Il contesto è tutto:
L'ambiente in cui viviamo,
il cibo che mangiamo
e l'aria che respiriamo.
E poi le persone che incontriamo, che con fatti, parole e silenzi plasmano le nostre scelte.
Ci sono i valori ereditati dalla famiglia, con le loro ferite,
e le emozioni condivise con gli amici.
Se anche solo uno di questi fattori fosse diverso,
allora noi saremmo persone diverse.
Ma noi siamo contesto?
Solo in parte.
Perché c'è un frammento dentro di noi, quello che mi piace chiamare fanciullo, custode della meraviglia,
della spensieratezza
e dello stupore,
che dovrebbe essere custodito, a sua volta, con cura.
Eppure spesso dimentichiamo, travolti dal vissuto, lasciamo che il contesto prevalga e ci trascini avanti come una corrente incontrastabile.
Forse è lì l'origine dei timori,
delle ossessioni
e della depressione.
Forse dovremmo fermarci ad ascoltare quel nucleo silenzioso, immune al tempo e alle influenze, che non cresce mai.
E se non lo ascoltassimo... Chi saremmo, davvero?