Non riesco a chiedere aiuto, devo sempre cavarmela da sola

  • Ti chiedo: con tuo marito eri riuscita a lasciarlo entrare maggiormente nella tua vita?

    Grazie per aver condiviso questo tuo ricordo così doloroso :| Sì certamente, lui è stata la persona che mi ha conosciuta più nel profondo, credo avesse capito tutto di me anche se raramente si soffermava a parlarne, però alcune frasi dimostravano chiaramente che lui aveva davvero capito tutto e mi accettava così com'ero anche se una volta si è lasciato sfuggire che non era sempre facile starmi accanto. Dopo la sua perdita questi aspetti di me si sono esacerbati :|

  • Grazie per aver condiviso questo tuo ricordo così doloroso :| Sì certamente, lui è stata la persona che mi ha conosciuta più nel profondo, credo avesse capito tutto di me anche se raramente si soffermava a parlarne, però alcune frasi dimostravano chiaramente che lui aveva davvero capito tutto e mi accettava così com' ero anche se una volta si è lasciato sfuggire che non era sempre facile starmi accanto. Dopo la sua perdita questi aspetti di me si sono esacerbati :|

    Purtroppo qualche anno dopo ho subito anche la perdita dell'uomo che avevo cominciato a frequentare e questo mi ha ulteriormente chiusa. La cosa strana è che quando sto con le persone riesco a creare connessione emotiva, poi quando mi allontano è come se diventassi un'altra: da cucciolo giocoso e confidente a lupo elusivo e guardingo :( Se ne accorgono tutti prima o poi, tant'è vero che mi dicono che ci sono 2 Lupette.

  • È come se ci fosse una frattura in me. Quando sto in compagnia sono una persona e quando sto da sola un'altra. E io non riesco più a capire qual è la vera Lupetta. Quando metto in atto comportamenti illogici come quello che ho raccontato io mi rendo conto dell'assurdità di ciò che faccio ma non riesco ad agire diversamente, è come se lo considerassi inevitabile. D'altra parte osservandomi da fuori provo pena per me stessa ed è una sensazione bruttissima :| Non mi comporto in questo modo per ferire gli altri, è l'ultima cosa al mondo che vorrei.

  • Però questa descritta è davvero una situazione limite e per nulla "pratica", tra l'altro: ti sei esposta a pericoli e hai impiegato un tempo molto superiore. Fossi stata nell'altra persona (lui, in questo caso), sapere a posteriori come avevi agito mi avrebbe spiazzato molto, e anche un po' offeso. Come se appunto non ti volessi fidare/affidare, come se il tuo istinto non ti suggerisse di rivolgerti alla persona amata che sta a due passi da te, ma piuttosto intraprendere un'odissea.

    Grazie Saritta per le tue riflessioni :) Quando agisco così, pur riconoscendo l'assurdità del mio comportamento, non riesco ad evitarlo. In quei momenti l'unica cosa che sento è una profonda consapevolezza della mia solitudine, anche un sentimento di inadeguatezza e di colpevolizzazione, come se tutto ciò che mi succede fosse colpa mia, anche la batteria scarica. Non mi riesce facile spiegarlo, però è molto triste e doloroso. Se vengo colta in un momento di bisogno sto molto male dentro e dissimulo il tutto prendendomi in giro. Insomma rido fuori ma piango dentro.

  • sapere a posteriori come avevi agito mi avrebbe spiazzato molto, e anche un po' offeso. Come se appunto non ti volessi fidare/affidare, come se il tuo istinto non ti suggerisse di rivolgerti alla persona amata che sta a due passi da te, ma piuttosto intraprendere un'odissea.

    Eh...


    Diciamo che me la sarei presa parecchio, ma parlo per me.


    Un conto è perdere un autobus e aspettare quello dopo. Un conto rimanere a piedi in auto, da sola, a X distanza da casa (anche se fosse un km).


    ...Ma non tanto per lei eh, per la macchina parlo! :rolling_on_the_floor_laughing:

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Comunque ringrazio tutti per le risposte che mi avete dato. È stato molto difficile per me aprirmi qui, anche se in anonimato, mi vergogno molto di essere così.

