Il terrore del batterio listeria

  • Il PIACERE della sigaretta è così noto (non da oggi) che... persino ai militari IN GUERRA (di qualunquissima estrazione sociale) mi risulta fossero passate poche sigarette insieme al rancio quotidiano, e che la concessione dell'ultima sigaretta sia tra gli atti di pietas riservati persino ai condannati a morte, prima dell'esecuzione!

    Sì, è un piacere con un risvolto autodistruttivo. Psicologia sopraffina martellare "il fumo fa male".

    Ma va? Fumo apposta!

    Come mettere sui cannoli: "Lo zucchero fa male!" e foto di tristezza da eccessi di zucchero... Così si guasta anche il piacere di mangiarsi un bignè in santa pace! Senza tuttavia risolvere la piega psicologica dell'autodistruzione che può albergare in una persona. Ammesso ci sia qualcosa da risolvere nel non voler arrivare a mille anni, come hai ben spiegato, ché è scelta soggettiva!


    Ottima la ricetta delle sfoglie! Tra l'altro penso che il pesce non perda nemmeno troppe proprietà nutrienti cuocendolo, o sbaglio?

    Perché il risvolto dello "sterile" è che a forza di cuocere, sterilizzare, trattare, pastorizzare, molte cose perdono quasi tutto il loro succo vitale... Almeno, così sostengono molti naturopati, ma penso sia vero.

  • Ottima la ricetta delle sfoglie! Tra l'altro penso che il pesce non perda nemmeno troppe proprietà nutrienti cuocendolo, o sbaglio?

    Grazie :)! Sui valori nutrizionali: non sono un'esperta, ma considero che il pesce va sempre e comunque consumato cotto, già solo per ragioni di gusto (fatta eccezione per i molluschi e pochissimo altro; che poi... l'unico mollusco che cuocerlo equivale a sprecarlo è l'ostrica, mentre tutti gli altri hanno solo da guadagnare nel gusto se sottoposti a cotture brevi e adeguatamente condite, tipo sautè e gratinatura).

    Curioso come l'uomo occidentale contemporaneo si preoccupi così tanto di cosa mangi quando vive nell'epoca storica in cui si vive di più.

    Non mi è chiaro se parli di ricerca del gusto o di scrupoli salutistici.

    Ipotizzando la seconda: è scientificamente provato che il miglioramento globale dell'alimentazione sia il primo fattore di prolungamento della vita media e in condizioni globali nettamente migliori rispetto a solo cento anni fa.

    Oltre ai microrganismi pericolosi per la salute umana, infatti, sono da considerare i millemila fattori individuali che rendono soggettivamente pericolosissimi anche cibi del tutto sani (non ho mai conosciuto una mia prozia, morta prima dei 5 anni per favismo... la prima volta che provò le fave), o per patologie come il diabete, la gastrite, e via all'infinito. O ancora alle allergie alimentari, che in X casi esitano immediatamente in shock anafilattico senza ritorno. E persino le "semplici" intolleranze soggettive possono cambiare la vita in peggio. Su questo cito sempre il caso di Ugo Gregoretti (drammaturgo e scrittore) che raccontò di aver passato anni infernali nel consulto dei migliori psichiatri d'Italia perché aveva sbalzi di umore negativi e feroci quanto improvvisi e non riusciva a darsene spiegazione. Ebbene: la soluzione fu trovata soltanto dal suo medico di base, il quale partì dal concreto quotidiano di Gregoretti, e luminosamente comprese che questi feroci cambi d'umore avevano una costante che non è di competenza psichiatrica, e in breve: sopraggiungevano SEMPRE durante o subito dopo pasti di felice e graditissima convivialità per il Gregoretti, durante i quali - proprio per godersela a 360° - consumava un alimento di cui era appassionatissimo, e cioè i formaggi stagionati delle migliori e più prelibate qualità.

    Ebbene: benché questi formaggi stagionati fossero di qualità indiscutibile e fossero una sua vera passione... accadeva che nel SUO PERSONALE caso, essi interferissero negativamente sui SUOI livelli di dopamina e serotonina!

    Tutto per dire che la certezza che hai espresso andrebbe probabilmente capovolta, avendo (per me) poco senso dire "ma di che ci preoccupiamo, nel mangiare, se la vita media si allunga?", mentre avrebbe gran senso affermare quel che è vero, e cioè che "la vita media si è allungata, anche grazie al fatto di saperci preoccupare di quel che mangiamo!".

