Punto di non ritorno con mia madre, che fare?

  • Prenotare una visita psichiatrica mi sembra il minimo

    Lo so.

    Per gran parte della sua vita ha sofferto di depressione.

    Io ero piccolo, lei diceva che andava a fare i riposini.
    E invece si buttava sul letto a piangere tutto il pomeriggio.


    Per quanto riguarda il discorso della fuga, aggiungo...


    Non è nella mia natura, e lei lo sa.

    Sa che sono buono e non farei mai una cosa del genere, sa che cerco di aiutare sempre tutti e credo che giochi un po' con questa cosa.


    Un giorno dovrò andarmene comunque, un'idea può essere quella di laurearmi e poi andarmene definitivamente.

    Questo è quello che vorrebbe lei.


    Mentre lavoravo part-time e avevo quella relazione con la collega che poi mi picchiò in negozio e mi fece scappare... mamma aveva il terrore che lasciassi l'uni, lasciassi tutto, e andassi a vivere con questa.

    Terrore legittimo, visto che questa ragazza era una persona pericolosa e lei lo aveva capito dalle cose che raccontavo, ma...

    Ma credo che lo avrebbe fatto con qualsiasi altra ragazza; credo che lei si "aggrappi" a me in un certo senso.


    Proseguo con l'ultimo messaggio.

  • Magari potrebbe essere più funzionale ad entrambi il retro-pensiero "Ahhh... è in mood " e abbandonare il battibecco al momento, per poi tornarci quando la si vede più calma, e magari osare un calmissimo "Ma ti rendi conto di cosa hai pronunciato ieri? Ne vogliamo parlare, o davvero pensi che io viva per fare il tuo sfogatoio a qualunque costo?".

    Ma io mi chiedo perché debba avere a che fare con persone che vadano "gestite", "comprese" e "aiutate" come fossero delle bambine.

    Quando stavo con quella pazza con cui lavoravo mi veniva detto di capirla, di essere superiore e di lasciarla fare.


    Certo, dovevo prendermi insulti, minacce, manipolazioni, bugie, aggressioni e stare anche zitto perchè "è fatta così!".


    Non esiste.


    Ed è grottesco che debba adottare la stessa logica con MIA MADRE.


    Io non volevo essere quello che sono, non volevo tutto questo peso.

    Volevo essere uno s∙∙∙∙∙o come tanti, non uno che deve avere sempre più maturità, onestà e intelligenza degli altri.


    E che poi finisce sempre per pagare lui.

    Mi sembra anche umano che, se dal figlio adulto (come da narrazione) riceve una risposta del tipo "Guarda, sono stanco di sentirti con queste menate, lasciagli tutto e fregatene!"... FORSE ci sarà anche un po' da capirla (e soprattutto dopo una vita di lavoro precario, faticoso e sempre malpagato).

    Occhio però gloria,

    io non le ho detto "lasciagli tutto e fregatene".

    Io le ho chiesto, in maniera molto pacata... perché non provi a mettere da parte l'astio e a risolvere pacificamente questa storia coi tuoi FRATELLI?

    Aggressione.

    Perché per lei è una cosa totalmente inconcepibile, quello che le ho chiesto.

    Patrick già manifesta forti segni di stress postumi alla vicenda da poco conclusasi delle questioni vissute sull'ambiente di lavoro, tanto che un utente, nel thread dedicato, ha ipotizzato la presenza di stress post-traumatico. Stress che lo ha già indotto a prendere il comportamento di bere. Penso dunque che abbia bisogno di un ambiente sereno per riprendersi, non di un ambiente potenzialmente foriero di tensione emotiva latente.

    Grazie, grazie, grazie.

    E' un tunnel senza fine. E ho novità su questa storia.

    Cioè, più che novità... non ci sono novità, nel senso che non riesco ad andare avanti.

    I giorni passano e invece di stare meglio ci sto sempre peggio.


    Parlando con chat gpt, sì, mi rivedo molto nel disturbo post-traumatico da stress complesso.


    Volevo concludere ma ora esco un po' perché ne ho bisogno.

    Solo oggi ho avuto 3-4 fortissimi attacchi d'ansia (o di panico, non so) in cui mi si paralizzava praticamente tutto il corpo e sentivo di stare per morire.


    Continuerò più tardi.

