Ciao.
Vorrei sapere un parere riguardo a questa cosa, successa due anni fa. In poche parole, il mio ragazzo, con cui stavo da due anni, mi ha lasciata dicendo che soffriva troppo a stare con me, in quanto negli ultimi due mesi avevo iniziato a essere un po' più reticente riguardo al fare l'amore. Probabilmente ero stressata dal lavoro e avevo molti pensieri, tra cui quello di mandare avanti una casa e crescere una figlia da sola, senza l'aiuto di nessuno.
Il mio staccarmi "fisicamente" da lui è stato graduale. All'inizio era solo qualche volta, perché davvero ero stanca, ma poi, sentendo i commenti, i musi che metteva, ho realizzato che iniziavo a stancarmi di lui, a disinnamorarmi forse. In ogni caso non l'avrei lasciato, perché gli volevo un gran bene e mai lo avrei voluto ferire, pensando che magari lui potesse iniziare a capirmi o comunque avere pazienza per quel periodo un po' strano.
Invece no: è successo che lui iniziasse sempre di più a farmi pesare questa cosa, facendo paragoni con altre coppie, dicendo che non è normale essere così come sono io, che c'è qualcosa che non va. Ok, penso io, sarò un alieno? Più lui dice queste cose e più io mi disprezzo, pensando che davvero sono un'aliena.
Tra tante cose che mi ha detto, un giorno gli proposi di fare una gita e lui mi rispose che mia figlia è insopportabile e non vuole farla, che sono gelida con lui, che sono un pezzo di legno ormai.
Quello che mi chiedo ancora e su cui ho dei dubbi, dopo essere stata lasciata due anni fa, è: è possibile che io mi sia stancata del suo modo cinico di fare, mi sia disinnamorata e per questo non abbia più voluto avere rapporti con lui? Oppure sono un mostro privo di senso del perdono, che avrebbe potuto passare sopra a certi commenti dettati da un'insoddisfazione altrui?
Sentirsi umiliati può davvero essere tollerato o è un campanello d'allarme?
Oltre a questo, nella sua ricerca di fare l'amore avvertivo ossessività: ogni momento era buono per lui, mentre a me sembrava fuori luogo. Se andavamo a trovare i suoi parenti, mi portava in camera; se veniva da me, idem. Io ricordo che era spesso così e non riesco a non provare rabbia.
Un giorno gli ho detto che, dopo quasi due anni, farlo ogni volta che ci vedevamo per me era troppo. Lui mi rispose che non è normale non provare desiderio per il proprio ragazzo, facendomi di nuovo sentire in colpa. Ogni volta che provavo a dire ciò che sentivo, mi metteva davanti queste frasi da psicologia spicciola.
Alla fine penso di aver iniziato a detestarlo e ringrazio che mi abbia lasciata, anche se vivo ancora con i sensi di colpa che lui mi fa venire ogni volta che scrive dicendo che è distrutto perché vuol tornare con me e io non ci penso neanche. Scrive che questo blocco, che secondo lui ho verso il sesso, lo supereremo insieme, ecc., come fossi malata.
Se una persona ama davvero, non ti lascia perché non sei più prestante come all'inizio. Mi vien da pensare che farebbe lo stesso se ti ammalassi o ti succedesse qualcosa: non ci puoi contare.