Crisi di identità di genere, cosa dovrei fare?

  • Buongiorno a tutti.


    Stavo cercando informazioni in internet quando è comparso questo forum e vorrei capire meglio il mio problema e condividerlo con altre esperienze.


    Sto avendo in questo periodo un desiderio di essere di genere diverso da quello di nascita. Il problema è che non sono mai stato attratto dai maschi: mi disgusta e non voglio diventare omosessuale. Infatti ho una compagna da diversi anni e la amo.


    Ho sempre voluto essere nata femmina anziché maschio, perché si avvicina di più al mio essere: facevo giochi da femmina e mi divertivo allo stesso modo dei giochi da maschio. Ho sempre avuto carattere femminile, introverso, sensibile ed emotivo. Mi sento sempre inferiore rispetto ai maschi, anche con meno anni di me. Molte volte mi chiedevano compagni ed amici se fossi gay, ma non lo sono e non mi interessano i maschi. Se fossi nata donna, sicuramente andrei con altre donne. Anche il mio comportamento assomiglia a quello di una ragazza e il fisico è minuto; ho lineamenti del corpo più femminili e, a causa dei farmaci, ho anche la ginecomastia ai capezzoli.


    Il desiderio di essere femmina e di esserci nata c'è sempre stato un po', ma dopo un brutto periodo con una fase bipolare non sono più riuscito a capire chi sono. Un mese fa provai un forte desiderio dopo un sogno in cui ero una ragazza. Mi sono visto allo specchio e ho pensato a come sarei se mi vestissi al femminile. Ci provai con dei vestiti della mia compagna di nascosto; siccome porto la taglia small, non avevo problemi. Mi sono rivisto allo specchio e non credevo ai miei occhi di vedere una ragazza davanti a me, coprendo la faccia per nascondere i segni maschili e la barba, purtroppo.


    Questa sensazione e questo desiderio di essere una donna fin da piccolo mi stanno rischiando la vita che ho costruito. Non voglio stravolgere la mia vita, soprattutto adesso che ogni tanto mi metto di nascosto a vestirmi completamente per essere me il più naturalmente possibile. Però mi trovo bene con la mia compagna, anche se preferirei essere una ragazza insieme a lei. Non voglio che sappia comunque questo mio desiderio.


    Non riesco mai ad accettare di essere nato maschio: è come se dentro di me ci fosse una donna intrappolata in un corpo maschile, e sta facendo di tutto per uscire.


    Forse è frutto della mia perdita di identità dopo l'esordio bipolare di due anni fa e può essere anche frutto della dissociazione perenne da depersonalizzazione e derealizzazione. Ho tutti i sintomi.


    Non ho purtroppo la possibilità di parlarne con uno psicoterapeuta perché non me lo posso permettere. Ero andato per un periodo, quando stavo male, al centro psicologico della regione che è gratuito, ma lo psicologo non mi aiuta e mi trattano male, ignorandomi. Non ci sono più andato con loro.


    Magari qui trovo consigli su cosa dovrei fare e come comportarmi.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Forse è frutto della mia perdita di identità dopo l'esordio bipolare di due anni fa e può essere anche frutto della dissociazione perenne da depersonalizzazione e derealizzazione. Ho tutti i sintomi

    Ciao Lumen,


    Grazie per averci raccontato la tua storia.


    Da quanto dici questo bisogno si sta facendo più concreto in questi ultimi anni e (forse) guardarti allo specchio con abiti femminili non ti basta più.


    Non credo c'entri molto l'esordio del disturbo bipolare (chi te l'ha diagnosticato se non segui un percorso? Occhio alle autodiagnosi) e nemmeno i sintomi che descrivi, in quanto non c'è una vera correlazione.

    Infatti dici che hai iniziato a vederti e percepirti in modo diverso fin da piccolo.


    Vorrei soffermarmi un secondo sulla questione "psicologo che ti ha trattato male", puoi approfondire?

  • Non credo c'entri molto l'esordio del disturbo bipolare (chi te l'ha diagnosticato se non segui un percorso? Occhio alle autodiagnosi) e nemmeno i sintomi che descrivi, in quanto non c'è una vera correlazione.

    Infatti dici che hai iniziato a vederti e percepirti in modo diverso fin da piccolo.


