Si tratta di attaccamento ansioso?

  • Io ti direi che c’è poco da fare, se non lavorare sull’autostima, e da lì sul bisogno di conferme, argomento che sto affrontando anche io con la psicologa, andando alla radice dei miei “traumi”.

    Se col tempo un’auto stima me la sono costruita e non temo il giudizio altrui, a livello di conferme affettive sono rimasta indietro, ora la ferita si è riaperta.


    Per il tuo rapporto attuale, prova a trattenerti dal cercare queste conferme continue, è difficile lo so, ma è anche una delle cose che può più allontanare una persona perché l’altra a sua volta percepisce di non essere in grado di mostrare i suoi sentimenti e alla fine la cosa logora e, se come mi sembra di capire, a questa persona tu ci tieni, prova a parlargliene in tono neutro, anche non subito, e a dirgli: “ti chiedo scusa se ho bisogno di conferme, il problema non riguarda te ma me, ci sto lavorando perché riconosco che è un aspetto di me che voglio migliorare”.

  • Per il tuo rapporto attuale, prova a trattenerti dal cercare queste conferme continue, è difficile lo so, ma è anche una delle cose che può più allontanare una persona perché l’altra a sua volta percepisce di non essere in grado di mostrare i suoi sentimenti e alla fine la cosa logora e, se come mi sembra di capire, a questa persona tu ci tieni, prova a parlargliene in tono neutro

    Ieri siamo partiti per una giornata fuori. In macchina è stato proprio lui a chiedere direttamente perché glielo avevo accennato per messaggio al mattino, quando col buongiorno mi chiedeva anche come stavo.


    Gli ho spiegato che si tratta di un'insicurezza radicata, che se gli chiedo di eventuali disagi in cui posso averlo messo dipende da questa insicurezza e non dal fatto che lui possa direttamente o meno avermi dato segnali in questo senso. Gli ho anche detto che mi sono accorta di questo lato di me perché, prima di tutto, non essendo questa una fase definita, l'incertezza mi fa rimuginare sulla mia adeguatezza o meno, senza con questo sottintendere che ho bisogno di dare una definizione: ci stiamo conoscendo e mi va benissimo così. E in secondo luogo perché di fatto un percorso con uno psicologo ti pone in uno stato di osservazione e ascolto di te stesso con una consapevolezza diversa.

    In buona sostanza questa conoscenza sta diventando importante e il mio senso di inadeguatezza che porto con me da sempre mi fa temere tutto aprendo di fatto un circolo vizioso. E sicuramente cercherò di contenere la cosa e di lavorarci con la mia psicologa perché non voglio che sia un peso, per me, ma nemmeno per lui.


    Lui ha detto che entrambi veniamo da relazioni lunghe in cui abbiamo investito parecchio, in ogni senso, quindi è naturale avere paura. Ha detto che se questo senso di inadeguatezza è generalizzato lo comprende e gli dispiace perché sa di cosa parlo. Nel caso specifico della nostra conoscenza, ha detto che quando le cose non vanno è inutile rimuginare sul "se avessi detto/fatto questo al posto di quest'altro allora sarebbe andata diversamente", perché non è una parola o un'azione singola a determinare il successo/insuccesso di una relazione, ma la compatibilità nel suo insieme: ha detto che lui è presente per farla funzionare e che nel caso in cui non dovesse non sarebbe per un mio errore, ma perché magari ha visto un lato di me non compatibile con lui.


    Mi ritrovo nel suo ragionamento, non fa una piega.

    Nel frattempo non sono sicura se il percepirlo più distante sia tutto nella mia testa o se invece è reale.

    Siamo stati bene, abbiamo passato una bella giornata. Mi ha chiesto più volte come stavo, soprattutto durante l'intimità, lo ha sempre fatto, da quando ci conosciamo. E questo mi piace. E altrettanto ho imparato a fare io. Ha sempre risposto che stava bene. Quando ho ripreso la mia macchina mi ha baciata e mi ha ringraziato per questi due giorni.