  • Personalmente, dall'osservazione di comportamenti simili in altri soggetti, quando arrivano a certi livelli di comportamento, non sempre c'è un'apertura verso una revisione in coscienza dei propri comportamenti, da "persone mature". Se vengono messi di fronte alla propria "pecca", anche civilmente, piuttosto che subire l'umiliazione di ammetterla, si chiudono in un attacco a scopo autodifensivo.

    Esatto, lei non è capace di ammettere le proprie colpe o i propri errori.

    Me ne ha fatte tante, ma mi avrà chiesto scusa... boh, 3 volte? In 27 anni.

    Questa donna non lavora e non deve avere avuto vita facile, non credo sia felice di dipendere economicamente da suo figlio, e magari ereditando qualcosa spera in un equilibrio diverso.

    E' assolutamente così.

    Ma il punto è proprio quello. Non ci sarà nessuna eredità perché il vecchio ha lasciato i debiti.

    Da lì, i litigi.
    Lasciamo stare.

    Ammetto di non conoscere la storia di Patrick

    Ho scoperto questo forum perché la mia ragazza storica mi lasciò dopo 5 anni di relazione, ormai due anni fa.

    Mi ha demolito. Credevo lei fosse la donna della mia vita.

    Per tre mesi riuscivo solo a bere, anestetizzandomi e mangiando il minimo. Non riuscivo.

    Attacchi di panico. Ansia perenne e anche dolori fisici perché ero sempre completamente rigido e teso.

    A volte non riuscivo nemmeno a scendere le scale da quanto mi tremavano le gambe.

    Vivevo col terrore di vederla con un altro, vivevo col terrore di finire male mentre lei magari sarebbe stata felice senza di me.


    Oggi lei è una persona profondamente cambiata, purtroppo in peggio. Ho sentito che la da a tutti e che ci sarebbero addirittura diverse ragazze fidanzate che la stanno cercando con intenzioni poco pacifiche.


    Col passare dei mesi ho deciso di trovarmi un lavoro. Anche per stare un po' fuori da questa casa.

    Entro nel primo negozio che mi capita, mi prendono subito. Scoprirò poi che era perché il direttore (omosessuale) aveva secondi fini.

    Trovo una collega che convive. Ci vado a letto e lascia il ragazzo. Inizia una relazione tossica in cui lei mi mente su tutto, ha una vera e propria doppia vita (la incontrerò anche in giro con il suo ex quando in realtà doveva essere con una sua amica), mi manca di rispetto in ogni modo possibile e immaginabile e arriva anche all'aggressione fisica.


    Le ho sempre perdonato tutto, ma ho detto basta. Ho rifiutato il rinnovo, costretto ad andarmene lasciando un lavoro in cui ero il più capace e non per colpa mia.

    Lei è stata addirittura premiata con un contratto a tempo indeterminato, il direttore non voleva darglielo ma lo aveva proposto a tutti e non poteva lasciarla sola.


    Me ne vado, ma in realtà lei era incinta da più di un mese. Chissà se era mio.

    Ha abortito e non l'ho più sentita.


    Ci sono i topic sul mio profilo...


    Bella storia, eh?
    Il punto è che più ci ripenso e più ci sto male.
    Saperli felici mentre io sto qui a soffrire come un cane e sarei l'ultimo a meritarlo mi fa stare davvero tanto male.

    Ho bisogno di uno psicologo.


    Non vivo più bene.

    Ho le paranoie, ho paura di soffrire per sempre, ho paura di rimanere solo.

    Ho paura di quello che pensano le persone di me.

    Ho paura che quella scema mi stia diffamando da qualche parte. Sono sicuro che a lavoro l'ha già fatto e la storia sarà stata riscritta a suo comodo.
    Ho paura anche di conoscere nuove persone perché quelle vecchie mi hanno letteralmente distrutto.

    Mi alleno molto ma dormo poco e male. E come dicevo, bevo troppo spesso. E ultimamente divento molto aggressivo, non va bene.


    E comunque, sono tornato a casa, come vi dicevo.

    E ho fatto questo.

    Citandoti, puoi mettere da parte l’astio e risolvere questa storia pacificamente con tua madre?

  • Ed è grottesco che debba adottare la stessa logica con MIA MADRE.

    Purtroppo invece è normale ed assai diffuso.