    Il tutto anche senza menzionare i dati statistici, per i quali resta sempre lapalissiano che se la vita media fosse stimata in 85 anni su campione di 2 soggetti, di cui uno è morto a 110 anni e l'altro a 60, è evidente che non basta la statistica a convincerci erroneamente che i due soggetti campione abbiano vissuto 85 anni ciascuno. E dove è altissimamente verosimile che chi è arrivato a 110 abbia osservato ANCHE attenzioni alimentari che molto probabilmente sono state più glissate da chi è morto a 60...

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • E dove è altissimamente verosimile che chi è arrivato a 110 abbia osservato ANCHE attenzioni alimentari che molto probabilmente sono state più glissate da chi è morto a 60...

    Grazie della precisazione... per carità, non voglio arrivare a 110 anni. Starò più attento. Io pure ho tre regole alimentari.

    Al netto di impegni lavorativi, mangio quando mi va.

    Mangio quanto mi va.

    Mangio quello che mi va.

    Pazienza, ho 57 anni... forse altri 3 me li faccio.

    Scherzi a parte, sì, la vita si è allungata anche per una migliore alimentazione (più però per i progressi della medicina), ma proprio perché gli alimenti che consumiamo oggi (al netto delle note schifezze, che tra parentesi mi piacciono tanto) sono tendenzialmente di buona qualità igienica e salutare, mi appare curiosa la dilagante attenzione per il cibo.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Proprio perché gli alimenti che consumiamo oggi (al netto delle note schifezze, che tra parentesi mi piacciono tanto) sono tendenzialmente di buona qualità igienica e salutare, mi appare curiosa la dilagante attenzione per il cibo.

    Tu mi sembri sicuro che gli alimenti che consumiamo oggi, al netto delle schifezze conclamate, siano di buona qualità igienica e salutare. Avrai le tue forti ragioni per crederlo, e nessuno qui sta cercando di convincerti del contrario.

    Io... semplicemente... non vivo la stessa sicurezza (e questo per tante ragioni che non sto qui a dire, ma che esulano totalmente dalle mie fobie; ragioni delle quali dico soltanto che provengono anche e soprattutto da un ambiente medico-nutrizionistico piuttosto diffuso intorno a me, e da persone che sono anche molto amanti del "mangiar bene e bere meglio").

    Sotto il profilo igienico, senza perifrasi, mi fido soltanto delle produzioni industriali di marchi primari, che hanno una solida reputazione da difendere e non possono permettersi bagni di fango.

    Sotto il profilo salutistico... meglio proprio lasciar perdere, ma sempre con molte garanzie in più con prodotti di marchi primari, piuttosto che (purtroppo) nei discount. Basti pensare che nelle usatissime scatolette di tonno si possono tranquillamente trovare carni di alcuni tipi di squalo (e non tonno!), o che tra i surgelati trovi quintalate di pesci, crostacei e molluschi provenienti da zone FAO terrificanti per contaminazioni radioattive; o che al banco pesce troviamo persino il "pangasio" (certo, sì, magari a 3 € al chilo, ma che proviene da acque dolci tra le più sporche al mondo)...

    E siamo rimasti nel solo settore ittico!

    Ovviamente il tutto lo ritrovi pari-pari in ambito ristorazione, in cui è aritmetico che chi a poco vende i suoi prodotti... a pochissimo deve averli acquistati.


    Ciò premesso... ho mangiato in ristoranti e trattorie, per anni e anni, più spesso di un agente di commercio, e non sono mai morta; però tutte le volte che ne è seguita quella che sembrava un'influenza gastrointestinale o una salmonellosi... guarda caso... partiva e si evolveva in perfetta simultanea con i miei commensali! ^^

    E, totalmente immune dal desiderio di snack e patatine variamente aromatizzati, non rinuncerei a consumare un panino di McDonald's per oltre sei mesi. Però è una volta ogni tot mesi e, sia come sia, resta sempre McD!

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Lo dice la storia dell'alimentazione umana. Basta leggere le ecatombi causate dal cibo nei secoli passati.

    Di ecatombi legate al cibo nei secoli mi sovvengono soprattutto quelle da carestie di cibo (non da suo consumo).


    In termini di storia dell'alimentazione, invece, è proprio un FATTO che il cibo attuale, e sempre di più da almeno 150 anni, abbia caratteristiche del tutto differenti rispetto a quello che è stato consumato dall'umanità da 150 anni fa e per secoli e secoli indietro.

