Non riesco a chiedere aiuto, devo sempre cavarmela da sola

  • Secondo me, è qui il punto.


    La paura sì, ci sta... ma più che altro è una paura da intendere come "paura di avere un giudizio". Mi spiego meglio: a me capita di non chiedere le cose ad altri per paura di un giudizio, per esempio. Del tipo "Ah, mi chiami perché non sai farlo", ed è una cosa che dà molto fastidio anche a me chiedere aiuto.


    Orgoglio, che in fondo è la base della paura di cui sopra, che sovente è una delle principali minacce presenti in ogni nostro pensiero che riguarda la collaborazione con terzi, ovvero il "Posso farcela da solo/a. Se lo fanno gli altri, vuol dire che sono bravo pure io a farlo".

    Grazie Manta del tuo intervento :slightly_smiling_face: . Sono sicuramente presenti gli aspetti che hai citato, quindi l'orgoglio che cela la paura del giudizio altrui ma nel mio caso assume dei contorni persino illogici, se rimani a piedi con l'auto nel mezzo di nientopoli che cosa c'entra la tua capacità o meno di fare una cosa? Il mezzo ti ha mollato e quindi è normale che chiami qualcuno che venga a prenderti. Ecco io no :grinning_face_with_smiling_eyes: Diciamo che percepisco una dinamica psicologica più profonda, più antica e sofferta. Dinamica che mi ha chiarito Juniz, sembra strano ma io non ne avevo piena consapevolezza.

  • Forse perché pensi che le persone prima o poi possano non esserci più? E quindi non vuoi abituarti a doverti appoggiare in caso di necessità? Nel mio caso credo sia anche questo, mi chiedo se questi schemi poi possano essere cambiati, pur essendo consapevoli e se basta solo decidere di comportarsi diversamente.

    Sì Artemisia, anche questa è una componente che è presente. Il mio motto è "ricordati di non appoggiarti a nessuno perché se si sposta tu cadi". :)

  • Grazie Manta del tuo intervento :slightly_smiling_face:. Sono sicuramente presenti gli aspetti che hai citato, quindi l'orgoglio che cela la paura del giudizio altrui, ma nel mio caso assume dei contorni persino illogici. Se rimani a piedi con l'auto nel mezzo di nientopoli, che cosa c'entra la tua capacità o meno di fare una cosa? Il mezzo ti ha mollato e quindi è normale che chiami qualcuno che venga a prenderti. Ecco, io no :grinning_face_with_smiling_eyes:. Diciamo che percepisco una dinamica psicologica più profonda, più antica e sofferta. Dinamica che mi ha chiarito Juniz, sembra strano, ma io non ne avevo piena consapevolezza.

    Beh, nel caso, chiama me che magari ti spiego come risolvere il problema sul posto, qualora lo fosse :face_with_tears_of_joy:.


    Una volta una mia amica rimase piantata con la sua Megane per colpa dell'Egr, e al telefono le spiegai come farla ripartire. Lei era traumatizzata, io ridevo perché per spiegarle i componenti sembravamo Aldo e Giovanni in 3 uomini e una gamba: "Devi staccare quella spina di fronte a quel *coso* che sembra un *omino con i tubi al posto delle braccia*". E lei si inc∙∙∙∙va di bestia perché giustamente era nel panico totale, ma ovviamente se le dicevo "il depressore della valvola wastegate" ne sapeva tanto quanto prima :rolling_on_the_floor_laughing:


    Battute a parte, capisco benissimo il tuo discorso. Succede anche a me per altre situazioni "impreviste".


    Di certo è che la "realizzazione" del problema, senza giri di parole e senza sorvolarlo, è già di per sé metà del viaggio per risolverlo.


    Secondo me dovresti lavorarci bene su quel parametro di "solitudine forzata" negli eventi descritti. Come? Anche solo per prova. Provare a cercare il contatto di qualcuno per una necessità anche banale. (Senza tagliare fili a caso nel motore, o volutamente rimanendo a secco di carburante... mi raccomando 8o.)