    Più che altro è da tua madre che hai “imparato” un certo codice affettivo.

    Volevo essere uno s∙∙∙∙∙o come tanti, non uno che deve avere sempre più maturità, onestà e intelligenza degli altri.

    Per questo sei sempre in tempo ma dubito ci riuscirai. Le difficoltà che hai incontrato ti hanno probabilmente maturato, anche le esperienze peggiori possono avere risvolti positivi.

    Solo oggi ho avuto 3-4 fortissimi attacchi d'ansia (o di panico, non so) in cui mi si paralizzava praticamente tutto il corpo e sentivo di stare per morire.

    Purtroppo ci stanno, anzi direi che la tua reazione è del tutto normale anche se sono sensazioni molto brutte da sperimentare. Fatti aiutare.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Sono anni, che ci penso.

    Ma ci sono delle spade sopra alla mia testa:

    1. Ricatti. Come vi dicevo, lei ha un compagno ma dice che non vorrebbe andarci a convivere perché non le piace la casa di lui.
      Tutte le volte che ho provato a farle capire che mi sarebbe piaciuto andarmene di casa si è finiti con litigi vari in cui insinuava che qualche ragazza mi stesse manipolando (purtroppo questo era vero) e che lei se ne sarebbe andata a dormire in garage.
    2. Mancanza di indipendenza. Sono ancora uno studente e non ho raggiunto l'indipendenza. Per andarmene di casa dovrei necessariamente lavorare full-time e mi conosco, lascerei perdere l'università. Non riesco a fare troppe cose contemporaneamente.

    1 - Ma ti pare normale vivere con i ricatti? Anche la mia mi ricattava. Amen. Se tu ti trovi qualche ragazza, qual è il problema? È la tua vita. Presto o tardi ti tocca. Cioè, penso che lo avesse messo in preventivo, quando ti ha messo al mondo, che te ne saresti andato presto o tardi, no?

    2 - L'indipendenza te la crei. A 20 anni, per crearmela, mi sono fatto caricare destinazione Iraq in missione. Che poi si è rivelata una fregatura sotto molti punti di vista è un altro paio di maniche, ma sotto quel punto di vista è stata la cosa più liberatoria del mondo.

    Sono partito ragazzo, sono tornato (più o meno) uomo. Poi, ovvio, se vuoi studiare è un altro discorso... ma nulla ti vieta di fare entrambe le cose, allungando i tempi tecnici. L'indipendenza è tanto libertà quanto sacrificio. Se la vuoi conquistare, le metti entrambe sul lato della bilancia. Tutto sta a quale priorità dai.

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Esatto, lei non è capace di ammettere le proprie colpe o i propri errori.

    Perdona il ritardo nella risposta, sono in periodo di pausa scrittura. Immaginavo tua madre potesse essere una persona problematica, si può ricostruire da vari dettagli e mi dispiace tu debba subire lo stress di tale situazione.

    Ti ringrazio per il post.

    [...]

    Come vi dicevo, lei ha un compagno ma dice che non vorrebbe andarci a convivere perché non le piace la casa di lui.

    Worry not.


    Avevo scritto il post in cui proponevo soluzioni, più che altro perché avevo dato un'interpretazione eccessivamente seria alla questione: "Tua madre in garages". Ovvero, non pensavo si trattasse solamente di un capriccio su: "Quale abitazione fosse più confacente al suo gusto personale".


    Avevo erroneamente interpretato che lei non avesse materialmente altre possibilità che finire in garages se tu le voltavi le spalle, causa sua indigenza economica, in quanto ero convinta che lei fosse single, non che avesse un compagno e potenziali alternative abitative.


    Pensavo questo a causa di una frase di lei che avevo letto in un altro tuo thread, in cui affermava: "Non ho avuto né un marito né un figlio, solo m****".


    Invece non ha avuto solo m****: è errato, in quanto ha un compagno. Dunque si lamenta non in quanto "disperatamente sola" come la frase sembrava suggerire, ma nonostante abbia un suo compagno. A prescindere poi da in che rapporti siano, comunque non è del tutto sola né senza alternative al garages.


    Ovviamente, alla luce di questi dati, il problema oggettivo direi che ne esce ridimensionato, quello caratteriale, ahimè, non altrettanto. Un abbraccio virtuale per tutta la situazione.

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