    Vorrei soffermarmi un secondo sulla questione "psicologo che ti ha trattato male", puoi approfondire?

    Sono stato diagnosticato 2 anni fa da uno psichiatra del CPS della regione. Dopo aver fatto 2 anni di depressione per molti traumi consecutivi, sono praticamente caduto in una depressione fortissima, dove credevo di essere all'inferno e scontavo la mia pena per tutti gli sbagli che ho commesso. Dopo una decina di giorni sparì tutto all'improvviso ed ero terrorizzato e confusissimo, e nel pomeriggio mi successe che parlavo in modo strano, tipo come una registrazione con velocità x2, con una vocina strana, e tutto quello che pensavo lo dicevo ad alta voce. Ogni fonte di luce era la cosa più bella mai vista. Dopo altri circa 10 giorni sparì tutto piano piano e mi sentivo svuotato e confuso. Presi appuntamento da uno psicologo e mi spedì subito dallo psichiatra, dove mi disse che avevo avuto una fase di bipolarismo: da lì la diagnosi.


    Sono stato seguito per circa 1 anno, poi lo psichiatra non mi aiutava per i miei problemi e faceva 15 minuti di incontro per dire: "Come stai? Bene, ma... ok, continua con la terapia, ci vediamo al prossimo incontro."


    Cambiai psichiatra per alcuni mesi, ma la stessa cosa: non aiutano quelli della regione e da inizio anno ho lasciato perdere. Se mi succederà ancora qualcosa andrò ancora lì o al PS.


    Lo psicologo e un po' tutti del CPS, tutti tra di loro... venivo lì da 2 anni e neanche mi salutano o mi riconoscono. "Tu chi sei? Non mi ricordo come ti chiami", mentre alle altre persone le salutano e fanno il loro nome. Non è giusto. Mi avevano anche cancellato la mia cartella, poi riscritta con la nuova psichiatra. Dopo questi trattamenti ho detto basta: se non mi vogliono aiutare, me ne vado. Forse hanno troppa gente da seguire, ma perché a me no?


    Unica autodiagnosi che mi sono fatto è la dissociazione: sintomo dopo sintomo, cercando su Google, ho capito di esserci in pieno. Non sapevo cosa mi stava succedendo e spiegai i sintomi al CPS, ma era come parlare al muro. Però non sono sicuro e volevo consigli da un esperto, ma lascio perdere ormai.


    Questa è la mia storia riassuntiva negli ultimi 3 anni.


    Adesso sto avendo questo più forte desiderio di essere femmina rispetto a prima e quindi potrebbe non essere legato al disturbo bipolare?


    Ho paura che più vado avanti più mi ritrovo anche ad andare in giro da ragazza, nascondendo la faccia ed essendo ammirata dalle altre persone...


    Può essere un qualcosa di ammirazione? Siccome vorrei essere ammirato dalle persone e, così come sono, vengo ignorato, essere una donna con il mio carattere mi fa sentire più a mio agio, senza nascondermi dalla vergogna dell'uomo che sono.

  • Adesso sto avendo questo più forte desiderio di essere femmina rispetto a prima e quindi potrebbe non essere legato al disturbo bipolare?

    Ciao, per questo ti ho fatto quella domanda un po' diretta.

    Perché parli di vestiti da donna, di come ti senti caratterialmente. Ma io ti chiedo, se ti immagini donna...ti immagini anche con seno e organo riproduttivo femminile o si limita ai vestiti?

  • Sì, mi vedo con il seno. Ho usato delle imbottiture per simulare meglio i lineamenti femminili. Se vorrei essere nata donna, sì, vorrei essere una donna completa. Proverei sensazioni differenti rispetto ad adesso con la mia ragazza, ma si può gestire anche una relazione fra donne, non rinuncerei a niente.

    Non ho problemi di coppia, è più un desiderio di avvicinarmi a quello che vorrei essere dalla nascita.

  • Secondo me è una cosa che senti dentro...

    O lo sei o non lo sei.

    E probabilmente tu lo sei.

    Tutto quello che scrivi, cercando di razionalizzare, parlando del disturbo bipolare o delle caratteristiche femminili che forse ti fanno sentire di essere donna... sono tutti pensieri che fai perché forse non riesci ancora ad accettare la realtà. Ti stai dando delle giustificazioni. Ti stai mettendo in dubbio. Come è giusto che sia.