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Allora ti racconto questa, giusto per farti capire il livello ^^. Qualche anno fa uscivo dalla casa del mio ex, era sera tardi, dopo la mezzanotte. Io lasciavo l'auto in un parcheggio nelle vicinanze, sia mai che disturbassi con la presenza della mia auto nel suo cortile :rolleyes:. Insomma, giro la chiave e nada, batteria defunta. Ora, la cosa più logica da fare sarebbe stata quella di tornare da lui, spiegargli il problema che lui avrebbe sicuramente risolto con i cavetti. Invece io che faccio? Cerco telefonicamente un taxi, non ne trovo e quindi decido, bon, torno a piedi, sono 6 km, che vuoi che sia? Domattina mi faccio portare dal meccanico. Mi avvio, di notte, tutto ok finché sono arrivata al cavalcavia e lì è un po' da paura... A un certo punto sento una macchina affiancarmi con le quattro frecce e il tipo mi dice "Hey, tutto bene, vuoi un passaggio? Qui è pericoloso andare a piedi". E io, "No, no, tutto ok, sono quasi arrivata (sul cavalcavia :rolleyes:). E lui "Dai, monta su, è pericoloso", e io niente, avanti per la mia strada. Il tipo, che poi mi ha usato una gentilezza, ha poi dovuto ripartire perché sostava in un punto difficile, avrà pensato "Questa non è tutta giusta" ^^

  • Allora ti racconto questa, giusto per farti capire il livello ^^. Qualche anno fa uscivo dalla casa del mio ex, era sera tardi, dopo la mezzanotte. Io lasciavo l'auto in un parcheggio nelle vicinanze, sia mai che disturbassi con la presenza della mia auto nel suo cortile :rolleyes:. Insomma, giro la chiave e nada, batteria defunta. Ora, la cosa più logica da fare sarebbe stata quella di tornare da lui, spiegargli il problema che lui avrebbe sicuramente risolto con i cavetti. Invece io che faccio? Cerco telefonicamente un taxi, non ne trovo e quindi decido, bon, torno a piedi, sono 6 km, che vuoi che sia? Domattina mi faccio portare dal meccanico. Mi avvio, di notte, tutto ok finché sono arrivata al cavalcavia e lì è un po' da paura... A un certo punto sento una macchina affiancarmi con le quattro frecce e il tipo mi dice "Hey, tutto bene, vuoi un passaggio? Qui è pericoloso andare a piedi". E io, "No, no, tutto ok, sono quasi arrivata (sul cavalcavia :rolleyes:). E lui "Dai, monta su, è pericoloso", e io niente, avanti per la mia strada. Il tipo, che poi mi ha usato una gentilezza, ha poi dovuto ripartire perché sostava in un punto difficile, avrà pensato "Questa non è tutta giusta" ^^

    Perdonami... ma questa è oltre i confini dell'autolesionismo! 8|

    Ho già detto di far parte della categoria, ma francamente non sono mai arrivata a questi livelli...


    Ma ti rendi conto dei pericoli che hai corso?


    E comunque, restando strettamente in tema, e parlando molto seriamente: ok che ora quel ragazzo sia un ex, ma al tempo era il tuo compagno!

    Come è potuto accadere (se ti va di parlarne) che avessi remore insormontabili a chiedere il suo soccorso, sebbene fosse una persona così intima e scelta, e sebbene ti trovassi in quella situazione per essere stata tu a scomodarti nell'andare a casa sua?

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Certo che me ne rendo conto, non sono mica scema, ma io sono così, pur di cavarmela da sola e di chiedere aiuto a qualcuno mi ficcherei in bocca a un leone. E questo non c'entra niente con gli altri, sono io che sono così, il mio ex mi avrebbe aiutata volentieri, ne sono certa. Secondo te perché ho aperto questo thread se non ravvisassi un problema in me?

  • Certo che me ne rendo conto, non sono mica scema, ma io sono così, pur di cavarmela da sola e di chiedere aiuto a qualcuno mi ficcherei in bocca a un leone. E questo non c'entra niente con gli altri, sono io che sono così, il mio ex mi avrebbe aiutata volentieri, ne sono certa. Secondo te perché ho aperto questo thread se non ravvisassi un problema in me?

    Che poi quella passeggiata solitaria e notturna mi piacque tanto, ho visto le rane nel laghetto, le case addormentate, i fossi con la loro vita, l'odore così bello e particolare della campagna. Sono percezioni che non raccogli se viaggi in auto, ci sono posti così belli e suggestivi... Ovviamente finché non arrivi al cavalcavia :rolleyes:

  • Cara Lupetta, questa tua descrizione emerge talvolta anche nel racconto dei tuoi spaccati di vita. Senza voler fare psicologia spiccia, il tuo vissuto ti ha probabilmente forgiato, come spesso accade.


