contro cui mi oppongo è l'assunto per cui se ad una coppia "serve o fa piacere" raccontare di sè oltre certi livelli si parli addirittura di psicopatologie....

    Personalmente non credo siano psicopatologie, ma le ritengo ugualmente insidiose.
    Le coppie "open source" sono quelle che finiscono prima. Magari stanno assieme tutta la vita, ma smettono di attrarsi e/o (purtroppo per loro) amarsi ben presto.
    Il rapporto diventa un dovere in cui il sentire le dichiarazioni del partner è più simile alla trascrizione di una nota d'ufficio che non a un trasferimento di informazioni realmente interessanti. E' come scrivere sempre tutto maiuscolo: quando vuoi simulare l'urlo cosa fai?

    E' come se il raccontare ogni propria sensazione, esperienza e segreto sia equivalente al mangiare. Le coppie esageratamente spudorate sono composte da soggetti che diventano man mano obesi del cibo dell'altra e prima o poi questa cosa la pagano.

    Il solo fascino è rappresentato dal mistero, una volta svelato il trucco non c'è più magia.
    Io non voglio scegliere il profumo per la mia partner, voglio che sia una sorpresa. Se eventualmente questa fragranza dovesse ripugnarmi glielo farò presente A TEMPO DEBITO, non subito: perché se lei se ne accorge lo cambia prima di arrivare a farsi dire "puzzi" :D

    Vi dirò: per il momento non intendo nemmeno assistere all'eventuale parto che darà alla luce un/a figlio/a: perché è risaputo essere traumatico per la maggior parte dei maschi. I motivi sono facili da intuirsi. E non fa tanto male al maschio in se', quanto alla coppia.

    Avete?????Avete chi?
    "Noi" donne?

    Generalmente si. Persino le leggi in materia di prostituzione sono opera femminile.

    La tua visione io la trovo tragicomica, non ho mai nemmeno lontanamente pensato che sia un bene l'immagine della tipa che va dal fidanzato che legge il giornale a lanciare comunicati, mi stupisce che non si colga tutta la via di mezzo in modi, tempi e sfumature, tra il non dire e il dire male.
    Piuttosto mi pare di aver detto anche in precedenza che io parlo di coppia dalla mentalità aperta, e come tale capace di andare oltre il proprio personale vissuto.

    Io non so quale sia la tua idea di coppia o di tradimento. Ma la sfumatura tra il "non dire" e il "dire male" è "dire quando serve o fa piacere ed eventualmente omettere", che è quello che qui stiamo cercando di comunicare in 2 o 3 e credo siano quasi tutti maschi :rolleyes:

    La coppia dalla mentalità aperta è in grado di andare oltre il proprio personale vissuto e proprio per questo non è indispensabile che questo vissuto venga messo agli atti. Chi necessita di sapere a tutti i costi ha il dubbio di non poter andare oltre l'informazione, chi invece rispetta la privacy dell'altro sta già andando oltre.

    Ma a parte questo, molto spesso mi pare invece che il non voler sapere, o il non saper gestire, il passato del proprio partner, o determinate informazioni sia segno di insicurezza. Non ne faccio una generalizzazione, per carità, ma lo ho notato in parecchie casistiche.

    Assolutamente no. Il non voler sapere è spiegato nel paragrafo precedente, il non saper gestire invece è un limite umano.
    Se ti dico "La sicurezza che mi da un transponder in LF/HF è maggiore di quella di un link diretto in V", tu a cosa pensi? A niente o a qualcosa di molto confuso o addirittura sbagliato. Il perché è semplice: non hai gli strumenti per poter capire quello che ti ho scritto (!). Io però potrei tendere a dar per scontato che tu abbia la consapevolezza di questa sicurezza che mi da il transponder. E ci litighiamo sopra una settimana.

    Se invece ti scrivo: "di notte esce con gli amici e fa la corte a quell'altra che gira sempre con le poppe al vento", mi capisci. Comprendi questa cosa perché riesci a proiettarla, perché nella tua vita/esperienza hai vissuto o visto la maggior parte degli elementi che compongono quest' ultima frase virgolettata.

    Il non poter comprendere il passato del proprio partner è una possibilità trasversale che insinua tutti i rapporti di coppia. Il non saperlo gestire invece dipende in gran parte dal non poterlo capire e in piccola parte dal non volerlo accettare o dall'insicurezza.

    Ripeto: non è che bisogna vivere assieme a uno sconosciuto/a! Semplicemente i due devono restare individui con un proprio IO per poter formare una coppia sana; e questo NON comporta la prospettiva di dover dire per forza tutto e sempre.
    A tal proposito cito testualmente una frase di doctor faust che è teatrale quanto basta:

    Citazione

    E utle a mantenere la coppia in una stato di grazia, fin quando e quanto possibile, e non farla diventare un c∙∙∙o dove vomitare ogni fantasia vissuta o inventata che sia.
    Gli oggetti non c'entrano niente.

    :D