Non riesco a chiedere aiuto, devo sempre cavarmela da sola

  • È stato molto difficile per me aprirmi qui, anche se in anonimato, mi vergogno molto di essere così.

    Ha ragione Saritta, non hai nulla di cui vergognarti, anzi, io trovo bello quel tuo lato, per le ragioni che ho esposto, però anche se è bello, mi rendo conto che non è equilibrato.


    Se in quei momenti domina la solitudine e altri sentimenti negativi, oltre a un tuo orgoglio, penso sia semplicemente facile che determinate situazioni "triggerino" traumi del passato, e quando sei in "trigger" entri in un altro stato comportamentale.


    Capita anche a me. Stai agendo reattivamente a vecchi traumi, per questo non ritieni tali comportamenti logici.


    In realtà hanno una loro logica. Penso che inconsciamente associ situazioni del presente a situazioni del passato e dunque applichi un pilota automatico di autodifesa appreso per difenderti da situazioni passate a situazioni presenti, il quale però, essendo un meccanismo automatico, può essere eccessivo se confrontato alla situazione a cui lo stai applicando.

    È come se ci fosse una frattura in me.

    Probabilmente c'è, causa traumi passati.

    :( Se ne accorgono tutti prima o poi, tant'è vero che mi dicono che ci sono 2 Lupette.

    Ci saranno due Lupette, e sono belle tutte e due. Ho letto superficialmente che dovrebbero esserci delle tecniche per integrare parti di personalità divise, se non ti vai già bene come sei, ma non ho mai approfondito l'argomento.

    :| Non mi comporto in questo modo per ferire gli altri, è l'ultima cosa al mondo che vorrei.

    Ma certo che non lo fai per ferire, lo fai solo per difenderti.

  • Ti faccio un esempio: a me capita di attuare comportamenti (automatici), in cui mi mostro disponibile, comprensiva e mi adatto all'altra persona, ma dopo, quando sono sola, tiro fuori il mio bel lato evitante. L'insospettabile freddezza.

    Esatto :) Anche io sono così, questo destabilizza gli altri che non capiscono questo mio modo di essere "dissociato" ed è verissimo che ciò si avverte di più in una relazione sentimentale. Le persone con cui mi sono legata, uomini molto diversi tra loro, tutti hanno avvertito questo: 2 Lupette, allegra fuori ma triste dentro, una Lupetta buona e una Lupetta cattiva e via così.

  • Ciao Lupettadibosco arrivo tardi a commentare questo thread, che ho letto con tanta passione, insieme ai commenti molti interessanti.

    Provo ad offrire uno spunto, sperando che sia pertinente.

    Vedo che al tuo consapevole diniego di aiuto esterno, si accompagna il pianto di una bambina, che non viene consolata ma messa a tacere.

    Questa è una consapevolezza molto interessante e utile.

    Se tu stessa non sei rifugio e sostegno per te stessa, è conseguente che chiedere aiuto agli altri esponga a pericoli.

    Mi permetto di dire, spero di non essere fuoriluogo, gli occhi con cui vedi l'altro che ti tende la mano, sono offuscati dal filtro di vissuti abbandonici infantili. Se tu non ti alleni ad essere la mamma amorevole della tua bambina interiore, questa sará sempre spaventata, e sola nel mondo.

    Tra il cavarsela completamente da soli, e l'affidarsi completamente agli altri, c'è un'alternativa: essere il proprio rifugio caldo e affettuoso.

    Quando si raggiunge questa autocompassione, il senso di sicurezza che ne deriva è inattaccabile, e l'altro diventa valore aggiunto da accogliere senza paura.
    Hai mai pensato di cominciare a modificare il dialogo interiore con questa bambina che piange? Anche goffamente, senza saper bene cosa dire? Magari semplicemente ascoltando le sue paure e riconoscerle?

  • Da quando ho aperto questo thread piango tantissimo, io che non lo facevo quasi mai. È saltata la guarnizione ^^

    Beh, Lupi, se non piangere qui con noi... dove piangere scusa? Noi non possiamo vedere il mascara sbavato e quindi approfittane :relieved_face:


    Non fare come me che sono una che piange abbastanza spesso, ma che nonostante ciò, si trucca con strati multipli di matita, eyeliner e mascara effetto ciglia finte andando incontro al disastro. Neanche quel trucco leggero, nude, che non si scompone e se sbava, te la cavi con un fazzoletto ... No, chili e chili di pigmento NERO che scende e si pastrocchia tutto.