    Ti chiedo: con tuo marito eri riuscita a lasciarlo entrare maggiormente nella tua vita?


    Quando ho conosciuto il mio compagno, inizialmente, in realtà per diversi anni, avevamo grossi problemi comunicativi. Mi ricordo una serata tranquilla, già mi ero trasferita a casa sua, seduta sul divano appoggiata a lui. Dal nulla se ne esce con un quando riuscirai ad appoggiarti a me. Più delle parole mi ricordo la tristezza che mi è arrivata.


    Perché in realtà ciò che togliamo con queste chiusure è intimità emotiva, conoscenza dell'altro e di noi stessi. Non credo che sia utile sforzarsi per chiedere aiuto in ogni situazione, ma permettere ad alcune persone di starci vicino nella difficoltà e fragilità può darci molto più dell'aiuto concreto.


    Per rendere plastica la difficoltà di questo percorso, ti racconto che durante il mio ultimo aborto, quando ho sentito che stava iniziando, ero al lavoro, ho chiuso il PC, preso la bici, ho pedalato fino a casa con dolori atroci e, una volta a casa, mi sono arrangiata in tutto. La sera ho detto al mio compagno di andare a una cena fuori già organizzata, rimanendo ancora sola. Era un dolore a cui eravamo preparati, ma...

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Ora, la cosa più logica da fare sarebbe stata quella di tornare da lui, spiegargli il problema che lui avrebbe sicuramente risolto con i cavetti.

    Vedi che lo sai che questa era la cosa più logica?


    Come dicevo prima, il fatto che sai bene che hai questo tipo di "problema", è già metà del percorso. Ti manca solo fare la seconda metà, e proverei a suggerirti: giusto per prova, per gioco, prova a chiamare una persona di fronte ad un problema, anche banale, per vedere come ti senti dopo.

    ...Tipo il classico barattolo che non si apre... :D

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Allora ti racconto questa, giusto per farti capire il livello ^^. Qualche anno fa uscivo dalla casa del mio ex, era sera tardi, dopo la mezzanotte. Io lasciavo l'auto in un parcheggio nelle vicinanze, sia mai che disturbassi con la presenza della mia auto nel suo cortile :rolleyes:. Insomma, giro la chiave e nada, batteria defunta. Ora, la cosa più logica da fare sarebbe stata quella di tornare da lui, spiegargli il problema che lui avrebbe sicuramente risolto con i cavetti. Invece io che faccio? Cerco telefonicamente un taxi, non ne trovo e quindi decido, bon, torno a piedi, sono 6 km, che vuoi che sia? Domattina mi faccio portare dal meccanico. Mi avvio, di notte, tutto ok finché sono arrivata al cavalcavia e lì è un po' da paura... A un certo punto sento una macchina affiancarmi con le quattro frecce e il tipo mi dice "Hey, tutto bene, vuoi un passaggio? Qui è pericoloso andare a piedi". E io, "No, no, tutto ok, sono quasi arrivata (sul cavalcavia :rolleyes:). E lui "Dai, monta su, è pericoloso", e io niente, avanti per la mia strada. Il tipo, che poi mi ha usato una gentilezza, ha poi dovuto ripartire perché sostava in un punto difficile, avrà pensato "Questa non è tutta giusta" ^^

    Ritiro tutto: non mi ci rivedo! ^^

    Questo è davvero troppo.


    Ma di preciso cosa provi in quei momenti? Qual è il tuo timore?

    Apparire debole? Disturbare lui? Dimostrare a te stessa che non hai bisogno di nessuno e puoi cavartela da sola?

    Immagino sia un istinto, sul quale non stai a pensare più di tanto: agisci e basta.


    Però questa descritta è davvero una situazione limite e per nulla "pratica", tra l'altro: ti sei esposta a pericoli e hai impiegato un tempo molto superiore. Fossi stata nell'altra persona (lui, in questo caso), sapere a posteriori come avevi agito mi avrebbe spiazzato molto, e anche un po' offeso. Come se appunto non ti volessi fidare/affidare, come se il tuo istinto non ti suggerisse di rivolgerti alla persona amata che sta a due passi da te, ma piuttosto intraprendere un'odissea.

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