    Non ci sono segnali concreti che ci sia qualcosa che non va eppure ho questa sensazione che qualcosa sia cambiato, non necessariamente in peggio, seppure rimane un'eventualità.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Mi sembra che l’insicurezza sia tutta nella sua testa :)

    Su questo non ci piove :S


    Lo so, molto è legato a come mi percepisco, al valore che mi dò e a quello che invece dovrei darmi ma ancora non sono capace.


    Sto cercando di lasciargli spazio. Per esempio, oggi dopo che siamo rientrati ognuno a casa sua, ho aspettato che fosse lui a scrivere. Mi ha chiesto come stavo e gli ho risposto che sono felice perché siamo stati in una bella città, ho fatto una bellissima esperienza - ci siamo andati per un evento che è legato a una mia passione nonché lavoro - e che sto bene. Ho chiesto anche a lui, che mi ha dettagliato il suo pomeriggio, ma in sintesi riporto solo che ha detto "sto veramente bene, veramente veramente bene" e che è felice non solo del tempo trascorso insieme, ma del fatto che siamo riusciti a ricavarci questi due giorni insieme.


    Tutto fantastico, no?


    Eppure c'è questa sensazione perché oggettivamente qualcosa è cambiato nel modo di fare, di scrivere i messaggi, nel trasporto con cui comunicava, piccoli dettagli nel complesso, non è che è sparito o cose del genere. Però ecco, fino a due giorni fa mi scriveva che gli mancavano già le mie labbra. Ora no. E mi sta pure bene che l'evoluzione di una conoscenza includa anche un attenuarsi, per così dire, delle dinamiche comunicative. Mi fa strano la tempistica e la velocità con cui eventualmente è successo


    Non lo so, può essere legato al fatto che magari ora è sicuro del mio interesse nei suoi riguardi, mentre le prime uscite lo aveva escluso perché gli avevo detto che per me poteva essere un'amicizia e nulla più e quindi magari si esponeva di più. Oppure anche lui sta valutando la mia confidenza, quindi cerca di non mettere troppa carne al fuoco.


    Non lo so davvero. Sono un po' confusa, tanto per cambiare :D


    A parte questo, credo di essere stata trasparente e di avergli comunicato chi sono anche con la condivisione di questo aspetto di me, ora voglio lasciargli più campo libero, almeno fin quando non avrò le idee più chiare, nel senso che mi adeguo al suo registro, alle sue tempistiche e quando mi viene uno di questi pensieri cercherò di non condividere tutto senza filtri, almeno fin quando non avrò dato una misura più precisa alla cosa.


    Faccio male?

    Cos'altro potrei fare?

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Lucy La tua autoanalisi è sempre sorprendente.

    Io mi sono trovato spesso in situazioni iniziate come impossibili, diventate possibili e poi reali per infine innescare l'ansia e l'ipervigilanza solita che ha portato al logoramento di quanto di buono avessi. Col senno di poi, di molto poi, arrivo a capire che ero stato io la causa, che non stava succedendo niente di catastrofico, che se avessi avuto un po' più di fiducia in quello che c'era, se avessi dato respiro e fossi stato un po' più stratega, le cose sarebbero potute continuare ad andare bene...

    Quindi posso capire quello che racconti e, come ho detto, è sorprendente la tua consapevolezza in una fase molto precoce.


    Ti lascerei qualche mia considerazione su cosa cerco di fare quando capisco di trovarmi in un dejavu.

    Mi sembri essere molto obiettiva e razionale quando analizzi le cose, applica queste qualità alla situazione con sincerità, come se si trattasse di qualcun altro. Allarga la "visuale" a tutto, non concentrarti solo sui particolari che già sai che non vanno e che hanno innescato lo stato ansioso. Valuta i possibili 'perchè' e poi capisci quale può essere la più semplice che con ogni probabilità sarà anche quella giusta.

