In modo molto pacato dico che ci rinuncio, buon proseguimento.
Il mio compagno rinuncia alla sua casa per non litigare con i figli
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In modo molto pacato dico che ci rinuncio, buon proseguimento.
Idem!
Ti seguo...
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(mi fidavo di quel che avevi scritto sul fatto che il più grande sia già andato a vivere da solo, e comunque grazie di averlo ri-postato)
Tornando al punto quotato: ma queste sono valutazioni e conseguenti scelte (del padre e dei figli) che davvero dipendono da un universo intero di LORO relazioni umane che solo loro conoscono! (e di cui neanche Marilu avrà mai piena contezza, semplicemente perchè in quella famiglia NON c'era!)
Ad oggi , qui, non è il padre che si lamenta della scelta fatta e ribadita!
Se ne lamenta la compagna, che non avrebbe nessunissima voce in capitolo!
E il padre SE VOLESSE (ma non sembra volerlo) avrebbe tutti gli strumenti, sia dialogici che legali, per cambiare la situazione.
Ma come lo deve dire quest'uomo che la sua scelta è questa in atto?
Il padre paga l'affitto?
Non sembra proprio che sia lui a lamentarsene o a chiedere questue ai figli.
Giuro che non capisco più di COSA si voglia parlare, quando è di tutta evidenza che questo è il caso di una compagna che LITIGA con il compagno perchè in quella villa vorrebbe andarci lei con i suoi figli, mentre il compagno ha SCELTO di lasciarla in abitazione ai figli fin quando vorranno.
Il compagno (e padre di figli PROPRI) non avrebbe nessunissima difficoltà a riprendersi il pieno possesso di quella casa.
Se NON lo fa, è perchè non intende farlo. PUNTO.
E per tutte le valutazioni moralistiche su moglie e figli, proprio perchè condivido totalmente che nessuno di noi li conosce e conosce il loro vissuto, e dovendo altresì escludere che possa essere Marilu a fornirne il quadro obiettivo, penso proprio che faremmo solo bene ad astenerci da qualunque "giudizio sul pregiudizio di Marilu".
I FATTI restano che a Marilu piacerebbe assai di trasferirsi "in villa" (non sua) e non pagare più l'affitto, mentre il compagno e unico proprietario della villa ...ha detto chiaramente che lì ci staranno i suoi figli finchè vorranno.
Il padre mi ha detto decine di volte che non vede l'ora di riprendersi la casa per andarci a vivere e ne ha tutto il diritto visto che la casa è sua. Quando ha detto ai figli che potevano restarci, intendeva che nel momento in cui l'ex moglie riconsegnerà le chiavi i ragazzi non sono obbligati immediatamente a sloggiare con la madre, ma possono rimanerci, ma per un tempo "ragionevole". I ragazzi sanno benissimo che dovranno lasciare la casa al padre e che dovranno costruirsi una vita propria.
Qui il problema è solo l'ex moglie che non non vuole ridare le chiavi, e il mio compagno non vuole aspettare le lungaggini del procedimento legale instaurato. Una volta ripresa la casa parlerà con i figli e stabiliranno insieme un tempo "congruo" entro il quale dovranno lasciare l'abitazione al padre. Questi sono i fatti e questi sono le cose di cui ha parlato più volte con i figli, i quali sono d'accordo con lui. In questo momento gli si chiede solo di dare una mano al padre per accelerare i tempi.
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E questo eccome se rafforza la posizione di Marilù.
Il figlio più grande ha litigato più volte con i fratelli per questo e anche con la madre. E' l'unico che comprende la posizione del padre e lo sta aiutando come può, ma vivendo per conto proprio ha molta meno "presa" sulla madre rispetto a quella che avrebbero i fratelli più piccoli.
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(mi fidavo di quel che avevi scritto sul fatto che il più grande sia già andato a vivere da solo, e comunque grazie di averlo ri-postato)
Tornando al punto quotato: ma queste sono valutazioni e conseguenti scelte (del padre e dei figli) che davvero dipendono da un universo intero di LORO relazioni umane che solo loro conoscono! (e di cui neanche Marilu avrà mai piena contezza, semplicemente perchè in quella famiglia NON c'era!)
Ad oggi , qui, non è il padre che si lamenta della scelta fatta e ribadita!
Se ne lamenta la compagna, che non avrebbe nessunissima voce in capitolo!
E il padre SE VOLESSE (ma non sembra volerlo) avrebbe tutti gli strumenti, sia dialogici che legali, per cambiare la situazione.