    Poi ci metto gli occhiali da sole sopra, pure se sono in spazi interni, et voila, fugo così i dubbi di quelli che non si erano ancora accorti della mia instabilità emotiva.

  • Grazie la huesera :) Da quando ho aperto questo thread piango tantissimo, io che non lo facevo quasi mai. È saltata la guarnizione ^^

    Anche i cavalieri versavano lacrime dentro l'elmo, se pur da fuori sembrassero immuni al sentimento.


    Quindi non vedo quale sia il problema. Chi non ha mai pianto ha 2 alternative: o mente, o non ha le ghiandole lacrimali.

    È saltata la guarnizione ^^

    No eh! Li è un casino! Li c'è da smontare tutto il motore! Voglio vedere se non chiami qualcuno o perlomeno il carro attrezzi! :rolling_on_the_floor_laughing:

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Grazie Bulbasaur :) La verità è che io quella bambina piangente non la sopporto e razionalmente capisco che invece dovrei accoglierla ma essermi aperta qui è per me un passo importante, non ho mai raccontato a nessuno queste cose, forse neppure a me stessa. Quando ero piccola, sui 3 - 4 anni e mia madre parlava di me con le sue amiche dicendo "è brava, è come non averla", intendendo dire che non le arrecavo disturbo io mi sentivo felice perché lei era contenta di me. Sono consapevole che io per prima non mi concedo di essere fragile e bisognosa, è difficile perché mi sono abituata a essere così. Sono stata in collegio dai 6 ai 14 anni e una parte di me ha pensato che se mi ci avevano portata dovevo aver fatto qualcosa che non andava, non era così naturalmente, c'erano solo dei problemi seri in famiglia. In ogni caso ora vorrei tentare di sanare quella frattura, grazie ancora.

  • Quando ero piccola, sui 3 - 4 anni e mia madre parlava di me con le sue amiche dicendo "è brava, è come non averla", intendendo dire che non le arrecavo disturbo io mi sentivo felice perché lei era contenta di me.

    Ma tu guarda eh...il caso ;)

    Per contro, prova a pensare a tuo marito che invece avrebbe voluto darti ancora di più.


    Si può essere anche fragili senza essere deboli e bisognosi.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Grazie Bulbasaur :) La verità è che io quella bambina piangente non la sopporto e razionalmente capisco che invece dovrei accoglierla ma essermi aperta qui è per me un passo importante, non ho mai raccontato a nessuno queste cose, forse neppure a me stessa. Quando ero piccola, sui 3 - 4 anni e mia madre parlava di me con le sue amiche dicendo "è brava, è come non averla", intendendo dire che non le arrecavo disturbo io mi sentivo felice perché lei era contenta di me. Sono consapevole che io per prima non mi concedo di essere fragile e bisognosa, è difficile perché mi sono abituata a essere così. Sono stata in collegio dai 6 ai 14 anni e una parte di me ha pensato che se mi ci avevano portata dovevo aver fatto qualcosa che non andava, non era così naturalmente, c'erano solo dei problemi seri in famiglia. In ogni caso ora vorrei tentare di sanare quella frattura, grazie ancora.

    Lupettadibosco grazie allora per aver cominciato qui ad aprirti e ad aver scelto noi per fare questo passo importante. Capisco quanto è difficile dare quello che non si è ricevuto nell'infanzia. Non la "sopporti" perché il carico è importante, e inconsciamente ti stai proteggendo dalla sofferenza accantonata. Per esperienza personale, ne vale la pena ascoltare quella bambina, ti ripagherà.

  • "è brava, è come non averla", intendendo dire che non le arrecavo disturbo io mi sentivo felice perché lei era contenta di me. Sono consapevole che io per prima non mi concedo di essere fragile e bisognosa, è difficile perché mi sono abituata a essere così.

    Ti capisco molto in questo tratto, anche io mi sento cresciuta con la "sindrome della brava bambina", e in generale in un contesto in cui lamentarsi non era ben visto. E questo me lo porto dietro tuttora, una sorta di senso di colpa latente e vergogna nel mettere a nudo le mie fragilità.

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