    Ad esempio, nel momento che ci rappresenti noti un cambiamento, quoto un pezzo estrapolato dal contesto non per banalizzare ma per farti capire cosa intendo:

    Però ecco, fino a due giorni fa mi scriveva che gli mancavano già le mie labbra. Ora no.

    Se due giorni fa ti inviava i messaggi che in qualche modo ti aspettavi, è possibile che in due giorni abbia spento l'interesse così di botto e così completamente? Io penso che sia altamente improbabile.

    Più probabile che anche lui voglia in qualche modo evitare di strafare.

    Mi fa strano la tempistica e la velocità con cui eventualmente è successo

    Come vedi anche tu trovi strana la velocità... dai ascolto anche ai tuoi dubbi, spesso sono li per rimetterti sulla giusta strada.

    Non lo so, può essere legato al fatto che magari ora è sicuro del mio interesse nei suoi riguardi, mentre le prime uscite lo aveva escluso perché gli avevo detto che per me poteva essere un'amicizia e nulla più e quindi magari si esponeva di più.

    Credo che sia qualcosa di molto probabile. Tu avevi definito un confine intendendo che non c'era interesse in più, che i tuoi sentimenti sarebbero stati limitati all'amicizia, ma lui ha voluto cercare di trascinarti oltre, di portarti dalla sua parte, quindi era in modalità conquista.

    In questa modalità è normale essere più presenti, costanti, eclatanti! Una volta conquistata può essere sceso di un paio di ottave. ;)


    In quest'ottica potrebbe essere utile giocare un po' di strategia.

    Per inciso, credo che ora sia sempre presto per capire ed agire, ma intanto è qualcosa su cui riflettere. Ed è qualcosa in cui io non riesco assolutamente, anzi, un po' odio, ed infatti...

    Comunque, tornando alla strategia, ogni tanto puoi evitare di essere troppo presente. Ad esempio aspettare un po' prima di rispondere a un messaggio, essere un po' sfuggente, cose che però non denotino distanza ma che diano un po' l'idea dell'evanescenza.

    Evitare quindi di diventare 'scontata'.


    Ho già scritto un papiro, meglio che chiuda qui. :D

  • Ci ho riflettuto, anche con l'aiuto della mia più cara amica.

    Prima di tutto, credo che in ogni ambito della vita applico un po' questo schema del voler essere brava, buona, quel non voler essere un disturbo, un peso. Dall'infanzia credo.

    Con F, probabilmente può essere entrato in gioco un meccanismo per il quale non mi sento all'altezza sia per l'inadeguatezza di cui sopra, sia perché il suo essere, la sua vita hanno toccato corde che mi lasciano un po' fare i conti con le mie vulnerabilità: è padre, è presente nella vita dei figli e si prende cura del tempo con loro in modo molto attivo, è anche una persona che riesce a coltivare la sua individualità dando spazio alle sue passioni, quando possibile, condividendole con le persone a lui care. Questo mi attrae, molto, e allo stesso tempo mi fa sentire inadeguata nei confronti di una persona che vive la vita che vorrei. Sto facendo abbastanza? Sono abbastanza?

    In più c'è il fatto sessualità: dopo anni di privazione, di certo non desiderata, il mettersi a nudo non è solo fisico, ma anche metaforico. E questo ha contribuito a lasciarmi senza troppe difese, riaprendo ferite più o meno vecchie, alcune non rimarginate del tutto evidentemente.


    Quindi credo che il mio stato di allerta sia influenzato almeno da questi fattori qua.

    Ora: cosa fare? Come muoversi?

    quindi era in modalità conquista.

    In questa modalità è normale essere più presenti, costanti, eclatanti! Una volta conquistata può essere sceso di un paio di ottave

    Umano, legittimo, normale. Siamo condizionati dalla narrazione che deve esserci brivido e adrenalina fra due persone che si stanno conoscendo e quando queste scemano naturalmente perché non si può vivere una vita sulla montagne russe, ci si inizia a chiedere se effettivamente c'è qualcosa di reale.