    No Lupetta, non vedo motivi per cui tu ti debba vergognare! Ognuno di noi ha dei lati oscuri e ingombranti, più che altro dispiace perché questo tuo atteggiamento rischia di ledere principalmente te e di gravarti di oneri emotivi eccessivi. Quindi sicuramente fai bene a continuare a sondare e approfondire questo lato di te.

  • Sì certamente, lui è stata la persona che mi ha conosciuta più nel profondo, credo avesse capito tutto di me anche se raramente si soffermava a parlarne, però alcune frasi dimostravano chiaramente che lui aveva davvero capito tutto e mi accettava così com' ero anche se una volta si è lasciato sfuggire che non era sempre facile starmi accanto.

    Immaginavo che tuo marito fosse riuscito, con pazienza ed amore, ad abbattere almeno in parte questa difesa. Quando si ama diventa più importante dare che ricevere, in questo senso, come già prima dicevo, non riuscire a dare perché l'altro non lo permette è spiacevole e frustrante. Poi però è vero che in amore si riesce a leggere "oltre".

    È come se ci fosse una frattura in me. Quando sto in compagnia sono una persona e quando sto da sola un' altra. E io non riesco più a capire qualè la vera Lupetta.

    Una E l'altra, sei sempre vera e sempre autentica. Non giochi e non ti nascondi. Secondo me non hai nemmeno motivo di criticarti, è un modo di essere che hai acquisito.

    Se vengo colta in un momento di bisogno sto molto male dentro e dissimulo il tutto prendendomi in giro. Insomma rido fuori ma piango dentro.

    Ogni tanto, in situazioni non troppo impattanti potresti provare ad aprirti in questo senso.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Quando sto in compagnia sono una persona e quando sto da sola un' altra. E io non riesco più a capire qual è la vera Lupetta.

    Quando siamo insieme agli altri, riceviamo stimoli che non riusciamo a processare istantaneamente. Mettiamo "il pilota automatico" per così dire.


    Forse diamo precedenza ai lati della nostra personalità che ci hanno consentito di adattarci socialmente. Per certi versi, mi assomigli perché sei empatica e gli empatici si preoccupano intanto che tutto "vada bene", cercano, a volte, di non scontentare gli altri.


    Ti faccio un esempio: a me capita di attuare comportamenti (automatici), in cui mi mostro disponibile, comprensiva e mi adatto all'altra persona, ma dopo, quando sono sola, tiro fuori il mio bel lato evitante. L'insospettabile freddezza.


    Ci ho riflettuto e quando ho modo di processare quegli stimoli che sul momento non potevo, l'inconscio me li restituisce e osservando mi accorgo che ho provato anche emozioni non positive. Senso di inadeguatezza, non sentirmi ricambiata, oppure, sentirmi usata, ecc.


    Così, dietro la "maschera" di comprensione, empatia e tutto quanto: le proprie fragilità vengono comunque toccate.


    E' un discorso ovviamente più evidente nelle relazioni sentimentali, dove, diventa - almeno per me - difficile risalire al perché mi comporto contraddittoriamente. Nelle amicizie è tutto più lieve e mi basta un po' di introspezione e razionalità per rimettere in pari inconscio e conscio. E comunque nulla che mi tocchi così tanto. Anche perché - di base - nelle amicizie mantengo una quota freddezza e distanza quasi preventiva, deformazione dei miei trascorsi in cui ho vissuto periodi di isolamento e forte ansia sociale, ecc.


    Difficile dire quale parte di noi sia più vera dell'altra.


    Personalmente, ritengo che le parti meno vere di noi, poiché più contaminate dalle maschere (ossia il nostro bisogno inconscio di vederci meglio o peggio di come siamo, a seconda dei casi), sono quelle che tendiamo "a raccontare". Nella teoria, più facilmente l'Io inganna sé stesso... dicendo: sono buono, sono empatico, sono freddo, sono evitante.


    Mentre più genuina è l'emozione nella sua immediatezza. Che sia di empatia, o che sia un'emozione che spinge a ritrarsi.


    Detto ciò, di chi siamo veramente, in ogni caso, avremmo un'immagine. Quella che riusciamo meglio a focalizzare di noi stessi e indubbiamente questa immagine è fatta di aspetti e tendenze che abbiamo conosciuto nel tempo, poiché tante volte si sono ripetute sotto ai nostri occhi. Ma è anche fatta di aspetti sfuggenti, i contorni quindi non definiti, zone nebbiose o lati insospettati.

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