A seconda del momento, la mia percezione e la mia considerazione della morte varia. Dall'orrore, dall'angoscia, dalla paura di far del male a chi mi sopravviverebbe... alla rassegnazione e alla liberazione quando sono in ansia o depresso.
Alla fine, cerco di essere oggettivo e razionale (e anche un po' autoironico, "alla De Crescenzo"!): dal momento che, per me, è molto poco probabile che esista qualcosa dopo, di quello che sarà quel momento e il post... non me ne fregherà nulla, dal momento che non avrò più coscienza, sarà un problema degli altri!
Certo, mi piacerebbe che mi cogliesse dopo aver raccolto qualcosa di quel che ho seminato in vita, non mi piace lasciare le cose a metà.