    Tutto per l'ovvio effetto di una quantità di fattori che vanno dal "villaggio globale" reso possibile dal sistema trasporti, all'inquinamento di aria e acqua e terra da fonti prima inesistenti (dalle centrali nucleari, ai fumi e sversamenti in mari e fiumi di sostanze gravemente inquinanti di tutto il comparto industriale), e fino al massivo impiego della chimica, tanto in agricoltura che negli allevamenti animali (e ittici), nonchè nelle preparazioni alimentari.

    Aggiungiamo le continue crisi economiche dell'Occidente tutto, che costringe tutto l'agralimentare e il vitiviniolo a tener conto di una clientela media sempre più costretta a rincorerre il risparmio, mentre i margini di profitto non possono contrarsi oltre determinati limiti...ed ecco che abbiamo una filiera di centomila tappe e stivaggi per qualunque alimento, anche proveniente "dalla fine del mondo" e già molto scarso in partenza, e messi insieme questi fattori... si provi ad immaginare COME si possa fondatamente sognare che (restando in tema pesce) che persino la "semplice" alice fritta, cucinata dai pescatori che se la pescavano nei mari puliti di 100 anni fa, possa essere lontanamente accostabile a quella surgelata e solo da microondare...che con tanto di frittura e packaging e trasporti vari sino al punto vendita, costa MENO delle alici fresche da pulire e cucinare in proprio! (Infatti, basta provarle).

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Se includi i salumi allora forse hai ragione, sono molti milioni di pasti al giorno.


    Paradossalmente tutti i ragionamenti che fai però si applicano anche a tante altre cose, incluso il periodo pandemico. Però le giustificazioni e le paranoie che ti facevi per il covid non sembri disposta a fartele per il fumo.


    Ci sono poi altri ragionamenti paradossali, come quello per cui i morti per listeria potrebbero essere sottostimati e potrebbero essere la vera causa di morte di alcune persone anziane o fragili. Allo stesso tempo però si afferma che nessuno è mai morto all'improvviso per aver fumato l'ennesima sigaretta. Eppure sappiamo che il fumo aumenta il rischio di patologie cardiovascolari, e che alcune patologie cardiovascolari causano la morte improvvisa, quindi se tralasciamo questi fatti rischiamo di sottostimare le morti per fumo.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Di ecatombi legate al cibo nei secoli mi sovvengono soprattutto quelle da carestie di cibo (non da suo consumo) .

    Ci sono molti libri e studi sull'insalubrita dei cibi in epoche passate in particolare durante la prima rivoluzione industriale in cui si verificò un selvaggio inurbamento della popolazione. Se mi dai tempo e ti interessa la materia ti fornisco una ricca bibliografia. Oggi c'è una vasta normativa e controlli soprattutto in paesi come l'Italia e su questo penso non ci possano essere dubbi.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Da fumatrice: i primi tempi degli allarmi terroristici sui pacchetti di sigarette li vissi abbastanza malino, dopodiché (e credo che come me abbiano reagito molti fumatori)... si pensa a grandi fumatori come i compianti Camilleri o Borsellino (nessuno dei due deceduto a causa del fumo), o a quelle conoscenze personali che sono morte di tumore ai polmoni senza aver mai fumato (e ce ne sono, eh!), o che sono morte della stessa patologia da grandi fumatori, ma in un'età talmente giovane da non aver potuto sviluppare questo tumore se non in presenza di una predisposizione genetica o comorbidità a loro del tutto ignota (amico di mio padre: 42 anni...), e riflettendo anche su questi aspetti si fa una vera e propria scelta.

    Non capisco come tu faccia a basarti sull'aneddotica di due persone due (Camilleri e Borsellino) per giustificare ai tuoi occhi che fumare non faccia male, quando i danni del fumo sono comprovati a livello statistico, e ti fai terrorizzare dalla listeria il cui rischio è di 1 su 8 milioni, come provato da un altro utente.

    Non ti fidi dei dati Istat perché secondo te sottorappresentano il problema listeria, e invece ti fidi dell'aneddotica più pura sul fumo? (Il cugino che è morto lo stesso pur non fumando, quello che fumava ma è morto d'altro).

    Attenzione non sto dicendo che uno debba smettere di fumare per forza. Sono scelte. Idem per la listeria: è una scelta quella di farsi terrorizzare da una probabilità infima. In nessuno dei due casi la scelta è razionale, my two cents. E' abitudine nel caso del fumo e ipocondria nel caso della listeria.


    Per quanto mi riguarda alla listeria ci starei attenta solo da incinta, perché può danneggiare il feto. Quello mi sembra razionale.

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