    Forse F è molto concreto: giovedì mi ha chiesto cosa mi piace mangiare, così me lo fa trovare in frigo quando va a fare la spesa; mi ha preso dei cosmetici e li ha lasciati accanto al lavandino; mi ha chiesto se ho un collutorio preferito, così da farmi trovare anche questo. E questa è vita reale, concretezza, non il brivido del messaggio allusivo. E, credimi, mi piace da impazzire.

    ogni tanto puoi evitare di essere troppo presente. Ad esempio aspettare un po' prima di rispondere a un messaggio, essere un po' sfuggente, cose che però non denotino distanza ma che diano un po' l'idea dell'evanescenza

    Non so se sia la cosa giusta e nemmeno se ne sarei capace. Sono trasparente, non sono mai stata la donna del mistero. Determinare i tempi di risposta sulla base di una strategia mi farebbe sentire goffa, nel tentativo di imitare qualcosa che non sono.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Forse F è molto concreto: giovedì mi ha chiesto cosa mi piace mangiare, così me lo fa trovare in frigo quando va a fare la spesa; mi ha preso dei cosmetici e li ha lasciati accanto al lavandino; mi ha chiesto se ho un collutorio preferito, così da farmi trovare anche questo. E questa è vita reale, concretezza, non il brivido del messaggio allusivo. E, credimi, mi piace da impazzire.

    Al di là della concretezza, a me sembrano attenzioni molto puntuali per farti sentire in ogni modo accolta. Accolta nel suo luogo con i suoi figli, come ti aveva detto, dove c'è posto anche per te.

    Forse sono episodi precedenti il punto che ti ha creato ansia, ma questo è quello che intendevo per ampliare la visuale a tutto: non mi sembra qualcuno che sta perdendo interesse, anzi.

  • Non vorrei fare l'avvocato del diavolo, e non so se può essere il tuo caso. Farei attenzione a non idealizzarlo troppo. Siccome è successo in un altro post che la ragazza in questione descriveva la nuova conoscenza come fantastica e stupenda, dopodiché si è rivelato tutt'altro. Occhio!

  • Forse sono episodi precedenti il punto che ti ha creato ansia

    Quello del collutorio in realtà è successivo.

    Forse il cambio di registro nella comunicazione sonora instaurata è arrivato nel momento in cui io mi sentivo più all'erta. E questo ha alimentato quel senso di inadeguatezza.

    non mi sembra qualcuno che sta perdendo interesse, anzi

    Nemmeno a me in effetti. Ci stiamo comunque sentendo e, anzi, stiamo facendo programmi per le prossime settimane. Ha anche aggiunto un messaggio vagamente allusivo al tutto.

    Mi rendo conto delle mie insicurezze e di quanto siano determinanti nel mio giudizio.

    Diciamo che lo spirito che le smuove è: se sta perdendo interesse voglio saperlo subito così non perdo tempo perché ne è rimasto poco. Questa, in questo momento, è una delle mie paure più grandi in ambito relazionale.

    Non vorrei fare l'avvocato del diavolo, e non so se può essere il tuo caso. Farei attenzione a non idealizzarlo troppo. Siccome è successo in un altro post che la ragazza in questione descriveva la nuova conoscenza come fantastica e stupenda, dopodiché si è rivelato tutt'altro. Occhio!

    Sono soggetta all'idealizzazione delle persone in effetti. Hai colto questo rischio in questo thread? E se sì dove eventualmente?

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

    • Nuovo

    L'ho percepito perché è qualcosa che capitava anche a me quando conoscevo qualcuno. Quando sentiamo dei dubbi non sempre riguardano noi stessi, o meglio riguardano noi ma anche l'altro. È il nostro sesto senso che dovremmo ascoltare.

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