    Ma io ti dico che se quando indossi un vestito senti di essere finalmente a casa... forse è quella la tua strada. E alla fine chi se ne importa da cosa derivi, no?

    Abbiamo poco tempo su questa terra e dobbiamo cercare di essere felici e sereni.

    Se la tua felicità passa da questo, vai e sii te stess*.

  • Sinceramente prima di prendere una decisione, qualsiasi essa sia, mi accerterei che il disturbo bipolare sia compensato.

    Hai smesso la cura? Se si questo potrebbe essere un problema dato che avere delle ricadute è più la regola che un’eccezione.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Ciao Lumen!

    I tuoi pensieri sono -nella mia visione personalissima- una delle cose più terribili che la mente umana debba sopportare. Già tanti anni fa, prima che se ne parlasse così apertamente, mi ero imbattuta nella storia di una persona con questo problema e la grande sofferenza che ne scaturisce.


    Prima di prendere qualsiasi decisione devi riuscire a trovarti in una situazione di equilibrio, una mente sufficientemente calma e serena. Attualmente come stai, come ti senti?

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Stavo cercando informazioni in internet quando è comparso questo forum e vorrei capire meglio il mio problema e condividerlo con altre esperienze.

    Ciao, io ho un po' l'esperienza speculare opposta: sono una donna ed essenzialmente direi etero, perché di base mi piacciono i maschi, e su questo non ci piove. Al massimo verso una donna posso avere una sorta di amore platonico se c'è ammirazione verso la sua interiorità caratteriale ed un eccessivo feeling reciproco, ma non ha comunque la stessa componente di attaccamento e di intensità.


    Tuttavia, sarò sincera, pure io interiormente mi percepisco almeno in molti casi come un maschio o almeno uno strano ibrido, in quanto ho anche un lato di sensibilità che è più sul femminile come gusti: va a momenti (a volte apprezzo cose da maschi, altre volte da femmina). Mi piacerebbe essere trattata da donna in certi casi, ma me ne vergogno, perché non mi sento del tutto tale, non mi incastro nell'immagine, mi sentirei grottesca, come se stessi ingannando in quel ruolo e l'altro non se ne accorgesse perché di fuori sono una donna e basta.


    Poi, anche in amicizia lego di più con i maschi, perché mi ci sento più simile interiormente e si vede anche nel rapporto che poi sviluppiamo, perché probabilmente viene percepita questa mia natura interiore. Per cui, alla fin fine, mi trattano da maschio, con tanto di chiacchiere nerd e scambi di battutacce becere e senza secondi fini romantici. Al contempo, una parte più femminile si sente soffocata dal dover sempre fare la dura.


    Ho letto che nell'LGTBQ ci sono molte sotto-identità di genere, non so quante esattamente, ma parecchie. Poi personalmente non sono mai andata a scavare se questo mio modo di percepirmi si incastri in una di esse, perché anche se fosse, avere un'etichetta di forma non mi cambia chi sono né il fastidio che questa ambiguità interiore mi procura. Non che poi non mi autoapprezzi anche per il mio lato maschile, me lo sono anche un po' scelta.


    Se a te invece interessa, potresti andare a scavare nelle identità di genere per vedere se magari trovi una corrispondenza, se non ti dovesse dar pace il non riuscire a definirti. Capisco sia un po' spiacevole, io mi sono risolta con: ci penso il meno possibile e vivo come sono, in base a cosa mi sento, senza farmi troppe domande.


    Insomma: infilo il tutto sotto il tappeto e che ci resti! Tanto, conta che fisicamente sono femmina e mi piacciono i maschi, per cui oggettivamente sono femmina etero, dunque non starei davvero ingannando anche se accettassi un interesse maschile. Questo è oggettivo, e il resto sono sensazioni, pur se possano crearmi dei fastidi.

    E, a causa dei farmaci, ho anche la ginecomastia ai capezzoli.

    Non che io sia esperta in materia ma, ipotesi da profana: se ti hanno generato questo problema, hai mai verificato che non ti abbiano alterato anche gli ormoni maschili, tipo il testosterone?

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