Ma come lo deve dire quest'uomo che la sua scelta è questa in atto?
Il padre paga l'affitto?
Non sembra proprio che sia lui a lamentarsene o a chiedere questue ai figli.
Giuro che non capisco più di COSA si voglia parlare, quando è di tutta evidenza che questo è il caso di una compagna che LITIGA con il compagno perchè in quella villa vorrebbe andarci lei con i suoi figli, mentre il compagno ha SCELTO di lasciarla in abitazione ai figli fin quando vorranno.
Il compagno (e padre di figli PROPRI) non avrebbe nessunissima difficoltà a riprendersi il pieno possesso di quella casa.
Se NON lo fa, è perchè non intende farlo. PUNTO.
E per tutte le valutazioni moralistiche su moglie e figli, proprio perchè condivido totalmente che nessuno di noi li conosce e conosce il loro vissuto, e dovendo altresì escludere che possa essere Marilu a fornirne il quadro obiettivo, penso proprio che faremmo solo bene ad astenerci da qualunque "giudizio sul pregiudizio di Marilu".
I FATTI restano che a Marilu piacerebbe assai di trasferirsi "in villa" (non sua) e non pagare più l'affitto, mentre il compagno e unico proprietario della villa ...ha detto chiaramente che lì ci staranno i suoi figli finchè vorranno.
Certo cha la villa non è mia, ma neanche dell'ex moglie, quindi deve restituire le chiavi. La ex moglie non fa più parte della vita del mio compagno da tanti anni e il mio compagno non sopporta più il suo possesso della casa, come ben potrete comprendere.
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Al netto che se il padre possiede una “splendida villa di 300mq” probabilmente non fa fatica a vivere garantendosi il medesimo stile di vita, ma di questo ovviamente non possiamo avere certezza, ma è solo una mia suggestione. Cioè se il padre facesse fatica ad arrivare a fine mese si sarebbe mosso in maniera diversa secondo me.
Poi i figli probabilmente non vogliono, ancora, lasciare la casa dove sono cresciuti e qui si può discutere o meno sul loro grado di maturità / indipendenza . Ma, e qui mi immagino nei panni di genitore, io farei molta fatica a dire ai miei figli “e ora via di casa!” Così come farei fatica a “imporre” loro una convivenza con il mio nuovo compagno con relativi figli. Probabilmente il padre sta aspettando che i figli maturino indipendentemente il loro desiderio di volare via dal nido e costruirsi la propria vita. Si sa che oggi, con la precarietà e il rincaro costante, è molto difficile farlo e perciò i tempi si sono allungati. E poco importa che i figli abbiano una buona posizione lavorativa, saranno all’inizio della carriera con stipendi in linea a questa fase lavorativa…
Marilu74 se posso chiedere, dove vivete adesso? Vivete insieme? Con i tuoi figli anche?
Si, viviamo insieme con i miei figli.
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La villa di 300mq potrebbe anche essere divisa in 3 appartamenti da 100mq.
Marilu74 avete valutato questa soluzione?
Si, ma la ex moglie non vuole assolutamente che il mio compagno metta piede in casa.
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Qui secondo me sta l'errore di fondo. Noi non sappiamo se il padre si lamenta o no, come non sappiamo se a lui sta bene questa situazione. Sappiamo solo che ha detto ai due figli "restate finché volete"... e grazie tante, qualunque padre coscienzioso direbbe così, ma non diamo per scontato che lui sia felice e convinto di questa cosa.
Il mio compagno non ci dorme di notte per la rabbia di non poter disporre di casa propria per la prepotenza abusiva della ex moglie e, appena ci sono stati i presupposti legali (acquisto dell'autosufficienza economica dei figli) ha intrapreso l'apposita azione legale e lo ha fatto di sua spontanea volontà. Non c'è stato certo bisogna che glielo chiedessi io...
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Qui, chi dovrebbe "mollare l'osso" in primis è solo la ex moglie. E credo sarebbe già un buon passo avanti.
Esattamente, il problema è solo questo.
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Ero d'accordo con te, fino a qui:
Quando ha detto ai figli che potevano restarci, intendeva che nel momento in cui l'ex moglie riconsegnerà le chiavi i ragazzi non sono obbligati immediatamente a sloggiare con la madre, ma possono rimanerci, ma per un tempo "ragionevole".
Quell'immediatamente e tempo "ragionevole" mi fanno storcere il naso.
Se il padre si è rivolto così ai figli capisco... perché non vogliano essere collaborativi.
Lui e i figli che rapporto hanno?
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